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Elon Musk e Twitter, adesso è battaglia legale

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Tra Elon Musk e Twitter adesso è davvero battaglia legale. E non sarà facile per nessuna delle due parti

Tra Elon Musk e Twitter adesso è davvero battaglia legale. Inizia oggi con la prima udienza e Twitter chiede un processo rapido: inizierà ad ottobre. In mezzo ci sono le banche e gli azionisti.

Quello che si paventava alla fine è successo. Non che si tratti di una sorpresa, ma, vista la situazione, la speranza che tutto si potesse risolvere in un altro modo era davvero debole. E allora, eccola la battaglia legale tra Elon Musk e Twitter. E pensare che il patron della Tesla, solo qualche mese fa, aveva promesso il meglio per Twitter, liberando la piattaforma da spam bot, da fake news, facendola diventare una piazza dove ognuno potesse esprimersi liberamente. E invece adesso volano gli stracci.

Come vi abbiamo raccontato in questi mesi, l’amore tra Elon Musk e Twitter non è mai esploso del tutto. Sin dall’inizio si registrava nella società di San Francisco una certa diffidenza, manifestata anche dai dipendenti della società che non hanno mai gradito l’arrivo di Elon Musk.

Ora, con la vicenda del fenomeno spam bot che Elon Musk sostiene essere molto più rilevante di quello che invece Twitter sostiene, si è arrivati a parlare per mezzo degli avvocati. E adesso c’è il tira e molla sulla prima udienza e sull’inizio dell’apertura della causa legale avviata da Twitter, presso la Corte del Delaware, per fare in modo che Elon Musk dia seguito all’accordo sottoscritto ad aprile scorso. Ossia l’accordo che prevede l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk al prezzo di 44 miliardi di dollari, 54,2 dollari per azione.

Elon Musk Twitter battaglia legale

La situazione è complicata per Elon Musk, il quale non potrà uscire facilmente da questa situazione. Certamente non come crede lui, ossia sbattendo i piedi dicendo che Twitter non gli ha permesso di vedere come stanno veramente le cose. Certamente no. Anche se continua a dire di avere il diritto di farlo perché l’azienda non gli avrebbe fornito tutte le informazioni necessarie a fare chiarezza.

In ballo gli attori sono diversi. Oltre a Elon Musk e Twitter ci sono le banche che hanno prestato i soldi, una parte, a Musk per comprare Twitter e ci sono anche gli azionisti che devono essere pagati a 54,2 dollari azioni. In pratica, si tratta di altre potenziali cause ai danni di Elon Musk, oltre a quella intentata da Twitter. Un bel quadro.

Twitter vuole costringere Elon Musk a comprare l’azienda, così coma da accorsi; Musk, a sua volta, non ne vuole più sapere e si è stancato. Restano, come dicevamo, le banche.

Elon Musk, per arrivare all’acquisizione, ha firmato due accordi con banche come Morgan Stanley, Bank of America e Barclays per un prestito totale di 25,5 miliardi di dollari. Ha poi messo a disposizione una parte significativa del suo patrimonio, sotto forma di azioni Tesla come garanzia, nel caso in cui non fosse in grado di rimborsare i prestiti. Il resto dell’operazione doveva essere finanziato in contanti, suddiviso tra lo stesso Musk e un consorzio di hedge fund e altri fondi che hanno accettato di aiutarlo ad acquistare l’azienda e, in caso di successo, sarebbero diventati comproprietari.

Il perché le banche non si siano ancora mosse è perché il loro danaro viene messo a disposizione solo una volta che l’operazione di acquisizione si conclude. Certo, c’è un problema di reputazione in questa fase, da giorni le banche in questione non si pronunciano in attesa di nuovi sviluppi. Non è il caso quindi di rompere del tutto con uno degli uomini più ricchi al mondo.

Elon Musk e Twitter, i possibili scenari

Resta molto probabile che alla fine la Corte del Delaware arrivi ad imporre ai due litiganti un compromesso, costringendo Elon Musk a pagare una grande somma di denaro come risarcimento del mancato accordo, permettendo quindi a Elon Musk di liberarsi da quello che doveva essere un affare. Scenario questo che molti esperti danno come il più probabile.

A questo punto le banche riceveranno una parte dei soldi per il loro disturbo e amici come prima con Elon Musk.

Twitter, dal canto suo, vuole che l’accordo di concluda a tutti i costi. Perché sa bene che permettendo a Elon Musk di andarsene via questo comporterebbe un grande problema con gli azionisti che vedrebbero il loro ritorno ben al di sotto dei 54,2 dollari concordati con Musk (adesso è più meno 38 dollari per azione). E questi stessi azionisti potrebbero, a loro volta, fare causa alla società per i mancati guadagni in seguito al fallimento dell’accordo. Una situazione che Twitter vuole allontanare il più possibile.

Intanto, Twitter, dopo la prima udienza preliminare del 19 luglio, cioè domani, vorrebbe che la causa venisse discussa a partire dal mese di settembre. Questo anche per rispettare i tempi che erano previsti dall’accordo. Mentre Elon Musk vuole allontanare questa ipotesi puntando ad allungare i tempi arrivando a febbraio del prossimo anno. Tempi che un’azienda come Twitter non può permettersi.

Twitter ottiene l’inizio del processo a ottobre

Alla fine Twitter ha ottenuto il processo più rapido. Inizierà il prossimo ottobre di quest’anno. Così è stato deciso oggi dal giudice Kathaleen McCormick della Corte del Delaware. E il titolo TWTR in borsa a Wall Street sta guadagnando il 4% oltre i 40 dollari per azione. Alla fine chiude con +2,8% a 39,49 dollari.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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