web analytics
back to top

Rapporto Censis, oltre la metà degli italiani usa la rete

E’ stato presentato oggi a Roma il 45° Rapporto Annuale Censis che da un’attenta analisi e interpretazione dei fenomeni socio-economici del nostro paese. Secondo il Censis, l’utenza del web in Italia nel 2011 ha superato la fatidica soglia del 50% della popolazione italiana

world connectionPresentato oggi a Roma il 45° Rapporto Annuale Censis, una raccolta di dati e interpretazione dei fenomeni socio-economici dell’Italia 2011. Accanto alle analisi che mostrano evidentemente un periodo di difficoltà del nostro paese, c’è da sottolineare, ed è un dato che ci interessa molto, che nel 2011, per la prima volta secondo il Censis, l’utenza web italiana ha superato la soglia del 50%, arrivando a 53,1%, facendo registrare un aumento, rispetto al 2009, del 6,1%. Il dato complessivo si fraziona tra l’87,4% dei giovani e il 15,1% degli anziani (65-80 anni), tra il 72,2% dei soggetti più istruiti e il 37,7% di quelli meno scolarizzati.

Secondo l’indagine del Centro Studi Investimenti Sociali, gli italiani usano sempre più internet per le esigenze quotidiane: per cercare una strada o una località (il 37,9% degli utenti lo ha fatto almeno una volta nell’ultimo mese), spesso ancora prima di mettersi in movimento, oltre che mentre si è in strada, vista la possibilità di connettersi tramite smartphone o tablet. E anche l’home banking sembra aver preso decisamente piede nel nostro Paese: fare operazioni bancarie via web compare al terzo posto tra le attività maggiormente svolte (22,5%), dopo la ricerca e l’ascolto di brani musicali (26,5%).

Per quanto riguarda i media, l’utenza complessiva della televisione, che resta sempre il mezzo più diffuso nel panorama mediatico italiano, rimane sostanzialmente invariata: il 97,4% della popolazione. Ma aumenta l’utenza della web tv, che aumenta la sua utenza di ulteriori 2,6 punti percentuali nell’ultimo biennio (l’utenza complessiva sale al 17,8%), mentre la mobile tv rimane a livelli bassi, relegata a un pubblico saltuario e di nicchia (0,9%). Soprattutto i giovani (14-29 anni) diversificano ampiamente le possibilità attraverso le quali seguire le trasmissioni televisive: il 95% utilizza la televisione tradizionale (analogica o digitale terrestre), il 40,7% la web tv, il 39,6% la tv satellitare, il 2,8% l’iptv, l’1,7% la mobile tv.

Si conferma il periodo di grave crisi attraversato dalla carta stampata. I quotidiani a pagamento (47,8% di utenza) perdono il 7% di lettori tra il 2009 e il 2011 (complessivamente -19,2% rispetto al 2007). La free press cresce di poco (+1,8%, salendo al 37,5% di utenza). Tengono anche i libri, con il 56,2% di utenza, ma il dato si spacca tra il 69,5% dei soggetti più istruiti (diplomati e laureati) che hanno letto almeno un libro nel corso dell’ultimo anno, contro il 45,4% delle persone meno scolarizzate. Gli e-book ancora non decollano: 1,7% di utenza.

Stabile la lettura delle testate giornalistiche on line (+0,5%, con un’utenza del 18,2%), che però non si possono più considerare le versioni esclusive del giornalismo sul web, perché i diversi portali d’informazione on line contano oggi un’utenza pari al 36,6% degli italiani. Per l’uso del telefono cellulare si rileva in generale una flessione (-5,5% complessivamente tra il 2009 e il 2011), complici gli effetti della crisi. Ed è in atto una migrazione dell’utenza dagli apparecchi basic (-8%), con funzioni limitate alle sole telefonate e all’invio e ricezione degli sms, agli apparecchi smartphone (+3,3%, con un’utenza che sale complessivamente al 17,6% e al 39,5% tra i giovani).

Nel mondo dell’informazione la centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l’80,9% degli italiani li utilizza come fonte principale. Tra i giovani, però, il dato scende al 69,2%, avvicinandosi molto al 65,7% riferito ai motori di ricerca su Internet e al 61,5% di Facebook.

Per la popolazione complessiva, al secondo posto si collocano i giornali radio (56,4%), poi la carta stampata con i quotidiani (47,7%) e i periodici (46,5%). Dopo ci sono il televideo (45%), i motori di ricerca come Google (41,4%), i siti web d’informazione (29,5%), Facebook (26,8%), i quotidiani on line (21,8%). Nel caso delle tv all news (16,3% complessivamente) risultano discriminanti l’età (il dato sale al 20,1% tra gli adulti) e il titolo di studio (il 21,7% tra i diplomati e laureati). Le app per smartphone o tablet arrivano al 7,3% di utenza e Twitter al 2,5%. A fronte della parte di popolazione che usa molte fonti informative, ci sono poi quelli che non si informano affatto (il 10,2% dell’intera popolazione), oppure ricorrono solo ai telegiornali o a un mix di media tutto affidato alla ricezione audiovisiva passiva (telegiornale, giornale radio, televideo) (10,1%). La situazione complessiva del nostro Paese può essere riassunta in questo modo: ogni dieci italiani, ce n’è uno che non si informa, uno che accede solo a tg e gr, tre che hanno un ventaglio più ampio di fonti da cui sono escluse però quelle che hanno a che fare con Internet, infine cinque che usano più o meno tutte le fonti intrecciandole in vari modi.

Il Rapporto Censis tocca anche l’argomento social network. Infatti secondo il rapporto, i social network coinvolgono il 31% degli italiani, sono 16 milioni gli utenti di Facebook, 6 milioni utilizzano Skype (di cui 1,6 milioni tutti i giorni), 1,1 milioni Twitter. 

Veloci considerazioni su questi ultimi dati. Riguardo l’utenza italiana di facebook, abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, il preciso e dettagliato resoconto che ne fa Vincenzo Cosenza, registrando a 21 milioni di italiani la popolazione italiana su Facebook. Mentre per ciò che riguarda Twitter, su cui nelle ultime settimane si sta registrando un forte interesse di pubblico, sempre Vincenzo Cosenza, in assenza di dati ufficiali, ricostruisce l’audience italiana su Twitter attraverso l’impiego di strumenti di misurazione statistica, valutando la popolazione italiana su Twitter a 2,4 milioni.

Nonostante questi dati incoraggianti rilevati dal Censis, c’è da registrare comunque la valutazione finale che ricorda i ritardi del nostro paese per quanto riguarda la diffusione dell’accesso a internet e per quanto riguarda la qualità della connessione. Il nostro Paese si colloca al ventunesimo posto, tra i paesi dell’Unione Europea, in entrambi i casi: per quanto riguarda l’accesso a Internet da casa, tra le famiglie che hanno almeno un componente tra i 16 e i 64 anni si raggiunge il 59% (rispetto alla media europea del 70%). L’accesso mediante banda larga registra invece un tasso di penetrazione del 49% rispetto alla media europea del 61%.

author avatar
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

3 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

domenica, 28 Aprile, 2024

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

TikTok verso il divieto o la vendita negli Usa, ma non subito

Il presidente Biden firma la legge che avvia il contro alla rovescia, di nove mesi più altri 3, per il divieto o la vendita di TikTok negli Usa. Un lento addio.

TikTok prepara la sfida a Instagram con TikTok Notes

TikTok sta testando TikTok Notes in Australia e Canada. Una app che copia Instagram, concentrando l'attenzione sull'immagine piuttosto che sul video.

L’emergere del ruolo del responsabile IA nelle aziende

Si chiama Chief Artificial Intelligence Officer (CAIO), responsabile della Intelligenza Artificiale. Guida all'utilizzo della IA nelle aziende.

Su X i nuovi utenti dovranno pagare per scrivere

Elon Musk ha proposto una piccola tariffa annuale per i nuovi utenti di X per contrastare i bot. Iniziativa che ha suscitato polemiche.