Adesso Facebook e tutti gli altri social network se usati durante le ore di ufficio fanno bene, anzi aumentano la produttività degli impiegati secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori dell ‘Università di Melbourne
Secondo uno studio australiano, usare Facebook, Twitter e i social network in generale durante l’orario di lavoro aumenta la produttività. Lo annuncia l’Università di Melbourne, la quale afferma che l’aumento di efficienza di coloro che usano Internet sul lavoro per ragioni personali rispetto a coloro che non lo fanno è pari al 9%.
“Le aziende spendono milioni in software per impedire ai loro dipendenti di guardare video, usare siti di social networking o di shopping online col pretesto che causi una perdita di milioni in termini di produttività” spiega l’autore della ricerca, Brent Coker, concludendo: “Non è sempre così. Pause brevi e non intrusive, come una rapida occhiata a internet, aiutano la mente a riposare, portando ad una concentrazione sul lavoro maggiore nell’arco di una giornata, e come risultato, aumentano la produttività”. Lo studio è stato effettuato su 300 lavoratori, il 70% dei quali usa Internet al lavoro per distrarsi.Tra le attività più diffuse come passatempo, cercare informazioni sui prodotti, leggere siti di notizie, giocare online e guardare video su YouTube.
Qualche tempo fa avevo riportato anche la notizia che alcune aziende anche italiane invece avevano intrapreso la strada di vietare in azienda la navigazione su Facebook proprio dai computer usati dagli impiegati perchè temevano che venissero distratti dai vari social network visitati. E anche di recente, sempre da uno studio di ricerca condotto dalla scienziata Susan Greenfield, si è diffusa l’idea che un utilizzo eccessivo di siti del genere faccia male. Ma allora, a chi dobbiamo credere? Al dottore australiano o alla baronessa britannica? Di sicuro diamo retta a noi stessi e al nostro modo di saper gestire il proprio tempo sul web, e se ci capitasse anche al lavoro di navigare su Facebook, allora adesso lo faremo ancora più volentieri. Restiamo comunque in attesa di conoscere un nuovo studio a riguardo.