Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace e fondatore della Grameen Bank, sostiene che il Social Business potrà risollevare le sorti del mondo. Sarà questa la soluzione per uscire da questa crisi?
Muhammad Yunus è ideatore e realizzatore del microcredito, ovvero di un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali. Nel 1983 fonda la Grameen Bank, che il lingua bengalese significa “banca del villaggio”, è stata ed è ancora la prima banca a concedere micorprestiti a piccoli imprenditori senza garanzie. L’idea che ha mosso Yunus, già docente universitario in Economia prima negli Usa e poi nel suo paese, il Bangladesh, è quella che i piccoli imprenditori, i poveri, che non hanno alcuna possibilità di poter accedere a forme di credito tradizionali, abbiano invece attitudini e possibilità sottovalutate e sottoutilizzate. Quindi con questo tipo di credito, detto appunto microcredito, non solo si ha accesso al credito ma si ha anche la possibilità di poter sviluppare un’idea, un’impresa che in altro modo non sarebbe stata possible realizzare. Il signor Yunus è stato in questi giorni in Italia proprio per creare le condizioni per aprire una filiale della sua banca anche nel nostro paese e se le cose dovessero andare bene questa sarà frutto della collaborazione di Unicredit e Università di Bologna. Tra l’altro sabato scorso è stato ospite da Fazio a “Che tempo che fa”, dando luogo ad un’interessante intervista. Yunus dice di operare esattamente al contrario di quello che fanno le altre banche, e ad un certo punto Fazio gli chiede “Ma se non chiedete garanzie e date soldi senza certezze di riaverli, quindi la sua banca sarebbe dovuta fallire per prima, come mai invece sono fallite quelle che la garanzie le chiedono?”, domanda molto interessante questa. E Yunus risponde “Sono i ricchi che non ripagano i propri debiti, i poveri invece ripagano tutto al 100%”.
In sostanza Yunus dice che è necessario superare il concetto di capitalismo così come è stato vissuto fino ad ora e come tutti sostengono oggi è necessario riscrivere le regole perchè una crisi come questa non avvenga più. Ma come? Yunus suggerisce un nuovo modello, appunto il Social Business, il business sociale, in sostanza la proposta di “social business” portata avanti dal professore consiste nel riconoscere che la massimizzazione del profitto non è l’unica mission possibile e praticabile. Yunus spiega che in progetti già avviati, con la Danone e altre aziende, hanno messo in piedi un sistema in cui i dividendi vengono reinvestiti in progetti sociali o di ulteriore sviluppo imprenditoriale a beneficio della collettività. Una mission aziendale quindi completamente diversa il cui fine è massimizzare il benessere.
E mi chiedo può il web dare una mano in questo senso? Yunus dice che “le tecnologie rappresentano un eccellente strumento per ampliare e velocizzare la comunicazione e la diffusione delle informazioni, incluse quelle a carattere sociale: nel caso dei telefoni cellulari, ad esempio, è possibile utilizzarli per comunicazioni a voce o per identificare una persona, e in futuro anche per effettuare pagamenti”. “L’importante” ha puntualizzato “è l’idea. La tecnologia è solo un mezzo”. Infatti utilizzare il web come strumento di divulgazione di concetti e di realtà di questo tipo non sarebbe male, d’altronde è questo lo spirito del web 2.0, divulgare, anche.