La Quinta sezione penale della Cassazione ha ricordato, occupandosi della vicenda di Francesco Rocca, presidente della Cri, che le offese fatta anche via Facebook sono molto gravi, tali da configurare il reato di diffamazione aggravata.
Le espressioni ingiuriose utilizzate nel proprio profilo su Facebook e dalle quali è possibile individuare il destinatario, anche se non viene indicato il nome, integrano il reato di diffamazione pluriaggravata, indipendentemente dalle conseguenze che ne derivano. E' questo il principio interessante, di sicura attualità, espresso dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 16712, depositata il 16 aprile 2014.
La Corte di Cassazione interviene sul tema delicato del sequestro preventivo di siti internet a seguito di querela per diffamazione con una nuova, interessante sentenza in merito alle conseguenze in caso di querela presentata tardivamente. Nel provvedimento si chiarisce, inoltre, in quale momento si consuma il delitto di diffamazione su un sito internet.
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