Evan Williams, che insieme a Biz Stone e a Jack Dorsey fondò Twitter nel 2006, dopo 12 anni lascia il consiglio di amministrazione. Williams, fondatore e CEO di Williams, in un tweet ha ringraziato i suoi compagni d’avventura: “Grazie Jack e Biz per aver avviato questa folle azienda insieme a me”.
Evan Williams, co-fondatore di Twitter, lascerà il consiglio di amministrazione dalla fine di questo mese, è quando si legge nei documento depositati presso la SEC (Securities and Exchange Commission), l’organo di sorveglianza di Wall Street. Williams, oggi fondatore e CEO di Medium, la piattaforma di blogging, lascia il CDA da quando questo è stato costituito, ossia nel 2007, ecco perchè viene specificato che lascia dopo 12 anni. Anche perchè, sanno tutti ormai che Twitter venne fondata nel 2006, quindi 13 anni fa, da lui, da Biz Stone e Jack Dorsey, oggi di nuovo CEO di Twitter.
L’addio di Williams, in un momento in cui Twitter è attiva per cercare di dare una sterzata alla piattaforma, vi abbiamo dato notizie qui sul nostro blog dei vari “cantieri” aperti e dell’avvio di recente del test pubblico per provare le nuove funzioni che presto verranno messe in uso per tutti sulla piattaforma da 280 caratteri.
La figura di Evan Williams è stata importante nella prima fase dell’azienda, è stato lui il primo CEO di Twitter ed è stato lui a dare una forma all’azienda che fosse in grado di affrontare del sfide di allora. Il suo mandato durò dal 2008 al 2010, quando poi venne il momento di Dick Costolo come nuovo CEO, l’uomo che invece diede a Twitter la forma di azienda in grado di riuscire a entrare a Wall Street, cosa che gli riuscì poi nel 2013, per poi cedere il testimone a Jack Dorsey nel 2015.
Il periodo in cui Twitter era guidata da Evan Williams era quello in cui sulla piattaforma, nel 2008, si contavano appena 6 milioni di utenti che poi divennero il triplo l’anno successivo, 18 milioni, per poi arrivare ad essere 54 milioni nel 2010, quando Williams lascia la guida a Costolo. Erano anni in cui Twitter costruiva la sua ossatura, cresceva con ritmi tutto sommato soddisfacenti, anche se si caratterizzava, già allora, per il fatto di non riuscire a trattenere abbastanza gli utenti. Nel 2010 Twitter riusciva a trattenere sulla piattaforma solo il 40% degli utenti, Facebook, ad esempio, riusciva già allora a trattenere il 70%.
La notizia dell’addio di Evan Williams ovviamente si è sviluppata su Twitter, con un primo tweet di Williams in cui scrive di essere stato fortunato a prendere parte al board dell’azienda per 12 anni, e in un altro ringrazia i suoi due compagni d’avventura con cui il 21 marzo del 2006 diede vita alla piattaforma da 140 caratteri:
I'm very lucky to have served on the @Twitter board for 12 years (ever since there was a board). It's been overwhelmingly interesting, educational—and, at times, challenging.
— Ev (@ev) February 22, 2019
Thank you, @jack and @biz for starting this crazy company with me—and continuing to make it better and better. And to my fellow board members, new and old—some of the most thoughtful people I've ever known.
— Ev (@ev) February 22, 2019
I appreciate you, Ev! You’re the reason I joined Odeo in the first place. I’ve learned so much from you since that crazy interview you and @Noah put me through. We’re going to miss your voice in our board conversations. ❤️ https://t.co/27pxrieh9S
— jack 🌍🌏🌎 (@jack) February 22, 2019
After 12 years, the incomparable @ev has left the Twitter board. He got me a job at Google in 2003 and changed my life forever. He's a mentor, an inspiration, and a friend. pic.twitter.com/XA0x52ygKC
— Biz Stone (@biz) February 22, 2019
E la reazione di Wall Street non si è fatta attendere, il titolo TWTR ha guadagnato oltre il 3% facendo aumentare il valore di capitalizzazione a 24,32 miliardi di dollari.
Vedremo se questo riuscirà a diventare una scossa per Jack Dorsey.
Le regole con le quali è impostato Twitter direi che sono più che buone, quello che manca, quando un twitter viene sospeso o bloccato, è la chiarezza.
Sono stato sospeso o bloccato (non lo so) il 28 marzo avrò chiesto con decine e decine di form di farmi sapere il perchè sono stato punito! Sò solo che sono un robot e che svolgo “attività sospette”!
E’ una cosa “segretaria” non si può neanche dire a chi l’ha commessa! Oggi 28 aprile sono stato riammesso al mio account per metà: solo sul cellulare, sul computer mi è vietato! (?)
Almeno, in un mese, mi avessero detto qual’era la motivazione. Allora scrivo: ai quotidiani e ogni lettera la invio a Twitter, al momento ho scrittoa : El Pais, Le Monde, Corriere Sera, Financial Times, La Stampa, Il Messaggero, La Rai, La Repubblica, ed anche al Garante dati personali. Continuerò a farlo finchè non mi restituiranno l’account che contiente, anche, il mio album fotografico che è coperto da Copyright (C).
3bulgaria