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Twago, quando si parla di outsourcing

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E’ sempre più diffuso e frequente parlare di outsourcing, specie in un periodo difficile come questo che stiamo vivendo. E non si può non parlare di Twago, servizio web di outsourcing che in poco tempo si presenta come servizio affidabile e anche sicuro. Conosciamolo meglio.

Twago - logoNon è ancora entrato nel nostro uso comune, ma il fenomeno dell’outsourcing è in continua diffusione. E da pratica aziendale, cioè affidare ad un’altra azienda delle attività per dei particolari processi produttivi o per carenze strutturali, oggi diventa pratica reale e concreta anche tra aziende e professionisti, o anche tra professionisti stessi. Pensiamo a tanti professionisti capaci e volenterosi che avrebbero bisogno di mettere in pratica la loro opera e alle tante aziende, piccole o grandi, che per mille motivi vorrebbero approfittare delle competenze e della collaborazione di questi stessi professionisti, o freelancers. Come metterli in contatto? Ecco che nell’era del web un servizio come quello di Twago diventa essenziale per tutti gli attori coinvolti. Ma vediamo meglio come funziona e come da poco tempo ha migliorato i propri criteri di sicurezza con il nuovo servizio twago safePay.

twago è la più grande piattaforma europea d’intermediazione online tra aziende e freelance per progetti in outsourcing. La gamma di servizi offerti spazia dalla programmazione (web), alla progettazione grafica e web-design, fino alle traduzioni e ricerche di mercato: tutti servizi che in linea di massima possono essere appaltati a freelance di ogni parte del mondo. Alla piattaforma hanno al momento accesso più di 100.000 esperti da tutto il mondo. Nel 2010 twago ha ottenuto un riconoscimento nell’ambito della competition tedesca “Diversity at Work” ed è stata nominata “startup della settimana” nella rubrica “mercato delle startup” del Financial Times Deutschland.

L’azienda è nata nel 2009, ha sede in Germania ed è attiva, sin dall’inizio, nelle versioni tedesca, inglese ed italiana. Dal dicembre 2010 twago è anche disponibile per il mercato spagnolo.

Da poche settimane twago ha lanciato un nuovo servizio, twago safePay, per garantire al meglio pagamenti nella massima sicurezza attraverso il proprio “Deposito a Garanzia”. L’azienda diventa così la prima piattaforma europea di lavoro in outsourcing, in grado di offrire ai clienti e ai fornitori di servizi un’ampia sicurezza nelle collaborazioni online.

“Per noi è importante garantire ai nostri utenti la maggior sicurezza possibile lavorando online” spiega Silvia Foglia, Country Manager Italy in twago. “Con twago safePay abbiamo stabilito un nuovo punto di riferimento per quanto riguarda la sicurezza nel business online tra clienti e fornitori internazionali”, aggiunge Silvia Foglia.

Conosciamo meglio il funzionamento. Entrnado in contatto e collaborando con uno dei 110.000 esperti iscritti in twago, i clienti possono utilizzare twago safePay per pagare in sicurezza il fornitore di servizi selezionato. Nel momento dell’assegnazione del progetto, il cliente trasferisce la somma pattuita su un conto fiduciario sicuro ed imparziale. Soltanto a lavoro completato con successo, il denaro viene sbloccato e rilasciato al fornitore. Fino a quel momento, il denaro depositato è al sicuro. I clienti in questo modo traggono vantaggio dall’abolizione di pagamenti anticipati rischiosi, inviati ancor prima di cominciare il progetto a persone prima d’ora sconosciute.

Dal punto di vista dei fornitori, grazie a twago safePay, centinaia di programmatori, designer, traduttori ed esperti marketing, possono ora avere la certezza di essere pagati. In questo modo, le “pecore nere” presenti tra i clienti, verranno trattenute dal non pagare i fornitori di servizi per il lavoro svolto.

Il programmatore o il designer, inizierà a lavorare solo quando avrà ricevuto notifica dell’avvenuto deposito sul conto imparziale fiduciario del pagamento del progetto” spiega Silvia Foglia.

“In questo modo entrambe le parti potranno avviare le proprie collaborazioni online con maggior tranquillità”, sostiene Silvia Foglia.

Nel caso in cui via sia disaccordo tra il cliente ed il fornitore rispetto al lavoro consegnato, twago interviene come mediatore neutrale. Nel frattempo, il denaro rimane al sicuro sul conto fiduciario.

Direi che twago si presenta e si conferma di essere un servizio davvero affidabile e sicuro, specie con il nuovo servizio twago safePay. E non mi resta che consigliarvelo vivamente, anche perchè si presenta in maniera chiara e di facile utilizzo

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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12 Commenti

  1. Utilizzando Twago non si ottiene alcuna interazione con il cliente. Le richieste di informazioni ai potenziali clienti e le vostre offerte giaciono sospese nel nulla. Nessuno vi risponderà… anche scrivendo in inglese o spagnolo. Numerosi i progetti morti… senza ottenere risposte. Deludente!

    Numerosi sono i freelance furbetti che richiedono spudoratamente un contatto diretto con il cliente, senza un controllo capillare e censure da parte degli amministratori.

    La documentazione caricata online spesso ospita numerose informazioni sul cliente (siti web e ragioni sociali), questo consente ai disonesti di aggirare il filtro imposto da Twago e prendere contatto diretto con il cliente.

    Il processo di pubblicazione delle offerte è inadatto, troppo rigido e impersonale. Perché un cliente deve affidarsi a un’azienda sconosciuta per il sito aziendale senza visionare un portfolio informativo o avere qualche contatto con il creativo?

  2. Salve ottimo post completo di informazioni, ma totalmente auto-referenziale, creato tipo comunicato stampa… non si tiene conto del punto di vista degli utenti riguaado questa piattaforma (sia chi pubblica un progetto, sia chi fà un’offerta) a mio giudizio e questa non è una start-up ma è un flop a livello commerciale, travestita da outsourcing innovativa, in grado di creare lavoro e occupazione! Questi non creano nulla, se non entrate generate da chi si iscrive come freelancer… non scherziamo con i numeri (100.000 esperti) ci sono 100.000 iscritti da fregare, ai quali chiedere un canone di iscrizione mensile.

  3. Salve Seowebmaster, in effetti il post ha lo scopo di parlare e di far conoscere twago. Certamente il punto di vista e l’esperienza degli utenti ha un grosso valore, così come lo è per twago e su questo posso garantire. Anzi a questo proposito chiederò l’intervento di twago, nella persona di Silvia Foglia, in questa discussione in modo tale da avere un quadro più chiaro e da dissipare dubbi e incertezze. Quindi rimani in contatto perchè presto ci sarà un seguito 😉

  4. Ciao Francesco sinceramente non contavo in una risposta… io come avrai notato mi esprimo direttamente e senza mezzi termini. E diciamo che non sono proprio l’ultimo arrivato in Twago (settembre 2011) dopo solo 1 settimana ho acquisito il mio 1° cliente (fortuna? forse…)

    e neanche il mio cliente era l’ultimo arrivato su internet (docente informatico universitario in svizzera) che aveva bisogno di un restyling di un sito web, sotto l’aspetto SEO

    Trattativa veloce, un buon livello di comunicazione, anche perchè il Cliente aveva visualizzato il mio profilo, con le mie skill, prima ancora che io facessi un offerta… (all’epoca le offerte possibili erano 5, ora sono ridotte a 2 per il beginner, a iscrizione gratuita).

    Probabilmente io conosco tutti i punti deboli e punti di forza di Twago,diciamo sotto l’aspetto SEO, ma anche dell’usabilità della piattaforma, ha molte lacune (rispetto ad altre piattaforme di outsourcing, dove gli iscritti sono milioni, ma anche i progetti pubblicati sono milioni) attualmente su Twago ci sono = 167.619 esperti (iscritti) ma solo = 17.390 progetti pubblicati.

    E’ matematico che l’abisso che c’è tra domanda = offerta (1/10 circa) per cui io Freelancer o Web-agency non ho alcuno stimolo a pagare una quota di iscrizione mensile, in un mercato cosi ridotto di progetti, che anche per questo motivo (alto numero di progetti, rispetto alle offerte) il Cliente gioca al ribasso, sapendo di poter contare su migliaia di potenziali fornitori.

    Per non parlare del livello di comunicazione (assolutamente impersonale e anonimo) in fase di primo approccio, quando si chiedono informazioni al potenziale Cliente, quasi sempre bisogna chiedere informazioni aggiuntive, perchè chi pubblica un progetto non è per nulla aiutato in questo con un percorso “guidato” nella pubblicazione.

    Io personalmente credo che nè Silvia Foglia, nè qualsiasi altro dietro lo staff, riuscirete a far cambiare la “vision” che mi sono fatto di Twago (non sono di certo l’unico) è una piattaforma totalmente improvvisata, creata da dilettanti nel settore, con l’obiettivo di fare business, non creare lavoro e opportunità.

  5. Ciao, grazie per aver raccontato la tua diretta esperienza su Twago. Ti ho risposto invece perchè si possa aprire un dibattito/dialogo su questa piattaforma e credo che anche tu possa contribuire ad ottenerlo. Per questo motivo mi sono permesso di invitare anche Silvia Foglia nella discussione, affinchè i limiti da te riscontrati possano essere ravvisati per cercare di migliorare il servizio. Poi, chiaro, si è liberi di fare poi le proprie scelte, ma credo che su questo valga la pena fare un pò di approfondimento, che ne pensi? 😉

  6. Sicuramente le mie sono critiche costruttive (almeno questo è lo scopo) anche se il linguaggio usato non sembra molto amichevole, in realtà io mi esprimo cosi anche con dei clienti, che stò aiutando a migliorare il proprio business online! E’ difficile vedere le cose lato utente su internet…

    nel caso specifico di Twago, mi sembra logico che la fonte di reddito siano i fornitori (non chi posta un progetto) perchè diciamolo chiaramente non si tratta del centro impiego dell’ online di questo… tutto è fatto a scopo di lucro.

    non c’è molto da approfondire, ma se io (fornitore) in 3 mesi tempo non ho acquisito nessun progetto, perchè non ci sono progetti a sufficienza, perchè le offerte non ottengono attenzione, perchè si svalutano le professionalità facendo la vendita al ribasso… è chiaro che non rinnovo la quota d’iscrizione!

  7. Ciao Seowebmaster e grazie Francesco per avermi coinvolta.
    Prima di tutto ringrazio per i feedback offerti, anzi nel caso in cui ce ne siano altri, consiglio di scriverci direttamente.

    Essendo il nostro un progetto ancora in fase startup, abbiamo più che ampi margini di miglioramento ed è a questi che ci dedichiamo ogni giorno, ascoltando con passione tutti i tipi di feedback. In particolare in Italia i nostri sforzi quotidiani sono rivolti ad aumentare sempre di più il numero di progetti sulla piattaforma, in modo da portarli al livello degli altri paesi. Vogliamo avere sempre più aziende italiane che investano sul web e che, quindi, abbiano bisogno dei giusti professionisti. Una massiccia conversione del mercato verso prospettive digitali in Italia è iniziata da poco, ma la strada intrapresa è quella giusta.

    Attualmente ci sono molti esperti che hanno guadagnato cifre interessanti su twago. Stiamo anche lavorando per presentare le loro esperienze al meglio a chi ha appena iniziato in twago, o a chi ancora non ha ingranato. Speriamo che anche questo serva a migliorare ancora di più il nostro servizio online.

    Nei prossimi mesi saremo inoltre online con notevoli migliorie: saremo a questo punto molto curiosi di ricevere tuoi nuovi feedback.

  8. Ma sembra che qualcuna dall’alto risponde 🙂 Grazie per la risposta!
    E’ comunque un tipo di risposta “standard” e sulle cifre interessanti ho qualche dubbio…
    mi deve scusare sign. Silvia… io forse sono troppo diretto nell’esprimere opinioni, ma le mie non sono risposte standard, sono osservazioni e risposte personali.
    Certo che se non ci fosse Twago bisognerebbe inventarla (grazie di esistere) però sono io (freelancer o web-agency) il vostro migliore cliente!
    La piattaforma di Twago non funziona, per un ‘insieme di motivi che chi stà dall’altra parte (programmatori e dirigenti) non riesce a focalizzare… quindi io ritengo che la comunicazione senza “fronzoli” sia importante a questo punto, senza sforare le comuni regole dell’educazione naturalmente.

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sabato, 20 Aprile, 2024

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