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Arriva ItaliaBuzz, il sito per il buzz marketing

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Nasce ItaliaBuzz, il sito per il buzz marketing. Un sito di social news su cui inserire le proprie notizie per poi farle votare dando loro visibilità

Nel mondo del Web sono nate molte forme particolari di marketing, e una di questa è certamente quella del Buzz marketig. Dice Wikipedia: ” il buzz marketing è quell’insieme di operazioni di marketing non convenzionale volte ad aumentare il numero e il volume delle conversazioni riguardanti un prodotto o un servizio e, conseguentemente, ad accrescere la notorietà e la buona reputazione di una marca. Consiste cioè nel dare alle persone motivo di parlare circa un prodotto o servizio e nel facilitare quelle conversazioni.

La parola buzz è infatti onomatopeica e richiama il ronzio delle api: in estrema sintesi il buzz marketing rappresenta quindi la possibilità di raggiungere nel minor tempo possibile quello che viene definito “sciame”, cioè un gruppo di utenti omogeneo per interessi rispetto a un tema o a una categoria di prodotti/servizi.”

Far parlare di un prodotto o di un servizio è quindi, di fatto, il modo per fare buzz marketing, e ItaliaBuzz è nato esattamente con questo intento. In pratica si tratta di un sito di social news nel quale vengono inserite delle notizie di terzi, sia con l’uso di un apposito pulsante per l’inserimento, sia con l’uso di un comodo bookmarklet, le quali poi rimangono all’interno della home ed in cima ad essa per un periodo tanto più lungo quanti più sono i voti degli utenti.

La cosa interessante del sito è la possibilità di votare una notizia anche se non si è né registrati né loggati al sito stesso, aumentando quindi la possibilità di rimanere in home (ed essere visibili) semplicemente spedendo ad amici e conoscenti il link da votare.

Grazie a questo sistema ognuno può tentare di mantenere “la testa” del sito aumentando le proprie visite, semplicemente facendo votare e commentare le stesse, condividendole tramite un comodo tasto “link” posto sotto le notizie stesse.

Un modo semplice, veloce e “indolore” per cercare di far parlare di se e di quello che ci interessa far conoscere.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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15 Commenti

  1. Tu pensi che funzioni? Io sto facendo un’esperienza interessant ma contraria. Meno visite ma più di qualità. Non so se lo spam dei propri articoli su varie piattaforme social sia alla fine un’operazione vincente. Aumenta di certo il numero delle visite, ma la conversazione rimane molto scarsa. Finisci poi per innestare un fastidio diffuso che penalizza la tua persona reputation.

    O mi sbaglio? Tu che esperienza diretta hai in merito?

  2. La diffusione dei propri articoli aumenta di sicuro la visibilità, come tu stesso riconosci, ma non hai la certezza di migliorare la qualità del tuo traffico. E qui, secondo me, è un problema di strategia, nel senso di quello che uno vuole ottenere per il proprio sito. La tua osservazione e di conseguenza la tua esperienza mi sembra vada in questo senso, cioè hai ottenuto, con una strategia più attenta alla qualità che non alla quantità, quello che volevi. E ci sei riuscito. Non ne dubitavo di certo 😉 Ma comunque rimane valido, secondo me, il concetto del buzz.
    Ultimamente, per quello che mi riguarda, sto mirando più al concetto di buzz, diffusione e quindi visibilità, rispetto a quello che facevo prima su alcuni canali, dove rasentavo lo spam. Perchè fa parte di quello che voglio ottenere. Anche per il fatto che voglio far conoscere i miei contenuti su più piattaforme. E’chiaro che poi sulla base delle esperienze, si riesce ad individuare meglio quali canali preferire rispetto ad altri, perchè meglio rispondono a quello che cercavi di ottenere. O perchè da certi canali hai un’attenzione diversa.
    Ma ritengo che alla base un’operazione di buzz fatta con questi criteri non sia sbagliata.

  3. Credo che tu mi abbia un po’ frainteso. La mia non era una critica a te rivolta. Io non posso conoscere e non conosco le tue “strategie” dunque non mi è possibile, non avendo metriche disponibili, fare confronti o dare giudizi di merito.

    Chiedevo davvero una tua opinione anche tecnica. La mia esperienza nel puntare più alla conversazione, altra cosa rispetto alla generazione di contenuti di qualità, cosa dubitativa e soggettiva, è frutto certamente di una grossa riflessione. Certamente la mia “strategia” come tu la chiami ha portato vantaggi, non posso negarlo. Ma credo che la questione vada posta più a monte.

    Tu dici una frase che mi colpisce o meglio un pezzo: “…E qui, secondo me, è un problema di strategia, nel senso di quello che uno vuole ottenere per il proprio sito…”

    Io non sono mica più tanto sicuro che sia possibile attuare una strategia così scientifica da dare risultati certi, misurabili e quantificabili.

    Oggi a mio avviso e forse in questo potrebbe essere rilevabile una critica nei tuoi confronti (ma non o è), è importante in modo predominante la percezione che dai agli altri di te stesso perchè essa sicuramente influisce pesantemente sulle strategie e gli obiettivi che hai prefissato. LA cosiddetta personal reputation è un elemento difficilmente parametrizzabile oggi ma assolutamente reale e tangibile.

    Tu scrivi ancora: …voglio far conoscere i miei contenuti su più piattaforme… Frase di per sè corretta, ma ti sei chiesto a che costo? Cosa comporta in termini di costi questa tua azione pur meritoria? E soprattutto, il rischio di overload informativo proveniente dal tuo sito, è preso in esame?

    Il continuare a forzare la mano, se puoi permettermi l’espressione, a seguire il tuo blog, da più fonti possibili ha il vago sapore dell’imbonitore che montato sul palchetto di una piazza, a megafono acceso declama il privilegio della gente ad ascoltarlo.

    Che sia però chiaro, ho usato una metafora iperbolica, non è certo il tuo caso anche se il sapore è questo.

    Questo blog non ha bisogno di megafoni. E già pieno di contenuti e di spunti interessanti. Lo è talmente tanto che ora chi lo frequenta, si aspetta da te una posizione. Secondo me tu sei arrivato al punto da poterti permettere il lusso di uscire dalla tana ed esprimere la tua personale visione del mondo.

    Questo è quello che mi sentivo di dirti. Poi, sono opinioni e per quanto tali opinabili.

    Un abbraccio e buona giornata.

  4. ….Aggiungo…

    Più fai buzzing per generare traffico, più il traffico aumenta. Ma, più il traffico diventa instabile. Diventa un cane che si mangia la coda. Diventi costretto a generare sempre più traffico con più buzzing per reggere il trend. A lungo andare esplodi. O hai una struttura organizzata in modo tale, con più risorse umane, che siano in grado di reggere al ritmo, oppure nel tempo fallisci miseramente la tua missione.

    La strategia del buzzing non è social, anzi è il contrario. Ricordatelo! Fare social media marketing significa alimentare la conversazione positiva su te stesso o sul tuo brand. Sono gli altri che parleranno poi di te. Più il buzzing e presente nelle tue comunicazioni, più crei dissenso. Ricordati che nei S.M. vale la legge degli starnutatori. Sul web non bisogna solo esserci ma starci.

    Scusami ancora. Ovviamente è una mia opinione che lascia il tempo che trova.

  5. Mai come stavolta avevo avuto piacere di iniziare un dialogo, proprio con te, su un argomento che spesso ci ha visti, e ci vede su fronti diversi. E non volevo innescare con te alcun tipo di polemica o fraintendimenti. Anzi, ho apprezzato il tuo spunto e ho risposto in questo senso. Conosco bene il tuo punto di vista. Ma mi ha fatto piacere che tu sollevassi questo tuo dubbio, se tale si può definire, qui sul mio blog.

    Concordo al 90% su quello che dici, anche se ti può sembrare strano. E’ vero che il modo di vedere può sembrare “di forzare la mano”, però più avanti nella mia risposta, ho detto anche che sulla base delle esperienze che si fanno andando a condividere i propri contenuti e facendo una sommatoria dei risultati, che concordo con te difficili da misurare, ci si può fare un’idea di quale canale apprezzi di più e quale di meno. Forse sbaglio a fare questa considerazione? E’ una domanda sempre senza polemica 🙂

    Grazie e un abbraccio anche a te!

  6. E qui centri il punto caro Andreas! Sono consapevole che non basta più esserci, ma saperci stare, anche. E faccio mio il tuo pensiero. Anche quando dici che continuare su una certa strada a lungo andare rischi di scoppiare, a meno che non sei organizzato ad affrontarla. Ed è sacrosantemente vero! E tu, prima di me ne sai qualcosa.

    Forse è vero non si dovrebbe parlare di strategia, lasciamo questa parola ad altri contesti. Tu giustamente mi chiedi a questo punto cosa vuoi fare, in maniera diretta e indiretta. Io e te siamo accomunati da una cosa e cioè che ci piace scrivere. Solo che applichiamo questa passione in due modi diversi. Passami l’immagine che rappresento: una basata sulla quantità e l’altra basta sulla qualità. Diversi, ma non è detto che non ci possano essere tutti e due. Le due cose possono anche esistere insieme. Al di là del contesto. Non trovi?

  7. Ah….. Facciamo conversazione! Però togli ‘sto fastidiosissimo Captcha che WP non ha più bisogno. Forzatura inutile! Sgrunt!

    Non esistono “canali” caro Francesco. E’ un concetto demodè ucciso dall’evoluzione del web degli ultimi anni e poi mesi. Esistono luoghi, assimilabili in qualche modo come canali. Però anche qui la mia esperienza diretta mi ha portato a vedere le cose sotto aspetti diversi.

    Vediamo.
    Su Facebook nel tempo ho modificato il mio modo di essere presente rispetto a prima, magari anche meno presente, ma con più qualità e stimolando il dialogo. Il successo è stato sorprendente anche per me. Le visite da Facebook sono aumentate a livello tale da superare talvolta google. Merito di una certa reputazione positiva dirai. Certamente sì ma questa derivante da un modo più appropriato di stare in quel luogo.

    LinkedIn. Anche qui stessa cosa. Addirittura venivo inizialmente segnalato come spammer e qualche volta “condannato”. Poi la gente ha cominciato ad apprezzarmi perchè presenziavo alle discussioni nei gruppi, anche non mie e non aperte da me. Da lì ho aperto un gruppo mio che ora conta 350 persone (ripeto persone) piuttosto attive. Ci siamo anche trovati organizzando un magnifico pranzo a Bologna. Ovviamente da lì nascono relazioni di vario genere, che portano sicuramente non a picchi di traffico pazzeschi ma certamente costanti. Da rilevare poi il fatto che sta aumentando ogni giorno con fare piuttosto costante il numero di persone che accedono al mio sito attraverso l’rss feed.

  8. Mi ero perso il tuo ultimo commento.

    Io non penso affatto che il tuo conteuto NON sia di qualità. Chi sono io per dare simili giudizi? Penso invece che sia il caso di cominciare a sorreggerli con una accurata, mirata e opportuna presenza personale. Come stai facendo qui con me ora. E perchè no, anche su altri blog. E perchè no, anche su Generation21, e perchè no anche su Facebook. Ovunque ti piaccia stare ed esserci!

    Ecc…

  9. Eccola accontentata, Captcha via! 🙂

    Anch’io ultimamente sto rivedendo la mia presenza, nel senso di curarla in maniera diversa. Adesso sono nella fase di fare presenza in maniera più oculata. Certo ho individuato alcuni “luoghi” dove questo si riesce a fare meglio. In altri, invece, viene interpretata la tua presenza come spammer di turno solo per il fatto che non si presta attenzione a quello che si dice. Poi se ti dico di questi “guru” che si prendono la libertà di esprimere pareri, anche duri, senza avere la minina idea di che cosa si parli e soprattutto con chi.
    E quindi ti do ampiamente ragione riguardo al mio modo di “stare”, è solo che sono alla ricerca di un altro modo di “saperci stare” 😉

  10. Credo che tu abbia talmente tanto spessore, che non sia tanto un problema di luogo bensì di coraggio nell’esporti. Condividere, confrontarsi, discutere, alla fine comporta comunque il doversi in qualche modo esporre.
    Questa è una cosa che ti ho sempre detto, lo sai. Credo che qualsiasi luogo per te, sarebbe adatto. Poi ovviamente si sceglie anche per comodità. Io ho battezzato linkedIn e Facebook mentre sono più restio ad usare Twitter (essendo irrimediabilmente un grafomane, i 140 caratteri mi stanno stretti) pur riconoscendone le enormi potenzialità.
    L’important come dici tu è saperci stare, nel luogo che ti sei scelto. E se ci sai stare, vedrai che la gente prima o poi ti viene a cercare.

  11. Io credo che l’idea sia ottima, specialmente per chi ha come obbiettivo quello di farsi notare e generare traffico. Non sai mai da dove può arrivare la tua utenza affezionata, magari per qualcuno può essere davvero utile. lo proverò per il mio blog!
    Grazie della dritta 🙂

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mercoledì, 24 Aprile, 2024

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