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Condannato per diffamazione, twitterà la sentenza per 30 giorni

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L’innovativa sentenza di un Giudice spagnolo, ratificata dalla Real Audencia de Sevilla, con la quale si condanna Luis Pineda a twittare la sentenza per 30 giorni, fa discutere e potrebbe fare da “apripista” a una nuova giurisprudenza sul caso specifico. Parafrasando un popolare detto, possiamo dire che “chi di tweet ferisce, di tweet perisce”.

I quotidiani spagnoli, in particolare Pùblico, hanno riportato per primi la notizia, resa poi ‘virale’ dal quotidiano britannico The Guardian: l’ottava sezione della Real Audiencia Provincial di Siviglia, nel sud della Spagna, ha ratificato la decisione del Giudice di prima istanza, che ha condannato l’avvocato e uomo d’affari Luis Pineda, presidente di Ausbanc (Asociación de Usuarios de Servicios Bancarios), per il reato di diffamazione nei confronti di Ruben Sanchez, il portavoce di FACUA – Consumatori in azione. La particolarità del provvedimento, tuttavia, sta nel fatto che Pineda è stato condannato, oltre che al pagamento della somma di 4.000 Euro a titolo di risarcimento danni e alla cancellazione di 57 post riferiti a Ruben Sanchez e giudicati diffamatori, a “twittare” sul suo account personale il dispositivo della sentenza di condanna per 30 giorni, nelle ore di punta.

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I fatti, la sentenza di condanna e la reazione di Sanchez e Pineda

La vicenda ha inizio nel mese di ottobre del 2013, quando Ruben Sanchez propone una serie di azioni giudiziali civili e penali nei confronti di Luis Pineda. L’accusa è di diffamazione su Twitter: Pineda ha postato negli ultimi 2 anni ben 600 messaggi e decine di reportage pubblicati mediante i mezzi di comunicazione di Ausbanc, nei quali accusa apertamente Sanchez di corruzione, furto, emissione di fatture false e frode fiscale.

Le accuse sono molto pesanti e particolareggiate: Pineda sostiene che Sanchez è implicato nel complotto degli ERE (procedure di licenziamento collettivo per motivi economici), nella presunta frode dei corsi di formazione e nella vicenda delle fatture false emesse dal sindacato UGT andaluso (al quale l’Andalusia ha chiesto 1,8 milioni di Euro di risarcimento per frode fiscale). Non contento, Pineda definisce Sanchez “mafioso” e sfruttatore di “teppisti”, insinuando addirittura legami con la pedofilia.

Secondo quanto riportato da Pùblico, per rendere i messaggi più efficaci (e qui sta il dolo), Pineda indirizza i post su Twitter a noti giornali, media, attori, politci, aziende, ecc., proprio allo scopo di minare la reputazione di Sanchez. Infine, il presidente di Ausbanc si serve del sindacato Manos Limpias (di cui è il legale) allo scopo di denunciare Sanchez inventando che quest’ultimo ha emesso fatture false per il sindacato UGT – Andalusia.

In prima istanza, Pineda viene riconosciuto colpevole di diffamazione nei confronti di Sanchez perchè ha leso l’onore e la reputazione di quest’ultimo. Il Giudice lo condanna, inoltre, a cancellare i 57 tweet ritenuti più diffamatori – ad esempio, i messaggi ‘quando spieghi le tue fatture fraudolente e ti dimetti da FACUA?’, ‘corrotto’, ‘senza vergogna’ – e a pubblicizzare su Twitter, utilizzando strumenti che consentono di scrivere più di 140 caratteri, la condanna che ha ricevuto, l’Autorità Giudiziaria che ha emesso la sentenza e le motivazioni. Pineda dovrà pubblicare i post sul suo account personale per 30 giorni, nelle ore considerate “di punta” in Spagna (la mattina dalle 9 alle 14 e il pomeriggio dalle 17 alle 22).

La sentenza, assolutamente rivoluzionaria (è la prima volta che la Spagna emette un provvedimento giudiziale di questo genere), è stata ratificata, in data 8 settembre 2015, dalla Real Audiencia Provincial, che ha confermato la condanna di Luis Pineda per il reato di diffamazione e le pene inflitte in primo grado, ovvero la multa di Euro 4.000, la cancellazione dei 57 tweet diffamatori e la pubblicazione dei post su Twitter, di cui abbiamo già parlato.

E gli interessati cosa dicono? E’ importante precisare che la sentenza non e’ definitiva: Luis Pineda, infatti, ha gia’ annunciato che presenterà ricorso e ha dichiarato che non eseguirà la condanna, continuando a postare e ritwittare. Questo l’ultimo post ritwittato :

Mentre Ruben Sanchez il 31 agosto ha annunciato, su Twitter e su Facebook, che non comunicherà su entrambi i social per un mese. Sul sito internet di FACUA (di cui Sanchez è portavoce) si legge la frase “Estamos realizando labores de mantenimiento, disculpen molestias“.

E voi cosa pensate di questa vicenda? E’ giusta e proporzionata la condanna inflitta dai Giudici spagnoli? Aspettiamo le vostre impressioni e i vostri commenti!

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Daniela Conte
Avvocato civilista con studio legale in Roma, blogger, social media addicted. Il mio motto: anche il diritto è realtà e comunicazione!

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martedì, 19 Marzo, 2024

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