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Twitter: il contatore è volato via

Lo scorso venerdì 20 novembre 2015 Twitter ha disattivato il contatore accanto al pulsante di condivisione. La modifica ha avuto effetto anche sulle condivisioni conteggiate fino ad oggi, con sorpresa di molti tra blogger e titolari di siti web. Ma Twitter ci aveva avvisato.

Vi sono piaciuti i cuoricini su Twitter? Mentre tutti discutevamo, chi entusiasta chi infastidito, di questa nuova e frizzante feature, non ci siamo accorti che, oltre alle stelline sarebbe scomparso qualcos’altro.

Da venerdì 20 novembre, dopo circa 5 anni di onorato servizio, il contatore delle condivisioni Twitter è andato in pensione, portando via con sé quei numeretti, tutt’altro che insignificanti, frutto di anni di fatica e di investimenti di tanti blogger di tutto il mondo. Siamo tornati a zero!

In molti siamo rimasti sorpresi salvo poi accorgerci che Twitter ci aveva avvertito, anche se in realtà alla notizia non era stata data tanta evidenza.

Il 23 settembre 2015 Twitter, annunciando il restyling dei pulsanti, sia di condivisione sia di “follow”, informava della rimozione del contatore come “semplificazione” dei tweet button.pulsanti Twitter

Successivamente, il 6 ottobre scorso, sul blog Twitter è stato pubblicato un articolo
dal titolo “Hard decisions for a sustainable platform” in cui Michael Ducker, il Group Product Manager di Twitter, spiegava come l’abolizione del contatore sarebbe stata una scelta obbligata per aggiornamenti tecnici sostanziali (migrazione da Cassandra a Manhattan). Il tutto ovviamente per migliorare la nostra esperienza su Twitter… che suona un po’ come “Stiamo lavorando per voi”.
E la data era già decisa, ineluttabile: venerdì 20 novembre 2015.

Nello stesso articolo Michael Ducker, sottolineando che la riattivazione del contatore con i nuovi sistemi sarebbe economicamente troppo onerosa, sminuiva l’impatto che la rimozione di questa funzione avrebbe avuto sui contenuti condivisi.

Ma facciamo una pausa, vi offro un caffé!
Davanti alla scelta tra due bar, uno stracolmo di persone e uno con due soli clienti davanti al bancone, voi dove andreste a prendere il caffè?

È proprio vero che quel numeretto non influisca sulla visibilità dei nostri contenuti?

In un mondo “social” dove i numeri sono il motore di tutto, un contatore di condivisioni non solo è utile per gli inserzionisti di un sito o di un blog ma induce i lettori a condividerlo a loro volta.
Un articolo con molte condivisioni, nel veloce e “leggero” mondo social, equivale ad un articolo di qualità, un articolo che valga la pena di essere letto e sicuramente condiviso. Sappiamo tutti che non è necessariamente così, come non è certo che il caffè sia più buono nel bar più affollato, ma nella velocità dell’online il riflesso è condizionato, la condivisione è compulsiva. Crediamo di avere libero arbitrio ma in realtà abbiamo comportamenti molto più prevedibili di quanto pensiamo.
E lo sanno bene anche Linkedin, che investendo sui contenuti conosce bene il valore del contatore, e Facebook, che sull’evidenza dei numeri ha creato un impero economico.

Queste dinamiche le conoscono bene anche gli inserzionisti di siti e blog a cui, oltre ai dati “in entrata” ai contenuti a loro dedicati, interessa moltissimo quel numeretto accanto alle iconcine social.

Ma come correre ai ripari, quali soluzioni si potranno adottare?
In attesa di conoscere le applicazioni di terze parti che saranno in grado di offrire nuovamente questo prezioso dato, per ora l’unica soluzione, lato client, per visualizzare il numero delle condivisioni è quella offerta da BuzzSumo, che ha sviluppato una estensione per il browser Chrome.

Personalmente trovo la decisione dell’abbandono del contatore da parte di Twitter un po’ azzardata ma lo scopriremo solo twittando.

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Andrea Carini
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3 Commenti

  1. Ho letto l’articolo, molti spunti interessanti su cui riflettere… Anch’io non ho ben compreso la decisione di Twitter ma, come scrivi, gli effetti li scopriremo ‘solo twittando’!

  2. Grazie Daniela,
    è una decisione che mi ha lasciato perplesso. Probabilmente ci sfugge qualcosa?
    A mio avviso sarà Twitter stesso a risentirne, a meno che non nascano, in fretta, soluzioni di terze parti.

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venerdì, 26 Aprile, 2024

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