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Elon Musk comincia a dare forma alla sua idea di Twitter

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Da ieri ha cominciato a prendere forma l’idea che Elon Musk ha di Twitter, una piattaforma aperta a tutti con moderazione alleggerita lasciando voce anche agli utenti. Intanto sono altri 1.200 i dipendenti che hanno lasciato l’azienda.

Sin da quando abbiamo iniziato a seguire tutta la vicenda Elon Musk e Twitter, da aprile di quest’anno ormai, ci siamo sempre chiesti quale fosse la sua idea di Twitter. Ebbene, dopo l’acquisizione chiusa il 27 ottobre, il fondatore della Tesla sta cominciando a plasmare Twitter come la intende lui. E, per la verità, non c’è nulla di nuovo o di cui meravigliarsi.

Elon Musk non ha mai dettagliato come intendesse lui Twitter, nascondendosi sempre dietro all’intento generico di farne “una piazza libera per tutti”. Un intento che ha portato con sè sempre la stessa domanda, ma perché Twitter non era aperto a tutti?

In realtà, la sua idea di “aperta a tutti” trova spiegazione nel suo tweet di ieri sera, ora italiana. Quel tweet potrebbe essere l’inizio della spiegazione di ciò che vuole fare. In buona sostanza, un programma su ciò che diventerà Twitter, forse, a breve.

elon musk idea twitter

Nel tweet Elon Musk scrive: “La nuova policy di Twitter prevede la ‘libertà di parola’, ma non la libertà di accesso. I tweet negativi/di odio saranno al massimo depotenziati e demonetizzati, quindi niente pubblicità o altre entrate per Twitter. Non troverete il tweet a meno che non lo cerchiate specificamente, il che non è diverso dal resto di Internet“.

A questo tweet è seguito poi quello in cui Musk ha annunciato il reintegro sulla piattaforma di Kathie Griffin, Jorden Peterson e Babylon Bee. Giusto per spiegare chi sono questi personaggi che forse non tutti conoscono, bisogna dire che due dei tre due dei tre account sono stati bannati a causa di tweet in cui si parlava in maniera sbagliata di persone trans.

Peterson è stato bannato a luglio per un tweet in cui parlava dell’attore trans Elliot Page, sollevando un caso di “deadnaming”, motivo per cui l’account venne sospeso. Nel tweet era infatti scritto “Vi ricordate quando l’orgoglio era un peccato? A Ellen Page è stato rimosso il seno da un medico criminale“. The Babylon Bee è stato bannato, nel marzo scorso, per un tweet simile in cui si parlava male di Rachel Levine, una donna trans che attualmente ricopre la carica di assistente segretario alla Sanità degli Stati Uniti. In particolare, The Babylon Bee era uno degli organi di informazione citati nei messaggi di Musks, resi noti nell’ambito del processo in cui era stato citato da Twitter. Quello scaturito dal suo intento di provare ad abbandonare l’accordo di acquisizione iniziale.

Il terzo account, quello della comica Kathy Griffin, era stato bannato una decina di giorni fa nell’ambito della campagna di Musk contro le imitazioni. In un tweet Kathy Griffin aveva impersonato Musk sulle elezioni di metà mandato a seguito del quale, Musk aveva detto che la Griffin sarebbe stata riammessa sulla piattaforma se avesse pagato gli 8 dollari per Twitter Blue.

Ricordiamo che adesso Twitter Blue è sospeso e che dovrebbe essere riattivato dal prossimo 29 novembre.

Ora, a seguito dei due tweet, la veloce considerazione che si può fare è che questi reintegri sono la rappresentazione quasi plastica di quello che sarà Twitter prossimamente. E cioè un luogo dove ognuno potrà scrivere quello che vuole, dove le operazioni di monitoraggio e moderazione saranno di molto alleggerite e, sempre seguendo l’intento del nuovo proprietario, nelle decisioni una voce l’avranno anche gli utenti.

Per rendere ancora più chiaro questo intento, l’occasione ce la offre proprio Musk.

Qualche ora dopo la pubblicazione del tweet in cui ha annunciato i reintegri di cui molto si è discusso, ha avviato un sondaggio pubblico su Twitter chiedendo agli utenti se sono d’accordo o meno a reintegrare l’account di Donald Trump, sospeso da Twitter, e non solo, a seguito degli eventi di Capitol Hill di inizio 2021.

Al momento i votanti sono più di 8,4 milioni di voti e i Sì sono il 52,7% (in calo) e i No sono il 47,4%. In pratica, Musk sta dimostrando che cosa significa dare voce agli utenti, cosa che verrà certamente più dettagliata e strutturata, provando a far passare questo sondaggio su un personaggio molto discusso, al centro adesso di una indagine negli Usa, come una decisione degli utenti. Da questo sondaggio, qualunque sia l’esito, potrà dire che la decisione è stata presa da chi usa Twitter.

Vedremo come andrà.

Ma tutto questo arriva al termine di un’altra giornata molto pesante per Twitter perché l’esodo dei dipendenti continua.

Negli ultimi giorni, da giovedì, sono state orma più di 1.200 persone che hanno deciso di abbandonare Twitter invece che continuare a lavorare per Musk dopo il suo ultimatum con cui aveva chiesto una modalità hardcore per costruire quello che Musk definisce “Twitter 2.0”.

Tenendo conto che la prima ondata di licenziamenti aveva ridotto il personale dai 7.500 iniziali ai 3.700, sottraendone altri 1.200, le persone che adesso lavorano in Twitter sono 2.500. Quasi il 70% in meno, senza considerare tutti i contratti annullati ai vari collaboratori esterni.

Ci si chiede se questo possa apportare dei disagi sulla piattaforma, venendo a mancare figure centrali per la gestione tecnica della piattaforma. E di disagi ce ne sono segnalati da ieri più del solito, anche con una serie di down della piattaforma, una situazione molto rara. In alcuni casi, delle funzionalità ieri funzionavano a singhiozzi e alcuni tweet non venivano visualizzati correttamente.

A questo proposito, vi invitiamo ad ascoltare lo spazio di ieri, ancora una volta su questo tema.

 

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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