I Social Media stanno cambiando e la Fiducia diventa in questo momento fondamentale. In questo contesto, tra le piattaforme gli utenti ritengono che siano più affidabili LinkedIn e YouTube. Un dato che non sorprende.
I Social Media stanno attraversando una fase di cambiamento, diciamo che si trovano in un momento in cui devono ricostruire la propria identità. Un argomento, questo, che mi appassiona e a cui tengo molto in questo periodo.
E se è vero che queste piattaforme si trovano in una fase interlocutoria, in cui tutto sembra essere diverso da come lo abbiamo conosciuto, la Fiducia, in questo contesto, diventa un valore enorme. Una scommessa per queste piattaforme che può essere la chiave di volta per una nuova identità, appunto.
Quando si parla di Fiducia si intende un tema rilevante che comprende tanto la condivisione dei dati personali, e la gestione e la cura degli stessi, quanto l’aderenza delle informazioni ai valori di chi li condivide e alla qualità stessa dei contenuti che si condividono, senza dimenticare la reputazione degli attori coinvolti.
Quindi si tratta di un tema che mette insieme tanti elementi e tanti fattori che, una volta riunificati, compongono appunto la parola “Fiducia”. I nu momento di grande incertezza, dunque, gli utenti vanno alla ricerca di contenuti positivi, in termini di esperienza trasmessa e di qualità, ossia contenuti in grado di arricchire la propria esperienza.
Non è semplice che questo accada anche se non impossibile. Di certo, i social media nella condivisione di informazioni e contenuti di qualità giocano un ruolo, come abbiamo visto in questi anni, ormai fondamentale. E questo per il ruolo che i social media sono stati in grado di ritagliarsi in questi anni.
Ecco, se vogliamo adesso vedere l’argomento da un punto di vista più concreto, con dati certi, nel tentativo di definire meglio il ruolo dei social media all’interno del grande tema della Fiducia e dei contenuti condivisi, i dati di uno studio di Capterra, celeberrima piattaforma per la comparazione di software B2B, pubblicato da poco, ci aiuta non poco a fotografare il momento.
Lo studio ha preso ad esaminare l’evoluzione dei metodi di ricerca online, verificando quanto gli utenti ritengono affidabili i risultati che si ottengono, l’utilità della personalizzazione delle ricerche e cosa ne deriva per la privacy dei dati degli utenti. Sono state intervistate 1015 persone dai 18 anni in su che cercano informazioni e contenuti online almeno qualche volta al mese.
Guardando ai dati emersi, il 54% dei rispondenti si fida di più di un’informazione quando essa proviene da un ente scientifico; e ancora, il 42% quando proviene da un creatore di contenuti riconosciuto. Il valore della reputazione sta in questo ultimo punto.
Quasi una persona su due fa uso sia dei social media che dei motori di ricerca per trovare informazioni online.
Dal punto di vista dei social media più utilizzati dagli utenti intervistati, è emerso che il 51% ritiene YouTube e LinkedIn le piattaforme più affidabili nella maggior parte dei casi.
Seguono poi Instagram e Twitter, le cui percentuali scendono rispettivamente al 47% e al 42%. Le piattaforme social media considerate meno affidabili sono in generale Facebook e TikTok, considerati dal 58% degli intervistati come “Qualche volta affidabili” e “Per niente affidabili”.
Dati molto interessanti questi ultimi che definiscono quale sia l’umore degli utenti verso le piattaforme in questo momento.
Risulta evidente che YouTube e LinkedIn sono le due piattaforme che si caratterizzano per la tipologia: contenuti video per la prima, social media business per la seconda.
Si tratta quindi di due ambienti molto ben definiti, anche se LinkedIn da quando è stata acquisita da Microsoft si è aperta sempre di più, dal punto di vista della tipologia dei contenuti, fino ad essere sempre affine al concetto vero di “social media”, ossia di piattaforma dove si condividono notizie ed informazioni.
Da evidenziare che LinkedIn, tra tutte le piattaforme social media più usate e conosciute, è quella più anziana e tra qualche settimana compirà 20 anni.
Ma, al netto di tutto, sono dati che non sorprendono. Ricorderete come nel 2022 proprio YouTube era l’unica piattaforma social media che cresceva come strumento usato dagli utenti per informarsi mentre tutte le altre piattaforme erano in calo.
E in un contesto di ricerca di Fiducia, vista la grande frammentazione ormai in atto e la grande difficoltà a comprendere il momento, ecco che gli utenti si affidano a due piattaforme che, forse, meglio di altre riescono a soddisfare questa esigenza degli utenti.
Parlando della privacy dei propri dati personali, dalla ricerca emerge che solo il 31% intraprende sempre azioni per proteggerla nel momento in cui effettua ricerche online; il 51% lo fa qualche volta mentre il 15 raramente.
Il 45% dei rispondenti che si preoccupa per la propria privacy, dichiara che una delle azioni più intraprese per proteggerla nel momento in cui cerca online è l’utilizzo di una forte password unica e personale.
Il 40% cerca di condividere il minor numero di informazioni personali possibili, il 34% tende a rifiutare i cookies ed il 32% mantiene i propri account privati.
Ecco, queste le considerazioni in merito a questa ricerca interessante di Capterra da condividere con voi.
E voi quali piattaforme social media ritenete più affidabili in questo momento e perché?