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Sviluppo Sostenibile, il Mediterraneo ancora indietro

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I dati del Rapporto "Sustainable Development in the Mediterranean" del Santa Chiara Lab di Siena saranno presentati domani alla presenza di Jeffrey Sachs

Mancano 10 anni al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU e l’area del Mediterraneo è ancora indietro. Ecco i dati del Rapporto “Sustainable Development in the Mediterranean” del Santa Chiara Lab di Siena che verrà presentato domani con la presenza di Jeffrey Sachs.

Il 2020 è un anno particolare, la pandemia sta sicuramente lasciando il segno in molti ambiti. Ma quest’anno ci ricorda anche che mancano 10 anni al 2030, la data in cui devono essere raggiunti i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. Una data importante quindi che merita grande attenzione.

E a proposito dell’attenzione che merita, ad oggi nessun paese del Mediterraneo è sulla strada giusta per il raggiungimento di adeguati livelli di sostenibilità. Questo dato emerge dal Rapporto 2020 “Sustainable Development in the Mediterranean – Transformations to achieve the Sustainable Development Goals (SDGs)” che domani, 12 novembre 2020 dalle ore 15.15, verrà presentato in un evento online organizzato da Sustainable Development Solutions Network for the Mediterranean Area (SDSN Med) e Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, in  diretta streaming. Alla presentazione prenderanno parte Jeffrey Sachs, fra i massimi esponenti al mondo dello Sviluppo Sostenibile e Presidente del Sustainable Development Solutions Network (SDSN); Angelo Riccaboni, Presidente del network SDSN Med; Nasser Kamel, Segretario Generale dell’Unione per il Mediterraneo, insieme alla presenza di importanti istituzioni ed esperti del settore, chiamati a confrontarsi sui risultati dello studio, le possibili soluzioni e le policies indicate dagli autori del report.

sdgs med report 2020

Il report, frutto del lavoro congiunto tra il Santa Chiara Lab – Università di Siena, il Sustainable Development Solutions Network for the Mediterranean (SDSN Med) e il Sustainable Development Solutions Network (SDSN) delle Nazioni Unite, analizza il livello di avanzamento verso gli SDGs per 24 Paesi del Mediterraneo con l’obiettivo di favorire l’attuazione di strategie e azioni comuni di trasformazione che possano concretamente portare ad uno sviluppo sostenibile della regione.

Il Rapporto 2020 ha portato alla costituzione di 6 centri geografici, definiti “Mediterranean Hubs”, suddivisi per competenze tematiche seguendo i principi dei grandi processi trasformativi delineati dal Rapporto sullo sviluppo sostenibile del 2019 realizzato da UN SDSN.

I 6 Mediterranean Hubs si occuperanno di: educazione e disuguaglianze sociali e di genere (SDSN France); salute e benessere (SDSN Spain); energia, decarbonizzazione e produzione sostenibile (SDSN Greece); cibo, suolo, acqua e mare (SDSN Mediterranean – Italy, con sede in Italia al Santa Chiara Lab – Università di Siena); città e comunità sostenibili (SDSN Turkey); rivoluzione digitale (SDSN Cyprus).

Inoltre, il Rapporto 2020 definisce un set di politiche consigliate per ciascuna delle principali sfide, una vera e propria roadmap, rivolta a governi, imprese e altri stakeholder, come cittadini, università e enti di ricerca. Con questo Rapporto il network SDSN Mediterranean si pone come attore qualificato per il supporto alle istituzioni e ai decisori politici nell’attuazione dell’Agenda 2030, dimostrando che è possibile e vantaggioso per tutti raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

I principali risultati del report Sustainable Development in the Mediterranean – Transformations to achieve the Sustainable Development Goals (SDGs)

Come dicevamo in apertura, il report non registra progressi per l’area geografica e le singole Nazioni del Mediterraneo rispetto allo scorso anno, i dati rilevati evidenziano che tutta la regione del Mediterraneo è ancora distante dal raggiungimento di tutti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Stiamo parlando di un’area molo sensibile ai cambiamenti climatici, per vulnerabilità è seconda solo alle regioni artiche, e questo rappresenta una seria minaccia per una regione storicamente complessa da un punto di vista sociale, economico e politico.

sdsn med report sdgs 2020

Il Report mette in luce una serie di criticità evidenti che coincidono con le principali sfide da affrontare: 34 in totale, ad ognuna delle quali corrisponde un insieme di azioni (150) che potranno essere attuate da governi e amministrazioni pubbliche, imprese e altri stakeholder.

Dall’analisi dei risultati emerge in particolare che:

  • Il 12% della popolazione mediterranea è a rischio di povertà con aumento di disuguaglianze sociali e di genere. 50 milioni di persone, di cui 27 milioni europei, sono a rischio di povertà e il 12% della popolazione vive al di sotto della metà del reddito medio; il mercato del lavoro è stagnante e il livello di disoccupazione è mediamente dell’11% (39 milioni di persone); la disuguaglianza di genere in termini di diritti e opportunità di emancipazione per le donne e le ragazze richiede attenzione, specialmente considerando i livelli di scolarizzazione (85% nell’area Middle East e North Africa – MENA), la partecipazione nella forza lavoro (78% Europa; 34% MENA) e nell’attività politica (numero di seggi occupati da donne: 37% Europa; 18% MENA).
  • Il 26% (circa 95 milioni di persone) della popolazione è in condizione di obesità con un generale progressivo abbandono della Dieta Mediterranea. Circa il 26% della popolazione, con quote fino al 35%, è in condizione di obesità (quasi 95 milioni di persone in totale) e si rileva un generale progressivo abbandono della Dieta Mediterranea in favore di alimenti proteici e diete a base di carne, specialmente in Europa.
  • Occorre promuovere l’adozione di pratiche agricole più sostenibili come prerogativa essenziale per migliorare la qualità del cibo. L’agricoltura è praticata con procedure spesso intensive che impiegano fertilizzanti chimici e provocano un eccesso di nutrienti nel suolo e nelle acque
  • La gestione dell’acqua è centrale e risulta seriamente compromessa dai cambiamenti climatici. I cambiamenti climatici rischiano di compromettere ulteriormente la disponibilità di acqua, specialmente nei Paesi dell’area MENA già in condizioni di scarsità di risorse idriche. Importante potenziare e diffondere tecniche di acquacoltura e incentivare il trattamento di acque reflue, insufficienti in molti Paesi; meno della metà dell’acqua utilizzata riceve un trattamento adeguato (78% Europa; 34% MENA).
  • È urgente che i Paesi adottino standard ambientali condivisi per tutelare la biodiversità, i bacini idrici e le aree marine costiere
  • La qualità dell’aria nelle aree urbane necessita di un attento monitoraggio: il 70% della popolazione vive in città ed è esposta ad alte concentrazioni di polveri sottili. La qualità dell’aria in aree urbane richiede un attento monitoraggio, specialmente considerando che oltre il 70% della popolazione mediterranea vive in città ed è frequentemente esposta ad alte densità di polveri sottili PM2.5.
  • Occorre migliorare l’accessibilità ai servizi di trasporto pubblico e la gestione dei rifiuti così come potenziare le infrastrutture digitali e garantire una più ampia accessibilità a Internet. Accesso a Internet: 80% in Europa e solo il 57% in MENA.

Ma, di fronte a questo scenario, gli esperti indicano una rodamap, ossia l’individuazione di aree su cui è necessario intervenire:

  • È auspicabile nel futuro supportare e promuovere gli SDGs a livello transnazionale, nazionale e locale. Il “Green Deal” europeo è un primo esempio di quadro operativo coerente condiviso dai Paesi europei, da prendere come riferimento per iniziative simili nell’area MENA e per la definizione di una strategia comune per la sostenibilità nel Mediterraneo
  • I governi e le autorità pubbliche dovranno attuare nuove normative e protocolli di controllo, programmi e piani settoriali e sostenere la cooperazione pubblico-privato attraverso investimenti e incentivi economici
  • I centri di ricerca possono svolgere un ruolo cruciale per indirizzare le scelte e sviluppare meccanismi per il coinvolgimento degli stakeholder, fondamentali per coinvolgere varie parti sociali e costruire un ampio consenso intorno ai processi di trasformazione necessari
  • Le imprese saranno chiamate a modificare la loro mission, organizzando le attività in funzione di una maggiore sostenibilità che diventerà requisito indispensabile per i mercati. Aumentare le performance ambientali e sociali lungo le filiere produttive diventerà un fattore competitivo che progressivamente trasformerà il mercato da un’economia lineare a un’economia circolare
  • Lo sviluppo del digitale potrà assicurare un’ampia accessibilità ai servizi di base e sostenere iniziative di business. Maggiori sistemi di tracciabilità e trasparenza sulle fonti di informazioni andrebbero a vantaggio di una maggiore equità e sicurezza per utenti e consumatori
  • I Paesi ad alto reddito spesso causano forti effetti di spillover in termini socioeconomici e ambientali. L’attuazione degli SDGs da parte dei singoli Paesi non dovrebbe ostacolare quella degli altri. Le partnership internazionali assumono un’importanza centrale per il coordinamento delle azioni a livello transnazionale e per la condivisione di una roadmap comune per la sostenibilità nella regione mediterranea.

Questi i link dove seguire la diretta domani, che vi consigliamo di seguire, dalle ore 15.15:

L’hashtag per poter interagire durante lo streaming è #SDGMedReport.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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