Apple si adegua al DMA dell’UE, introducendo diverse novità e nuove API. Restano le preoccupazioni per privacy e sicurezza. Vediamo quali sono le conseguenze per utenti e sviluppatori.
Apple, in qualità di “gatekeeper”, deve adattarsi alle normative del Digital Markets Act (DMA) dell’Unione Europea. Dopo Google e Meta, dunque anche il colosso di Cupertino si adegua entro la data del 6 marzo. In seguito all’approvazione del DMA, si sta delineando uno scenario che potrebbe ridisegnare il panorama del digitale in Europa.
Vediamo insieme quelle che sono le mosse strategiche di Apple; le loro implicazioni per gli utenti e gli sviluppatori nei paesi UE; e il contesto più ampio in cui queste si inseriscono.
Un cambio di passo notevole per Apple
Apple ha sempre mantenuto un controllo ferreo sull’ecosistema delle sue applicazioni. L’App Store, sin dalla sua nascita, è stato il custode esclusivo delle app per dispositivi iOS.
Tuttavia, il DMA dell’UE impone un nuovo paradigma: apertura e flessibilità. Apple risponde con oltre 600 nuove API e opzioni di pagamento e distribuzione per le app iOS, consentendo agli sviluppatori di sfruttare store di terze parti. Questa è una rivoluzione per un’azienda che ha costruito il proprio successo su un ecosistema chiuso e controllato.
Sicurezza e privacy: le preoccupazioni di Cupertino
Nel corso di un intricato gioco di equilibri tra innovazione e sicurezza, Apple ha espresso preoccupazioni del tutto legittime. L’apertura di App Store a terzi solleva questioni di sicurezza: come può Apple garantire che le app scaricate da questi nuovi canali siano sicure e prive di malware?
La risposta di Apple è un nuovo sistema di “notarizzazione”. Una combinazione di controlli automatici e revisione umana, un passo necessario ma che solleva interrogativi sull’efficacia di tale sistema nel preservare l’esperienza utente tradizionalmente sicura e fluida di iOS.
Per intenderci. Il sistema di “notarizzazione” serve ad attribuire ad un qualsiasi documento la garanzia di inalterabilità, attribuendogli data e paternità certa. Quando si notarizza, si scrive all’interno del database immodificabile della blockchain l’impronta digitale del documento.
La notarizzazione serve quindi a mantenere standard elevati di sicurezza e qualità delle app. Anche al di fuori dell’App Store ufficiale di Apple.
L’interpretazione del DMA e il dialogo con la UE
La risposta di Apple al DMA non è stata priva di controversie. L’UE, nel suo intento di promuovere un mercato digitale più equo e aperto, potrebbe non considerare le misure di Apple sufficientemente incisive. La persistenza di commissioni sulle app anche al di fuori dell’App Store potrebbe essere vista come un tentativo di mantenere il controllo sul mercato. In contrasto con lo spirito di apertura del DMA.
Come si muovono gli altri gatekeeper
Non solo Apple, ma tutti i cosiddetti “gatekeeper” digitali dell’UE sono chiamati a rispondere al DMA. Google, Meta, e altri giganti del tech stanno rivedendo le proprie politiche per allinearsi a queste nuove normative.
Mentre ci avviciniamo al 6 marzo 2024, data limite per l’adeguamento, assistiamo a una vera e propria corsa contro il tempo per adeguarsi a un contesto normativo in rapida evoluzione.
Google: il colosso di Mountain View sta adeguando le sue politiche, specialmente riguardo al Play Store e alle sue politiche pubblicitarie. Potrebbero introdurre maggiore flessibilità nella scelta degli store di app e dei servizi di pagamento per gli sviluppatori.
Meta: la società di Zuckerberg sta focalizzandosi sulla conformità in termini di dati e interoperabilità delle piattaforme, in linea con le normative del DMA. Nei giorni scorsi Meta ha fatto sapere che presto gli utenti potranno scollegare i propri account da Facebook o da Instagram.
Amazon: la piattaforma e-commerce di Bezos potrebbe dover modificare le sue pratiche riguardo all’uso dei dati dei venditori e all’accesso equo al suo marketplace.
Microsoft: il colosso di Redmond potrebbe dover apportare cambiamenti a livello di software e cloud services per garantire una maggiore interoperabilità e accesso ai suoi prodotti e servizi.
Cosa cambia per gli sviluppatori
Gli sviluppatori possono scegliere se aderire ai nuovi termini commerciali nell’UE oppure attenersi ai termini dell’App Store, così come sono oggi. Quelli che scelgono di mantenere lo status quo pagheranno le tariffe che pagano ora, ossia: una commissione dal 15 al 30%.
Gli sviluppatori che scelgono di adeguarsi ai termini commerciali aggiornati pagheranno commissioni ridotte, avranno accesso ad app store alternativi e saranno soggetti anche alla Core Technology Fee.
È inoltre prevista una commissione facoltativa del 3% sull’elaborazione dei pagamenti per coloro che scelgono di continuare a utilizzare il sistema di pagamento integrato di Apple, anziché un sistema di pagamento alternativo. Questo secondo i nuovi termini.
Le conseguenze del DMA per gli utenti
Queste trasformazioni segnano una nuova era nel digitale europeo (UE, si intende).
Per gli utenti, si aprono scenari di maggiore scelta e potenziale calo dei prezzi. Per gli sviluppatori, nuove opportunità di mercato e sfide tecniche. In ogni caso, il nodo centrale resta di come bilanciare l’apertura del mercato con la salvaguardia della sicurezza e della privacy degli utenti.
L’adattamento di Apple al DMA non è una semplice risposta a un obbligo normativo; è un segno dei tempi, un riflesso del dinamismo e della complessità del settore tecnologico.
Mentre l’UE spinge verso un mercato digitale più aperto e competitivo, Apple e altri gatekeeper solo alla ricerca di nuove soluzioni, cercando di preservare la propria identità e modello di business in un contesto che cambia rapidamente.
Il futuro del digitale in UE è in piena evoluzione, e tutti gli occhi sono puntati su come queste potenze tecnologiche si adegueranno, o sfideranno, le nuove regole del gioco.