WhatsApp raggiunge il traguardo dei 2 miliardi di utenti a livello globale. Erano 1,5 miliardi due anni fa e 1 miliardo nel 2017. Un’occasione per ribadire che sulla crittografia dei messaggi la società di Facebook non è disponibile a scendere a compromessi.

Nuovo traguardo importante per WhatsApp che ha annunciato, in un post sul blog ufficiale, di aver raggiunto i 2 miliardi di utenti a livello globale. Un traguardo importante per l’app del gruppo Facebook che porta così a 2,89 miliardi gli utenti mensili che usano le app della famiglia d Menlo Park, in crescita del 9% rispetto allo scorso anno. Gli utenti WhatsApp erano 1,5 miliardi nel 2018 e 1 miliardo nel 2017. Qualche settimana fa Facebook aveva fatto sapere che sono 2,26 miliardi gli utenti, sempre a livello globale, che usano ogni giorno Facebook, Messenger, Instagram o WhatsApp. E resta ancora da conoscere l numero complessivo di utenti, aggiornato che usa Instagram, sicuramente sono di più di 1 miliardo.

whatsapp 2 miliardi franzrusso.it 2020

Ma WhatsApp ha voluto cogliere questa occasione per ribadire, ancora una volta, che sulla crittografia dei messaggi non è disposta a scendere a compromessi. Come sapete, tutte le conversazioni che avvengono sull’app sono private, nel senso che non è possibile cifrarle, nel senso che nessuno può accedervi. Un elemento, questo, che ha spesso spinto diversi paesi a fare pressione su Facebook al fine di rendere le conversazioni accessibili in casi molto particolari. E’ captato di sovente che l’app s sia trovata al centro di indagini per terrorismo, traffici di droga in quanto utilizzata da criminali per comunicare tra loro.

Intervenendo sul Wall Street Journal, Will Cathcart, CEO di WhatsApp, ha tenuto a precisare e a ribadire l’importanza della crittografia delle conversazioni: “Per tutta la storia dell’umanità, le persone sono state in grado di comunicare in privato tra loro, e non pensiamo che questo debba scomparire in una società moderna“. E Cathcart ha anche confermato che si sta lavorando per rendere più interoperabili tra loro tutte le app della galassia Facebook.

I 2 miliardi di utenti su WhatsApp sono l’evidenza d quanto ormai l’app sia popolare e, in alcuni casi, indispensabile per comunicare. Basti pensare a quanto sia popolare in India, dove l’app conta 400 milioni di utenti, un quinto sul totale globale, o anche in Australia. Ed è poi lo stesso governo indiano quello che ha fatto molte più pressioni su Facebook per aver accesso alle conversazioni private. “La crittografia forte è una necessità nella vita moderna”, si legge sul blog.

WhatsApp è ormai l’app di messaggistica istantanea che ha fatto dimenticare, quasi, (in alcuni paesi è proprio così), l’uso degli SMS, una cosa impensabile solo fino a qualche anno fa. Negli ultimi anni la società ha subito una forte mutazione propro sul tema della privacy. Lo scontro tra i due co-fondatori e la società di Mark Zuckerberg è stato tale che oggi Jan Koum e Brian Acton non fanno più parte della società. L’app in sè ancora non partecipa direttamente ai profitti della famiglia, anche se l’obiettivo di Zuckerberg è proprio quello di fare n modo che anche WhatsApp diventi profittevole. Un obiettivo però che si scontra con quanto lo stesso fondatore di Facebook ha dichiarato lo scorso anno, a proposito del fatto che le conversazioni in futuro saranno sempre più private.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.

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