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Tecnologia Solidale 2016, l’innovazione tra obblighi di legge e opportunità

Il primo dicembre presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio si è svolto il convegno “Tecnologia Solidale 2016”, un evento dedicato a iniziative che fanno uso della tecnologia per migliorare la vita a persone che si trovano in situazioni di difficoltà.

Si perde facilmente il conto di quanti siano ormai gli eventi che trattano di innovazione mettendo in evidenza l’evoluzione della tecnologia che oggi sempre più fa parte della nostra quotidianità. Stiamo vivendo l’era della trasformazione digitale.

Il senso di un evento come Tecnologia Solidale 2016 è riassunto perfettamente in una famosa frase di Henry Ford citata da Gianluca Ricci, presidente dell’associazione Cuore Digitale, tra i relatori del convegno: “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.”

Programma evento Tecnologia Solidale 2016Per far sì che ci sia vera innovazione non si può quindi parlare di tecnologia senza considerare cultura digitale e responsabilità sociale.
Il convegno, giunto ormai alla sua quinta edizione, ha visto come protagonisti le grandi aziende, le startup e le istituzioni in tre distinti panel a loro dedicati. La formula è sempre la stessa, quella sapientemente ideata dall’on. Antonio Palmieri, deputato dell’Intergruppo Innovazione alla Camera.

Primo panel “La tecnologia solidale e le iniziative delle grandi aziende” moderato da Antonio Palmieri con:

Paola Andreozzi, Responsabile Corporate Social Responsability Microsoft Italia

Laura Bononcini, Relazioni Istituzionali Facebook Italia

Marcella Logli, Direttore Generale Corporate Shared Value di TIM e Direttore Generale di Fondazione TIM

Andrea Stazi, Public Policy Manager, Google Italy

Angelo Failla, Direttore Fondazione IBM Italia

Nel primo panel, dalle dichiarazioni ma soprattutto dal racconto di iniziative e progetti concreti, è emerso un punto fondamentale: la Responsabilità Sociale di Azienda (CSR – Corporate Social Responsibility,) non è più vissuta come obbligo cui ottemperare ma è diventata parte integrante del business aziendale. Per Angelo Failla di Fondazione IBM la C di CSR oggi va intesa come Citizenship ovvero l’azienda come “Cittadino responsabile”.

Di seguito una sintesi delle iniziative delle aziende presenti.

Microsoft Italia

  • Programma Donazioni Software Microsoft. Techsoup Italia è il partner progettuale per dotazione e accreditamento per le realtà non profit, onlus e ONG.
  • growITup per favorire lo scaleup anche di startup in ambito sociale.

Facebook

  • Safety Check e Community Help per situazioni di pericolo ed emergenza.
  • Pulsante Call to Action “dona” per Onlus. In Italia rimanda al sito dell’organizzazione non profit ma presto, come in USA, si potrà donare direttamente sulla piattaforma social grazie alla recente autorizzazione riconosciuta a Facebook per operare come intermediario nei servizi di pagamento in Unione Europea. È inoltre possibile inserire il pulsante “dona” anche nei post e nei live video.
  • Immagini profilo personalizzate, come ad esempio per la campagna di Action Aid Italia “No alla violenza sulle donne”.
  • Iniziative di formazione per uso piattaforma Facebook per le organizzazioni non profit organizzata con TechSoup Italia e Fondazione Pubblicità Progresso.

TIM – Fondazione TIM

  • WithYouWedo, la piattaforma di crowdfunding sociale sviluppata da Starteed, startup incubata in TIM #WCap: 70 realtà sociali finanziate e raccolta fondi per le zone terremotate.
  • Progetto “Dislessia 2.0. Soluzione Digitale” realizzato da Fondazione TIM con l’appoggio del MIUR e del Ministero della Salute, in partnership con Istituto Superiore di Sanità, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Associazione Italiana Dislessia.

Google

  • Google Impact Challenge per supporto a startup a vocazione sociale per lo sviluppo dei loro progetti
  • L’officina dei nuovi lavori, progetto formativo gratuito per le competenze digitali avviato insieme a Fondazione Mondo Digitale
  • Crescere in digitale, percorso formativo on-line gratuito e tirocini presso aziende per ragazzi dai 15 ai 29 anni iscritti a Garanzia Giovani, il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile.

IBM – Fondazione IBM

  • MWA (Mobile Wireless Accessibility) team di professionisti che si occupano di accessibilità e fruibilità di tecnologie
  • Programma Impact Grants – servizi di consulenza per aiutare le associazioni non profit a utilizzare in maniera efficace la loro infrastruttura IT
  • People on the Move. Web e mobile App realizzata per Medici Senza Frontiere che permette di acquisire i dati medici dei profughi direttamente sulle rotte di migrazione.

IBM e Microsoft hanno inoltre testimoniato il loro convinto impegno nelle politiche di genere non solo in azienda ma anche con le attività di promozione delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) con le rispettive iniziative ProgettoNERD? e NuvolaRosa.

Il secondo panel “Startup e iniziative di tecnologia solidale” moderato da Stefano Epifani, ha visto l’intervento di:

Daniela Di Gianantonio, Market analist Siteimprove A/S

Bruno Calchera, Direttore responsabile CSR oggi

Gianluca Ricci, Presidente di Associazione Cuore Digitale

Filippo Scorza, Ideatore di Alfred Mobilità 2.0

Mario Vigentini, ideatore e fondatore di Mario Way

«Sulla CSR c’è molta comunicazione ma poca cultura» così Bruno Calchera sottolinea quanto sia importante fare “buona comunicazione” sulla Responsabilità Sociale di Impresa, per avvicinare l’opinione pubblica al tema ma anche per stimolare altre aziende ad emulare buone pratiche.

Le iniziative di tecnologia solidale sono molte e nascono dal basso, da realtà in cui è un bisogno, un’esigenza reale e urgente a ispirare e guidare l’ideazione di soluzioni tecnologiche. Per questo è importante il confronto costante e diretto tra chi ha competenze nello sviluppo di tali soluzioni e coloro i quali vivono situazioni di difficoltà.

Da questa consapevolezza è nato ad esempio Premio Cuore Digitale, iniziativa dell’Associazione Cuore Digitale che, come racconta Gianluca Ricci, per la seconda edizione ha organizzato un hackathon inclusivo dedicato alle disabilità visive, in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti di Roma. L’Associazione nasce infatti con lo scopo di promuovere l’incontro tra persone con disabilità, startup e grandi aziende.
Anche l’esperienza di Filippo Scorza, che ha ideato Alfred mobilità 2.0, la stampella smart dotata di sensori, grazie al confronto con persone malate di sclerosi multipla, conferma quanto questa sia la strada giusta per fare tecnologia solidale.
Nel panel anche Mario Vigentini della startup MarioWay, prima Benefit Corporation (Bcorp) al mondo nel suo settore, esempio di come il beneficio per la società possa essere oggi lo scopo principale di business. La tecnologia oggi può fare della solidarietà un business positivo, è l’“Economia della solidarietà”.

Insomma, l’impegno concreto di aziende e startup è rassicurante ma come se la cava la Pubblica Amministrazione? Con Daniela Di Gianantoni vediamo la situazione in merito all’accessibilità di siti web e risorse on-line: decisamente deludente. Su 40 siti web PA analizzati da SiteImprove nessuno risulta totalmente accessibile, solo parzialmente i siti web di due Regioni e di un Comune. Non va molto meglio l’accessibilità di documenti PDF.

In Italia 1 cittadino su 5 ha qualche forma di disabilità e la non accessibilità ostacola la fruizione di informazioni e servizi. L’accesso alle informazioni è un diritto sancito dall’art.3 della costituzione e un dovere per la PA dettato dalla Legge Stanca (L.4/2004) di cui l’on. Antonio Palmieri è stato uno dei promotori.

E si arriva così al terzo panel “Il punto di Vista delle Istituzioni” moderato da Carlo Mochi Sismondi con la partecipazione di:

Flavia Marzano, Assessora a Roma Semplice

Rosamaria Barrese, Agenzia per l’Italia Digitale

Roberto Scano, Presidente della Commissione e-accessibility Uninfo

Mario Staderini, Direttore Agcom – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Tecnologia Solidale 2016 - terzo panel

Le normative, le riforme ci sono, ma una legge di per sé non è il cambiamento, ne è di certo fattore abilitante.
La legge Stanca sull’accessibilità è del 2004 ma, come rilevato da SiteImprove, nulla da allora è cambiato.

«In Italia siamo bravi a normare ma è inutile normare quando il mercato lo ha già fatto», Roberto Scano ricorda che esistono già standard internazionali a cui i produttori si attengono. Un sito web se fatto bene, seguendo gli standard internazionali, è fatto per tutti, non serve “renderlo accessibile” ma purtroppo mancano le competenze.
La PA oggi non deve preoccuparsi di rendere accessibile solo il sito web ma tutti i servizi digitali rivolti al cittadino, a qualsiasi cittadino; un servizio accessibile sarà utile sia a chi ha problemi di mobilità sia a chi è in continuo movimento.

Il cambiamento va accompagnato con una formazione costante che non dia solo strumenti ma che generi cultura digitale sia dentro la PA sia tra i cittadini. Le norme senza una cultura adeguata portano alla burocratizzazione del processo digitale rendendolo, paradossalmente, analogico, facendolo così percepire ai dipendenti pubblici come un raddoppiamento del lavoro già svolto e rendendolo di fatto inutile.

Un grande e attento percorso di formazione nella PA è svolto dall’AgID, come spiega Rosamaria Barrese, un impegno importante che però meriterebbe di avere più risorse a disposizione.

Per ciò che riguarda i cittadini, Mario Staderini illustra i provvedimenti di AgCOM a favore delle persone disabili, provvedimenti che devono essere sempre al passo con i servizi digitali e le soluzioni tecnologiche del mercato. Ricorda però quanto sia essenziale avere un ruolo proattivo nell’alfabetizzazione digitale.

La digitalizzazione dei servizi è un cambiamento positivo ma potrebbe escludere quella parte di cittadini che non sa come utilizzarli. «Noi non dobbiamo e non vogliamo escludere nessuno», così Flavia Marzano ci parla dei due P.Ro.F., i Punti Roma Facile, attivati a Roma e ora in fase di sperimentazione. I P.Ro.F. sono degli spazi in cui i cittadini possono trovare dei “facilitatori digitali” che li aiutino, gratuitamente, a navigare in rete e ad accedere ai principali servizi on-line.

In sostanza le parole chiave per un cambiamento che possa essere positivo, concreto e inclusivo sono: formazione, cultura e competenze.

«Trovata la legge… non trovato l’inganno, ma tutti al lavoro!» Antonio Palmieri, con la schiettezza che lo contraddistingue, conclude così la quinta edizione di Tecnologia Solidale.

Appuntamento al prossimo anno, tra impegni concreti e speranze per un futuro… accessibile.

Per chi lo desidera è possibile rivedere la registrazione dell’intero evento.

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Andrea Carini
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