Il termine “Social” sta assumendo una importanza oggi rilevante legata essenzialmente al mondo del web, quello 2.0 per intenderci. Ma siamo tutti “social”? Nel senso che siamo in grado di comprendere appieno il significato di “social” oggi?

La parola “social” trova la sua collocazione naturale quando si palra di socialnetwork, e allora col pensiero si va subito su Facebook, o su MySpace, cioè a tutti quegli strumenti che danno la possibilità alle persone di poter interagire con altri in modo virtuale, ma come se ci si incontrasse al bar o in qualsiasi altro luogo; l’idea è quella. L’aspetto da sottolineare è proprio la possibilità di comunicare condividendo. Socializzare attraverso strumenti che danno la possibilità di spaziare sotto tutti i punti di vista: condividere foto, video, ma anche musica, lettura di libri. E anche “social” sono tutti quegli altri strumenti che ci permettono di poter raccogliere tutte queste informazioni per poi poterle condividere e mi riferisco a Youtube, per i video, a Picasa o Flickr, per le foto. Se pensiamo che oggi tutto questo è possibile anche connettendosi da dispositivi mobili, e penso agli smartphone, anch’essi “social” perchè ci permettono di interagire con i nostri network, siano Facebook o MySpace, in qualsiasi luogo continuando a scambiare dati, foto, video come se fossimo dal nostro pc di casa. In questo senso, segnalo a tutti gli appassionatiun piccolo software, Fring, che una volta scaricato sul proprio smartphone, ci permette di usare Skype, Facebook in maniera rapida e veloce, e di telefonare in VoIp direttamente dal nostro cellulare.


Recentemente si è svolto a Firenze il BTO-Buy Tourism Online dal 17 al 18 Novembre scorso, una manifestazione dedicata al Turismo e in particolar modo alla domanda e offerta del turismo online alla sua prima edizione. E fa piacere vedere come il settore del Turismo sia già orientato a realizzare un nuovo modo di fare business, sfruttando gli strumenti che offre il web, meglio di altri. In pratica in questa manifestazione gli operatori del settore si sono confrontati su quali fossero le strategie da adottare per il futuro e quale fosse lo stato attuale. E mi ha molto colpito il fatto che, prendendo spunto dall’interessante 
dove si cerca di analizzare quelli che secondo l’autore gli effetti collaterali del sito. Un articolo su
E questo secondo il mio modesto parere, accresce sempre di più il fenomeno. Qualche giorno fa ha fatto notizia che Poste Italiane, una delle più grandi aziende italiane, abbia preso la decisione di oscurare il sito di Facebook ai dipendenti perchè “distrae dal lavoro”. Pare che anche la Regione Lombardi e Veneto stiano pensando di adottare provvedimenti simili. Ma perchè si è arrivati a tanto? Come mai tutto ad un tratto in Italia, notoriamente apatico verso il web e suoi strumenti, Facebook diventa l’esempio di socialnetwork per eccellenza? Diamo qualche numero intanto: un anno fa gli iscritti su Facebook erano appena 160 mila, a settembre 2008 erano 4 milioni e 200 mila! Un vero e proprio boom! Allora perchè prendere provvedimenti di oscuramento quando gli italiani per una volta forse apprezzano il web? Forse una risposta la si può trovare nel fatto che come al solito di fronte ad una cosa nuova ci manca il senso della misura. Nel momento in cui ne veniamo a contatto vogliamo sapere tutto e subito, e poi, quando questa passerà di moda, gettarla via come fosse carta straccia. Questa può essere una spiegazione, ma non basta. Ad attirare gli italiani su Facebook è forse il desiderio di provare la sensazione di esplorare nuovi modi di fare amicizia, ritrovare vecchi amici (la vera motivazione che ha portato 
Quando si parla di
E secondo questa affermazione allora siamo tutti visionari incalliti con qualche problema psicologico, altri personaggi attraverso iniziative sociali e politiche scelgono proprio il web per promuoverle. Mi riferisco ad Obama, che ha saputo cogliere il senso del web, coinvolgendo tutti gli internauti e non attraverso tutti gli strumenti online. Ha utilizzato il socialnetwork come mai nessun politico prima per far viaggiare le sue idee, per far arrivare a tutti il suo messaggio raggiungendo i più giovani che non gli hanno fatto mancare il proprio consenso. Ed ora per pronunciare il suo