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Come i Responsabili Marketing usano e useranno i Social Media

Interessante studio di IBM che evidenzia come nei prossimi due anni i Responsabili Marketing interpellati hanno in programma di aumentare investimenti sui Social Media. E buona parte di essi afferma che da questo punto di vista c’è ancora molto da migliorare

Abbiamo più volte sottolineato il fatto che ancora oggi le aziende usino poco e male i social media come strumento di comunicazione e marketing all’interno di una strategia più completa. ne parlavamo proprio di recente a proposito di una recente ricerca italiana che metteva in evidenza proprio questo, ossia che le aziende italiane conoscono i nuovi strumenti web 2.0, ma li usano male. Si potrebbe dire che alla base di questo ci siano tanti fattori da tenere in considerazione, ma sta di fatto che è ormai un dato certo su cui c’è bisogno ancora di lavorare. Ed oggi vi sottoponiamo l’indagine condotta da IBM, il colosso dell’informatica, che ha interpellato 1,700 Responsabili Marketing provenienti da 64 paesi allo scopo di verificare come sta cambiando la figura del Responsabile Marketing oggi.

Ovviamente cercheremo di concetrarci sui dati raccolti per il nostro paese avendo la possibilità di concultarli evidenziando quesgli aspetti che secondo noi sono da annotare. Innanzitutto c’è da dire che alla base dell’indagine c’è la consapevolezza da parte di tutti i Responsabili Marketing che è in corso un cambiamento che va verso la complessità dei rapporti di mercato e verso i clienti. Complessità che comporta l’accettare delle sfide che si pongono come necessarie per superare questa fase.

Tutti pongono i Social Media come una delle sfide da affrontare ma il 68% dichiara di essere ancora impreparato da questo punto di vista. Da un lato se ne riconosce l’importanza, dall’altro ci si accorge del grave ritardo che va colmato. Ma il dato peggiore di questo è che alla domanda quali siano i fattori che avranno maggiore impatto sulle prossime strategie da adottare per i prossimi 5 anni tutti mettono tra i primi posti i Social Media. Ora, se prima abbiamo visto riconoscere le proprie lacune e arretratezze riaguardo all’uso dei SM e poi riconoscerne la validità come aspetti fondamentali per le prossime strategie da adottare, viene da pensare che si è di fronte ad un bel problema. No?

La figura di fianco mostra un aspetto già noto e cioè che rispetto ai SM i Responsabili Marketing delle aziende più grandi si sentono più preparati, meno invece quelli delle aziende più piccole.

Uno degli aspetti basilari che vienen messo in luce dai SM è che attraverso l’utilizzo di questi strumenti c’è la possibilità da parte del cliente di poter conoscere meglio l’azienda o il brand che decide di seguire e lo fa sulla base di tanti motivi. Allo stesso modo le aziende hanno il grande vantaggio di poter conoscere più da vicino i propri clienti per poter migliorare sempre di più in fatto di comunicazione ma anche e sopratutto il fatto di miglioramento del servizi/prodotti offerti. E per fare questo bisogna avere una conoscenza e una presenza sui SM che tante volte qui su questo blog abbiano sottolineato. In merito a questo punto, da questa indagine viene fuori che solo il 26% analizza i blog aziendali per reperire più informazioni sui pripri clienti; solo il 42% tiene traccia delle recensioni di società terze e solo il 48% monitora le review ed i commenti dei clienti. Se si tiene conto di questi dati si evince che i Responsabili Marketing ancora non usano i dati provenienti dai social media, fonte preziosa per la conoscenza diretta del cliente e delle sue esigenze, ma si affida ancora a strumenti tradizionali.

E adesso veniamo al punto fondamentale. Se, come abbiamo detto più volte e visto anche in questa survey, c’è la consapevolezza di non essere ancora in gradio di padroneggiare i SM, se ci si rende conto dei dati che questi possono fornire per impostare strategie sempre più rivole alla esigenze dei clienti e se ci si rende conto di non essere in grado di decifrare proprio questi dati, beh, qualcosa bisogna fare. E infatti molti dei Responsabili Marketing intervistati dicono che gli investimenti dei prossimi 3-5 anni dovranno essere indirizzati verso i SM, per l’82%, verso la Customer Analytics, per l’81%, verso i CRM (Customer Relationship Management), per l’81%, verso le applicazioni mobili, per l’80%.

Direi di fermarci qui e di considerare positivamente il fatto di voler dedicare risorse verso i SM. Il prossimo passo sarà quello di vedere come misurare i risultati in funzione anche di un ritorno economico. Anche su questo lo studio IBM ci darà una mano.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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8 Commenti

  1. Un’analisi molto interessante e oserei dire anche un po’ spiazzante, da una parte i responsabili marketing che riscontrano un’importanza sempre più crescente del ruolo dei social media, dall’altra l’assenza di una vera preparazione per affrontare il cambiamento proprio in area marketing/comunicazione. Una contraddizione destinata sicuramente ad appianarsi col tempo, visto che comincia ad esser noto a tutti (o quasi) quale sarà il futuro in questo settore…sarà comunque interessante analizzare i dati di crescita nell’uso dei SM da parte delle aziende e chissà se il social media marketing finirà con il sostituire il marketing tradizionale!!

  2. Ho letto il tuo post con il solito interesse. I responsabili marketing non utilizzano i dati dei SM perché non sanno analizzarli per quanto preziosi siano….e sono d’accordo. Ma non sanno nemmeno impostare una strategia o un percorso di medio periodo in un ottica di multicanale.
    Questo perché c’è una scarsa preparazione su tutti i nuovi media ,al massimo si orientano sul website o segnaletica digitale come loro massima espressione di comunicazione 2.0. Sarei fiduciosa se ci fosse un vero cambio generazionale ma come sappiamo in Italia non ci si stacca dalle poltrone con facilità e i giovani talenti aspettano o emigrano.

  3. Puoi tranquillamente osare Paola, anzi direi che è il caso di farlo. La contraddizione c’è, purtroppo, e sono sicuro anch’io, come dici tu, che piano piano col tempo si assottiglierà. Certo, il fatto che molti puntino ad aumentare gli investimenti in questo senso, fa ben sperare. Ma la cosa che mi sembra un pò strana è che questa contraddizione non avrebbe dovuto essere così forte. Parlando di RM mi sarei aspettato maggiore attenzione da parte loro verso il web marketing, verso il social media marketing. Anche in questo caso dobbiamo riscontrare una certa ritrosia alla comunicazione diretta col cliente che spesso spaventa le aziende? Tu che ne pensi?

  4. Sono pienamente d’accordo con te Dora, manca la capacità di generare strategie e come sai qui ne abbiamo parlato spesso, cercando anche di tracciare strategie possibili. Rimane il fatto che la contraddizione rimane tutta, ossia consapevolezza che gli strumenti ci sono ma allo stesso tempo consapevolezza nel non saperli usare. Allora c’è solo da sperare che gli investimenti andranno nella direzione giusta. Ma pongo anche a te, professionista del settore, la domanda provocatoria che ponevo prima. Non è che anche in questo caso bisogna interpretare questa contraddizione come una ritrosia a cercare forme di comunicazione diretta col cliente perchè questa spaventa? Che ne pensi? Credi che possa trovarsi anche qui una chiave di lettura?

  5. ti rispondo con il testo di un post del mio blog pubblicato 1 anno fa circa:

    “Il nostro pubblico è evoluto, pretende una visione settorializzata e un approccio mirato da parte delle aziende che propongono prodotti o servizi.
    E’ consapevole e guarda con maggiore interesse chi lo coinvolge direttamente, in un dibattito on line, su blog, con azioni dui PdV, con test prova, ecc..
    Io parlo con te, azienda, se tu parli con me ….noi siamo sullo stesso piano . Questo è il punto che si deve avere chiaro. E’ un rapporto one to one assolutamente paritario e la cultura partecipativa è l’unica strada da seguire.
    Questo è quanto noi consulenti dobbiamo far “passare” in azienda… che le persone (no more targets!) sono sempre più impermeabili alle forme tradizionali di ADV, che vanno create esperienze per far parlare di “noi”, che il consumo prima ancora che razionale, è orientato all’espressione del sé, della propria personalità e che oggi gli stili di consumo sono molteplici e zigzagati in uno stesso individuo”

    E, aggiungo, se le aziende temono questo confronto rimarranno prima indietro poi spariranno dal mercato.

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giovedì, 25 Aprile, 2024

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