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Hashtag e Social Media, ecco come usarlo su Twitter e sulle altre piattaforme

L’hashtag su Twitter è ormai un modo per personalizzare la propria comunicazione e renderla più efficace. Diventa importante usarlo nella propria strategia di contenuti, di visibilità del brand e di personal branding. E sulle altre piattaforme? Vediamolo insieme.

Ieri abbiamo celebrato l’Hashtag Day che su Twitter è ormai presente da 13 anni, da quando Chris Messina lo usò per la prima volta in un suo tweet (quando ancora erano da 140 caratteri) scrivendo #barcamp. Anche se poi il primo utente ad usare questa forma, ossia parola contrassegnata da cancelletto, è stato Nate Ritter, qualche mese dopo , sempre nel 2007.

Certo, lo scriviamo subito e lo ribadiamo ancora una volta, l’hashtag non è nato su Twitter, era già usato dalla fine degli anni ’80 per dare vita a delle stanze di discussione su IRC, la piattaforma antesignana delle moderne chat.

Ma possiamo ben dire che Twitter è la piattaforma che meglio di altre ha saputo sfruttare la possibilità che permette il “cancelletto”, ossia quella di catalogare attorno ad una determinata parola tutte le discussioni. Non è molto diverso da quello che era l’uso su IRC, se ci pensate, solo che su Twitter su quella determinata parola possono discutere tutti gli utenti.

hashtag social media franzrusso.it 2020

L’hashtag ha finito per essere in questi anni l’elemento distintivo di Twitter perché, proprio per la sua brevità, il cancelletto è riuscito a dare la possibilità di ampliare alcuni temi e alcuni concetti. Ma non solo. Già, perché c’è una caratteristica ben più importante che proprio su Twitter è diventata basilare.

E cioè che grazie all’hashtag è possibile personalizzare la comunicazione. Se è vero che l’hashtag ha cambiato il modo di comunicare, è anche vero che l’hashtag permette di aggiungere qualcosa in più. Permette alle aziende, ai professionisti, agli utenti di realizzare un termine distintivo, una parola che può essere usata per farsi “riconoscere”. Banalmente potremmo definirla una sorta di etichetta, ma è molto di più.

Pensate poi alle campagne adv, agli eventi (quando si potevano fare in presenza, ma anche online), sempre caratterizzati da un hashtag. Questo per meglio indicare quella specifica conversazione agli utenti, per seguirla e conoscere meglio l’argomento di cui si parla in quel momento. “In quel momento“, ecco una caratteristica che Twitter ha in più rispetto alle altre piattaforme, il racconto in tempo reale di un evento grazie ad uno specifico hashtag. Perché Twitter, meglio di altre, è la piattaforma per raccontare ciò che avviene in tempo reale e permette agli utenti di sapere cosa sta avvenendo proprio grazie al cancelletto.

Su questa “strategia” chi scrive ci lavora ormai da anni insieme ad un team di professionisti di altissimo livello, proprio per mettere meglio in risalto gli eventi delle aziende, valorizzarli e renderli più proficui, riuscendo a fornire loro dati e informazioni su cui lavorare in seguito.

Hashtag Day, Twitter celebra i 13 anni del cancelletto

Quello che vorremmo fare, a questo punto, dopo questa introduzione doverosa, era una breve panoramica sulle piattaforme che oggi permettono l’utilizzo degli hashtag e cercare di ottimizzarli al meglio.

Intanto, meglio fissare alcune regole di base per confezionare il proprio hashtag.

  • La parola che viene dopo il cancelletto deve essere senza punteggiatura, in generale, trovate qualche forma poco utile utilizzando il tasto “underscore” (_), es. #social_media.
  • Meglio usare sostantivi e non ripetere nel contenuto la parola che viene determinata dal cancelletto.
  • Andate alla ricerca del vostro hashtag che meglio spiega cosa fate e di cosa vi occupate. Ad esempio #socialmedia è molto usate con milioni di conversazioni, per emergere dovete costruire attorno ad esso tutta la vostra strategia di contenuti. Se usato spesso, se usato nelle vostre conversazioni, allora pian piano riuscirete ad imporvi e ad essere visibili.
  • Se avete bisogno di qualche suggerimento, potete dare un’occhiata su Hashtagify o su RiteTag che vi offre una panoramica degli hashtag correlati. Ma potete verificare voi stessi sulla piattaforma di riferimento, quella su cui andrete ad operare. Ad esempio su Twitter provate a generare il vostro hashtag e verificare se già in uso, e da quando tempo, o se “libero”, in quel caso fatelo subito vostro cominciando ad usarlo e a farvi riconoscere.
  • Un buon hashtag, usato a dovere, diventa un prezioso strumento di analisi delle conversazioni.

Gli Hashtag su Twitter

Come detto, su Twitter l’hashtag compare 13 anni fa. Diventato simbolo dell piattaforma, permette agli utenti, alle aziende, ai professionisti di “personalizzare” la propria comunicazione.

Intanto, meglio non abusarne, come spesso accade. Ricordate sempre che infarcire tweet di hashtag, specie se non correlati con il tema trattato nella conversazione e nel tweet, viene letto dalla piattaforma come spam. Di conseguenza, otterrete il risultato opposto. Meglio usarne fino ad un massimo di 5 (meglio sarebbe stare su 2/3). Un tweet con hashtag ottiene il 90% in più di interazioni, se infarcito di hashtag l’engagement sarebbe pari a zero.

Da non sottovalutare gli hashtag del giorno (#24agosto ad esempio) e quelli geografici (#Bologna), aiutano a connotare meglio la conversazione essendo molto usati.

Se usato bene l’hashtag, per raccontare un evento o suggellare meglio un momento, può arrivare in poco tempo in trending topic, il che non significa dare a questo momento una caratteristica meramente “vanity” (in parte lo è), significa portare a conoscenza a più persone possibili, coinvolgendole, il proprio argomento.

Gli Hashtag su Instagram

Se c’è una piattaforma che, dopo Twitter, riesce a valorizzare meglio gli hashtag, questa è proprio Instagram. Anche su questa piattaforma gli utenti, le aziende, gli influencer, i professionisti hanno bisogno di creare una conversazione quanto più mirata rispetto al loro ambito proprio usando il cancelletto. E Instagram premia tutto questo.

Intanto diciamo che è una delle poche piattaforme che permette un uso “generoso” degli hashtag all’interno dei post, se ne possono usare fino ad un massimo di 30. Significa che se ne usate di più e spesso, Instagram annullerà la visibilità al post e quindi verrete sottoposti ad una sorta di “shadow ban”. Siccome 30 sono una massa enorme, forse sarebbe meglio fissare un numero più basso e usare hashtag quanto più vicini al tema del contenuto e a quello che vi occupate.

Per le aziende, quindi per tutti i profili business, Instagram mette a disposizione tutta una serie di strumenti per migliorare l’uso degli hashtag, ma potete sempre cercare all’interno della piattaforma in “Cerca”, quello che fa al caso vostro e quelli più popolari.

Qui qualche utile suggerimento https://business.instagram.com/blog/how-to-get-discovered-on-instagram

Inoltre, dal 2017 Instagram offre agli utenti la possibilità di seguire gli hashtag, modalità molto utile. E non dimenticate che gli hashtag sono molto utili anche nelle Stories, se ne possono usare fino ad un massimo di 10, anche qui meglio usarne di meno e più efficaci, per dare ancora più visibilità ai propri contenuti effimeri.

Gli Hashtag su TikTok

TikTok, piattaforma del momento, per tanti motivi, ultimo dei quali per il fatto che presto potrebbe essere bannata dagli Usa, a meno che qualcuno non riesca a comprare le sue attività sul territorio americano. E la lista dei possibili compratori, dopo Microsoft, si allunga.

Ovviamente, anche su TikTok gli hashta sono molto utili per tanti usi. Per scoprire argomenti, per le challenge e lanciarne di nuove. Anche qui, come su Instagram, è possibile scoprire quelli più rilevanti e anche qui usare l’hashtag serve a farsi riconoscere, a rendersi visibile.

Considerando la brevità dei caratteri a disposizione, e considerando che non vi è un limite specifico per l’uso di hashtag, è sempre meglio non abusarne. In teoria, se ne potrebbe usare una trentina, ma meglio stare su numeri inferiori.

Gli Hashtag su LinkedIn

Dopo Twitter e Instagram, le due piattaforme che meglio permettono di attuare una sorte di “hashtag strategy“, anche LinkedIn da qualche anno sta cominciando a spingere sul cancelletto. La piattaforma di social media business, di proprietà di Microsoft, permette di usare parole chiavi anticipate dal cancelletto per meglio spiegare il proprio contenuto. Attenzione, “spiegare” non è usato a caso, perché la piattaforma su questo è abbastanza rigida. L’hashtag deve essere correlato strettamente al contenuto e se ne possono usare fino ad un massimo di 3 (c’è chi dice fino a 5, ma meno è meglio e se ne usate di più il post verrà contrassegnato come spam), che vadano a definire meglio ciò che è trattato nel post.

Anche qui gli hashtag geografici, o locali, assumono significato, usateli per identificare meglio l’evento della vostra azienda, ad esempio.

Come visto su Instagram, anche LinkedIn permette agli utenti di seguire gli hashtag, li potete cercare allo stesso modo di quando cercate un utente o una specifica professione.

Gli Hashtag su Facebook

Già a leggere il titolo di questo paragrafo, immagino molti di voi molto perplessi, ma aspettate prima di andare via e abbandonare questo post, è utile sapere qualcosa anche su Facebook.

Come sapete, gli hashtag si possono usare anche su Facebook ma, tra tutte le piattaforme, questa è quella che peggio valorizza il cancelletto. Nel senso che esiste una struttura per poterli valorizzare, solo che l’algoritmo non li premia a dovere. Anche se proprio di recente, scrivendo una parola anticipata da cancelletto, Facebook comincia a suggerirne qualcuno.

Ma nonostante questo sforzo, il risultato non cambia.

Allora possiamo solo dire che su Facebook non serve a niente infarcire il post si hashtag sperando in un miracolo, meglio usarne 1, al massimo 2, che sia strettamente legato all’argomento. Va bene usare anche gli hashtag geografici, anzi questi performano meglio di altri. Su tutto il resto, meglio aspettare ancora qualche anno.

Gli Hashtag su Pinterest

Come sapete certamente, gli hashtag si possono usare anche su Pinterest, anche se, non avendo possibilità di monitorare in modo analitico questa piattaforma, in realtà non si ha ben chiara quale sua la loro efficacia.

Sicuramente gli hashtag tornano utili per la descrizione di un pin, ma attenzione anche qui perchèé un uso eccessivo delle parole con cancelletto viene segnalato dall’algoritmo come spam, e quindi niente visibilità.

Gli Hashtag su YouTube

Prima di lasciarvi, non potevamo non menzionare la piattaforma video più usata al mondo, il secondo sito più visitato dopo Google. Ecco, su YouTube gli hashtag servono a descrivere meglio il contenuto e si possono usare anche nei titoli. Se è vero che gli hashtag possono aiutare alla visibilità dei video postati, è anche vero che abusarne, come abbiamo visto anche su tutte le altre piattaforme, è invece dannoso.

Secondo YouTube “se un video ha più di 15 hashtag, tutti gli hashtag di quel video saranno ignorati“, ecco, fissate bene questa regola. E fate attenzione anche a questa regole, se gli hashtag non sono allineati al tema del video, o se sono fuorvianti, questo non solo penalizzerà la visibilità del video, ma porterà anche alla rimozione dello stesso. Quindi fate molta attenzione ad usare gli hashtag nei vostro video.

Ecco, questo è la nostra breve panoramica su come usare gli hashtag, nel 2020, sulle piattaforme social media per meglio sfruttarli nella propria strategia di contenuti, nella propria strategia di brand awareness e di personal branding.

Se avete suggerimenti o altre indicazioni, siamo qua. E intanto fateci sapere cosa ne pensate.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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3 Commenti

  1. Ho trovato questo articolo molto interessante!
    Considerando che le regole e le modalità di utilizzo sono diverse per ogni Social Network, ho apprezzato moltissimo che l’articolo fosse suddiviso in paragrafi dedicati ad ognuno.

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venerdì, 29 Marzo, 2024

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