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Social Network e gli effetti sulla Personalità

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Ma i Social Network che effetti hanno sulla nostra personalità? E’ questo il tema che è al centro della riflessione del dr. Ambrogio Pennati, psichiatra e collaboratore di Freedata Labs, e della dr.ssa Samantha Bernardi, psicologa. Riflessione interessante su come ci relazioniamo coi Social Network

Social Network PersonalitàAvevamo già trattato un pò l’argomento, ossia la relazione tra personalità e social network, in occasione di un’infografica di Help for Depression in cui si affermava che Facebook, o comunque i social network, possono indurre depressione. Invece oggi vi proponiamo la riflessione del Dr. Ambrogio Pennati, psichiatra e collaboratore di Freedata Labs, e della dr.ssa Samantha Bernardi, psicologa, in cui si affronta l’argomento sulla relazione che può esistere tra personalità e social network. Conosciamo bene quanto sia ormai esteso il fenomeno dei social network anche nel nostro paese, e ne parliamo ogni giorno sul nostro blog, ma di fronte a questo risulta lecito chiedersi “Cosa spinge le persone ad iscriversi a Facebook?”, oppure possono esserci delle cause, delle ripercussioni comportamentali nella vita di tutti i giorni?

Quasi ogni giorno documentiamo la crescita esponenziale dei social network, quindi di Facebook che nel nostro paese conta ormai 21 milioni di iscritti. Ma cosa spinge così tante persone a iscriversi e a parlare di loro stessi? Dalle ricerche del dr. Pennati e della dr.ssa Bernardi si evidenzia che molte persone lo fanno in relazione abisogni di sicurezza (in Facebook le persone con cui si comunica sono solo “amici” e non estranei); a bisogni associativi (con gli “amici” posso comunicare, condividere foto e scambiare opinioni); a bisogni di stima (si possono scegliere gli “amici” ma io a mia volta posso essere scelto da altri. Per cui se tanti mi scelgono accresco la mia autostima) e i bisogni di autorealizzazione”.

In una recente ricerca condotta da alcuni psicologi dello IULM e della Cattolica di Milano si è evidenziato che i Social Network producono “esperienze ottimali definite di “Flow“, cioè in grado di fornire una ricompensa intrinseca all’individuoIl Flow (Csikszentmihalyi, 1988) è quello stato in cui tutto si svolge in armonia con le nostre decisioni; è uno stato che presuppone passione, creatività e il pieno coinvolgimento delle migliori abilità della persona. In questa fase ci sentiamo tanto protagonisti e niente sembra distrarci. Questa fase è ben evidente e sicuramente sarà capitato anche a voi mentre state facendo qualcosa che rapisce la vostra attenzione e ad un certo punto vi chiedete “Ero talmente immerso in quel che facevo che il tempo è volato via“. Ecco, quante volte vi è capitato mentre siete su Facebook o sul vostro social network preferito? C’è da immaginare tante volte.

Altra motivazione che spinge le persone ad iscriversi a Facebook è il bisogno di lasciare una traccia di sè stessi. Sappiamo benissimo che Facebook va in questa direzione e l’introduzione della recente Timeline ne è una dimostrazione. I Social Network diventano il raccoglitore della nostra memoria e lo riempiamo di immagini, di foto, di suoni e musiche al fine di tracciare anche in questo modo la nostra personalità. E poi tutto questo lo condividiamo. E accade sempre più spesso che ci si chieda se i profili che andiamo a creare sui vari Social Network corrispondano o meno alle nostre persone, se ci sia o meno la tendeza degli utenti a crearsi sul web un alias della persona diverso da quello che si è nella vita di tutti i giorni.

Senza addentrarci troppo sotto il profilo scientifico, e comunque invitiamo tutti a leggere l’interessante articolo che trovate in fondo al post, alcuni studi mostrano come le persone siano più predisposte nei social network, ed in particolare in Facebook, a rivelare il proprio vero sé, più di quanto non lo siano nella vita reale (Katelyn McKenna). E, sempre secondo studi recenti, esistono categorie di persone, individuati secondo tratti della personalità rilevati attraverso ricerche e sondaggi, come ad esempio gli utenti affetti da Neocriticismo che tendono ad utilizzare Internet per evitare la solitudine, oppure utenti con alti livelli di Estroversione più propensi all’uso dei social network, ad una percezione positiva per quello che riguarda l’utilità e le opportunità che creano questi siti e ad una loro maggiore appartenenza a gruppi, o ancora utenti meno Estroversi, quindi con alti livelli di introversione, appaiono legati ad un uso dei social network per il solo scopo di comunicare. E poi siamo più portati, secondo queste caratteristiche, a sceglierci “amici” che siano sempre più simili a noi.

Un ruolo importante gioca anche l'”Apertura Mentale“, ossia forte interesse verso i nuovi mezzi di comunicazione piuttosto e ad un loro maggiore utilizzo,  contrapposta da alti livelli di “Coscienziosità” che invece evidenzia uno scarso uso dei social network e ad un maggior controllo verso tutto ciò che viene pubblicato o condiviso sul proprio profilo. Insomma il modo in cui una persona usa i Social Network, il modo in cui si presenta è fonte di utili suggerimenti sulla personalità e informazioni che possono rivelarsi sempre interessanti.

MyPersonality appAltro aspetto interessante è la differenza tra Facebook e Twitter e da qui vedere i profili delle persone. Sulle differenze ne abbiamo parlato qualche mese fa con un’infografica interessante che illustrava le diverse caratteristiche tra Facebook, Twitter  e Google+. Ma nella riflessione del dr. Pennati e della dr.ssa Bernardi si fa riferimento ad un recente studio, condotto da Quercia e dai suoi collaboratori, sui profili di twitter, suddividendoli per le loro caratteristiche in Listeners (coloro che seguono altri utenti), Popular (coloro che sono seguiti da altri), Highly-read (coloro che sono spesso inseriti nelle liste altrui) e due tipi di Influentials. Per reclutare il campio da analizzare è stata utilizzata un’applicazione per iPhone e iPad, MyPersonality, disponibile su iTunes. E questi sono stat i risultati:

  1. Esistono somiglianze e differenze significative tra le differenti tipologie di utenti di Twitter. Tutte e cinque (listeners, popular, highky-read e influential) appaiono emotivamente stabili (bassi livelli di Nevroticismo), tra loro molti utenti possiedono alti livelli di estroversione. In particolare la tipologia “Listeners” e “Popular” sembrano avere alti livelli di Estroversione che permette loro di comunicare e mantenere relazioni con i propri amici in modo più sistematico, a differenza di coloro che mostrano livelli alti di Nevroticismo, che non provano soddisfazione e supporto sociale dall’utilizzo dei Social Network. Gli utenti “Highly-read” possiedono livelli elevati di Apertura Mentale che si associa generalmente ad elevata immaginazione e spontaneità. Gli utenti “Influentials” sono inclini ad avere tratti di estroversione combinati a caratteristiche di ambizione e persistenza, che derivano da elevati livelli di Coscienziosità.

  2. È emerso che gli utenti di Twitter sono più anziani, rispetto a quelli di Facebook. Questo può essere accentuato dal fatto che Twitter è un canale molto più usato per fini professionali.
  3. Le caratteristiche di personalità possono essere facilmente ed efficacemente previste dalle informazioni personali presenti nel proprio account. Questo potrebbe essere una scoperta interessante in particolare per alcune aree come ad esempio il Marketing. Esiste una relazione fra strategie di marketing e personalità del consumatore (Odekerken-Scroder e al., 2003; Whelan & Davies, 2006), per questo su Twitter un’azienda potrebbe per esempio selezionare gli annunci o le pubblicità a cui la tipologia di utenza a cui sono indirizzati i propri prodotti appare più recettiva.

Assolutamente risultati interessanti che evidenziano effettivamente una stretta relazione tra Social Network e Personalità.

E’ evidente che riflessioni come queste sono un aiuto fondamentale per comprendere sempre di più il fenomeno dei Social Network. Affrontare l’argomento anche sotto un profilo sociologico e anche psicologico è un modo per riuscire ad ottenete risposte alle tante domande che ci poniamo a riguardo. L’articolo del dr. Pennati e della dr.ssa Bernardi ci aiuta in questo senso e traccia una mappa da seguire, offrendo spunti interessanti da approfondire sempre per avere un’idea completa ed esaustiva.

Vi invitiamo quindi a leggere l’articolo e, se volete, a raccontarci le vostre impressioni. A quale profilo pensate di appartenere? Siete più aperti o più chiusi? Usate più facebook o twitter, e perchè?

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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1 commento

  1. […] Molte persone lo fanno in relazione a "bisogni di sicurezza (in Facebook le persone con cui si comunica sono solo "amici" e non estranei); a bisogni associativi (con gli "amici" posso comunicare, condividere foto e scambiare opinioni); a bisogni di stima (si possono scegliere gli "amici" ma io a mia volta posso essere scelto da altri. Per cui se tanti mi scelgono accresco la mia autostima) e i bisogni di autorealizzazione" (dagli studi di Ambrogio Pennati, e Samantha Bernardi, psicologa. Questo il link: franzrusso.it. […]

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giovedì, 25 Aprile, 2024

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