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Italiani e Intelligenza Artificiale, mercato e opinioni nel 2023

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L’Intelligenza Artificiale è il tema del momento, grazie all’esplosione del fenomeno ChatGPT. In Italia il mercato è in crescita, vale 500 milioni di euro; gli italiani conoscono l’AI e il 79% la ritiene positiva.

Il 2022 per il mercato dell’intelligenza artificiale è stato un anno da record, caratterizzato dai continui progressi nelle capacità delle macchine e dagli exploit di Dall-E2 e, soprattutto, ChatGPT che in poche settimane hanno coinvolto decine di milioni di utenti e mostrato al grande pubblico le potenzialità di questa tecnologia.

Per la precisione, ChatGPT dopo aver raggiunto 1 milione di utenti in soli 5 giorni, ha raggiunto poi nel mese di gennaio il traguardo di 100 milioni di utenti attivi.

E il 2023 sarà, molto probabilmente, all’insegna dell’AI con i progressi che ne seguiranno. Microsoft nei giorni scorsi ha lanciato la nuova versione di Bing, il motore di ricerca di casa Redmond, basato sull’intelligenza artificiale, con l’impegno di “offrire una ricerca migliore, risposte più complete, una nuova esperienza di chat e la capacità di generare contenuti”.

intelligenza artificiale italiani 2023

Una sollecitazione, quella di creare sempre più strette sinergie tra i motori di ricerca e l’intelligenza artificiale, alla quale non si è sottratta Google, l’azienda madre del motore di ricerca più usato nel web. Infatti, nei giorni scorsi è stato lanciato Bard il cui lancio non è stato così fortunato: un errore nella ricerca dimostrativa ha finito per provocare la perdita di 100 miliardi di valore a Wall Street per Alphabet, l’azienda madre di Google.

Fatta questa breve panoramica, veniamo all’Italia e al suo rapporto con l’Intelligenza Artificiale.

In Italia, il mercato dell’Intelligenza Artificiale nel 2022 ha raggiunto il valore di 500 milioni di euro, con una crescita di ben il 32% in un solo anno, di cui il 73% commissionato da imprese italiane (365 milioni di euro) e il 27% rappresentato da export di progetti (135 milioni di euro).

A dimostrazione dell’ormai ampia diffusione di questa tecnologia, oggi il 61% delle grandi imprese italiane ha già avviato almeno un progetto di AI, 10 punti percentuali in più rispetto a cinque anni fa. E tra queste, il 42% ne ha più di uno operativo. Tra le PMI, invece, il 15% ha almeno un progetto di AI avviato (nel 2021 era il 6%), quasi sempre uno solo, ma una su tre ha in programma di avviarne di nuovi nei prossimi due anni.

Elemento significativo è che il 93% degli italiani ha già sentito parlare di “Intelligenza Artificiale”; il 55% afferma che l’AI è molto presente nella quotidianità e circa 4 su 10 (37%) nella vita lavorativa. Non mancano però le perplessità: il 73% nutre dei timori, soprattutto sugli impatti sul mondo del lavoro, anche se solo il 19% della popolazione è fermamente contrario all’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nelle attività professionali.

Osservando meglio, si nota che il 96% degli italiani con età compresa tra 18-34 anni conosce l’AI e poi l’89% degli italiani disoccupati.

intelligenza artificiale italiani

Il 79% degli italiani ritiene, comunque, che l’Intelligenza Artificiale sia positiva, dato che cresce all’84% tra gli utenti consapevoli. Mentre solo il 5% la giudica, complessivamente, negativa. Infine, il 16% degli italiani si ritiene del tutto indifferente a questo fenomeno.

In ogni caso, la gran parte degli utenti deve ancora sperimentarne le reali potenzialità. L’esperienza quotidiana degli italiani si concentra sugli assistenti virtuali e sui sistemi di Recommendation. In particolare, i chatbot, già utilizzati dall’81%, sono ormai diffusi quasi come gli assistenti vocali (83%). Cresce l’interesse verso le raccomandazioni ricevute da motori di AI per l’e-commerce e un utente su quattro ha realizzato un nuovo acquisto online dopo averli utilizzati. 

Sono dati, questi, della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, presentata nei giorni scorsi.

Intelligenza Artificiale e mercato italiano

La quota più significativa del mercato dell’Intelligenza Artificiale italiano (34%) è legata a soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing), soprattutto per realizzare previsioni in ambiti come la pianificazione aziendale, la gestione degli investimenti e le attività di budgeting. Ma è importante anche l’area di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato, la cosiddetta Language AI (28%) a cui afferiscono le classi di soluzioni NLP e Chatbot. In quest’area vi sono, ad esempio, le applicazioni di Generative AI come ChatGPT o DALL-E2, che consentono di estrarre ed elaborare automaticamente informazioni anche da documenti come atti giudiziari, contratti o polizze, o per analizzare le comunicazioni interne o esterne (es. mail, social network, web).

intelligenza artificiale mercato italia

Al 19% si segnala poi l’area degli algoritmi che suggeriscono ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (Recommendation System). Infine, il 10% del mercato va alle iniziative di Computer Vision, che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione, e il 9% alle soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (Intelligent Robotic Process Automation).

Dal punto di vista del livello di adozione dell’Intelligenza Artificiale da parte delle aziende italiane, i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence rilevano che più di un terzo delle grandi aziende, vale a dire il 34%, si trova nell’era dell’implementazione, ossia dispone delle risorse tecnologiche e delle competenze necessarie per sviluppare e portare in produzione le iniziative di AI.

Nel restante 66% vi sono situazioni eterogenee, a partire dalle organizzazioni definite In cammino (33%), ovvero già dotate degli elementi abilitanti, ma anche aziende che non percepiscono il tema dell’Intelligenza Artificiale come rilevante, e non dispongono di un’infrastruttura tecnologica adeguata.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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