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Il Web in Italia? Un Posto Pericoloso

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Ma veramente il web e i bloggers in generale in Italia possono costituire un problema? Purtroppo la risposta sembra essere di si. Ma soprattutto questa considerazione è generata dall’ignoranza verso le nuove tecnologie nel nostro paese. Lo dice Luca Sofri in un suo articolo su The Huffington Post.

Ormai da giorni, da mesi anche, sembra che nel nostro paese si voglia colpire il Web in maniera diretta e anche indiretta. Mentre il altri paesi il web contribuisce a migliorare i rapporti in generale, a velocizzare i rapporti con le istituzioni pubbliche, a formare una nuovo modo di fare informazione, più veloce, indipendente e dinamica, a migliorare le relazioni sociali. Ebbene tutto questo nel nostro paese non viene riconosciuto fino in fondo, altrimenti non si spiegherebbero queste continue mortificazioni proprio ai danni del web e dei blogger italiani. Venerdì scorso su The Huffington Post, il blog di Arianna Huffington famosissimo in Usa anche per aver sostenuto la candidatura di Obama alle recenti elezioni presidenziali, è apparso un articolo di Luca Sofri dal titolo “In Italy, the Web is Going to Be a Really Dangerous Place”, abbastanza eloquente sulla situazione attuale. Anche in questo blog ho trattato dell’argomento qui e qui a proposito delle ultime vicende che hanno riguardato alucni provvedimenti inseriti nel disegno di legge sulla sicurezza. Luca Sofri dice che i nostri politici e i media in generale sono ignoranti riguardo a internet e alle nuove tecnologie. E che la cosa di cui si parla di più in questo periodo è Facebook. Impossibile dargli torto. Anch’io ho parlato spesso di Facebook, lo so, ma ho sempre cercato analizzarlo a fondo per verificare le potenzialità, che sono tante. Rimane un eccellente luogo di condivisione, questo sì.

Il decreto sulla Sicurezza, come sappiamo, prende di mira esageratamente i blogger, in virtù del principio di voler perseguire crimini efferati, come la pedofilia o l’inneggiare alla Mafia come è accaduto su Facebook, senza tener conto che i provvedimenti contenuti nel decreto colpirebber tutti i blogger senza distinzione, minando pesantemente la libertà di poter esprimere il libero pensiero. Come continua Sofri, in Italia “i blogger non stanno combattendo contro una dittatura come quella del Myanmar, ma stanno contrastando l’ignoranza e l’arroganza” che padroneggia tra i nostri politici. Sottoscrivo pienamente queste parole, come credo la gran parte di bloggers ma anche tutti coloro che vedono nel web n modo per poter crescere.

E ribadisco una domanda rivolta a tutti i politici. Come mai negli Usa Obama vince le elezioni presidenziali con l’aiuto fondamentale del Web e in Italia invece si tende ad ignorarlo, o piuttosto a mortificarlo? Sarei ben felice di ospitare su questo blog l’opinione di chiunque voglia controibuire al dibattitto, politici compresi.

(ringraziamento particolare a Patrizia Filippetti per la segnalazione)

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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