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Sui Social Network come nella vita reale: l’obiettivo è piacere

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Social Network e vita reale. L’obiettivo che ci poniamo sempre è quello di piacere agli altri, ma riusciamo sempre ad essere noi stessi nel relazionarci con gli altri anche sui Social Network? Un tema che riguarda la nostra sfera lavorativa e soprattutto la nostra sfera personale

Sui Social Network, proprio come nella vita reale, abbiamo un obiettivo principale: piacere agli altri.
Quanto ci condizioni veramente – questo dover piacere – dipende dal nostro carattere, ma non è una questione tanto semplice.

L’altro giorno parlavo del mio compagno con un’amica e mi è venuto spontaneo dire: “mi sono innamorata di lui così com’è. Perché dovrei cercare di cambiarlo?”. E’ stata la mia amica a farmi notare quanto importanti siano queste parole.

Uomini e donne, allo stesso modo, si incontrano, si piacciono e scoprono i reciproci difetti dopo il tempo congelato dell’infatuazione. Tempo congelato – lo chiamo -, perché nel pieno della cotta iniziale non siamo obiettivi: il cervello lavora poco e le emozioni ci convincono che tutto è perfetto.

I difetti saltano fuori dopo un po’, e meno male, perché è allora che inizia il vero confronto.
Più o meno esplicitamente, in ogni confronto c’è sempre lo stesso interrogativo di base: “posso piacerti davvero per quello che sono?“.
Nella vita reale, soprattutto superati i 30, i più arrivano a dire “sono fatto così, prendere o lasciare”.
A parte il fatto che sono proprio queste le persone che poi cambiano maggiormente per poter piacere – paradosso umano – stiamo parlando dell’essenza di qualsiasi relazione. Poter essere liberamente se stessi.
Di più. Piacere esattamente per quello che siamo.
Oppure sentirsi inadeguati, non belli, non capaci, non all’altezza – a prescindere da qualsiasi siano le reali aspettative del nostro prossimo.

I bambini hanno un bisogno vitale d’essere amati senza condizioni. In mancanza di un amore incondizionato non possono crescere sicuri di sé.
Anche l’innamorato, il marito: se non lo si ama per quello che è  – e gli si comunica “ti amo quando…”, “ti amo se…” -, il rapporto non va lontano.
Nel nostro lavoro e sui Social Network, le cose cambiano molto.
Esistono delle regole e delle condizioni da rispettare: rimanere se stessi è difficile. Soprattutto è quasi impossibile piacere per ciò che si è.

Viviamo lavorando in un mondo fatto d’infrastrutture sociali, di pregiudizi, di ipocrisie tollerate da tutti.
E’ il mondo del marketing, della pubblicità: non importa quanto si finge, l’importante è vendere o attrarre il lettore. L’importante è piacere lì, al lavoro, poi tanto si torna a casa e ci si può togliere la maschera. Se si è fortunati!

I Social Media sono un terreno particolarmente scivoloso.
Manca il rapporto fisico, si lavora protetti da uno schermo: quello che conta è quello che appare.
Sappiamo benissimo che gli altri non conoscono e non vedono la persona, ma il personaggio.

Personaggi che, a prescindere dalla quanto siamo popolari e pubblici, costruiamo noi stessi per poter piacere.
Diventiamo così come ci vogliono. Cambiamo per piacere agli altri.
Abbiamo un’immagine da gestire al meglio per ottenere successo.

C’è chi è molto fortunato. Perché ha un carattere tale, o è talmente trasparente, da piacere al pubblico dei Social così com’è. Queste sono anche le persone che amano più di tutte  il nostro lavoro, perché sono libere.  E si divertono pure.

Tutti gli altri trovano un compromesso.
Voi, ad esempio, quanto vi sentite davvero voi stessi sui Social Media?
Quanto siete disposti a fare finta, pur di piacere?

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Francesca Ungaro
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5 Commenti

  1. Tocchi in modo preciso un punto fondamentale, cara Francesca: sui Social è importante piacere a tutti o piacere a qualcuno per quel che si è?
    La deformazione professionale mi porta a scegliere la seconda ipotesi.
    Sono sempre più convinto che non sia poi così importante distinguere tra online e offline, ma cominciare a guardarci nella nostra globalità e vedere i Social per quel che sono: un luogo fondamentale (ma non l’unico) dove comunicarci per quello che siamo. Ovviamente lasciando che i feedback degli utenti stimolino in noi delle riflessioni e, perché no, ci portino a scoprire dei lati di noi di cui magari eravamo ignari e in alcuni casi a limare qualcosa o cambiare un atteggiamento.
    Così come avviene nell’offline, dove è vero che gli altri “ci devono accettare per quello che siamo”, ma è altrettanto vero che se non diamo a noi stessi la possibilità di modificarci nel tempo (per star bene con noi stessi e, di conseguenza, con gli altri), rischiamo di “invecchiare” prima del tempo.
    I Social Media sono innanzitutto luoghi di relazione, e se vengono utilizzati per quello che rappresentano, possono portare grandi soddisfazioni. Ma se anziché comunicare me stesso “fingo” di essere qualcun altro per piacere agli altri, sprecherò soltanto un sacco di energie per trovarmi, fra qualche tempo, a non riuscire più a reggere il peso che la gestione di una doppia personalità comporta.
    Risultato: frustrazione per me, tempo ed energie sprecati, mancata occasione per dare qualcosa di autentico agli altri.

  2. Caro Damiano,
    ti sono molto grata per questo commento, di cui sottoscrivo ogni parola.
    Il tema del mio post è molto legato al Personal Branding, ma non ne ho parlato apposta, per lasciare a chi è un vero professionista del Personal Branding come te di approfondire la riflessione.

    Penso che, in realtà, con i Social Network siamo “fortunati” oggi, se sappiamo coglierne l’opportunità: hanno tempi molto più veloci dei tempi della vita reale. Se li sappiamo ascoltare, quindi, possiamo avere abbastanza in fretta il feedback necessario che tu dici per migliorarci, aggiustare il tiro e… non invecchiare!

    Poi io ho sempre sostenuto e sostengo che quello che siamo veramente “esce allo scoperto” comunque, prima o poi, anche dietro allo schermo del pc. Le maschere non durano a lungo, mai.
    E allora oltre a buttare via tempo e autenticità – come giustamente scrivi tu – ci rendiamo anche un po’ “piccini” agli occhi degli altri.
    Non credi?
    Grazie ancora

  3. Eccomi come promesso a dare il mio commento.

    Alla nascita non mi hanno dotata di autostima, questo è sicuro. Quindi sono caduta spesso nel tranello di edulcorare, migliorare, correggere, conformare le mie opinioni. E molto spesso di tacere.
    Questo per piacere agli altri, a tutti. O meglio, per evitare quelle critiche che mi avrebbero affossato ancora di più.

    Poi ho avuto il piacere di conoscere nella vita reale persone molto seguite sui social. E ho imparato tanto.
    Ho imparato a scrivere il mio pensiero e a cliccare sul tasto ‘pubblica’ senza pensarci troppo.

    Può sembrare poco, ma vi assicuro che non lo è!

    E nel mio piccolo posso dire che ho avuto ottimi riscontri.
    Più interazioni spontanee, più divertimento, più occasioni per ritrovarsi anche nella vita reale. In generale, sono molto più libera e leggera 🙂

    Non è una strada facile, ma credo sia la più duratura e soddisfacente.

  4. Cara Vale,
    grazie mille per il tuo commento.

    La strada più difficile è sempre la migliore, ma – scherzi a parte – sicuramente arrivare a sentirsi soddisfatti di sé è un grande obiettivo. E tu l’hai raggiunto con grande delicatezza, le dico conoscendoti 🙂

    Essere dotati alla nascita di autostima è solo per pochissimi! Magari, poi, quei pochissimi sicuri di sé dalla nascita, non sono capaci di comunicare in modo adatto.
    Non credo ci sia una formula magica per una comunicazione autentica, ma credo che si possa dire qualsiasi cosa con trasparenza senza comunicare “male” e farsi rispettare e ammirare per il proprio sorriso anche se non si è d’accordo sempre.
    Quello che non funziona sono è la maschera. Le maschere non durano: nella vita reale è più facile farle cascare, ma anche sui Social Network ci si rivela presto così come si è.
    Tanto vale esserlo subito e con garbo, come si è!
    Pronti sempre a crescere o a “aggiustare il tiro” grazie ai feedback di altre persone trasparenti come noi!
    Un abbraccio

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venerdì, 26 Aprile, 2024

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