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Ecco cosa perderebbe il Giornalismo se Twitter sparisse

Se Twitter dovesse davvero sparire, cosa molto improbabile (ma tutto è possibile), ecco cosa perderebbe il Giornalismo, e non solo.

Dalle ultime notizie, sembra che il Big Bang di Twitter stia arrivando. Il Washington Post ha ormai stabilito che Musk sta letteralmente aprendo le porte dell’Inferno. Il riferimento, quasi dantesco, è all’iniziativa del nuovo proprietario di riabilitare quegli account che erano stati sospesi per spam.

Platformer parla di 62 mila account con più di 10 mila follower e c’è un account, altri dicono più di uno, con oltre 5 milioni di follower. Una situazione che potrebbe in effetti mettere in difficoltà i già pochi dipendenti rimasti all’interno della società.

E nonostante tutto, Elon Musk continua la sua narrazione che questo sia il momento di uso più alto di Twitter nella storia. Con un engagement crescente e con oltre 2 milioni di nuovi account al giorno. Senza fornire fonti reali.

Numeri che in parte si spiegano con le iniziative di Musk di riabilitare account sospesi a vario titolo, iniziative che continuano a far storcere il naso a molti utenti della piattaforma.

Una doverosa premessa questa, perché il nostro focus in realtà è un altro.

twitter giornalismo

Posto che davvero Twitter non rischia di sparire, almeno per il momento e sempre che davvero Elon Musk non intenda inimicarsi Apple, e poi Google, ci siamo chiesti, e siamo sicuri di non essere i soli, cosa succederebbe al giornalismo se davvero Twitter non ci fosse più.

Come abbiamo tante volte detto (e lo ripetiamo ogni venerdì alle 18:30 su Twitter Spaces) è difficile che Twitter possa essere replicato, nonostante le tante alternative che stanno emergendo, giustamente in questo periodo.

Ed è per questo che è giusto chiedersi cosa mancherebbe al giornalismo se Twitter sparisse davvero.

Nieman Lab, il progetto di Harvard per il giornalismo, ha provato a mettere in fila alcuni elementi a cui ci siamo ispirati.

Intanto, verrebbe a mancare il flusso di notizie in tempo reale. E quando si dice “tempo reale” lo si intende nel senso letterale del termine. Quasi sempre Twitter è il luogo in cui la notizia viene condivisa e prende sempre più forma con il passare dei minuti. Da ormai oltre 10 anni, Twitter è la piattaforma delle notizie in tempo reale. Basti pensare a come i giornalisti, i blogger e influencer stanno raccontando, e spiegando, su Twitter il modo in cui Elon Musk usa la piattaforma per comunicare le due idee e decisioni, con screenshot in evidenza. Ma di esempi se ne potrebbero fare all’infinito.

Se Twitter sparisse verrebbe a mancare il ruolo in cui reperire, in maniera rapida, fonti e ricerche. Questa piattaforma viene usata er condividere risultati di analisi e ricerche, dati preziosi per i giornalisti e tutti coloro che si occupano di informare in maniera precisa fornendo dati concreti. La piattaforma, come sappiamo, offre l’accesso a fonti accademiche nella modalità che altre piattaforme non saprebbero garantire.

Sebbene qualche settimana fa avevamo messo in guardia rispetto all’uso dei DM, in relazione alla condivisione di dati sensibili per il fatto che la modalità non è ancora dotata di crittografia E2E (end-to-end) anche se forse lo sarà presto, i messaggi privati su Twitter sono una modalità di contatto diretto formidabile.

Quando si vuole contattare qualche personaggio per approfondire un tema specifico, la modalità dei DM diventa quasi più veloce dell’invio di una e-mail. Poi meglio non condividere lì il numero di telefono. Ma certo diventa una modalità molto rapida.

Altra caratteristica interessante di Twitter, che rischieremmo di non avere più, è la capacità di offrire una visione più o meno completa, e più o meno aggiornata, della persona che si sta cercando. Potremmo dire che Twitter rappresenta una vera directory, una cartella dove ci sono tutti i link delle persone che cerchiamo. Quasi meglio di LinkedIn (e su questo tanti storceranno il naso).

E poi, se Twitter dovesse sparire si perderebbe, come in parte dicevamo prima, quel racconto in tempo reale, quella modalità di condivisione, di racconto, appunto in real time, che è difficile avere, e realizzare, su altre piattaforme. Si tratta di una modalità preziosa per i giornalisti come per i blogger e per tutti coloro che vogliono informare. Raccontare attraverso dei tweet cosa sta accadendo in quel momento, in quel dato luogo mentre tutti quelli potenzialmente interessati non possono esserci. Quel racconto, supportato da un hashtag per dare vita ad un flusso di informazioni dedicate, con immagini e/o video, rende unica quella modalità.

Ecco, pensate ad una conferenza stampa del governo, al racconto di un grande evento sportivo, al racconto di un grande evento culturale o, semplicemente, al racconto in tempo reale di qualcosa che sta accadendo in quel momento assolutamente imprevisto.

Pensate anche agli eventi dedicati ai social media, a quanti momenti di conoscenze e competenze condivisi con le persone che vi seguono e che attraverso quella condivisione hanno imparato qualcosa in più.

Se Twitter dovesse sparire, sparirebbe anche tutto questo. Per i giornalisti e non solo.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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