Tutte le città italiane oggi sono alle prese con lo sciopero nazionale dei tassisti, che durerà fino alle 22. Al centro della questione c’è il fatto che anche i servizi NCC (Noleggio con conducente) stanno innovandosi e ammodernandosi, Uber è un esempio su tutti. Ma mettendo insieme le tre parti, cioè tassisti, mytaxi (in questo caso) e governo, si comprende che le posizioni sono molto distanti tra loro. Pur rispettando tutti, l’innovazione invece avanza.
A proposito dello sciopero nazionale dei tassisti, che andrà avanti oggi, 21 novembre 2017, fino alle ore 22, riceviamo e pubblichiamo il comunicato di mytaxi, l’app attraverso la quale è possibile prenotare un taxi direttamente dal proprio smartphone, che sottolinea come le polemiche, che l’hanno coinvolta negli ultimi mesi, siano “ingiustificate”. La posizione di mytaxi, così come quella delle altre parti della questione, ci è utile a comprendere cosa c’è in gioco in questo momento.
mytaxi comprende le legittime preoccupazioni dei tassisti che si vedono invasi quotidianamente dall’esercizio di attività abusive. Per questo, l’azienda è da sempre favorevole ad una regolamentazione del settore e delle app, tramite l’istituzione di un Registro dedicato. È condivisibile, infatti, che tutti lavorino nel rispetto delle regole, come da sempre fa mytaxi in 11 paesi europei dove si rivolge esclusivamente a chi è titolato a svolgere il servizio taxi, ovvero oltre 120.000 tassisti con licenza. Nell’ultimo periodo, sono tante le polemiche che ruotano attorno alla app mytaxi. Polemiche ingiustificate, dal momento che da sempre la società lavora nel rispetto delle regole del mercato. mytaxi Italia è, infatti, una srl che paga le tasse e ha creato nuovi posti di lavoro regolari nel nostro paese. Inoltre, mytaxi ha riportato tanti clienti a utilizzare nuovamente il servizio taxi, grazie alla qualità del servizio offerto, alla trasparenza e alla semplicità di utilizzo. Risultano, quindi, incomprensibili i motivi che spingono alcuni sindacalisti ad osteggiare lo sviluppo nel mercato delle app, chiedendone addirittura la chiusura, salvaguardando evidentemente interessi di parte e non la qualità e il futuro del lavoro dei tassisti italiani.
La posizione dei sindacati dei tassisti è quella di ritenere che “le misure del governo hanno deregolamentato il servizio pubblico dei taxi aprendo il mercato alle multinazionali e favorendo concorrenti come Uber e che sono irricevibili le proposte avanzate in particolare per quanto riguarda la territorialità e il rientro in rimessa per gli ncc (ANSA).
Il governo invece, secondo quanto affermato (sempre all’ANSA) dal vice ministro dei Trasporti, Riccardo Nencini, “intende raggiungere e regolare il mercato perché i servizi resi ai cittadini siano più efficienti e più adeguati alla domanda. E’ nostra intenzione perseguire questo obiettivo, superando le varie forme di abusivismo, regolamentando le piattaforme tecnologiche, promuovendo su base regionale i servizi Ncc“.
Insomma, come vedete le posizioni sono molto lontane ed è difficile che si arrivi, in breve tempo, ad una posizione condivisa. Pur rispettando le posizioni di tutti, doveroso, il fatto è che se tutti siamo consapevoli di un cambiamento nella vita di tutti i giorni, un cambiamento radicale che sta investendo diversi ambiti, le aziende, l’istruzione, la società, è ora che tutti si accorgano che questo cambiamento o lo si afferra come opportunità oppure finirà per travolgerci tutti, e non è detto che quest’ultima ipotesi sia un bene.
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