web analytics
back to top

Nielsen, in calo l’inflazione per la distribuzione moderna

Secondo i dati Nielsen diffusi oggi relativi all’inflazione nella moderna distribuzione, nel mese di giugno si registra un calo dei prezzi passando dal 3,6% al 3,2%

Nielsen logoI dati di giugno relativi ai prezzi al consumo nella distribuzione moderna mostrano un primo segnale di frenata: rispetto a  maggio, mese in cui si è osservato il picco dei prezzi, l’inflazione a carrello è scesa dal +3,6% al + 3,2%. Questo quanto emerge dai risultati dell’osservatorio mensile sull’inflazione pubblicato da Nielsen, l’azienda leader mondiale nella marketing information. Il raffreddamento dei prezzi a giugno è stata raggiunto nonostante un ulteriore incremento dei prezzi  di alcune materie prime che sta incidendo dall’inizio dell’anno sull’andamento dell’inflazione. Le categorie con più alta crescita dei prezzi  registrata nel mese di giugno sono state : olio di semi di soja +22,0 % (+19,0% a maggio), caffè tostato macinato +20,0 % (+16,7% a maggio),  zucchero 18,1% (+16,8% a maggio),  farina di grano +9,7 % (+9,1% a Maggio). Un contributo importante al calo dell’inflazione dei prodotti di largo consumo è invece arrivato da frutta e verdura confezionata +0,3 % (+4,3 % a maggio),  latticini +5,1 % (+5,3 % a maggio), pasta fresca +1,4 % (+3,2 % a maggio), bevande analcoliche +1,5 % (+1,7 % a maggio) e vini +4,6 % (+5,6 % a maggio).

Il calo dell’inflazione a giugno è comune a tutte le regioni italiane ma le flessioni più significative si registrano in Campania, Molise, Sardegna, Veneto e Puglia. In generale il Nord-Est si conferma l’area del Paese con la maggiore capacità di contenimento dei prezzi (+2,8 % vs  3,2% dell’Italia).

La discesa dell’inflazione  è un segnale evidente della necessità per la distribuzione moderna di contenere gli incrementi dei prezzi in un momento economico difficile per le famiglie italiane e per l’intero Paese. Difficoltà confermata dal rallentamento delle vendite osservato nel bimestre maggio-giugno (+1,5 rispetto al +3,9 dei primi quattro mesi dell’anno) e da un ulteriore calo dell’indice di fiducia* che, nel secondo trimestre 2011 passa a 55 punti indice contro i 57 del trimestre precedente,  dopo la diminuzione importante verificatasi nel primo trimestre 2011. I principali fattori sono legati ad un trend negativo in termini di prospettive di lavoro e di finanze personali per i prossimi 12 mesi. Economia e posto di lavoro rimangono le maggiori preoccupazioni mentre il timore della guerra, che aveva subito un picco nel secondo trimestre (8% +7 punti percentuali rispetto al 4^ trimestre 2010) torna a preoccupare in misura minore (2%).

La già modesta percentuale di coloro che nel trimestre precedente pensavano di poter uscire dalla recessione si è ulteriormente ridotta. Oggi solo il 15% degli italiani pensa che il nostro Paese uscirà dalla recessione nei prossimi 12 mesi.

Si consolida la percentuale di chi non riesce più a risparmiare (circa ¼ della popolazione) e per cercare di rimanere all’interno del proprio budget di spesa gli italiani continuano a spostarsi sull’acquisto di prodotti grocery più economici.

Dinamica dei prezzi, andamenti delle vendite negli ultimi due mesi ed una fiducia dei consumatori in ulteriore calo invitano a formulare previsioni prudenti sull’andamento delle vendite nella seconda parte del 2011.

 

Informazioni sulla Nielsen Global Consumer Confidence Survey
L’indagine globale Nielsen sulla fiducia dei consumatori è stata condotta tra il 20 maggio e il 7 giugno  2011intervistando oltre 31.000 consumatori in 56 Paesi in Europa, America Latina, Medio Oriente, Africa, Nord America e Asia-Pacifico. Il Nielsen Consumer Confidence Index è sviluppato sulla base della fiducia dei consumatori online nel mercato del lavoro, sullo stato delle loro finanze personali e sulla loro propensione di spesa. Il campionamento degli intervistati, avvenuto per età e sesso nei singoli Paesi in base all’uso di Internet, è considerato rappresentativo degli utenti di Internet e ha un margine di errore massimo di ±0,6%.
author avatar
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

venerdì, 29 Marzo, 2024

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

Sam Bankman-Fried condannato a 25 anni per frode

Sam Bankman-Fried, co-fondatore di FTX è stato condannato a 300 mesi di reclusione. Vale a dire 25 anni, per la frode delle criptovalute da 8 miliari di dollari.

UE 2024, ecco le linee guida per aziende tech e social media

L'UE ha rivelato le direttive per la sicurezza delle elezioni europee del 2024. Enfasi su moderazione dei contenuti e la lotta ai deepfake sulle piattaforme.

Ecco la situazione di X: numero di utenti e engagement

Dopo un anno e mezzo dall'acquisizione di X da...

Indagine UE su Apple, Meta e Google ai sensi del nuovo DMA

La Commissione UE avvia indagini su possibili violazioni del Digital Markets Act da parte di colossi tech come Apple, Google e Meta.