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L′accordo tra Elon Musk e Twitter si farà, ma a caro prezzo

Il 28 ottobre si avvicina e l’accordo di acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk sembra proprio che si farà e a caro prezzo. I tagli al personale ci saranno, ma Twitter rischia di diventare altro.

La data del 28 ottobre si avvicina e l’accordo tra Elon Musk e Twitter sembra consolidarsi sempre di più. Dopo aver riaperto la strada verso l’acquisizione, con il conseguente stop al processo che le vedeva contrapposte, le parti ormai sono sempre più vicine e si lavora sugli ultimi dettagli. E che dettagli.

Da parte sua, Elon Musk non ha mai nascosto che, una volta acquisita la società, avrebbe operato una forte riduzione del personale, ma i numeri che sono stati anticipati dal Washington Post sono davvero allarmanti. E non è detto che quanto riportato da WP accadrà per davvero.

Secondo quanto riportato dall’autorevole quotidiano Usa, oggi di proprietà di Jeff Bezos, il fondatore della Tesla avrebbe in mente di ridurre di ben il 75% la forza lavoro di Twitter, una volta diventato proprietario. Un dato decisamente impressionante.

Tenendo fede a questo dato, l’attuale forza lavoro di Twitter, composta da 7.500 lavoratori, si ridurrebbe a circa 1.850 dipendenti. Una forte riduzione che avrebbe, come è facile intuire, una pesante ricaduta sulla gestione dell’azienda e, di conseguenza, anche sulla funzionalità della piattaforma.

Elon Musk accordo Twitter 2022

Va detto che, se l’accordo dovesse andare male, e quindi non concludersi, le conseguenze sul personale dell’azienda e sulla gestione sarebbero comunque gravi. Si stima che ci sarà una riduzione di 800 milioni di dollari nella gestione dell’azienda che comporterà la riduzione del numero dei dipendenti del 25%.

E le preoccupazioni, da questo punto di vista, riguardano tutto quanto è stato fatto in questi anni per rendere la piattaforma più sicura. Una forte riduzione del personale rischierebbe di rendere la piattaforma più suscettibile ad violazioni e attacchi.

Uno scenario che andrebbe evitato.

L’intento di Musk sarebbe quello di avvalersi dello stack ranking, metodo dismesso da Microsoft nel 2013, in quanto contribuiva ad alimentare un cattivo ambiente di lavoro, che consiste nell’individuare, all’interno del personale, gli “high” e i “low performer” attraverso una metodologia informatica.

Il punto è proprio questo. Si vuole adottare all’interno di un team di essere umani quello che viene usato all’interno di uno schema in bit. Appare evidente che il metodo risulterebbe poco praticabile e, infatti, sono sempre di meno le aziende che lo adottano oggi. Figurarsi all’interno di un’azienda come Twitter.

Il vero problema di Elon Musk sta nei costi che deve sostenere per completare l’acquisizione. Non ne ha mai fatto mistero, anzi, il suo staff di consulenti è alla continua ricerca di sconti.

Intanto, lui ribadisce l’intento di raddoppiare le entrate nei prossimi tre anni. E come? Vendendo profumi? Perché al momento non è dato sapere come questo potrà mai concretizzarsi. Pensare di riuscirci attuando una forte riduzione del personale sarebbe semplicemente da folli. E in effetti il soggetto in questione nell’etichetta “folle” ci sta tutto.

Senza tralasciare il fatto che, nello stesso lasso di tempo, intende anche triplicare il numero degli utenti giornalieri sulla piattaforma. E anche su questo le parole descrivono solo intenzioni senza dettagli. Anche perché il fondatore della Tesla ritiene che i 238 milioni di utenti giornalieri “monetizzabili” siano gonfiati, ritenendo più veritieri essere intorno ai 20 milioni giornalieri. E anche qui ha ingaggiato una battaglia a suon di numeri.

Come certamente ricorderete, Elon Musk, all’inizio di questa sua “avventura”, aveva posto l’accento su una possibile versione premium di Twitter per cercare di creare una alternativa alle entrate. Ora, era strano che proprio colui che intendeva acquisire la piattaforma non sapesse che questa modalità a pagamento esiste e si chiama Twitter Blue. Ricorderete anche quando cercò di far passare una sua idea il fatto di rendere a pagamento la funzionalità per modificare i tweet, cosa che invece Twitter aveva già messo in cantiere.

Ma è forse il caso, adesso, che lo stesso Elon Musk si rendesse conto di come stanno veramente le cose.

elon musk accordo twitter 2022

Dopo aver annunciato il rilascio della funzionalità, tanto attesa, per modificare i tweet, entro 30 minuti per un massimo di 5 volte (con cronologia delle modifiche visibile) all’interno di Twitter Blue, l’app a pagamento, sembra che l’interesse non sia entusiasmante. I primi dati, dopo il rilascio della funzionalità negli Usa lo scorso 6 ottobre, ci dicono che non si è registrato quel boom che ci si aspettava. E questo per due motivi.

Il primo è spiegato dall’aumento dei costi per l’abbonamento all’app, quasi raddoppiati durante la scorsa estate. Negli Usa è passato da 2,99 dollari a 4,99 dollari al mese. Il secondo è spiegato, forse, dal fatto che adesso l’interesse verso questa funzionalità tanto attesa e tanto richiesta, sta calando. Nel senso che avrebbe avuto più senso rilasciarla disponibile per tutti gli utenti, come già avviene su altre piattaforme, invece che renderla premium sperando che questo avesse attirato gli utenti ad abbonarsi.

Questa considerazione ha molto senso se la guardiamo nell’ottica di modalità alternativa di guadagno per Twitter. Anche perché questa stessa funzionalità avrebbe dovuto alimentare l’interesse e gli abbonamenti. E invece, sembrerebbe non essere così.

E dunque, come intende Elon Musk raddoppiare le entrate? Lo scopriremo, forse, dopo il 28 ottobre, sapendo bene che il destino di Twitter sarà quello di diventare un’azienda privata, libera dalla pressione di Wall Street, il vero intento di Elon Musk che piacque subito a Jack Dorsey. Ma ora?

Davvero Elon Musk è pronto ad acquisire un’azienda, quasi di malavoglia adesso, e licenziare la gran parte dei dipendenti? Davvero vuole rendere Twitter così debole? E come lo spiegherebbe ai suo creditori, tra i quali figura anche Larry Ellison, co-fondatore di Oracle, che ha messo nell’affare 1 miliardo di dollari? E come pensa di raddoppiare le entrate con una piattaforma indebolita?

Sono queste le domande che andrebbero poste a Musk e che rendono poco attuabile il taglio del 75% del personale.

Senza dimenticare che adesso l’amministrazione Biden ha deciso di monitorare da vicino tutte le attività di Elon Musk e, quindi, anche l’acquisizione di Twitter. Fatto non del tutto secondario.

In tutto questo, la notizia di oggi è che le banche coinvolte nell’affare si dicono ormai pronte a sostenere l’accordo di Twitter di Elon Musk per mantenere tutti i 13 miliardi di dollari di debito nei loro bilanci piuttosto che venderlo. Questo perché, anche volendo rivenderlo, nel mercato con la situazione attuale sarebbe un rischio ulteriore. allora è meglio continuare su questa strada. Lo riporta il Wall Street Journal, a conferma che tutto sta procedendo verso la conclusione.

Insomma, tutti i segnali, come abbiamo visto, dicono che sarà un accordo a caro prezzo, per Musk e per Twitter.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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