Il mondo dei social media sta vivendo un momento particolare. Tutto sembra essere copiato e ripreso da altri, ma in realtà sta avvenendo una trasformazione profonda, anzi, una vera e propria disaggregazione ad opera di Facebook. Il social network di Mark Zuckerberg è l’unica piattaforma in grado di inglobare e non farsi inglobare.
Quello che certamente notano tutti è che ultimamente, da circa un paio d’anni per la verità, si assiste ad un continuo copia/incolla di funzionalità viste su una piattaforma e prontamente ripresa su un’altra. Assistiamo ad un momento particolare in questi giorni, settimane, in cui questo fenomeno si è acuito ulteriormente. Per certi versi, è un processo normale, nel senso che stiamo parlando di piattaforme che prima non esistevano, è questa l’era dei Social Media, non esisteva prima. Ed è quindi normale che vi sia questo continuo riprendere quelle funzionalità o quelle idee che dall’altra parte hanno ottenuto grande successo. Del resto, questo tipo di atteggiamento non è nuovo, la storia del Marketing ne è piena, quando un prodotto funziona tutti cercano di imitarlo. O quando una comunicazione funziona tutti cercano di rifarla, ma il risultato non è mai sempre lo stesso. Certo sono temi che rischiano di portare l’attenzione altrove, ma era solo un modo per fare degli esempi, e per inquadrare quello che sta succedendo nel panorama dei Social Media.
Sta avvenendo quindi una trasformazione vera e propria, meglio una disaggregazione, ossia una attività di scomposizione in parti che si ritrovano ricomposte su altre piattaforme. E per sostenere questa tesi, vi riportiamo due esempi che evidenziano questo fenomeno, aprendo uno scenario nuovo con un elemento che resta inamovibile.
Il primo fenomeno di disaggregazione è quello che sta vivendo Snapchat. E’ ormai noto che Facebook ha ormai importato definitivamente le Stories di Snapchat all’interno del suo ecosistema. E’ notizia di ieri, infatti, che le Stories che in Italia abbiamo visto tra i primi comparire sulla nostra app sono state infatti rilasciate a livello globale. Si chiude quindi il cerchio, nel senso che dopo Instagram, WhatsApp, Messenger ecco che la modalità Stories arriva anche sull’app mobile di Facebook, per iOS e Android. Significa rendere disponibile questa funzionalità a 1,65 miliardi di utenti, un bacino enorme che senza dubbio sarà incuriosito nell’usare questa nuova modalità di conversazione visuale. Già, è una modalità visuale che comincia a prendere maggiore forma su una piattaforma che puntava tutto, fino a ieri, sulla forma testuale. Quindi, dopo i video live, che tutti possono fare anche da pc, arrivano anche le immagini e i video effimeri, nel senso che durano poco (24 ore), a completare quella che era la previsione di Facebook, e di Cisco prima, ossia che entro il 2020 l’80% del contenuto su Facebook sarà video.
Ma questa disaggregazione porta quindi alla scomparsa, a forza di scompattare, di altre piattaforme. Ed è il caso di Snapchat, ormai messo a dura prova, ieri infatti ha ceduto quasi il 7% a Wall Street e continua cedere l’1% nel momento in cui scriviamo. Un duro colpo a Snap quindi, la società appena approdata in borsa che si trova a contrastare un fenomeno che forse non aveva valutato fino in fondo. E poi, non avrebbe le dimensioni che ha Facebook per contrastare questo fenomeno.
E pensare che nel 2013 Facebook propose a Snachat un’acquisizione, ma Evan Spiegel disse di no.
Secondo fenomeno che vogliamo porre alla vostra attenzione, anche se già in rete ne hanno scritto e parlato altri, è la disaggregazione di Twitter. Su Twitter abbiamo già scritto tante volte sottolineando il fatto che il vero problema della piattaforma è costituito da due parti: problema di prodotto e cattiva gestione, quindi problemi di management. Ma perchè parliamo anche di disaggregazione di Twitter, in realtà nessuno di avventurerebbe in 140 caratteri. In 140 caratteri no, ma nella sua modalità sì. L’esempio che vi riportiamo è quello che riguarda Reddit, piattaforma molto popolare negli Usa, poco ancora in Italia. Per chi la conoscesse, Reddit è una piattaforma di social news, nel senso che gli utenti, “redditors”, condividono notizie, con forma testuale o anche solo il link. A questi contenuti gli utenti poi attribuiscono delle valutazioni che determinano poi la visibilità degli stessi contenuti. Un format che alcune piattaforme avevano riportato anche in Italia.
Ebbene, dove sta la novità? Reddit la settimana scorsa con un post sulla piattaforma ha annunciato il nuovo design della pagina utente, fino ad oggi molto scarna che ripropone le notizie che l’utente condivide. La nuova invece sembra proprio la pagine utente che vediamo oggi su Twitter, il colpo d’occhio è lampante. In questo modo Reddit finisce per fare un aggiornamento sostanziale sulla piattaforma che avrà come obiettivo quello di attrarre nuove utenti ad usare la piattaforma. Significa che se Reddit riuscirà in questa operazione e riuscirà a portare dentro di sè l’elemento distintivo di Twitter che è il tempo reale, ecco che la disaggregazione di Twitter sarà avvenuta. Uno scenario non lontanissimo, perchè se Twitter non si dà una mossa sul prodotto, se non dà una svegliata alla piattaforma, se non sarà in gradi di trasformare quel miliardo di utenti che ogni mese arriva sulla piattaforma e scappa, la disaggregazione è ad un passo. E Reddit potrebbe prenderne il posto.
Ma potrebbe non essere così. Nel senso che la disaggregazione di Twitter potrebbe essere anche opera di Facebook che potrebbe completare l’opera inglobando la caratteristica principale che è, come già detto, il tempo reale. Del resto, facebook si è già impadronita di alcune parti di Twitter. Come Periscope. Twitter nel 2015 ebbe un grande vantaggio sul social network più usato, introducendo per prima l’app di broadcasting, ma non aveva i mezzi necessari per valorizzarla. Morale della favola, Facebook introduce i Live Video sulla piattaforma e Periscope resta ferma al palo.
Siamo quindi davvero di fronte ad una fase di disaggregazione di uno scenario che va, molto probabilmente, verso una fase dove esisterà un grosso player, Facebook. Non sarà unico, ma sarà talmente forte da deciderne il destino.
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