web analytics
back to top

Le aziende tech e social media alla prova della recessione

I venti di una possibile recessione soffiano anche sulle aziende tech e social media. Il quadro economico è in cambiamento con licenziamenti estesi e ridimensionamento di progetti di assunzioni. Ma potrebbe essere l’occasione per dare vita a nuovi modelli.

Questa settimana sarà per le aziende tech e social media molto importante, sotto il profilo economico e non solo. Ci sono stati molti segnali che preludono ad un periodo di possibile recessione che riguarda anche queste aziende e i dati del secondo trimestre delle grandi aziende come Meta, Google, Amazon, Microsoft e Apple assumono un nuovo significato.

Stiamo parlando di aziende che nel periodo della pandemia hanno visto lievitare i loro profitti, vista la grande domanda di digitale che si era generata a livello globale. Quasi tutte le aziende si videro costrette a rivedere, in meglio, i propri progetti e a programmare massicce campagne di assunzioni. Basti solo l’esempio di Meta che nel 2021 è passata da 48 mila dipendenti del 2019 ai 77.800 di quell’anno, offrendo a tutti massima flessibilità e diversi bonus.

Ora il vento è cambiato e i segnali, come dicevamo all’inizio, fanno pensare che anche queste aziende, che finora costituivano il grande traino economico, possano accusare il modificarsi del panorama economico a livello globale.

Uno dei primi segnali lo si è visto la scorsa settimana con i dati finanziari di Snap, la società di Evan Spiegel proprietaria della piattaforma Snapchat. I dati, come era previsto, non sarebbero stati entusiasmanti, lo stesso Spiegel lo lo aveva annunciato in una conferenza di JP Morgan nel maggio scorso, ma i dati reali sono stai pure peggiori. Il titolo ha perso quasi il 40% rinunciando a fare qualsiasi previsione per i prossimi tre mesi.

Le aziende tech e social media alla prova della recessione

Altro dato i negativo è arrivato da Twitter confermando il quadro economico negativo su cui pesa la vicenda di acquisizione, poi rifiutata e per cui c’è una causa legale che verrà discussa nel prossimo mese di ottobre, da parte di Elon Musk.

Le aziende tech e social media stanno cominciando a ripiegarsi su se stesse, dovendo affrontare un quadro economico non sorprendente per certi versi che, forse, si è presentato in dimensioni più pesanti. E le conseguenze sono notizie di licenziamenti che riguardano più o meno tutte, rallentamento o cancellazioni di nuovi piani di assunzioni. Un quadro che sta provocando non poche ansie ai lavoratori di queste aziende.

Il quadro economico negativo, dicono gli esperti, non dovrebbe risparmiare nemmeno le aziende più grandi citate prima e cioè Meta (che presenterà i suoi dati domani 27 luglio), Google, Amazon, Microsoft e Apple.

Qualche giorno fa ha fatto notizia la frase, inviata in una mail ai dipendenti, del CEO di Google, Sundar Pichai, il quale sottolineava come le giornate soleggiate fossero ormai alle spalle: “Dobbiamo essere più intraprendenti, lavorare con maggiore urgenza, più attenzione e più fame di quanta ne abbiamo mostrata nei giorni più soleggiati“. Una frase che ha fatto capire come questo momento negativo sia avvertito dal colosso di Mountain View, leader nel mercato dell’advertising. Ed è qui la vera questione su cui tutto si gioca.

Il calo degli investimenti pubblicitari da parte delle aziende investitrici sta generando questo clima negativo. Un dato che non può essere messo in discussione. Se le aziende vedono calare la propria domanda sui loro prodotti/servizi ecco che diminuiscono gli investimenti pubblicitari. Ed è quello che sta accadendo.

Per anni le aziende tech e social media hanno vissuto una fase di prosperità che sembrava interminabile, procedendo a mettere in atto ingenti campagne di assunzioni, come ricordavamo prima anche durante la pandemia. Solo che adesso il vento sta cambiando ed è un vento che soffia recessione.

Nei giorni scorsi ha fatto anche molto discutere il cambio di passo che sta annunciando Meta. In pratica l’azienda di Mark Zuckerberg ha accusato il colpo del calo degli investimenti, situazione che è poi apparsa più anche dalla mossa di Apple, su iOS, per proteggere la privacy degli utenti. La modalità messa in pratica dal colosso di Cupertino permette all’utente di evitare la visualizzazione di annuncia pubblicitari grazie alla possibilità di  rifiutare il tracciamento cross-app.

Una modalità che ha fatto infuriare non poco Zuckerberg e i suoi ma che adesso ha anche un valore economico preciso: 10 miliardi di dollari. Quanti ne sono serviti a Meta per mettere su il lab dedicato alla definizione del progetto sul metaverso.

Il Metaverso che infatti appare adesso molto più lontano di quello che sarebbe dovuto essere. E pensare che il rebranding di Facebook avrebbe dovuto dare slancio al progetto. Per non parlare dei visori AR, dispositivi ancora molto lontani dall’essere in grado di sostituire gli smartphone, come sosteneva Zuckerberg.

Per avere un’idea di quanto sta succedendo anche a livello finanziario, basta dare un’occhiata ai titoli in borsa dei colossi tech e social media. Nel momento in cui scriviamo sono tutti in rosso.

Una parte degli esperti pensa che tutto questo fenomeno possa portare ad un ridimensionamento delle aziende che negli anni hanno investito anche su cose che adesso pesano non poco.

Ma c’è anche da aspettarsi che questa possibile recessione possa accelerare un progressivo allontanamento dall’advertising dando vita a nuove formule come quelle, appunto di Snapchat, Twitter. Versioni premium, con pochi euro al mese, e dare nuove funzionalità. Un modello, questo, che potrebbe generare nuove possibilità.

Ma va detto che anche questa possibilità, in un contesto di recessione, resta una forte incognita.

Vedremo cosa succederà.

author avatar
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

lunedì, 6 Maggio, 2024

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

Ecco il primo video musicale realizzato con la IA, SORA

Ecco il primo video musicale realizzato interamente con l'intelligenza artificiale, SORA. Si tratta del video di brano "The Hardest Part" di Washed Out.

L’Italia tra i primi 10 paesi al mondo per violazione dei dati

Secondo un recente studio, l'Italia si piazza al nono posto a livello mondiale per violazioni di dati, con circa 267 milioni di account compromessi dal 2004.

UE, indagine su Facebook e Instagram per la disinformazione russa

L'UE ha avviato un'indagine su Facebook e Instagram per il rischio di disinformazione russa in vista delle elezioni europee del 2024. L'indagine si concentra sulle politiche di Meta e anche sulla mancanza di sostituti per Crowd Tangle.

Microsoft e investimenti IA: 1,7 miliardi di dollari in Indonesia

Microsoft annuncia un investimento di 1,7 miliardi di dollari in Indonesia sull'intelligenza artificiale e il cloud. L'azienda si impegna a formare 2,5 milioni di persone per stimolare la crescita economica dell'area.