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Internet e la Generazione Z: i giovani nati dopo i Millennials

E’ denominata Generazione Z quella dei giovani nati dalla metà degli anni novanta al 2010. Cresciuta con la Tecnologia Digitale, questa Generazione si mostra colta, pragmatica e concreta, con un approccio innovativo ed imprenditoriale alla società. Sui Social Network ricerca la maggior privacy possibile e cambia notevolmente la modalità di acquisto.

Il susseguirsi delle diverse Generazioni che oggi utilizzano, comunicano e acquistano attraverso i Social Network merita una riflessione particolare, dopo aver parlato degli Ibridi Digitali e di come pensano e apprendono i Nativi Digitali.
Il mondo dei prossimi decenni è, infatti, nelle mani di una nuova Generazione – che per età possiamo considerare “fratelli minori” dei Nativi Digitali -, ovvero la Generazione Z.

Sono i ragazzi nati negli ultimissimi anni novanta fino al 2010, e le piattaforme stesse dei Social Network, quanto soprattutto le dinamiche del Social Media Marketing utilizzate dai Brand, devono innovarsi per sottostare alle caratteristiche dei nuovi fruitori.
Studiamone insieme gli aspetti distinti.

generazione z social media (c) franzrusso.it 2017

La Generazione Z ha incominciato ad utilizzare la tecnologia di Internet sin dalla prima infanzia, e i Social Media sono innanzitutto il canale per rimanere aggiornati su ciò che succede nel mondo.
Si può affermare che si tratti, infatti, di una Generazione giovanissima eppure piuttosto colta: uno su due di questi ragazzi è propenso ad andare all’Università, con l’intento di sviluppare un forte potenziale imprenditoriale.

Secondo i risultati di una grande ricerca di Populus, per la Varkey Foundation, intervistando ventimila esponenti della Generazione Z di tutto il mondo, emerge uno scenario preciso.
I cittadini del futuro appaiono pessimisti sulle attuali condizioni civili, economiche e politiche, ma tutti sono convinti della necessità di un proprio coinvolgimento sociale, in particolare per quanto riguarda l’innovazione e l’imprenditorialità.

Fedeli ai valori della famiglia, hanno una caratteristica psicologica molto positiva, che li aiuta a rimanere pragmatici e disponibili: la capacità di semplificare le complessità (a tutti i livelli) del mondo d’oggi.

Certo, questa propensione cognitiva e psicologica è data loro dall’odierna possibilità di utilizzare una media di cinque dispositivi di Rete: smartphone, desktop, notebook, tablet o iPod, sono meno costosi e certamente più facilmente reperibili anche rispetto agli anni dei “fratelli maggiori” – i Nativi Digitali – che in media ne usano tre.

Tuttavia, pare che sia il rapporto stesso con la tecnologia ad essere molto cambiato.
E’ un rapporto facilitante, proprio perché nato coi loro primi passi.
Dai risultati della ricerca, gli studiosi si chiedono se davvero si abbia di fronte una Generazione di altruisti.

Fatto sta che per la maggior parte degli intervistati la scelta ottimale è e rimane “la fine assoluta dei pregiudizi legati a razza, credo e sesso” e il denaro per se stessi rimane la priorità di solo 9% di loro.

E il rapporto della Generazione Z con i Social Media?

Se la parola chiave nell’uso delle piattaforme online dei Nativi Digitali – e ancor più dei loro predecessori -, è Condividere, la Generazione Z preferisce di gran lunga il Fare.
Cresciuti con l’iPhone, sono abituati ad usare emoji al posto delle parole e a videochattare anziché telefonare.

Per la Generazione Z, Facebook è per i vecchi e la motivazione fondamentale è data dalla loro marcata esigenza di privacy.
Si evita la geolocalizzazione a tutti i costi e l’aspirazione, indiscutibilmente, è quella dell’Anonimato.

Se Secret e Whisper – per scoprire non visti qualsiasi genere di segreto – sono piattaforme non ancora diffuse in Italia, ad ottenere una forte crescita nell’anno passato è stato Snapchat  noto per la sua peculiarità di eliminare i messaggi dopo alcuni secondi – in particolare con la pubblicazione di brevi video.

Come si è accennato all’inizio, è soprattutto il Social Media Marketing a dover imparare ad adattarsi alle nuove esigenze della Generazione Z.
Secondo uno studio di Accenture, la modalità di scelta e di spesa per acquistare prodotti è particolarmente cambiata nella Generazione Z.
Grazie alla continua ricerca in rete di nuove offerte e prezzi, il primo fenomeno che viene a mancare è la fedeltà al brand.

Sempre, poi, che tale brand abbia creato un E-commerce funzionante.
I giovanissimi lasciano quasi sempre feedback e recensioni: il 70% lo fa regolarmente, il 30% lo fa molto spesso.

Tuttavia, ciò che appare illuminante è il dato secondo cui la Generazione Z pagherebbe un prodotto di più in cambio di una spedizione veloce o addirittura entro un’ora.
E contrariamente alle previsioni generali – da tenere fortemente in considerazione –  questo è esattamente ciò che porta i social a diventare un canale commerciale diretto. In particolare, il 72% degli intervistati statunitensi acquisterebbe volentieri direttamente tramite social.

Cosa ci si aspetta dopo la Generazione Z?
E’ già nata: si chiama Generazione Alpha e corrisponde a quella dei bambini venuti al mondo dopo il 2010.

Di una cosa si è certi: nascono con la tecnologia touchscreen e per questo già sono stati battezzati screenager.

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Francesca Ungaro
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2 Commenti

  1. Ogni generazione che nasce porta con sé la speranza che sia migliore di quella che l’ha formata. Poi, si scopre che è sempre più brava ad appropriarsi dei difetti di quest’ultima che dei pregi desiderati. Comunque sia, io riterrò sempre maggiori le colpe dei padri che non quella dei figli. Non so se i Millennials cambieranno il mondo in meglio. Mi limito ad augurarmelo (per l’Umanità intera e per la Terra stessa visti i guai combinati dalle generazioni precedenti). Certo che il loro compito non è facile. Hanno a disposizione dei mezzi di comunicazione velocissimi e spazi immensi da usare. I valori, quelli che dovrebbero essere oggetto di ogni trasmissione, sono però tutta un’altra cosa e il vero dramma della sfida che presto o tardi inizierà ad incrociare le loro esistenze…

  2. Ciao Pier Giorgio,

    credo che la sfida di cui tu parli in realtà sia già iniziata, e non mi riferisco al fatto di essere una generazione migliore di quella dei padri.
    Crescere col digitale in mano significa da subito imparare a comunicare – e prima ancora a pensare – in tutt’altro modo rispetto agli Ibridi Digitali, che fondamentalmente hanno imparato ad adattarsi.
    La generazione Z ha un compito senz’altro non facile, ma non porrei la questione sulla base del “merito”, quanto dell’educazione, della formazione e dell’utilizzo di mezzi tecnologi potentissimi.

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lunedì, 29 Aprile, 2024

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