back to top
Home Blog Pagina 199

Twitter domina nel Mobile Advertising

twitter-mobile-advertising

eMarketer ha reso noto attraverso un suo studio che Twitter toccherà nel 2014 la cifra di 1 miliardo di dollari di guadagni nel Mobile Advertising, quasi il doppio del 2013 che sono previsti a 583 milioni di dollari. Da questo punto di vista, Twitter domina il Mobile grazie anche al rilascio delle API per le campagne pubblicitarie

Ormai è certo che Twitter domina, nel senso stretto della parola, il Mobile Advertising. eMarketer ha infatti rilasciato ieri un estratto di una sua ricerca dalla quale viene fuori che Twitter nel 2013 dalla pubblicità sul Mobile guadagnerà 583 milioni di dollari, ma nel 2014 il guadagno sarà ancora più alto, ossia quasi 1 miliardo di dollari. In buona sostanza, il 53% delle entrate pubblicitarie di Twitter provengono dal Mobile. Pensate che solo nel 2011 questo dato era nettamente inferiore. Certamente questo enorme risultato è frutto di una strategia ben ponderata e orientata a “conquistare” il Mobile, vuoi per la crescente presenza dei due diretti competitor, cioè Google e Facebook, e per la “naturale vocazione” della piattaforma stessa che sfrutta ovviamente queste qualità per crescere e fare business.

eMarketer _twitter mobile advMa non è tutto, perché eMarketer prevede che nel 2015 il miliardo di dollari verrà superato e i guadagni si attesteranno a 1,33 miliardi di dollari. Insomma, pare che Twitter abbia imboccato la strada giusta e come abbiamo già altre volte ricordato, questa strategia può essere la strada che porta alla quotazione in borsa che pare, molto probabilmente, verrà lanciata proprio nel 2014. Se i dati che rilascia eMarketer, come tutti crediamo, vengano confermati, allora con questo vento in poppa lo sbarco a Wall Street non sarà così traumatico.

eMarketer - Twitter mobile advA contribuire a questo grande risultato è anche il rilascio delle API per l’advertising sulla piattaforma. In pratica gli inserzionisti avranno modo di creare e gestire le proprie campagne pubblicitarie e anche comprarle da terzi. E’ quindi sulla base di questo che si basa la previsione del miliardo di dollari di entrate pubblicitarie nel 2014, il vero punto di svolta.

eMarketer - Twitter mobile adv marketsSe guardiamo poi da dove arrivano queste entrate, allora notiamo che il mercato Usa al momento è quello più rappresentato  anche se in leggero calo. Era il 90% nel 2012, è l’83% nel 2013 e sarà il 79% nel 2014 e il 76% nel 2015. A questo ribasso si accompagna una crescita negli altri mercati, infatti la quota “non Usa” che era il 10% nel 2012, è del 17% nel 2013 e sarà del 21% nel 2014 e del 24% nel 2015.

Enhanced by Zemanta

Brands & Social Media, analisi del settore Fashion [Infografica]

Brands-&-Social-Media-settore-fashion

Prende il via, con un’analisi del settore Fashion, la seconda edizione dell’Osservatorio Brands & Social Media. Il settore, guidato da Burberry, si caratterizza per una forte comunicazione visuale e un uso dei social media come canali “verticali”, attraverso i quali gli utenti esprimono la loro affezione ai brand

Avevamo già trattato l’argomento Fashion proprio in relazione ad una ricerca di Reputation Manager che indagava come i grandi brand del settore utilizzassero i social media nella loro comunicazione. E oggi ritorniamo sul tema che aveva riscontrato molto interesse parlandovi di una nuova ricerca, “Fashion – Luxury & Haute Couture“, ad opera dell’Osservatorio Brands & Social Media, realizzato da Digital PR e OssCom – Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica che da il via alla seconda edizione di ricerche intese ad analizzare la comunicazione sui social media di alcuni dei più rilevanti brand nazionali e internazionali presenti sul mercato italiano. La metodologia è stata arricchita e resa in grado di cogliere con precisione uno scenario comunicativo dinamico e sempre in evoluzione grazie a più di 60 diversi indicatori relativi alle variabili di esposizione, di coerenza e di interazione con il pubblico.

Per questo report sono state selezionate 14 aziende leader di settore a livello internazionale, i cui social media sono stati analizzati nel mese di gennaio 2013.

Presentiamo con entusiasmo la seconda edizione dell’Osservatorio Brands & Social Media, che si distingue per l’utilizzo di una metodologia arricchita, elaborata ad hoc per questa ricerca integrando il tradizionale approccio quantitativo con uno sguardo qualitativo e che comprende complessivamente oltre 60 indicatori. Durante il 2013 analizzeremo sette nuovi settori. Il primo settore preso in considerazione, “Fashion – Luxury & Haute Couture”, si caratterizza per una presenza intensiva sui social media, in grado di movimentare un vasto bacino di utenti, anche se con ampi margini di potenziamento delle forme di socialità”, spiega Piermarco Aroldi, direttore di OssCom.

Leader della classifica è Burberry, seguito da Dior e Dolce & Gabbana. Il risultato di Burberry deriva dall’uso intensivo dei social media dal punto di vista dei contenuti, incentrati sulle caratteristiche distintive del brand: prodotti di punta, come il trench, o tratti caratterizzanti, come l’inglesità, in grado di catalizzare l’attenzione degli utenti sulle diverse piattaforme.

Il settore si avvale ovviamente di strategie globali, con la tendenza a creare profili internazionali che raccolgono utenti da tutto il mondo, e la presenza ridotta di profili localizzati per singole lingue o Paesi.

Rispetto alle piattaforme utilizzate, Facebook si conferma quella più adottata insieme a YouTube. Questo settore si distingue anche per un’elevata tendenza alla sperimentazione su nuovi social media, come Pinterest e Instagram, e nel mondo delle app.

Particolarmente rilevante è il ruolo della comunicazione visuale, realizzata sia attraverso piattaforme dedicate (YouTube, Pinterest, Instagram), sia attraverso l’uso frequente di contenuti visivi su Facebook e Twitter. Questa componente visuale si traduce anche nello streaming delle sfilate attraverso piattaforme social dedicate e nell’archiviazione sistematica dei relativi video su YouTube.

La forma di socialità che emerge dall’analisi è definibile come “verticale”, caratterizzata da elevatissimi tassi di risposta da parte degli utenti che esprimono in modo emotivo l’attaccamento al brand con like o brevi commenti, senza però instaurare un reale flusso di conversazione fra di loro o con il brand.

L’analisi ha consentito di evidenziare tre stili comunicativi, che interpretano il brand come prodotto, come mito o come lifestyle. Nel primo caso il racconto si focalizza essenzialmente sui prodotti, nel secondo sulle radici culturali e sulla filosofia della maison, mentre nel terzo il brand viene proposto e celebrato attraverso l’evocazione di un certo stile di vita.

La ricerca sul settore fashion – dichiara Nicolò Michetti, CEO di Digital PR presenta da un lato uno scenario eterogeneo con scelte contenutistiche differenti, incentrate rispettivamente sul prodotto, sul mito della marca e sulla sua storia, o sul lifestyle, e alcune sperimentazioni su nuove piattaforme. Dall’altro lato evidenzia approcci comuni, nell’andare chiaramente nella direzione del visual e del video, o nel mettere alla portata di tutti quelle esperienze che una volta erano appannaggio esclusivo di un selezionato circolo di eletti (le sfilate). L’eccellente risposta da parte degli utenti, che su questo settore dimostrano un particolare attaccamento emotivo a tutti e tre gli elementi contenutistici presentati dai brand, è sicuramente uno stimolo a capitalizzare, approfondire ed esplorare le opportunità in continua evoluzione offerte dai social media.”

Il prossimo report dell’dell’Osservatorio Brands & Social Media sarà dedicato al Design e la sua pubblicazione è prevista per il mese di aprile 2013. E ovviamente ve ne daremo conto.

Brands-&-Social-Media---Fashion-infografica

Tutti pazzi per Kellogg’s Extra League

kelloggs-fubles-extra-league

Si fa sempre più avvincente la prima edizione del torneo di calcetto organizzato da Fubles con Kellogg’s su scala nazionale. Fino ad ora sono 800 le squadre iscritte al torneo su tutto il territorio, 3800 le partite giocate e oltre 2000 giocatori iscritti

Ad Aprile, si darà il via alla fase primaverile di Kellogg’s Extra League, il primo e unico campionato di calcetto social organizzato da Fubles in collaborazione con Kellogg. In questa nuova fase inizieranno le selezioni della rosa dei 9 giocatori che andranno a costituire la squadra che rappresenterà ogni regione nella fase finale del campionato.

Partito a gennaio 2013, Extra League è il primo e unico torneo di calcetto su scala nazionale organizzato attraverso un social network a cui possono partecipare tutti gli appassionati di calcetto, prendendo parte a questa sfida in tutta Italia. A giorni, terminerà la prima fase del torneo – quella invernale – che ha visto competere i partecipanti per conquistare la nomina a commissari tecnici regionali. Dal 1 maggio è il turno dei giocatori. Per farsi convocare basta scendere in campo su Fubles e scalare la classifica dei top player.

Sono circa 800 le squadre iscritte al torneo su tutto il territorio, per più di 3800 partite giocate e oltre 2000 giocatori iscritti.

La fase finale di Extra League è prevista tra maggio e giugno 2013 e culminerà a Rimini dove le 20 rappresentative regionali si scontreranno nell’arco di un weekend. La squadra vincitrice di Extra League potrà staccare un biglietto per volare a Barcellona e giocare una sfida internazionale contro una rappresentativa di Fubles in Spagna.

Ma il campionato non si gioca solo sui campi da calcio. La partnership realizzata da Kellogg e Fubles è un esempio inedito di come un grande brand ed una startup possono unirsi per comunicare e creare coinvolgimento live.
E’ infatti possibile trovare Fubles e il torneo Extra League sugli scaffali dei supermercati: sulle confezioni di Kellogg’s Extra troverete tutte le informazioni relative al torneo.

Per maggiori informazioni:
www.fubles.com/extra 

Big Data, quali implicazioni per la sicurezza

big-data-security

A proposito di Big Data, argomento che sta diventando ormai sempre più di uso quotidiano, Akamai propone la sua piattaforma cloud, Akamai Intelligent PlatformTM, che considerando le implicazioni per la sicurezza si dimostra una valida soluzione

I Big Data hanno ormai invaso il quotidiano: tutti sappiamo cosa sono ma pochi sanno come sfruttarli, analizzarli e gestirli. E soprattutto pochi capiscono perché è importante farlo: le implicazioni che i big data hanno per le aziende sono parecchie, anche in ambito security, come spiega Luca Collacciani, Regional Sales Manager di Akamai.

Sebbene negli anni l’information security abbia fatto passi da gigante, oggi è necessario analizzare il settore da un punto di vista totalmente nuovo, che privilegi l’analisi dei dati per scindere il traffico legittimo da quello illegittimo. E’ proprio nella creazione di un internet più sicuro, che i Big Data giocano un ruolo di primo piano.

In questo contesto, si inserisce la Akamai Intelligent PlatformTM, la piattaforma cloud computing più distribuita al mondo, in grado di aggregare una serie di informazioni relative a un determinato indirizzo internet – ad esempio, la velocità di connessione, la location, il tipo di contenuto richiesto – e stabilirne la reputation. I dati hanno dunque un ruolo fondamentale nella determinazione della legittimità di una richiesta e consentono di individuare quali indirizzi IP vanno filtrati, in modo da bloccare il traffico legato agli attacchi prima che l’azienda ne venga colpita.

I Big Data possono inoltre mostrare il modo in cui virus e traffico malevolo si diffondono. Capire e prevedere l’evoluzione di questi scenari può permettere alle organizzazioni di isolare gli attacchi e distinguerli da altri tipi di disordini, come la recisione di un cavo, evitando così problemi legati al downtime.

Le informazioni fornite dai Big Data aiutano infine a mantenere il traffico malevolo lontano dai server d’origine delle aziende. In altre parole, consentono alle organizzazioni di combattere una battaglia in prima linea, di ingaggiare uno scontro diretto con l’attaccante senza temporeggiare nelle retrovie come spesso fanno i business online, strategia questa particolarmente rischiosa poichè, spesso, è ormai troppo tardi per respingere l’attacco.

Banjo vi porta da Papa Francesco

banjo-papa-francesco

L’effetto Papa Francesco comincia a farsi sentire anche sui social network. Infatti a Pasqua Banjo porta la sua community in Piazza San Pietro con un nuovo luogo personalizzato

Banjo, la principale piattaforma di geolocalizzazione per la condivisione di feed dai più diffusi social network, porta la sua community di oltre 4 milioni di utenti in Piazza San Pietro, per la prima messa di Pasqua celebrata da Papa Francesco. Tutti i feed sul neo eletto Pontefice, che ha già scatenato da ogni parte del mondo un boom di interazioni sui social network, saranno accessibili direttamente dal “luogo” personalizzato disponibile in Home Page il giorno di Pasqua. Grazie a Banjo sarà possibile visualizzare e condividere post, tweet, foto e video sulla celebrazione da un’unica piattaforma – in tempo reale ed ovunque ci si trovi – e godere di una rappresentazione senza filtri dell’incontro in Vaticano, vissuto da una folla di pellegrini, turisti, curiosi, giornalisti, manifestanti, etc

Sempre più usato anche dalla stampa internazionale come fonte di informazione geo-referenziata, Banjo è l’unica app che permette di seguire in tempo reale i principali avvenimenti attraverso l’aggregazione di post, immagini e video condivisi dal proprio network di amici e connessioni comuni, offrendo un punto di vista unico dai luoghi in cui si svolgono i fatti.

L’elezione di Papa Francesco ha contagiato il web con milioni di interazioni sui social media e, proprio per questo, prevediamo un nuovo boom di iscritti alla nostra community per il giorno di Pasqua” – ha commentato Damien Patton, founder di Banjo – “In tre mesi abbiamo acquisito oltre 1 milione di nuovi utenti, la maggior parte dei quali durante gli eventi a più alto interesse mediatico. Questo perché, a differenza della altre app geolocalizzate focalizzate sulla dimensione del “qui”, la tecnologia di Banjo è incentrata su ciò che accade “là”, altrove, e che l’utente non può, ma vorrebbe, seguire in prima persona,”

Sono già centinaia di migliaia gli utenti italiani che hanno scaricato l’app, confermando l’Italia tra i primi 5 mercati in cui si è affermata la startup californiana, che oggi conta più di 4 milioni di utenti in 194 Paesi.

Audiweb Febbraio 2013, cresce l’audience durante il giorno medio

Audiweb-febbraio-2013

Audiweb ha rilasciato oggi i dati relativi all’audience online nel mese di Febbraio 2013. Il dato più rilevante è che crescono gli italiani connessi nel giorno medio, sono infatti 14,6 milioni con una crescita, su base annua, del 6,5%

Audiweb ha diffuso oggi i dati relativi all’audience online nel mese di Febbraio 2013. Complessivamente, sono stati 28,6 milioni gli utenti che si sono collegati a internet almeno una volta tramite computer, il 52% della popolazione dai due anni in su. Rispetto al mese di Gennaio 2013 il dato è un po’ più basso, ma questo perchè il mese di Febbraio è più corto. Su base annua c’è da rilevare che il dato è in crescita del 3,3%. Più rilevante il dato che riguarda invece gli utenti connessi nel giorno medio, infatti durante l’ultimo mese sono stati 14,6 milioni, in crescita del 6,5% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il tempo medio trascorso online per ogni utente è stato di 1 ora e 27 minuti.

Audiweb febbraio 2013 - audience

I picchi più alti di audience nel giorno medio si registrano tra le 15:00-18:00 (8 milioni di utenti) e le 18:00-21:00 (8,1 milioni), mentre durante la settimana si registra un’audience costante nei giorni feriali, a partire dal lunedì in cui si registra una media di 15,3 milioni di utenti.

Guardando il dato della popolazione online nel giorno medio a febbraio dal punto di vista demografico, notiamo che essa è composta da:

  • 8 milioni di uomini (il 54% degli utenti online nel giorno medio), +5,2% rispetto al 2012, di cui il 45,7% ha tra i 35-54 anni
  • 6,7 milioni di donne (il 46% degli utenti online nel giorno medio), +8% rispetto all’anno scorso, di cui il 50% ha tra i 35 e i 54 anni
  • 35-54enni (7 milioni) rappresentano ancora il segmento predominante (il 47,6% degli utenti online).

Audiweb febbraio 2013 - genere

 

Gli italiani, come sappiamo e come abbiamo già altre volte sottolineato, amano i video online ed è interessante vedere questi dati per il mese di Febbraio 2013.

Audiweb 2013 - video_online

Nel giorno medio:

  • 779 mila utenti hanno visualizzato almeno un contenuto video su uno dei siti degli editori iscritti al servizio
  • 1,9 milioni le stream views totali
  • 8 minuti il tempo speso nel giorno medio a persona per la fruizione di contenuti video

Mentre su base mensile:

  • 6,4 milioni gli utenti che hanno visualizzato almeno un contenuto video online su uno dei siti degli editori iscritti al servizio
  • 53,8 milioni le stream views totali
  • 27 minuti e 42 secondi il tempo speso per persona nella fruizione di contenuti video online.

E-commerce, gli Italiani acquistano sempre più via Mobile

E-commerce-italia

Oggi, in occasione del Netcomm e-Payment 2013 che si è svolto a Milano  sono stati diffusi i dati dell’indagine mensile condotta in collaborazione con Human Highway sull’andamento degli acquisti online degli italiani, con un particolare focus sull’utilizzo di device mobili e tradizionali nell’e-Shopping. E crescono a tripla cifra (+165% anno su anno) gli acquisti da dispositivo mobile, che passano dal 4% del 2012 a oltre il 10% del 2013

L’E-commerce nel nostro Paese è in costante progressione e continua a crescere il numero di utenti che hanno fatto acquisti online negli ultimi tre mesi. Si tratta di 13,8 milioni di individui, ovvero il 47,7% dell’utenza internet (era il 35,8% al febbraio del 2012).  Di questi, il 24% dichiara di aver comprato più di 5 volte nel trimestre, al punto da poter essere definito un heavy e-Shopper e, complessivamente, negli ultimi tre mesi si sono avuti 47,6 milioni di atti d’acquisto sulla rete. Aumenta e a tripla cifra (+165%) l’incidenza degli acquisti da Smartphone e Tablet, che nel 2012 superano quota 10% del totale delle transazioni online. Queste sono solo alcune delle salienze emerse in occasione del Netcomm e-Payment 2013, in cui sono stati diffusi i dati rilevati da Human Highway sui comportamenti degli utenti, con un focus specifico dedicato all’utilizzo per gli acquisti di device mobili e tradizionali, e alla propensione verso gli strumenti di pagamento più usati sul web.

E-commerce-italia---trend-acquirenti-online

“I pagamenti elettronici hanno sempre rappresentato un elemento chiave per lo sviluppo dell’E-commerce nel nostro Paese, soprattutto per via della minore abitudine dei consumatori italiani ad utilizzare per gli acquisti online la moneta elettronica in tutte le sue forme – dichiara Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, Consorzio del Commercio elettronico italianoMa oggi stiamo assistendo a un forte processo di innovazione nel settore. Nuove forme di pagamento si sono affacciate su un mercato sempre più ampio, popolato ormai da 14 milioni di individui, che hanno effettuato acquisti nell’ultimo trimestre. Peraltro, assistiamo anche ad una forte evoluzione tecnologica nei device, al punto che smartphone e tablet sono diventati essi stessi strumenti di pagamento. E i consumatori stanno dimostrando fiducia in questo genere di dispositivi, anche per effettuare i propri acquisti, al punto che in un solo anno segnano un incremento del +165% delle transazioni E-commerce. Anche le recenti norme volte a limitare l’uso del contante, congiuntamente all’accettazione degli strumenti di pagamento digitali da parte delle amministrazioni e dei servizi pubblici, inducono a favorire sia la concorrenza fra gli operatori, sia la sicurezza e la trasparenza nelle transazioni a tutto vantaggio degli utenti.”

Tornando all’indagine realizzata da Netcomm in collaborazione con Human Highway, si osserva che la distribuzione del sistema di pagamento utilizzato in occasione dell’ultimo acquisto su Internet da parte degli acquirenti online degli ultimi tre mesi vede al primo posto l’utilizzo di PayPal per il 36,6% dei casi, seguito dall’uso della carta prepagata per il 24,4%, quindi dalla carta di credito per il 19,2%, il bonifico per il 3,7%. Mail vero dato che sorprende è che a febbraio 2013, oltre il 10% degli acquisti online risulta generato attraverso un dispositivo mobile: in meno di un caso su due si tratta di un Tablet e prevale l’acquisto da Smartphone. La maggioranza (poco meno del 90%) delle transazioni online è prodotta attraverso un PC tradizionale. Solo un anno fa, febbraio 2012, il 4% degli acquisti online era generato attraverso un dispositivo mobile: in due casi su tre era un Tablet (solo nell’1,3% dei casi è stato utilizzato uno Smartphone). La stragrande maggioranza (96% delle transazioni online) era, quindi, gestita con un PC tradizionale. In sintesi vuol dire che in un anno il numero di transazioni negli acquisti online da dispositivi mobile, Smartphone e Tablet, è cresciuta a tripla cifra, mettendo a segno un +165%. Va poi rilevato che l’utilizzo dei sistemi di pagamento basati su carte (Bancomat, Carte di credito e prepagate) è molto diffuso anche nel segmento che non acquista online (62,8% del campione), ma la penetrazione è pressoché totale tra gli acquirenti da dispositivo mobile (98,5%) e i pagamenti bancari (RID, bonifici) nel segmento evoluto si fermano al 72%.

Anche il grado di conoscenza della tecnologia Nfc (Near field communication) su telefonini e tablet è stata indagata nella rilevazione di Netcomm e Human Highway. Come è noto, si tratta di una tecnologia che serve per effettuare i pagamenti di prossimità, facendo passare il telefonino a pochi centimetri di distanza dalla strumentazione abilitata: ideale, ad esempio, per pagare il biglietto della metro o dell’autobus, ma non solo. Alla domanda se il proprio telefonino fosse abilitato o meno alla comunicazione via Nfc, più della metà dei rispondenti, circa il 50,4%, non possiede o non pensa di possedere un cellulare abilitato della comunicazione via NFC; il 12,8%  non è sicuro ma crede di avere un telefono con comunicazione NFC e solo il 9,5% ha un cellulare abilitato a questo tipo di tecnologia. Il restante 27,3% non capisce neppure la domanda, quindi probabilmente non conosce nemmeno cosa sia il sistema NFC.

E-commerce-italia--beni-acquistati

Osservando, poi, la tipologia dei beni oggetto dell’ultimo e-Shopping, sono i libri ad attestarsi in vetta all’ideale classifica (14,8%), seguiti dai capi di abbigliamento (13,9%), computer o periferiche per pc (11,3%), biglietti di viaggio (9,9%), soggiorni (5,4%), musica/dvd (4,8%), telefonino/smartphone (4,2%), cosmetici (4%), a chiudere gli elettrodomestici con l’1,5%. In quasi quattro casi su cinque l’acquisto online è «premeditato», ovvero l’acquirente ha già maturato la decisione di effettuarlo su Internet, nonostante sia spesso disponibile l’alternativa del canale tradizionale. Nel 65% dei casi l’acquisto online si indirizza a un prodotto già identificato in modo preciso dall’acquirente. Una quota significativa di decisioni di acquisto (un terzo circa) richiede, invece, uncerto percorso di informazione e orientamento. La soddisfazione nell’esperienza di acquisto online in una scala da 1 (pessima) a 10 (ottima) si attesta ad un voto medio di 8,34.

Infine, l’indicatore di propensione ad effettuare un acquisto online fra chi non ha mai comprato sulla rete nel mese di Febbraio 2013 è pari al 9,0%. Ovvero, si tratta di persone che non hanno mai usato l’online per fare shopping, ma che si dichiarano propensi cambiare idea nei prossimi tre mesi. Sono gli «hot prospects» dell’E-commerce, e nel complesso dell’utenza Internet italiana sono circa il 3%, cioè 950 mila individui.

In arrivo il Facebook Case History Forum 2013

facebook-case-history-forum-2013

Il Social case History Forum lancia un’edizione speciale in attesa della prima edizione targata 2013. Infatti a Milano il prossimo 16 Aprile si terrà il Facebook Case History Forum, un’occasione per toccare con mano i casi di studio che riguardano il social network più grande del web

In attesa della quarta edizione dell’evento, che si svolgerà il 30 maggio 2013, Social Case History Forum ha strutturato un’edizione speciale in collaborazione con Facebook Italia e con la School of Management del Politecnico di Milano: “Facebook Case History Forum” si concentrerà questa volta sul social media più famoso al mondo. L’evento avrà luogo il 16 aprile 2013 presso la Sala Rogers del Campus Leonardo di via Ampère 2 a Milano a partire dalle ore 9.

Una delle esigenze che si rilevano quotidianamente lavorando con aziende e agenzie è relativa alla carenza di best practice inerenti il mondo social e Facebook in generale. E ancora di più si percepisce una carenza sulla diffusione di case study italiani”

Partendo da questo presupposto Lorena Di Stasi ha ideato Social Case History Forum che, con le 3 edizioni del 2012 ha iniziato a colmare questo vuoto presentando oltre 70 case history ad un pubblico di oltre 1000 persone fra responsabili marketing e comunicazione, esperti di social media ed influencer della rete.

L’agenda della mattinata, dopo un veloce benvenuto, sarà aperta dalla School of Management del Politecnico di Milano con una panoramica, e relative dimensioni del mercato Italia, sull’ecosistema digital con particolare focalizzazione sul social media.

I Social Network stanno cambiando profondamente lo scenario di Internet e il mondo della pubblicità digitale. In un mercato dei media che – nel suo complesso – ha subito nel 2012 una contrazione del 5%, i ricavi generati dai Social Network sono aumentati del 60%” ha dichiarato Andrea Rangone, Responsabile Scientifico Osservatorio New Media & New Internet School of Management del Politecnico di Milano.

Successivamente sarà fornito un aggiornamento su dati e trend in ambito consumer.

Il numero di persone che accoglie i grandi brand nella stretta cerchia delle loro amicizie sui social network è in costante crescita. Nascono così nuove relazioni di prossimità con i prodotti e le aziende, che prevedono l’ascolto, la collaborazione, il gioco, ma anche la loro promozione nella rete da parte dei consumatori stessi” ha anticipato Andrea Giovenali CEO&Founder di Nextplora SpA che presenterà la ricerca.

Seguirà una tavola rotonda formata dai CEO di alcuni dei principali centri media presenti in Italia che commenteranno, dal loro strategico punto di osservazione, i risultati presentati. Dopo una pausa, verranno quindi presentate le case history delle aziende italiane.

L’ingresso al pubblico è gratuito su registrazione.

Per informazioni info@socialcasehistoryforum.com

http://www.facebookcasehistoryforum.it

Enhanced by Zemanta

ePass, migliore app del Codemotion 2013

ePass-foto-gruppo

Codemotion 2013 ha fatto registrare nelle due giornate oltre 3 mila partecipanti. ePass la migliore app della sfida Filas “Open Data for better quality life”. Con questa app è possibile monitorare la qualità dell’aria dei siti culturali del Lazio e attraverso un sistema di pagamento mobile si possono acquistare biglietti o fare donazioni al monumento visitato

Un’app digitale per monitorare la qualità dell’aria dei siti culturali del Lazio, integrata a sistemi di pagamento mobile che consentono di acquistare ticket o fare donazioni al monumento visitato. E’ quanto si potrà fare con ePass, il miglior hack premiato oggi da Filas al Codemotion Roma per il contest Open Data for better quality life’. Ad aggiudicarsi il premio del valore di 1.500 euro, è FieldEffectLabs, un gruppo di 6 ragazzi dell’età di 25 anni delle università La Sapienza e Roma Tre, capitanati da Stefano Saccucci (Roma Tre). Il team ha realizzato la migliore app multipiattaforma sulla base dell’open dataset del Distretto Tecnologico per i beni e le attività Culturali (www.futouring.com) della Regione Lazio. Grazie ad un modulo hardware alimentato a pannelli solari, ePass è inoltre in grado di produrre dataset open scaricabili dagli utenti.

ePass-foto-gruppo

ePass utilizza il sistema wireless di openPicus per monitorare la qualità dell’aria mediante sensori ambientali. I dati vengono poi elaborati attraverso una piattaforma e resi disponibili per l’utente, anche in mobilità attraverso smartphone. Non solo: grazie a ePass, ogni monumento potrà essere integrato con il sistema Paypal attraverso il quale effettuare pagamenti di ticket e donazioni.

Al Surprise Hackathon hanno partecipato oltre 130 programmatori, appassionati e studenti, impegnati a sviluppare prototipi, software e applicazioni in sole 24 ore. Dei 13 hack prodotti, la metà hanno aderito al contest di Filas e due si sono piazzati ai vertici della classifica generale. La tre giorni di eventi non stop Codemotion 2013, presso l’Università di Roma Tre, ha coinvolto più di 3 mila partecipanti tra sviluppatori, professionisti e imprese del settore. Le due giornate di conferenza del 22 e 23 marzo hanno inoltre visto più di 100 interventi per 13 sessioni tematiche in parallelo. Tra queste, “Startup in Action”, nella quale Filas ha presentato gli strumenti finanziari a disposizione delle startup laziali (bando Por Fesr 2007-2013 spin-off/startup e Fondo Por Fesr I.3 per il Venture Capital). In particolare, da settembre 2011 ad oggi, Filas ha deliberato agevolazioni per oltre 5,2 mln di euro in favore di 54 startup attraverso il bando spinoff/startup. Dal panel è infine emersa l’evoluzione straordinaria del ‘panorama startup’ romano degli ultimi 18 mesi, frutto di una collaborazione di sistema tra iniziative private e pubbliche, oltre che del grande fermento di talenti.

Reputescion, ospite di stasera è Don Andrea Gallo

reputescion_don-Andrea-Gallo

[dropcap]T[/dropcap]erza puntata di “Reputescion – Quanto vali sul Web?”, il nuovo programma di Andrea Scanzi per ae ospite della serata sarà Don Andrea Gallo, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova, molto attivo sul Web

Nuovo appuntamento da non perdere stasera, lunedì 25 marzo, alle ore 22.30 su La3, il nuovo Social Media Channel (visibile su Sky canale 143, sul DTT canale 134), con “REPUTESCION – Quanto vali su web?”, condotto da Andrea Scanzi, il primo e unico programma in grado di valutare, su base scientifica, la reputazione on line di personaggi di spicco del mondo della politica, della cultura, della società e dello spettacolo, ospitandoli in studio e offrendogli la possibilità di “origliare” cosa si dice di loro sul web e misurare la forza d’impatto di ciò che dicono o scrivono.

Protagonista di questa puntata, la terza delle 12 previste, sarà Don Andrea Gallo, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova. Personaggio di difficile classificazione Don Gallo unisce in un’unica dimensione sacro e profano, innovazione e tradizione, linguaggio popolare e pensieri da intellettuale. Figura molto presente sul web, anche in prima persona, dove è considerato un paladino degli indifesi e al tempo stesso un fustigatore dei potenti.

La ricerca sulla reputazione on line è fatta, su base scientifica, dall’Osservatorio REDDS con la collaborazione di Ventura Research Institute e di Reputation Manager, unica società italiana che ha introdotto il concetto di “ingegneria reputazionale”, ovvero quell’analisi della reputazione on line dei brand e delle figure di rilievo pubblico.

Reputescion offre allo spettatore la possibilità di interagire con il programma in modalità second screen, una funzionalità che, mediante la sincronizzazione dell’audio del programma con il tablet o lo smartphone, consente di fruire di contenuti extra (informazioni sull’ospite e info-grafica sulla sua web reputation) grazie alla sezione HyperSync® dell’App gratuita La3.

Per commentare la puntata e interagire su Twitter l’hashtag è #reputescion.

Reputescion è un programma ideato e scritto da Fabio Migliorati e prodotto da  Showlab per La3.

Social Tv, The Voice ancora primo su Twitter

social-tv-twitter

Per quanto riguarda la Social Tv, anche nella settimana che va dal 15 al 21 Marzo 2013 il talent show di Rai 2, The Voice, si conferma il programma più seguito su Twitter e confermandosi il più twittato con il 48,9% dei tweets. Su Facebook si confermano Le Iene

“The Voice” (Rai 2) anche questa settimana domina l’audisocial di Twitter, con il 48,9% dei tweet. Su Facebook “Le Iene” (Italia 1) e Amici di Maria De Filippi (Canale 5) sembrano ormai aver consolidato un primato stabile in termini di fan attivi e interazione. Questo secondo quanto rilevato da Audisocial Tv®, l’osservatorio permanente di Reputation Manager che misura le performance dei programmi televisivi sul web.

Gli show di intrattenimento e i talent – commenta Andrea Barchiesi CEO di Reputation Manager – continuano ad avere un notevole seguito sui social, a discapito dei programmi di informazione e approfondimento politico. Un trend da sottolineare visto il momento molto delicato della politica italiana”.

Su Twitter “The Voice” (Rai 2) è il più twittato della settimana con una il 48,9% dei tweet totali sui programmi monitorati, seguito a grande distanza da “Report” (Rai 3) che registra il 5,5% dei tweet. Al terzo posto “Agorà” (Rai 3) con il 4,4%, poi “Piazza Pulita” (La 7) con il 4,3%, “Otto e Mezzo” (La7) con il 4,3 % e “Servizio Pubblico” (La7) con il 3,7 %.

Su Facebook, “Le Iene” (Italia 1) è al primo posto nella classifica Active Fan con 5.784 fan attivi che hanno prodotto 7.064 post e commenti sulla fan page ufficiale del programma, seguito da “Amici di Maria de Filippi” (Canale 5) con 5.572 fan attivi e 8.502 post e commenti. “Servizio Pubblico” (La 7) si colloca al terzo posto con 4.853 fan attivi e 8.424 post commenti dei fan. Al quarto posto si conferma “Uomini e Donne” (Canale 5) con 3.272 fan attivi e 6.458 commenti e al quinto “Ballaro” (Rai 3) con 2.151 fan attivi e 3.946 commenti.

Nella classifica Reaction, che misura il livello di reattività dei fan ai post pubblicati sulla fan page, sono anche questa settimana “Le Iene” (Italia 1) a dominare con 111.228 like, che precedono “Amici di Maria De Filippi” (Canale 5) stabile al secondo posto con 98.537 like e “La prova del cuoco” (Rai 1) in terza posizione con 13.576 like. “Ballarò”(Rai 3) è al quarto posto con 14.214 like, “Servizio Pubblico” (La 7) al quinto con 14.024 like, “Che tempo che fa” (Rai 3) al sesto con 10.671 mentre “Uomini e Donne” (Canale 5) scende dal terzo al settimo posto con 8.900 like.

Nella classifica Action, calcolata sul numero di post pubblicati dagli amministratori delle pagine, “Servizio Pubblico” (La 7) questa settimana è il programma più attivo con 110 post della redazione, seguito da “Uomini e Donne” (Canale 5) al secondo posto con 108 post e da “Agorà” (Rai 3) al terzo con 91 post, davanti a “The Voice” (Rai 2) al quarto posto con 72 post.

Il post che ha ricevuto il numero più alto di like (19.293), condivisioni (47) e commenti (1.248) è sulla fapage de “Le Iene” (Italia 1): “Archiviamo un’altra puntata de Le Iene. Vi è piaciuta?”

Enhanced by Zemanta

Summer Batch di Mind the Bridge, ecco come candidarvi

startup-business

Candidature aperte per il Summer Batch, programma di accelerazione di Mind the Bridge. Prima scadenza per le application 31 marzo. Ma c’è tempo fino al 15 aprile. Continuano intanto in questi giorni le attività di scouting di Mind the Bridge: oggi a SMAU con il progetto Barcamper di dPixel, domani e sabato ad Hackathon Vicenza e domenica allo Startup Weekend

Team di serie A, preferibilmente con sviluppo basato nell’area mediterranea e focus sul mercato statunitense. Founder di qualunque parte del mondo e tecnologie avanzate in campo mobile, big data, editoria digitale, piattaforme di formazione, design, moda, pagamenti. Un prodotto almeno in fase minimale di realizzazione e un primo (anche se piccolo) bacino di utenti. Infine un documento, un pitch o biz plan che spieghi un po’ più nel dettaglio il proprio business. Queste le caratteristiche che deve possedere una startup per poter partecipare con il proprio progetto al Mind the Bridge Summer Batch, la seconda sessione del programma di accelerazione 2013 della fondazione con investimenti di Mind the Seed.

mtb logoMTS, il fondo di seed venture con base negli Stati Uniti, si propone infatti di agire da primo investitore istituzionale per le migliori startup che passano attraverso la rete di scouting della fondazione californiana: appena concluso il primo batch invernale (il Winter batch) con un primo finanziamento a 6 startup – Atooma, Bad Seed Entertainment, in3DGallery, Map2App, Myze e Weendy – Mind the Bridge si prepara a selezionare i nuovi talenti dell’imprenditoria mediterranea. In palio la possibilità di ricevere fino a 65 mila dollari e partecipare al programma di accelerazione di 10 settimane nell’incubatore (MtB Gym) di San Francisco, a contatto con investitori internazionali, a partire da metà agosto 2013.

Per partecipare basta collegarsi sul sito mindthebridge.org/accelerator e fare “Apply now” per essere indirizzati a una pagina che consente di creare il proprio profilo online. Quindi inserire i propri dati e allegare i documenti richiesti (una presentazione di massimo 10/15 slide e possibilmente anche il link a una demo o a un video di presentazione del progetto).

La scadenza dei termini è fissata al 31 marzo (early deadline) ma per chi  non dovesse farcela per quella data viene dato tempo massimo fino al 15 aprile. Da questa prima selezione Mind the Bridge sceglierà circa una ventina di progetti da portare al consueto appuntamento con il Boot Camp, la due giorni dedicata all’approfondimento del progetto e al miglioramento del pitch attraverso sessioni di mentorship, che quest’anno verrà ospitato da TrentoRISE intorno a metà maggio. Dopo circa un mese, infine, la selezione finale dei progetti che riceveranno il finanziamento e il supporto economico da parte del fondo Mind the Seed più l’inserimento nel programma di accelerazione a San Francisco.

Intanto in questi giorni le attività di scouting di Mind the Bridge: oggi (21 marzo) la fondazione è stata presente a SMAU insieme a Barcamper, il progetto on the road di dPixel finalizzato all’accelerazione e alla creazione d’impresa attraverso la ricerca sul territorio di idee ad elevato impatto.

Domani venerdì 22 e fino a sabato 23 Mind the Bridge si sposterà nella sede di Confartigianato Vicenza, in un open space di circa 1000mq allestito per l’occasione, per le 24 ore di full immersion con i talenti informatici dellHackathon, la maratona all’insegna della creatività e dell´innovazione durante la quale hacker, programmatori, grafici e Web-designer si sfideranno nello sviluppo di app  in materia di green economy, sicurezza, accessibilità e sanità. Per il  team vincitore, oltre agli altri premi in palio, anche una borsa di studio per partecipare alla Business Startup School di tre settimane a San Francisco offerta da Mind the Bridge.

Domenica 24 marzo, infine, Mind the Bridge sarà presente a Torino per la premiazione allo Startup Weekend, uno degli appuntamenti organizzati dall’omonimo movimento globale durante il quale imprenditori e aspiranti imprenditori hanno 54 ore di tempo per scoprire se la propria idee d’impresa sia valida e realizzabile, impostandone concretamente la prima realizzazione con un team. Anche in questa occasione verrà messo in palio una borsa per la Business Startup School di Mind the Bridge attraverso il MTB special prize.

In entrambe le occasioni Mind the Bridge valuterà prima di tutto il potenziale dell’idea, la conoscenza della lingua inglese e la diversità interna del team per scegliere chi dovrà seguire le orme dei progetti di successo già passati attraverso la scuola, come – tra gli altri – Atooma, Mangatar, Reputeka. ProxToMe, Flazio, ADExpresso, Ploonge e Rysto.

Da LivePerson ecco alcuni consigli strategici per i retailer

online-retailer-ecommerce

LivePerson, fornitore leader di soluzioni di online engagement intelligente e in tempo reale, offre qualche utile consiglio agli online retailers e a tutti coloro che gestiscono siti e-commerce per cercare di ridurre al minimo i tassi di abbandono e incrementare i tassi di conversione. Vediamo quali sono

Il carrello riempito e poi abbandonato è uno degli aspetti più frustranti per chiunque gestisca un sito di e-Commerce: perchè l’utente perde tempo a riempirlo per poi piantarlo in asso? Qualunque sia la ragione, obiettivo del retailer è quello di ridurre i tassi di abbandono e incrementare quelli di conversione. Mario Manzoli, Regional Sales Manager di LivePerson per l’Italia offre, a questo proposito, quattro consigli strategici dal punto di vista del live engagement.

No alla navigazione in solitario

In particolar modo con l’avvento dei social media, è cambiato l’utilizzo che l’utente fa di internet: da un approccio self-service, che prevedeva la ricerca autonoma di informazioni, si è passati a privilegiare l’interazione, sia con gli altri utenti sia con il brand. Ma se il dialogo è un’aspettativa ormai più che lecita, è compito del retailer valutare di volta in volta il momento più opportuno per avviarlo. Offrire un supporto online – e far sì che questo venga accettato – è tutta una questione di tempistica: non bisogna assillare l’utente ma nemmeno lasciarlo troppo a lungo in navigazione solitaria.

Erogare informazioni personalizzate e rilevanti

Una volta avviata l’interazione… cosa dire? Le perdite di tempo non giovano a nessuno, per questo sarà importante offrire un aiuto rilevante rispetto al contesto. Sebbene molti utenti abbandonino l’acquisto, capita spesso che questi trovino il carrello ancora pieno quando tornano sul sito a distanza di tempo (perché, probabilmente, avevano creato un proprio account). In questi casi, gli agenti di chat possono offrire assistenza proattiva ‘agganciandosi’ proprio al carrello ancora inevaso e fornendo, ad esempio, maggiori informazioni sugli oggetti inseriti oppure suggerendo prodotti complementari.

Conoscere il cliente

L’analisi dello storico di un utente e del suo comportamento online può spesso ricondurre alle ragioni dell’abbandonano.  Sapere cosa l’utente ha acquistato in passato, quali pagine ha visualizzato di recente e su quali si è soffermato, consente al retailer di tracciare un profilo della persona seduta dall’altra parte del pc, profilo che, più sarà dettagliato, più gli consentirà di andare a segno con l’offerta. I consumatori odierni hanno fissato standard molto alti: comprendere e anticipare i loro desideri può essere di grande aiuto tanto nella definizione di strategie online quanto nella vendita.

Rassicurare il cliente

Mai sentito parlare della ‘sindrome del rimorso’? Si tratta di un ‘male’ piuttosto comune tra gli acquirenti online. L’intenzione d’acquisto c’è, ma quando arriva il momento di tirare fuori la carta di credito, subentra il dubbio: non sarà troppo caro? Mi serve davvero? Potrei spendere i miei soldi in modo migliore? In uno store tradizionale, i commessi sono abituati ad avere a che fare con clienti interessati ma dubbiosi che… necessitano di essere ‘rassicurati’. Sebbene il sorriso confortante dell’assistente alla vendita non sia visibile sul web, il retailer deve però cercare di ricreare sul proprio sito le stesse sensazioni e gli stessi valori del negozio fisico, in altre parole, la stessa esperienza d’acquisto. Sul web, è la live chat ad assumere il ruolo del ‘rassicuratore’, in quanto cerca di colmare quel gap tra i livelli di servizio di un store tradizionale e uno online. Online è molto più facile abbandonare l’acquisto a favore di un competitor con migliori condizioni di vendita: per questa ragione è più che mai fondamentale giocare sugli elementi differenzianti, primo fra tutti il customer service. Un intervento cortese, tempestivo e intelligente può fare la differenza!

Allora, che ne pensate? Avete qualche altro suggerimento da aggiungere?

Non Profit, ecco come le ONP in Italia usano l’email [Infografica]

Performance-email-marketing-non-profit--ContactLab

ContactLab, azienda leader in Italia nel digital direct marketing, fotografa lo stato della comunicazione digitale via email nel Terzo Settore, analizzando milioni di invii effettuati nel 2012. L’analisi è stata effettuata sulla base delle performances ottenute attraverso l’email marketing da oltre 24 ONP

Come si comportano i sostenitori delle Organizzazioni Non Profit davanti a una email spedita dalla loro ONP preferita? La aprono? Cliccano sui contenuti per approfondirli sul sito web, o per rispondere ad un appello di raccolta fondi? Esistono un giorno, un mese o un’ora ‘ideale’ per inviare un’email? Ancora, quali sono le performance che si ottengono, in termini di click e open rate, nell’inviare le diverse tipologie di comunicazione agli iscritti alle newsletter delle ONP? A questi interrogativi cerca di dare una risposta ContactLab, azienda leader in Italia nel digital direct marketing, che ha realizzato la prima analisi puntuale delle performance ottenute attraverso l’email marketing da oltre 24 ONP che comunicano attraverso la sua piattaforma.

È l’Email Marketing Metrics Benchmark Report 2012 – Non Profit, una ricerca completamente nuova per il Terzo Settore che analizza le performance delle ONP appartenenti a differenti settori di attività ottenute attraverso le loro campagne di email marketing effettuate durante tutto il 2012 (qui un estratto grafico disponibile pubblicamente http://www.contactlab.com/email-marketing-metrics-benchmark-report-non-profit-2012-all). Partendo dall’analisi delle performance degli invii suddivisi per ora, giorno e mese, passando per il confronto tra le diverse tipologie di comunicazione (email informative, email di raccolta fondi, email di servizio/relazionali) attraverso lo studio dei risultati delle performance delle campagne inviate dalle ONP, il Benchmark si pone come obiettivo quello di scattare una fotografia del settore sulla base di dati reali e concretamente misurabili.

Per realizzare l’analisi sono state analizzate quasi 43 milioni di email inviate nel 2012 attraverso la piattaforma ContactLab da 24 ONP, che hanno registrato un open rate totale del 18% e una percentuale totale del 13% di click sulle email aperte.

Non ci sono grandi dislivelli tra le performance registrate dalle non profit appartenenti ai diversi settori di attività, tanto al livello delle aperture, quanto dei click. Questo dato in parte conferma la tendenza dei sostenitori ad aderire alle cause umanitarie che più li rappresentano e a rimanervi fedeli nel tempo (il 31% degli utenti fedeli al non profit sostiene un’Organizzazione da oltre 20 anni, il 59% da più di 10 anni, dati Non Profit Report 2012 di ContactLab). Un altro dato interessante è rappresentato da quella percentuale di sostenitori (il 38%) che riceve informazioni tramite newsletter da diverse ONP, dimostrando di essere fedeli a più di una organizzazione.

Ciò che invece cambia sono i risultati ottenuti dalle email a seconda della tipologia di comunicazione inviata. Le email di servizio relazionale, sia quelle one-to-one che vengono automatizzate, sia ad esempio quelle inviate dalle ONP per ragguagliare i donatori sui risultati raggiunti registrano tassi più alti di open e click rispetto alla media: un’email su quattro viene aperta, tra queste una su cinque cliccata.

Mantenere viva la relazione con il donatore è quindi di fondamentale importanza per le ONP, soprattutto se si considera una logica di invio one-to-one che di per sé è premiante e che, se viene automatizzata, massimizza l’efficacia della comunicazione con un minimo sforzo da parte di chi la imposta. Costruire una relazione personale, pertinente e duratura con l’utente può fare la differenza: una regola che vale per tutti, nel terzo settore ancora di più.

Performance-email-marketing-nel-non-profit---Benchmark-ContactLab

Enhanced by Zemanta

Twitter celebra i 7 anni con un video

twitter-#7years

Twitter compie 7 anni e per celebrare l’evento realizza un video che racchiude i momenti salienti della sua storia fino ad oggi. Al momento gli utenti attivi sarebbero oltre 200 milioni che Twitter oggi ufficializza. Ma comunque sia, Buon Compleanno Twitter

Sono passati 7 anni da quando Jack Dorsey, @jack, twittò per la prima volta, “Just setting up my twttr“, e proprio da qui inizia il video celebrativo che Twitter ha realizzato per l’occasione postandolo sul proprio blog ufficiale. E il post si apre con un detto inglese “Keep a thing seven years, and you’ll always find a use for it“, mantieni una cosa per sette anni e troverai sempre un modo per usarla. Come a dire, se si è arrivati a questo punto allora Twitter è pronto per le tante sfide che lo attendono, che non sono poche. A cominciare dall’ipotetica, ma secondo alcuni sempre più concreta, IPO che proietterebbe ancora di più Twitter verso quello che è ormai da un anno a questa parte l’obiettivo numero uno, ossia fare business e monetizzare sulla piattaforma. Abbiamo visto questo cambio di rotta, repentino, proprio riformulando la gestione delle API, rendendole più restrittive e lanciando il chiaro messaggio che tutto adesso avviene direttamente sulla piattaforma. E in questo senso si muove anche il recente rinnovo degli Ads Center.

twitter-#7years

Ma veniamo al video. All’interno di esso sono raccontati tutti i momenti più importanti, come dicevamo dal primo tweet del fondatore Jack Dorsey nel 2006, poi l’introduzione dell’hashtag # e del RT (retweet), ma soprattutto Twitter è stato fondamentale per raccontare in questi anni nel raccontare la cronaca e dare vita a hashtag, come #jan25, che hanno caratterizzato un momento storico come la “Primavera Araba“, di cui Twitter è stato sicuramente uno dei principali motori. E poi, sempre dal video, come non ricordare il fondamentale supporto della piattaforma durante il devastante terremoto in Giappone. Ma sono ricordate anche le ultime Olimpiadi di Londra, #london2012, oppure l’ormai celebre foto twittata da Obama a suggellare la rielezione alla Presidenza Usa, “Four more years“, la più twittata della storia. E non poteva mancare Vine, la possibilità di condividere video dal proprio smartphone, finora solo iPhone.

Insomma è davvero una lunga storia, e Twitter diffonde in questa occasione il numero degli account attivi pari a 200 milioni, anche se dall’ultima release di GlobalWebIndex, sarebbero di più infatti quantificati a 288 milioni.

Ultimi articoli