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I (tanti) Bot su Twitter mettono a rischio Jack Dorsey, vicino alle dimissioni

Nei giorni scorsi ha fatto molto discutere la ricerca dell’Università della California del Sud e dell’Indiana che hanno rivelato che sono 48 milioni gli account bot attivi su Twitter: il 15% su 319 milioni di utenti. Un dato che è quasi il doppio di quello dichiarato da Twitter nel 2014. Una situazione che sta facendo crescere pressione attorno a Jack Dorsey, ad un passo dalle dimissioni.

Jack Dorsey è ormai sotto pressione per via della ricerca delle Università della California del Sud e dell’Indiana che ha rivelato che sono ben 48 milioni gli account bot attivi sulla piattaforma a 140 caratteri: il 15% sul totale di 319 milioni di utenti registrati (secondo l’ultimo dato del Q4 2016). Una situazione che sta generando molta pressione attorno al CEO, e co-fondatore, Jack Dorsey, sul punto di dare le dimissioni.

La notizia viene dal Sunday Times, l’edizione domenicale del Times, secondo il quale questa ricerca avrebbe inferto un altro duro colpo all’advertising su Twitter, che versa già in condizioni non felicissime. Non fa piacere a nessun inserzionista sapere di investire su una piattaforma che conta una percentuale così alta di account bot.

jack dorsey twitter bot @franzrusso 2017

Giusto per intenderci, il nome bot deriva proprio dal termine “robot”, stiamo parlando quindi di account “software” impostati per accedere sul canale come farebbe qualsiasi account “umano”, solo che agisce in maniera automatizzata. In parole povere, dietro quell’account non vi è una persona fisica con cui relazionare, no, c’è solo un software che twitta e interagisce (impostato su keyword o hashtag specifici) in maniera automatica. E questo significa falsificare, in parte, l’uso della piattaforma, specialmente una piattaforma come Twitter.

Il dato, in realtà, rilevato dalle due università americane ha suscitato ancora più clamore, e quindi pressione attorno al CEO di Twitter, per il fatto che risulta essere il doppio di quanto rilevato proprio da Twitter nel 2014. Un’indagine interna aveva infatti rilevato una presenza di account bot attorno all’8%.

twitter bot @franzrusso 2017

Perchè rischia Jack Dorsey? La risposta sta nei fatti, e non certo solo in questo dato, per quanto rilevante esso sia. La pressione in realtà attorno a Jack Dorsey è alta da un po’, sin da quanto è ritornato in sella a Twitter come CEO, dopo l’infelice conduzione di Dick Costolo, infelice per quel che riguarda la conduzione dell’azienda verso Wall Street. Da quando Dorsey è alla guida di Twitter il titolo in borsa, TWTR, ha perso ben oltre la metà del suo valore. Ricordiamo che il debutto di Twitter era stato sfavillante, aveva fatto anche meglio di Snapchat arrivando fino a 60 dollari per azione. E oggi la situazione è ben diversa. L’azienda vale 10,88 miliardi di dollari e le azioni hanno chiuso venerdì scorso ad un presso di 15,08 dollari.

Se Dorsey dovesse davvero dare le dimissioni, allora Twitter potrebbe ritrovarsi in una situazione finanziaria per cui il titolo risalirebbe nuovamente e sarebbe poi messa in vendita un secondo dopo. Si aprirebbe un nuovo scenario di incertezza che non farà bene all’azienda. Staremo a vedere.

[l’immagine con il logo di Twitter è stata realizzata da @franzrusso, nel caso in cui dovesse risultare inappropriata verrà rimossa immediatamente; si prega di citare l’autore in caso di condivisione]

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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