Sono ancor tanti gli utenti che continuano a riferirsi a X chiamandola con il vecchio nome Twitter. Non è solo una sensazione ma è un dato che emerge da un sondaggio di Ad Age negli Usa.

A quasi un anno di distanza dal passaggio della piattaforma nelle mani di Elon Musk, e a due mesi dal cambio del nome, sono ancora tantissimi gli utenti che si riferiscono alla piattaforma con il vecchio nome “Twitter” e non X, quello voluto appunto da Musk.

Sono tanti gli account celebri che ancora riportano “Twitter” all’interno della propria bio, come Louis Vuitton, Warner Bros, FBI, l’account di Chrome, ma anche l’account della Biennale di Venezia, della squadra di calcio del Napoli, del Milan e di tanti altri.

Persino l’account @potus del presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha ancora nella sua bio la parola “tweet”.

Difficile staccarsi da una piattaforma che per 16 anni ha caratterizzato un certo modo di usare i social media, introducendo anche vocaboli diventati, col tempo, parte del lessico quotidiano.

Al momento, questa non è soltanto una sensazione ma è una impressione supportata anche da dati.

Gli utenti la chiamano ancora Twitter

Un recente sondaggio rileva che il 69% degli utenti statunitensi si riferisce ancora alla piattaforma con il nome “Twitter” e ai post come “tweet”. Il sondaggio, che ha coinvolto 1.047 adulti statunitensi di età superiore ai 18 anni, è stato condotto online negli Stati Uniti da The Harris Poll e Ad Age Research dal 6 al 7 settembre.

Sono sicuro che questo dato troverebbe risultati molto simili anche se fosse condotto in Italia. Risulta ancora molto difficile usare il termine X o usare una definizione anonima come post, già molto usata in generale sui social media, e non solo. Quando, invece, tweet risultava essere un modo autentico e unico per invitare alla brevità e alla sintesi.

Diciamo che l’operazione di rebranding (perché di questo si tratta, a differenza di ciò che continua a pensare qualcuno) risulta difficile da digerire per molti utenti. La sensazione è che i modi usati da Elon Musk rischiano di allontanare invece di avvicinare gli utenti.

Dato a margine. Senza fornire alcuna fonte, qualche giorno fa account vicini alla narrazione dei fatti voluta e imposta da Elon Musk condividevano la notizia che sulla piattaforma si è raggiunti il numero di 550 milioni di utenti attivi mensili.

Operazione di rebranding gestita male

L’operazione di rebranding poteva essere gestita diversamente, e meglio. Un esempio da citare, restando nel mondo dei social media, è quello di LinkedIn. Microsoft, una volta acquisita la piattaforma, non smantella nulla, anzi. Lascia che la piattaforma resti con la sua impostazione originale, con il suo nome riconosciuto e riconoscibile, realizzando un programma per farla crescere. E così è stato.

Ma Elon Musk non ha in mente nulla di tutto questo, vuole solo smantellare per non lasciare più alcuna traccia di Twitter. Dal prossimo 29 settembre entreranno in vigore i nuovi termini d’uso che abbandoneranno il nome Twitter e la definizione tweet. Il fatto è che ancora oggi ci sono molte pagine denominate “Twitter” e che riportano ancora la parola tweet.

Provate a scrivere su Google “linee guida x” e noterete che tra i risultati in prima pagina c’è un link che riporta ad una pagina intestata ancora con “Twitter”.

Tra l’altro, la stessa descrizione dell’app X, nell’App Store contiene ancora la forma “ex Twitter”.

Difficile abbandonare Twitter

Alla luce di tutto questo, risulta difficile per gli utenti abbandonare un logo aperto e amichevole come quello di Twitter e adottare X che, nella maggior parte dei casi, viene associato proprio al senso di chiudere qualcosa. Pensate solo a quando chiudete una pagina del browser, lo fate cliccando su una X. Per niente amichevole o positivo.

Certo è che Elon Musk e il suo team, nella sua opera di trasformazione della piattaforma verso una “app per qualsiasi cosa“, sta cercando di far passare come nuova metrica di successo quella del tempo trascorso “non angosciato” sulla piattaforma. L’intento è quindi quello di dimostrare che più persone sono soddisfatte mentre usano la piattaforma, per contrastare le affermazioni secondo cui è aumentata la negatività da quando Musk lìha acquistata.

Da questo punto di vista, anche il sondaggio Harris Poll/Ad Age fornisce alcuni spunti: il 59% degli intervistati che utilizzano X concordano sul fatto che si tratta di “tempo ben speso“. E, allo stesso tempo, il 49% degli utenti di X concorda sul fatto che i contenuti sulla piattaforma sono “generalmente più negativi ora rispetto a prima dell’acquisizione di Elon Musk“.

Insomma, quasi la metà comunque considera che i contenuti negativi sono più rilevanti rispetto a prima e, di questo passo, sarà davvero difficile far dimenticare Twitter.

author avatar
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui