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In che paese viviamo!

Giusto il tempo di raccontare quante opportunità offra il mondo del web targato 2.0, nel quale sono sbocciate idee, nuovi modi di comunicare senza più limiti e format prestabiliti, condivisioni di opinioni; insomma tutto all’insegna della innegabile libertà di parola, di espressione assolutamente necessaria perchè queste nuove forme di comunicazione abbiano efficacia.

Ebbene è di questi giorni la notizia che è tornato nuovamente sui banchi del nostro Parlamento il DDl ormai definito “ammazza-blog”, il quale prevede che i blog si debbano registrare presso il Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC)! Il che sarebbe allucinante! Intanto confermerebbe l’idea maturata anche su questo blog, dell’arretratezza del nostro paese verso le nuove tendenze, generalmente verso tutto ciò che è nuovo. Si continua a legiferare come se si fosse negli anni ‘30 senza tener conto che i tempi sono cambiati e che le persone si sono adeguate. Se mai si approvasse un provvedimento del genere sarebbe una vera mortificazione della libertà di espressione e di parola. Si perché si vuole presumere che il blog, strumento attraverso il quale ogni individuo esprime le sue idee condividendole con altri, sia come un giornale. Niente di più aberrante e sbagliato: si palesa una deviata considerazione delle realtà di oggi. I giornali liberi in Italia sono pochi, si sa che sono tutti politicizzati. Nei blog il colore politico non ha alcun valore.

Per questo motivo ho sottoscritto la petizione che dice “No al DDL che limita la democrazia in Rete” e invito tutti coloro che hanno a cuore questi temi ma anche chi semplicemente è contrario a limitare la libertà di espressione a fare la stessa cosa cliccando qui.

Silence, please

Da quando ho iniziato questa avventura, attraverso questo blog, ho cercato di trattare gli argomenti che mi stanno a cuore, all’insegna della condivisione. Temi che sono legati al periodo che stiamo vivendo. Abbiamo parlato del web, in continuo fermento, delle opportunità legate al web 2.0, il socialnetwork. Ma non possiamo non trattare oggi di un argomento molto delicato, che tocca comunque la si pensi tutti noi.

Mi riferisco a Eluana Englaro, la ragazza che oggi è tenuta in vita in condizioni di “stato vegetativo permanente”, in seguito ad un incidente di moto nel 1992. Da sedici anni vive in questi condizioni. E’ di ieri la notizia che la Cassazione con propria sentenza, ha autorizzato “l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale”. Una sentenza che ha provocato e sta provocando molte polemiche coinvolgendo tutti i livelli della nostra società. Anche perchè con questa sentenza si stabilisce che il principio del rifiuto alle cure da parte del paziente non può essere considerato come eutanasia.

Quando si parla di argomenti così delicati bisogna avere molta cautela, altrimenti non si fa altro che creare confusione al fine di perdere di vista la cosa più importante di questa vicenda, e cioè la vita di Eluana. Allora è meglio astenersi se non si sa cosa dire. Dico questo perchè leggo oggi su alcuni giornali nazionali dello “strano silenzio” dei blog sull’argomento. E’ vero che sul web gli argomenti e le discussioni sono tante e viaggiano a velocità inarrivabili per l’informazione tradizionale. Ma anche il web sa riconoscere quando è il caso di dire la propria e quando, invece, è il caso, come questo, di essere più prudenti. Anzi il web in questo caso dimostra più prudenza rispetto agli organi di stampa tradizionali che si gettano a capofitto su tutto e su tutti, snaturando spesso la natura stessa dei fatti. Sul web, può succedere, certo, ma la cautela, come in questo caso, ha il sopravvento.

Web meets world

Era questo il tema dell’ ultimo “Web 2.0 Summit”, il massimo evento mondiale sul mondo del web, che si è tenuto a San Francisco dal 5 al 7 novembre scorso. Il Web incontra il mondo. Si perchè l’attenzione si è concentrata sopratutto sul fatto che la realtà virtuale, quella online, e la reale, quella offline, sinora hanno proceduto per vie parallele, senza mai incontrarsi di fatto. Lo scopo del Summit è stato proprio quello di trovare possibilità dii incontro o di applicazioni tra i due mondi. Perchè proprio di mondi parliamo. L’era del web 2.0 ha scatenato il fenomeno del socialnetwork, della condivisione della conoscenza attraverso il web, della diffusione di mezzi di comunicazione moderni, alternativi, ma molto più efficaci. Un esempio su tutti le ultime elezioni americane che, grazie alla lungimiranza di Obama, hanno fuso le due realtà in una veramente globale. Ora si tratta di tradurre quanto fatto in qualcosa di concreto, di tangibile per il mondo offline.

Welcome to my Blog!

Welcome to my blog!
Welcome to my blog!

Benvenuti nel mio blog, “InTime, condivido per comunicare”.
Welcome to my Blog! Lo ripeto anche per dare il benvenuto a qualche amico americano
che mi ha detto che verrà a dare un’occhiata, allora per la serie non ci facciamo mancare nulla,
diamo il benvenuto anche in inglese.

Il titolo del blog esprime prima di tutto un’esigenza come detto, ma anche una necessità al giorno d’oggi.

Condividere quindi Comunicare.
E ne avremo di cose da dire, da discutere.

Socialnetwork, Democrazia emergente

Quando si parla di socialnetowrk vengono subito in mente siti come Facebook, MySpace, LinkedIn tanto per citare i più conosciuti, che realizzano in pratica il concetto della condivisione per comunicare. Ma partiamo dall’inizio, per socialnetwork si intende “qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari” (fonte: Wikipedia). E’ proprio sul principio della interconnessione si basa il socialnetwork. La comunicazione tra le persone, anche di paesi diversi, si fa veloce, diventa più dinamica. Pensateci, è molto più facile oggi interagire con persone d’oltreoceano che qualche anno fa (non è necessario andare tanto oltre), a sottolineare con quanta rapidità milioni di persone hanno deciso che per superare i limiti anche fisici bisognava farlo in socialnetwork. Questo fenomeno oggi riguarda tutti i livelli. Anche economico, anzi è proprio qui che si gioca la scommessa sul futuro delle relazioni economiche.
Joi Ito, imprenditore giapponese fra i più attenti al fenomeno internet nelle relazioni socio-economiche, parla di “Democrazia emergente”, definendo il socialnetwork cruciale per questo fenomeno. Egli ipotizza che la rete di relazioni, politiche, religiose, linguistiche unitamente a quelle etiche, porti ad una sorta di “seconda superpotenza”, un vero e proprio popolo quindi capace di realizzare al suo interno un nuovo modello di società. Impossibile dargli torto.

Il mio CV…

Quando si vuole scrivere il proprio CV, lo so non è facile, bisogna essere precisi con le date, scrivere in due righe cosa si è fatto in ogni posizione ricoperta, cercare anche di essere brillanti, trovare un modo per carpire l’attenzione del selezionatore sul vostro curriculum vitae. E questo lo si fa solo quando si ha piena coscienza delle proprie capacità, quando si ha profonda conoscneza delle poprie attitudini ma soprattutto quando l’esperienza la si è fatta “per davvero!”. Non come il nosrto amico Luca che praticamente a 18 anni aveva già fatto quello che una persona capace e preparat riesce a fare in una vita intera. E’ quindi fondamentale quando si stila il proprio CV che si inseriscano esperienze reali, che si specifichi il ruolo che si è ricoperto in quella data azienda e non quello che si vorrebbe fare. Anche perchè, se mai (e dico mai) si riuscisse a colpire nel segno, bisognerà comunque presentarsi al colloquio e lì si sa…le bugie hanno le gambe corte.
Allora per evitare spiacevoli figure di…realizzate il vostro cv a vostra immagine e somiglianza, ci guadagnerete!

Perchè condividere

Condividere significa rendere partecipi altri ad una nostra esperienza, ad un nostro pensiero, ad una nostra idea. Un bisogno che nasce dalla necessità di comunicare per confrontarsi, per migliorarsi. Tutto questo acquista ancor più senso oggi proprio attraverso internet, dove è molto più facile mettere insieme idee, pensieri e condividerle con altri, in un meccanismo tanto semplice quanto eccezionale. Con i mezzi di comunicazione tradizionali la comunicazione è impersonale, non modificabile e quindi non condivisibile. Il proliferare di luoghi e mezzi dove poter rendere la comunicazione personalizzabile ha fatto si che ognuno di noi diventasse regista e attore di questo o quel fatto. Il social-network è proprio questo.

Chiunque abbia un’idea, un progetto, un pensiero o anche solo una notizia da comunicare, ne diventa anche protagonista. E protagonisti diventano anche chi accede a quella comunicazione o idea.
Se sono qui oggi è perchè ho sentito anch’io l’esigenza di condividere per comunicare. Perchè sta cambiando proprio il modo di comunicare e non possiamo più far finta di niente.

The Change Has Come

Da oggi siamo tutti più felici e possiamo veramente pensare che cose impossibili non esistono. Nothing is impossible. E che la storia la fanno gli uomini, tutti, senza distinzione di razza, di sesso o di religione. Questa è una giornata storica per l’America, ma anche per noi perchè ci da fiducia per il futuro, perchè possiamo veramente credere, un giorno, di vedere realizzati i nostri sogni.
Il sogno di Martin Luther King, i have a dream, si realizza dopo oltre 40 anni e forse neanche lui avrebbe mai creduto che un certo Barack Obama, di colore, sarebbe diventato il 44′ presidente degli USA, se glielo avessero detto prima.
Adesso non ci resta che aspettare, con fiducia e speranza, che questo sogno si realizzi concretamente e che pace e serenità regnino in tutti i popoli.
“The change has come”, ha detto Obama e noi gli crediamo, gli vogliamo credere.
God bless America and God bless all!
“The change has come”, ha detto Obama e noi gli crediamo, gli vogliamo credere.
God bless America and God bless all!

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