L’era di Elon Musk non è ancora iniziata, ma per Twitter non c’è pace. Un gruppo di azionisti ha fatto causa al fondatore della Tesla al quale contestano di aver manipolato le azioni della società per scopi personali.

L’era di Elon Musk, come nuovo proprietario di Twitter, ma per l’ex società di Jack Dorsey (che proprio in questi giorni ha ufficializzato la sua uscita dal board) non vi è pace.

Due giorni fa, presso il tribunale di San Francisco, la città dove si trova la sede di Twitter, è stata depositata una causa per conto degli azionisti di Twitter contro Elon Musk. Il fondatore della Tesla viene accusato di aver, intenzionalmente, manipolato le azioni della società per scopi personali. Il documento, di circa 40 pagine, riporta in modo preciso tutti i fatti che si sono succeduti nel corso degli ultimi mesi, da marzo a maggio di quest’anno, con tanto di screenshot di tweet.

In pratica con questa denuncia gli azionisti di Twitter vogliono mettere in evidenza come il fondatore della tesla abbia manipolato, presumibilmente, i prezzi delle azioni per agevolare la sua scalata da 44 miliardi di dollari.

L’accusa è basata sul fatto che Elon Musk, con questo suo atteggiamento, avrebbe violato le leggi della California in tema di regolamentazione dei mercati. Inoltre, elemento rilevato da più parti, gli azionisti attraverso questa azione legale collettiva vogliono dimostrare come le lamentele verso i bot sulla piattaforma (ricorderete più o meno del 5%) altro non è che una strategia per ottenere un prezzo migliore rispetto ai 44 miliardi precedentemente concordati.

Elon Musk azionisti causa twitter

Oppure, alla peggio, far fallire l’accordo, attivando una narrazione a sua favore, come paladino della libertà di informazione mentre gli altri gli avrebbero impedito di portare avanti la sua battaglia. Una narrazione, nei modi, già vista da qualche altra parte.

Secondo gli inserzionisti che hanno proceduto con la denuncia, Elon Musk si sarebbe mosso illegalmente sin da subito. Il fondatore della Tesla avrebbe violato le regole della SEC non dichiarando da subito l’acquisizione del 5% di Twitter, avvenuto a marzo, quindi prima che venisse ufficializzata l’acquisizione del 9,2% della società, cioè agli inizi del mese di aprile. Un’operazione che avrebbe permesso a Musk di risparmiare 156 milioni di dollari.

Come descritto in dettaglio, la condotta di Musk è stata e continua ad essere illegale, in violazione del Codice delle società della California e contraria ai termini contrattuali che ha accettato nell’accordo“, si legge nel documento che riporta la denuncia. Gli azionisti sperano comunque che la loro denuncia possa essere riconosciuta come class-action, in modo da richiedere risarcimenti da dividere con tutti gli azionisti.

Qualche settimana fa proprio qui sul nostro blog avevamo ipotizzato quale potesse essere la strategia di Elon Musk, e cioè che tutte le sue energie fossero impiegate per giocare con questa acquisizione per fare in modo che il prezzo di Twitter potesse scendere e risparmiare qualcosa rispetto ai 44 miliardi di dollari dell’accordo. Una strategia che viene adesso denunciata anche dagli azionisti.

Ma al di là di questo, va detto, Elon Musk finora non ha dato seguito in maniera concreta a questo atteggiamento. Anzi, proprio ieri il titolo in borsa ha fatto un balzo in avanti considerevole perché Musk ha promesso di mettere sul piatto altri 6 miliardi di dollari per alleggerire i prestiti Tesla sull’affare Twitter. E il titolo viaggia in positivo anche adesso mentre scriviamo.

Nel corso di questi ultimi giorni Elon Musk non è stato certamente fermo e in silenzio su Twitter, anzi. Continua la sua battaglia per la libertà di informazione, ormai sempre più politica, avendo dichiarato che da adesso in poi il suo voto sarà per i repubblicani.

Tra l’altro proprio ieri ha lanciato, come al suo solito, un sondaggio in cui chiede ai suoi follower “Di chi ti fidi di meno?” tra poilitici e miliardari. E al momento (con quasi 2,8 milioni di voti) il risultato vede i politici al 76% e, non contento, Musk sfida la deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez, con cui ha avuto di recente qualche diverbio, a fare lo stesso.

A parte tutto questo, se la denuncia andasse avanti allora la decisione più probabile che potrebbe prendere un giudice sarebbe quella di costringere Elon Musk a tenere fede all’accordo siglato con la società e quindi pagare i 44 miliardi di dollari accordati.

Ecco, questo non è altro che un nuovo capitolo di una saga che continua e continuerà ancora, fino a quando tutto l’accordo si concluderà, forse, in autunno. Staremo a vedere, fino al prossimo capitolo.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.

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