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Gli Ibridi Digitali: innovazione e mente aumentata

Gli Ibridi Digitali sono quella fascia della popolazione digitale che si colloca tra il 1970 e il 1980. Benché sia una classe ristretta, è centrale ed essenziale nella costruzione della Conoscenza, della Cultura e delle elaborazioni relative alla Rete. Perché la Rete è nata con loro e con la loro Innovazione. Approfondiamo l’argomento insieme a Matteo Piselli.

Abbiamo già parlato di come pensano e apprendono i Nativi Digitali, ovvero chi è nato e cresce oggi già con tutte le tecnologie digitali e l’utilizzo costante della rete.

Approfondiamo ora quella che è stata, invece, l’evoluzione del pensiero e del modo di apprendere degli Ibridi Digitali, grazie all’intervento dell’esperto Matteo Piselli, Consulente, Teacher e Public Speaker specializzato in Cultura Digitale.
<< L’ibrido Digitale nasce tra il 1970 e il 1980, è un appassionato di tecnologia, ma ha dovuto aspettare molti anni per vedere la fantascienza diventare scienza.
L’alba dell’epoca digitale domestica si può collocare nei primi anni Ottanta, quando i principali media cominciano a rendere accessibile la tecnologia alle persone comuni. Film come War Games (1983), dove un ragazzo patito d’informatica rischia di scatenare la Terza Guerra Mondiale con il suo PC, Tron (1982), primissimo esempio di CyberSpazio, Terminator (1984) che racconta la conquista del mondo da parte delle macchine e molti altri ancora, hanno contribuito a creare una generazione di affamati di tecnologia, cresciuti con desideri che si sono realizzati, ma troppi anni dopo.

Le risorse tecnologiche a disposizione dei Nativi Digitali di oggi sono scontate e non riguardano più una piccola fetta della società, ma onestamente chi non ha potuto vivere l’evoluzione digitale dall’inizio non è in grado di apprezzarne a fondo i vantaggi, non ha i termini di paragone per farlo.
L’ibrido Digitale ha avuto la possibilità di fare molte cose in due modi: analogico e digitale: fotografia, musica, film, libri, giochi, comunicazione, televisione, radio… per questo forse ha qualcosa in più da dire>>.

ibridi digitali

Si tratta, dunque, di distinguere non solo anagraficamente la società moderna: tra Nativi Digitali e Tardivi Digitali – chi ha incominciato a scoprire Internet e usare i Social Network da pochissimo – esiste una fascia considerevole di persone definite Ibridi Digitali, o anche Immigrati Digitali.
Non si tratta di opposizioni né di rigide divisioni sociali.
Gli Ibridi Digitali hanno grandi opportunità in più, ad esempio, quella di aiutare proprio i Nativi Digitali a comprendere il valore del tempo, dell’attesa, della comunicazione personale, della condivisione di emozioni vive.
Anche, sì, delle inefficienze, dei tempi morti e delle lentezze.

Facciamo insieme un piccolo passo indietro per capire meglio da un lato la grande innovazione fatta dagli Ibridi Digitali, dall’altro il necessario raggiungimento di una saggezza, cioè di un’educazione digitale estesa ad ogni età.

Lo scrittore statunitense Marc Prensky, consulente e innovatore nel campo dell’educazione e dell’apprendimento, ha sostenuto in un libro famoso quanto controverso e discusso che sia ormai arrivato il tempo di mettere insieme ciò che è importante del passato con gli strumenti del futuro.
In questo saggio, egli dimostra che un uso intelligente della tecnologia potenzia la mente e le sue abilità, piuttosto che inibirle.
Gli Ibridi Digitali avrebbero, quindi, proprio una “mente aumentata”.
Quando mente e tecnologia estendono reciprocamente i rispettivi potenziali, cambia di fatto il funzionamento cognitivo.
La nostra capacità di pensiero logico-deduttivo e di pensiero laterale – quello che dà vita ad ogni forma di Creatività -, le conoscenze pregresse, le esperienze umane e le emozioni, nonché funzioni fondamentali come la Memoria, la Concentrazione, la Comunicazione Non Verbale e la capacità di Relazionarci dal vivo, possono combinarsi con possibilità tecnologiche oggi infinite.
Col risultato di un’Innovazione sociale e personale esponenziale.

Ciò che per Prensky è, tuttavia, fondamentale è trovare il giusto equilibrio: una vera e propria saggezza digitale, ovvero un’interconnessione tra umano e tecnologico che sia appropriata e formativa, per le nuove generazioni e per quelle più anziane degli IbridiDigitali.

Il filo che corre lungo tutto il pensiero della Mente Aumentata è, ancora una volta, il modo: fa la differenza il modo di comprendere, di orientarsi, di utilizzare e di condividere, di saper porre dei paletti quando serve e imparare i giusti parametri di pensiero.
Saper guardare oltre all’occorrenza immediata per capire quali siano le possibilità presenti e future che abbiamo.

Gli Ibridi Digitali sono oggi una fascia ridotta, ma centrale ed essenziale nella costruzione della Conoscenza, della Cultura e delle elaborazioni relative alla Rete.
L’ha vista nascere, quando ancora non era dominio di tutti perché non tutti avevano in mano già gli strumenti per capirla, usarla e relazionarla costantemente col mondo che c’era prima.
Dai gettoni telefonici e i citofoni, certo non si pensava si arrivasse a fare “uno squillo così scendi di casa”.
Dalla carta stampata e le imponenti (e bellissime) enciclopedie, certo non si immaginava potessero esistere motori di ricerca che in un lampo danno risposta a tutto.
C’era anche “l’amico di penna”, con cui la scuola ti metteva in contatto perché abitava al di là del mondo.
E si aspettavano le lettere, con le buste affrancate e ripiene di fotografie. Solo quando arrivava quella lettera tanto attesa sapevamo chi era e che volto avesse il nostro amico.
Facebook? I compleanni ce li ricordavamo perché li segnavamo sul calendario e la nostra Memoria era certamente più sviluppata.
Con i Social Network, oggi, abbiamo una Relazionalità diversa: è attraverso uno schermo che interagiamo con gli altri, conoscendo persone con cui scambiare pensieri, opinioni ed emozioni, senza più dare valore alla distanza fisica.
Spazio e Tempo vengono scardinati da altre dimensioni: il RealTime e il filtro della non-presenza.

Interagire attraverso uno schermo rende più facile l’espressione di idee e sentimenti, col rischio di perdere consapevolezza del necessario equilibrio tra pubblico e privato.
La Comunicazione è immediata, assume modalità del tutto inedite e molto più dinamiche e fluide, sicuramente più efficaci.
Col pericolo, però,  di un’interferenza continua nella nostra vita, tanto forte da risvegliare la necessità di nozioni sulla Privacy.
L’iperconnessione rafforzata dall’uso dei dispositivi mobili e la tecnologia che arriva all’Intelligenza Artificiale hanno fatto e fanno paura a molti, come fossero la minaccia alla nostra manualità, alla nostra stessa capacità di pensare, creare e approfondire nozioni ed emozioni.
E certamente fa impressione pensare che solo 30/40 anni fa il telefono non lo si poteva staccare dal muro o dal filo e, se si usciva di casa, non si era raggiungibili e basta.

Le polemiche sulla distinzione tra generazioni si sono sprecate.
Col pensiero comune implicito che i Nativi Digitali siano comunque quelli più veloci e chi è nato prima più imbranato e nostalgico.
Tuttavia, se è il modo, la modalità di utilizzo di uno strumento, a fare la differenza quello che veramente occorre alla nostra Mente Aumentata è rafforzare ed estendere la Consapevolezza.
Rafforzare ed estendere la formazione digitale.
Perché solo attraverso una reale e concreta formazione digitale – quella saggezza di cui parlava Prensky – l’Innovazione trova un significato e può spingersi, senza fallire né perdersi nulla, oltre i nostri confini.

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Francesca Ungaro
Webwriter e Content Manager. Psicologa Clinica. Ho lavorato come Responsabile della Comunicazione Corporate. Psicologia e scrittura sono le realtà che si intrecciano da sempre nella mia vita.

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7 Commenti

  1. Grazie infinite Oreste.
    E’ sempre qui, l’articolo, e non ha nessuna scadenza 😉
    Puoi rileggerlo e rifletterci, o tornare a commentare, quando vuoi.
    Io ci sono sempre!
    Buona giornata a te

  2. Non invidio questi nativi digitali (esempio mia figlia di 20 anni) perchè non hanno vissuto il web dalla nascita o prima evoluzione.
    Io ricordo quando nel 1999 ho iniziato da un cellulare Wap 1.0 con il GPRS in bianco e nero…
    questi nativi digitali pensano di fare tutto online quando il mondo è offline!

  3. Anche io, Carmelo, sono molto contenta di essere una Nativa Digitale! Proprio per questo: abbiamo vissuto esperienze che ai ragazzini di oggi sembrano impensabili, e sarà sempre così. I bimbi che nascono ora, vanno davanti alla televisione e col dito cercano di muovere lo schermo da destra a sinistra! Telecomandi?
    Il mondo e le Relazioni soprattutto sono Offline, hai ragione tu, ma non si può fermare questa evoluzione digitale.
    Quello che ripeto sempre è che, pur se non si può fermare, è necessario arricchirla con i valori di tempo, spazio e vita vera. Quei valori che noi abbiamo vissuto.
    A noi sta l’impegno di una Formazione Digitale sempre più approfondita ed estesa.

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martedì, 19 Marzo, 2024

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