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Trump si vendica con l′addio all′immunità legale per i social media

La modifica del Communications Decency Act, e del “Section 230”, da parte di Trump suona come una vendetta verso Twitter e tutte le piattaforme social media. Sarà il caos nei tribunali federali, le piattaforme rischiano di diventare de censori. E intanto Twitter segnala, ma non elimina, un altro Tweet di Trump che dice: “se iniziano i saccheggi, iniziano le sparatorie”.

Alla fine, quello che si temeva è successo. Donald Trump, 45° presidente degli Stati Uniti d’America, è riuscito a formulare la sua (prima) vendetta verso i social media e verso Twitter in particolare. Tanto per essere chiari, riguardo a social media esiste un grande problema, non lo negano nemmeno le aziende proprietarie delle piattaforme e di chi le guida, ma questo non significa che una eventuale regolamentazione debba passare dopo che chi dovrebbe fare e garantire le leggi viene colto nel momento in cui diffonde informazioni “infondate”, lamentando, addirittura, che questo prefigura una minaccia alla libertà. Non funziona così. La libertà deve essere sempre garantita, nel rispetto delle regole che valgono per chiunque.

Ma restiamo su quanto successo ieri, quando in Italia era sera inoltrata.

donald trump twitter social media

Trump firma l’ordine esecutivo che modifica il Section 230

Donald Trump ieri sera ha firmato un ordine esecutivo che mira a modificare il Communications Decency Act, noto a tutti come “Section 230“. In pratica sparisce lo scudo che metteva a riparo le piattaforme social dalle responsabilità derivanti dalla pubblicazione degli stessi contenuti. Da oggi le piattaforme social non potranno godere della protezione legale, questo comporterà citazioni e ricorsi che affolleranno i tribunali federali.

Cosa dice il “Section 230”

Prima di procedere, è doveroso però, a beneficio di tutti, spendere due parole su questo “Section 230“.

Questa sezione fa parte della legge, come dicevamo prima, Communications Decency Act, una legge approvata nel 1997 che ha come obiettivo quello di regolamentare i contenuti pornografici su Internet. Questa legge ha avuto un forte impatto per due motivi: primo per aver cercato, appunto, di regolamentare “l’indecenza” su Internet; secondo per aver introdotto il principio per cui i servizi internet non sono da considerarsi editori, grazie proprio alla “Section 230”.

Questa sezione negli anni ha assunto un valore enorme, soprattutto con l’ascesa del fenomeno dei social media, impedendo, tra l’altro, che le stesse piattaforme si trasformassero in censori e arbitri di tutto quello che viene condiviso attraverso questi strumenti.

“Nessun fornitore o utente di un servizio informatico interattivo può essere trattato come l’editore o il relatore di qualsiasi informazione fornita da un altro fornitore di contenuti informativi”, così recita un passo della sezione.

La protezione legale quindi proteggeva le piattaforme da qualsiasi azione illecita commessa dall’utilizzatore stesso. Ora, con l’ordine esecutivo, strumento che la Costituzione mette in dote al Presidente per determinare come far rispettare le leggi, il rischio è che questo possa generare il caos.

Già nel 2013 un altro tentativo da parte di 47 procuratori generali che ne chiedevano la modifica, chiedendo appunto la rimozione dell’immunità legale per le piattaforme. La ACLU (l’Unione Americana per le Libertà Civili) commentò: “Se la sezione 230 venisse spogliata delle sue protezioni, non ci vorrebbe molto perché la vivace cultura della libertà di parola scompaia dalla rete“. Il rischio è appunto quello.

Twitter e Trump, quando la politica crede di possedere i social media

Obiettivo di Trump è una legge sui social media

Vero obiettivo di Trump è una legge che punti a regolamentare i social e, non avendone potere diretto, dovrà per forza di cose ricorrere al Congresso. E non sarà certo facile. Anche con le elezioni presidenziali imminenti.

Di certo questo è un primo passo verso quel controllo che la politica ha sempre cercato di esercitare sui social media. Prima volevano possedere e controllare i giornali, adesso vorrebbero fare lo stesso con questi strumenti gestiti da aziende private.

Il dibattito sul Section 230 negli Usa è stato sempre molto vivace. Pensate che era uno dei temi portati avanti anche da Joe Biden, certo non un repubblicano, e anche Bernie Sanders aveva detto che era giunto il momento di modificarlo.

Twitter segnala un altro tweet di Trump: “quando inizieranno i saccheggi, inizieranno le sparatorie”

Intanto, Twitter ha segnalato, ma non eliminato, un altro tweet di Donald Trump in quanto ritenuto violento. Il contenuto viene oscurato in grigetto con l’etichetta “Visualizza”. Il tweet viene depotenziato in termini di reach e non è possibile esprimere interazioni, solo retwittare con commento. In questo tweet Trump fa riferimento ai fatti di Minneapolis dopo l’uccisione da parte di un poliziotto di George Floyd.

“Quando inizieranno i saccheggi, inizieranno le sparatorie”. Una frase che Twitter ha giudicato come inneggiante alla violenza, contravvenendo alle regole della piattaforma.

Un presidente degli Stati Uniti dovrebbe esprimersi in altri modi, cercando di agire per riunire le comunità con atteggiamenti e parole responsabili, proprio per evitare ulteriore violenze.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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sabato, 20 Aprile, 2024

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