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Le Imprese e il Web

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Una recente ricerca eseguita da due ricercatori della Bocconi evidenzia che l’uso del web nelle aziende italiane sta aumentando. Blog e social network sembrano essere più usati

Social Enterprise
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Questo è un argomento che mi sta molto a cuore e proprio recentemente avevo scritto qui, riportando i risultati di un’indagine di McKinsey, proprio che l’utilizzo del blog e anche dei social network come strumenti di lavoro e di business per le aziende, stesse aumentando. Ovviamente, come tra l’altro mi è stato fatto notare, a ragione devo dire, quelli erano risultati, utili si, ma non rispecchiavano la realtà italiana. Ed ecco allora che questa indagine condotta su 100 aziende, dal titolo “Social Media Monitor: cento aziende nella Rete”, da Paola Dubini e Martino Garavaglia dell’Osservatorio business tv dell’Università Bocconi, mette in evidenza come l’utilizzo di blog, community, web tv, web radio e social network da parte delle imprese nel dialogo con gli utenti è in crescita.

Due i parametri utilizzati: la ricchezza del contenuto e l’intensità della relazione costruita con il cliente. E i risultati sono stati che il 35% delle aziende monitorate ha un approccio al web di tipo tradizionale, la propensione verso il web 2.0 è bassa, così come lo sforzo di fornire un servizio informativo sofisticato attraverso il sito. C’è invece un 23% delle aziende prese in esame che si sforza invece di utilizzare il web per fornire un servizio all’utente. I contenuti che si producono in questo caso sono bassi privilegiando la strada di trasferire informazioni in maniera più fluida.

Invece, il 20% del campione caratterizza la propria presenza sul web e sui social media per un forte investimento nei contenuti, arrivando a fornire veri e propri servizi informativi ai propri utenti che possono interagire con l’azienda. Queste aziende si caratterizzano per brand molto forti, e tendono a centralizzare la comunicazione intorno al marchio, rispetto al quale sono piuttosto protettive e a sperimentare diversi format multimediali. I social network sono gli strumenti multimediali più utilizzati. Infine, il 22% delle aziende del campione ha posto in atto strategie di comunicazione sul web caratterizzate per alta intensità di relazione e ricchezza di contenuti. Si tratta di imprese che da più tempo investono in rete, con una forte identità di marchio, ma che accettano il rischio di utilizzare i social media come ambito specifico di comunicazione e terreno di sperimentazione. Spesso l’utilizzo del web da parte di queste aziende non riguarda solo l’attività di comunicazione ma coinvolge i processi aziendali.

In sostanza le aziende che investono credendoci nel web sono ancora poche anche se qualcosa di buono si comincia a vedere come questa indagine ci riporta. Parola d’ordine, oltre ad implementare nuove tecnologie web oriented, è il CONTENUTO, senza il quale la strategia di comunicazione di un’azienda diventa inutile e controproducente. Ed è il contenuto che fa posizionamento. Condivido anche le conclusioni di Paola Dubini, quando dice che “i Social Media rischiano di essere occasione di semplici contatti spot, senza che si riesca a mantenere nel tempo una continuità di rapporto e un adeguato numero di contatti. Per essere presenti in modo efficace è necessario agire con continuità ed elaborare strategie editoriali“. L’azienda deve investire nei social media non in modo superficiale, ma coinvolgendo le proprie strategie altrimenti si vanifica tutto, anzi si complica, mettendo a rischio la propria immagine.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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