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Ecco ChatGPT Agent, come usarlo e a cosa serve

Con il lancio di ChatGPT Agent, OpenAI apre una nuova fase della sua intelligenza artificiale: quella dell’azione autonoma. Si tratta di un agente che legge, decide, agisce. E cambia il nostro rapporto con il web.

La presentazione era nell’aria, anzi era attesa avendo più volte OpenAI sostenuto che il lancio sarebbe stato entro l’estate. E così è stato.

Ieri sera ora italiana, 17 luglio 2025, OpenAI ha presentato ufficialmente ChatGPT Agent, una nuova funzione integrata nel servizio ChatGPT che segna un passaggio decisivo nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa. Ma non si tratta soltanto di un aggiornamento: è l’inizio di una fase in cui i modelli di AI non si limitano più a rispondere, ma agiscono. Non solo generano, ma operano.

Con questo rilascio, OpenAI introduce una forma concreta di Agent AI, sistemi progettati per compiere azioni autonome all’interno di un ambiente digitale per conto dell’utente.

È un cambio di paradigma che modifica il nostro modo di interagire con la tecnologia, di lavorare. Ma anche di interagire con il web, con le nostre solite operazioni online.

Ecco ChatGPT Agent, come usarlo e a cosa serve
Ecco ChatGPT Agent, come usarlo e a cosa serve

Cosa fa ChatGPT Agent

ChatGPT Agent è un’estensione del modello GPT-4o che permette all’IA di eseguire compiti complessi in autonomia. Non ci troviamo più davanti a un assistente passivo che attende istruzioni dettagliate.

L’utente fornisce un obiettivo e l’agente lo raggiunge eseguendo una sequenza di azioni logiche, concatenate, spesso multi-step.

In pratica, l’agente può:

  • navigare sul web (leggere pagine, cliccare link, accedere a contenuti);

  • scrivere e inviare email tramite Gmail;

  • aggiornare file su Google Drive;

  • compilare moduli, completare registrazioni, eseguire prenotazioni;

  • utilizzare strumenti di produttività (fogli di calcolo, calendari, presentazioni);

  • eseguire codice, interagire con terminale e browser.

Il tutto avviene in background, mentre l’utente può continuare a lavorare o semplicemente attendere un aggiornamento.

ChatGPT Agent tiene memoria del contesto in cui sta operando, sa riprendere una conversazione interrotta e, soprattutto, è in grado di auto-correggersi. Infatti, se un passaggio dovesse fallire, proverebbe a risolverlo autonomamente prima di chiedere supporto.

Come funziona: Deep Research e Operator

La forza di ChatGPT Agent si basa su due componenti già noti, ora unificati e potenziati:

  • Operator: consente al modello di interagire con strumenti esterni, simulando una vera interfaccia grafica, cliccando, compilando, navigando all’interno di un ambiente controllato.

  • Deep Research: è la modalità che permette all’agente di eseguire ricerche complesse su web, raccogliendo, filtrando, valutando le informazioni trovate, con una logica orientata al risultato e non più alla singola risposta.

Si tratta quindi di una struttura ibrida, dotata di un “computer virtuale” che opera autonomamente: può accedere al browser, al terminale, a file locali e a integrazioni cloud. E soprattutto può “lavorare per te” mentre l’utente è impegnato su altro.

Chi può usarlo e come accedervi

La funzione è disponibile da subito per gli utenti ChatGPT Pro. Sarà rilasciata progressivamente anche per i piani Team, Enterprise e Education. Gli utenti del piano Plus potranno testarne alcune funzionalità a capacità limitata (come già accade con GPT-4o), mentre l’uso completo sarà possibile su richiesta o tramite aggiornamento dell’abbonamento.

Va detto che, per ora, l’uso dell’agente è soggetto a limiti di prompt mensili (fino a 400 per il piano Pro), e alcune funzionalità, come l’accesso a file esterni o API private, richiedono autorizzazioni esplicite.

Per l’abbonamento Plus il limite dei prompt mensili è 40.

Cosa cambia per il lavoro (e per il web)

L’impatto di ChatGPT Agent sul lavoro quotidiano è potenzialmente enorme. Significa poter automatizzare task ripetitivi (report, e-mail, organizzazione); delegare flussi complessi (prenotazioni, gestione documenti, confronto offerte); risparmiare tempo su attività a basso valore aggiunto; gestire azioni tra più strumenti senza doverli aprire manualmente.

Ma l’effetto più interessante, in questo contesto, riguarda il web stesso.

Con ChatGPT Agent, diventa possibile che una porzione significativa del traffico web sia generata da agenti automatizzati, che leggono, valutano, cliccano, e persino comprano, al posto nostro.

Per i siti web significa, quindi, riconsiderare l’ottimizzazione dei contenuti (dal punto di vista SEO); introdurre meccanismi di autorizzazione selettiva (robots.txt, API, autorizzazioni granulari); confrontarsi con un nuovo tipo di utente operativo.

Nel senso che fa azioni di lettura dei contenuti da una pagina, click su altri link, compilazione di moduli. Tutte azioni che faremmo noi e che da oggi si possono “delegare”.

Agent AI, passaggio da modello a sistema

L’idea di “Agent AI” non è nuova, ma con questo lancio assume una forma finalmente tangibile. Gli agenti non sono più prototipi in ambienti di ricerca, ma strumenti operativi pronti a entrare nella quotidianità di professionisti, aziende e privati.

Un Agent AI è, per definizione, un’entità:

  • orientata a uno scopo (goal-oriented);

  • capace di pianificare e agire;

  • dotata di memoria temporanea;

  • in grado di interagire con ambienti e strumenti esterni;

  • responsabile di portare a termine una sequenza di azioni anche complesse.

Non parliamo solo di automazione. Parliamo della capacità di ragionare, decidere e adattarsi. E, in prospettiva, parliamo anche di un primo passo verso l’intelligenza artificiale come compagno operativo, che affianca l’uomo nelle decisioni e non solo nella scrittura.

Tra opportunità e nuove responsabilità

È inevitabile che un salto di questa portata comporti anche nuove sfide. Le principali riguardano sicuramente la sicurezza e supervisione. ChatGPT Agent richiede conferme per procedere con azioni sensibili, ma la responsabilità resta dell’utente. Trasparenza: gli agenti devono poter essere tracciati, monitorati, eventualmente bloccati; serve quindi una grande dose di fiducia e capacità di controllo.

Accesso ai dati, gli agenti leggono e analizzano informazioni. Ma dove finiscono questi dati? Chi li gestisce? Per quanto tempo?

Siamo di fronte ad una svolta

Con ChatGPT Agent, OpenAI porta l’intelligenza artificiale in una nuova fase. Quella dell’azione autonoma, della possibilità di delegare attività cognitive, dell’automazione adattiva. Un modello che non si limita a pensare, ma adesso agisce.

Siamo di fronte, o meglio iniziamo ad essere di fronte, ad una nuova forma di interazione uomo-macchina, in cui l’AI non è più solo un’interfaccia, ma diventa un’entità attiva nel nostro ecosistema digitale.

E questo inizia davvero a cambiare tutto. Il lavoro, il web, la produttività, persino la fiducia nei sistemi.

Evidentemente questo è solo un primo passo, vedremo come tutto questo evolverà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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