L’indagine dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali di qualche giorno fa ci dice che i musei italiani investono sempre di più sui social media, con risultati evidenti, ma investono meno in innovazione digitale. Il 57% dei musei italiani è presente sui social media, cresce in particolare la presenza su Instagram.
L’ultima indagine dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali ci riserva dei risultati molto soddisfacenti per quello che è l’uso dei social media, per comunicare e creare coinvolgimento con gli utenti, dei musei italiani. Sono risultati in crescita se li paragoniamo a quelli della ricerca dello scorso anno, infatti la percentuale dei musei che usa questi canali digitale per comunicare direttamente con gli utenti passa dal 52% del 2016 al 57% del 2017. Questi dati fanno parte di un processo, per certi versi lento, di innovazione dei musei, nel tentativo di sfruttare le nuove tecnologie, in tutti i sensi, per rendere ancora più interessante e coinvolgente l’offerta museale del nostro paese tra le più ricche al mondo.
Ma se da un lato i musei stanno investendo in comunicazione, la ricerca rileva però che sono ancora pochi i musei italiani che adottano piani di innovazione digitale per migliorare le strutture e i servizi: solo 4 musei su 10 lo fanno. Una percentuale ancora molto bassa. Offrire modalità di acquisto dei biglietti online, offrire un servizio di wi-fi, ma anche offrire un’esperienza culturale che possa essere arricchita dalle nuove tecnologie, diventa ormai necessario.
Ma passiamo a vedere più da vicino i dati della ricerca.
Dal punto di vista dei social media, come detto all’inizio di questo post, c’è un miglioramento dal punto di vista della presenza dei musei italiani su questi canali. Una presenza che è cresciuta nel tempo, lentamente, ma è cresciuta e questo è un dato che va evidenziato. Il 57% dei musei italiani oggi usa questi canali per comunicare e creare coinvolgimento, engagement.
Se diamo un’occhiata a quelli che sono i canali che vengono usati maggiormente, notiamo che Facebook resta il canale più usato, in un anno passa dal 51% al 54%; seguito da Twitter, altro canale molto amato dai musei italiani, soprattutto da quelli più grandi, che passa dal 30% al 33%, quindi una crescita del 3% analoga a quella registrata da Facebook. Ma il canale che fa registrare il livello di utilizzo più alto in un anno è Instagram che passa dal 15% al 23%, con una crescita dell’8%.
Sul tema delle figure legate alle attività sui social media, la ricerca rileva che il Social Media Manager è presente nel 59% delle istituzioni con una figura interna e nel 26% con personale esterno.
Per quanto riguarda la presenza online di circa 500 musei italiani, si può notare una leggera crescita del numero di istituzioni culturali con un sito web proprietario (43% rispetto al 42% dello scorso anno) e passi avanti si registrano anche sul fronte dei servizi che mettono a disposizione: la biglietteria online è presente nel 23% di questi (+3% rispetto allo scorso anno), il 67% ha in homepage icone per l’accesso facilitato alle pagine social dell’istituzione (+4%) e il 55% consente l’accesso alla collezione virtuale (+3%). A crescere con tasso più sostenuto è invece la presenza sui canali non proprietari: il 75% dei musei è presente su Tripadvisor (+20% rispetto a fine 2016).
Dal punto di vista dell’innovazione e dei progetti attivati, la ricerca rileva che solo il 39% delle istituzioni partecipanti alla Community ha un piano strategico formalizzato e il 19% un piano di innovazione digitale. La Comunicazione è il settore che più di altri è al centro dell’Innovazione nei musei italiani (72%), seguito dalla Fruizione (64%). Per quanto riguarda la Comunicazione e il Customer Care, le attività, come già detto, su cui le istituzioni hanno manifestato il maggior interesse nello sviluppo di progetti digitali lo sviluppo di un sistema di CRM (Customer Relationship Management) è progetto prioritario per il 43% delle Istituzioni, che lo hanno indicato come progetto di digitalizzazione futura per una migliore conoscenza del proprio bacino di utenti. Il rinnovo di sito web e canali social è il secondo ambito più indicato tra le azioni future (38%), seguito dal completamento della catalogazione della collezione per poi procedere alla sua digitalizzazione (29%), a pari merito con l’adozione di un software per una conservazione programmata di beni mobili e immobili (29%).
Le attività di monitoraggio sulla conservazione del patrimonio digitale sono assenti nel 56% delle istituzioni culturali e solo un 8% conduce attività di monitoraggio costante. Manca un orientamento strategico al tema della Conservazione digitale di lungo periodo e al Digital asset management, approcci che invece vengono descritti come i trend del futuro dagli esperti del settore, anche ricorrendo a tecnologie emergenti quali ad esempio la blockchain.
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