La piattaforma di Elon Musk è al centro di una controversia in Brasile. Il giudice de Moraes ha ordinato la sospensione di alcuni account per la diffusione di disinformazione. Musk vuole ripristinarli e si è detto pronto a sfidare la giustizia brasiliana. Una vicenda che riaccende il dibattito sulla libertà di parola e il ruolo dei social media.
La vicenda del Brasile che riguarda X, la piattaforma di proprietà di Elon Musk, e lo stesso CEO di Tesla può portare ad epiloghi imprevisti. Fino, addirittura, alla messa al bando della piattaforma.
Si tratta di una vicenda che, in realtà, nella storia dei social media, è già avvenuta diverse volte. Già in passato magistrati che conducevano indagini particolari si sono rivolte alle piattaforme social media per la rimozione o l’accesso ad informazioni preziose per i loro accertamenti.
Di casi che si potrebbero citare ne è pieno il web. Basterebbe citare la vicenda che riguardò WhatsApp, sempre in Brasile. Quando venne addirittura sospesa.
La vicenda di X, Elon Musk e il Brasile
La vicenda di X e di Elon Musk ha delle caratteristiche che toccano nel vivo la sbandierata libertà di parola, voluta da Musk, e il limite verso cui si può andare.
Ecco, quel limite, che è individuato dalla presenza di leggi da rispettare, è stato superato. Tutti devono potersi esprimere liberamente, nel rispetto delle leggi vigenti. Ed è questo ultimo elemento che Musk finisce per non accettare. Rischiando di provocare conseguenze impreviste.
Veniamo alla vicenda.
Il giudice Alexandre de Moraes, presidente della Corte Suprema Federale del Brasile, si rivolge a X con la richiesta di sospendere alcuni account di utenti brasiliani. Questa richiesta è motivata dall’esistenza di una vasta indagine contro la disinformazione operata attraverso il web e i canali social media.
Account brasiliani sospesi per disinformazione
Si tratta di account di ex deputati federali, imprenditori, giornalisti, blogger e influencer alleati dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Tutti sospettati di diffondere notizie false e attaccare le istituzioni brasiliane. Si tratta, secondo la magistratura brasiliana di persone facenti parte delle cosiddette “milizie digitali”.
In un primo momento X dimostra di essere collaborativa, non senza un tono polemico. E infatti in un post del 6 aprile – dopo i “Twitter files – Brazil” di Shallenberger -, dall’account di X per gli Affari Globali si legge:
“X Corp. è stata costretta dalle decisioni del tribunale a bloccare alcuni account popolari in Brasile. Abbiamo informato questi account che abbiamo intrapreso questa azione. Non conosciamo le ragioni per cui sono stati emessi questi ordini di blocco. Non sappiamo quali post si presume violino la legge. Ci è vietato dire quale tribunale o giudice ha emesso l’ordinanza, o su quali basi. Ci è vietato dire quali account sono interessati. Siamo minacciati di multe giornaliere se non rispettiamo le norme (…)”.
L’intervento di Elon Musk nella vicenda col Brasile
Ma nel fine settimana la vicenda si è fatta rovente.
Elon Musk decide di intervenire direttamente e scrive che X avrebbe ripristinato le attività degli account brasiliani. Una dichiarazione che va contro la richiesta del giudice de Moraes. Il quale, a questo punto, decide di allargare le indagini e di introdurre anche Elon Musk.
La motivazione è che Elon Musk, con il suo atteggiamento, sta ostruendo le indagini e il corso della giustizia brasiliana.
Musk ha anche scritto:
“Stiamo revocando tutte le restrizioni. Questo giudice (de Moraes, n.d.r.) ha applicato multe ingenti, ha minacciato di arrestare i nostri dipendenti e di interrompere l’accesso a X in Brasile. Di conseguenza, probabilmente perderemo tutte le entrate in Brasile e dovremo chiudere il nostro ufficio lì. Ma i principi contano più del profitto”.
Coming shortly, 𝕏 will publish everything demanded by @Alexandre and how those requests violate Brazilian law.
This judge has brazenly and repeatedly betrayed the constitution and people of Brazil. He should resign or be impeached.
Shame @Alexandre, shame.
— Elon Musk (@elonmusk) April 7, 2024
We are lifting all restrictions. This judge has applied massive fines, threatened to arrest our employees and cut off access to 𝕏 in Brazil.
As a result, we will probably lose all revenue in Brazil and have to shut down our office there.
But principles matter more than…
— Elon Musk (@elonmusk) April 6, 2024
Il proprietario di X si dice quindi pronto a sfidare de Moraes e la giustizia brasiliana. Pur consapevole che X verrà multata di 100 mila real al giorno (oltre 18 mila euro) per ogni account ripristinato. Andando quindi contro la richiesta della giustizia brasiliana.
Il suggerimento a usare una VPN
In altri post, Musk ha incoraggiato gli utenti brasiliani a utilizzare un’app di rete privata virtuale (VPN) per l’accesso continuo alla piattaforma e ha definito le richieste della corte le “più draconiane” di qualsiasi paese.
“I social non sono terra senza legge”
Il giudice de Moraes ha scritto nella sua decisione che “i social network non sono una terra senza legge“. E ha poi affermato che le dichiarazioni di Elon Musk dimostrano che X “protegge coloro che promuovono attività criminali contro la democrazia del Brasile”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il governo brasiliano. Paolo Pimenta, ministro della Segreteria delle Comunicazioni Sociali, ha scritto sui suoi canali social media che “il Brasile è un Paese sovrano” e che non permetterà a “nessuno, indipendentemente dal denaro e da qualunque potere hai, affronti la nostra patria“.
João Brant, segretario delle Politiche Digitali presso la Segreteria della Comunicazione della Presidenza della Repubblica, ha affermato che “Musk dimostra il suo disprezzo per la giustizia brasiliana”. Aggiungendo anche: “rimuginando vecchie decisioni e cogliendo l’occasione per portare avanti agitazioni di estrema destra e propaganda“.
Come potete vedere, la vicenda è complicata e rischiosa, per X, allo stesso tempo.
Il rischio che la piattaforma possa essere sospesa è molto concreto. E questo sarebbe un duro colpo per Elon Musk. Per la sua credibilità in Brasile e nel mondo.