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Elon Musk ha comprato Twitter, ora inizia un′altra storia

Alla fine, dopo mesi travagliati, Elon Musk ha comprato Twitter per 44 miliardi di dollari. “Twitter non può diventare un inferno per tutti” ha scritto agli investitori. Di certo, per Twitter inizia un’altra storia, dal destino incerto.

L’uccellino è libero“. Con queste poche parole, Elon Musk ha confermato che l’acquisizione di Twitter è completata, con un giorno di anticipo. In effetti, c’era tempo fino alle ore 17, orario di New York, del 28 ottobre 2022 per concludere l’affare, ma, evidentemente, i giochi erano ormai fatti e Musk, d’altronde, non aveva altra scelta.

Sin dall’inizio di questa vicenda, andata avanti per mesi, abbiamo seguito con estrema attenzione tutte le fasi, per cercare di comprendere quale fosse il vero motivo per cui, ad un certo punto, uno degli uomini più ricchi del pianeta, decidesse di investire su una piattaforma come Twitter. Quello che poteva sembrare una grande occasione, in effetti si è dimostrata quasi una grande iattura.

Elon Musk dunque arriva a completare l’acquisizione di Twitter e per la piattaforma nata a 140 caratteri inizia un’altra storia, piena di incognite e di incertezze.

Per restare sulla cronaca di queste ore, il primo atto di Musk è stato quello di licenziare i primi executive dell’azienda co-fondata dall’ex CEO Jack Dorsey. E parliamo del CEO Parag Agrawal, insediatosi solo a novembre dello scorso anno, del direttore finanziario Ned Segal e di Vijaya Gadde, responsabile delle politiche legali, della fiducia e della sicurezza, la persona che ha lavorato molto in questi ultimi tre anni per approntare una policy su Twitter in modo da garantire regole certe.

Elon Musk compra Twitter 2022

Ci sono stati momenti concitati, ovviamente, anche solo per il fatto che la vicenda, come vi abbiamo raccontato, non è stata condotta come avrebbe dovuta essere, caratterizzata da diversi momenti di tensione, che hanno alimentato un ambiente molto irrequieto. I manager e un consulente sono stati scortati fuori, come ha scritto il Washington Post.

La situazione che si prospetta da oggi in poi non è molto tranquilla e non lo è certamente per gli oltre 7.500 dipendenti che lavorano all’interno dell’azienda. Nei giorni scorsi si è parlato di un taglio del 75% della forza lavoro dell’azienda, destando molti dubbi su quello che sarà il futuro della piattaforma anche solo dal punto di vista della moderazione. Un taglio pesante che è stato messo in discussione, anche se su questo Musk non si è mai pronunciato chiaramente.

Quello che si sà è che i tagli ci saranno, forse in misura molto ridotta rispetto a quanto si pensa, ma a questo si aggiunge il taglio di quasi 1 miliardo di dollari per la gestione del personale. Gioco forza, ci saranno comunque delle conseguenze.

E proprio ieri, giovedì 27 ottobre 2022, Musk in una lettera, pubblicata anche in un suo tweet, indirizzata agli investitori pubblicitari, ha cercato di rassicurarli sostenendo che questo passaggio per lui non è un modo per fare soldi, ma semplicemente per rendete “Twitter una piazza aperta a tutti”. Parole che abbiamo già sentito, soprattutto all’inizio di questa lunga vicenda.

Nella lettera Musk aggiunge che “Twitter non può diventare un inferno libero per tutti“, senza spiegare come intende portare a compimento questo intento.

Di certo, Musk ha dimostrato in più occasioni di essere particolarmente funambolico, poco affidabile, ma pur sempre allergico alle regole e alla suo osservazione. Si dice spesso che sia un carattere spesso presente nelle persone geniali, poco avvezze a seguire certi canoni e molto più propensi verso il loro istinto. Ma questo aspetto geniale può essere valido, per certi versi, quando riguarda la persona singola e non quando questo aspetto finisce per essere in relazione con altri e averne addirittura la responsabilità. Sono due cose diverse e non possono stare insieme.

Questo denota come sarà il nuovo corso di Twitter: funambolico.

Diciamo anche, come accennato all’inizio, per chi non avesse seguito tutti i passaggi di questa “saga”, come l’hanno definita i media americani, che Elon Musk non aveva scelta.

In sintesi, quando a luglio scorso manifestò l’intento di uscire dall’accordo di acquisizione, per il fatto che lui ritenesse le informazioni fornite da Twitter sulla presenza di spam/bot assolutamente lontane dalla realtà, Twitter un secondo dopo lo ha citato in giudizio per fare in modo che l’accordo si completasse.

Ricordiamo che, naturalmente, l’accordo avrebbe dovuto compiersi comunque entro ottobre di quest’anno.

Ora, in questi ultimi mesi ha cercato di percorre la via legale con i suoi avvocati, salvo poi rendersi conto che i debiti contratti con le banche erano alti e le stesse cominciavano a stancarsi del suo atteggiamento; che gli stessi amici coinvolti, come Larry Ellison (che ha sborsato 1 miliardo di dollari) non avevano nessuna intenzione di abbandonare l’affare; che gli stessi azionisti gli avrebbero fatto causa per avere i loro soldi a 54,2 dollari per azione posseduta; che avrebbe comunque dovuto pagare una pensale da 1 miliardi di dollari e che, soprattutto, il Tribunale del Delaware lo avrebbe costretto a completare l’acquisizione.

Di fatto, non aveva scelta a completare l’acquisizione di un’azienda verso cui, si dice, avrebbe perso interesse, ammettendo, qualche giorno fa, di essere consapevole di pagarla ad un prezzo ben più alto di quello che vale effettivamente. Il prezzo finale, ricordiamolo ancora una volta, è di 44 miliardi di dollari. Alcuni analisti finanziari sostengono che il valore effettivo dell’azienda oggi sarebbe di circa un quarto di quella cifra.

Insomma, da oggi per Twitter inizia un’altra storia con la rimozione del titolo da Wall Street diventando di fatto un’azienda privata. Un vecchio pallino di Jack Dorsey che aveva inizialmente approvato l’interesse di Elon Musk proprio su questo punto.

Non conosceremo più le informazioni di base in via ufficiale, come il numero effettivo degli utenti, ad esempio, che resterà condiviso solo con gli inserzionisti pubblicitari. Non conosceremo più diverse informazioni sulla crescita della piattaforma, anche dal punto di vista del business.

Il futuro di Twitter resta incerto e già una parte dei repubblicani chiedono a Musk di sbloccare subito l’account Twitter di Donald Trump, bloccato da Twitter per via dei fatti di Capitol Hill. “L’uccellino è libero, adesso libera il GOAT“, scrive in risposta la repubblicana Lauren Boebert, menzionando Donald Trump e dove GOAT, ma questo lo sapete già, sta per “Great Of All Times”, il più grande di tutti i tempi.

Di recente è tornato anche Kanye West, che adesso si fa chiamare Ye, accolto a bracci aperte da Musk.

Ecco, questo è il tono che prenderà il nuovo corso di Twitter, si partirà da qui.

Di certo Twitter non sparirà, ma forse finirà per far parte di un ecosistema con al centro Tesla, denominato X app, e vedremo se sarà davvero così.

Noi continueremo ad usarlo e chi vi scrive deve molto a questa piattaforma. Mi ha dato tanto, mi ha permesso di fare tanto, regalandomi come primo follower addirittura Barack Obama.

Seguiremo le vicende a seguire e ve le racconteremo sempre qui, ma intanto da oggi per Twitter inizia un’altra storia.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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