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Instagram sperimenta Direct come nuova app di messaggistica per immagini

Instagram sta avviando una serie di test su Direct con l’intento di trasformare la funzionalità di messaggi in una vera e propria app di messaggistica istantanea per immagini. La fase di test riguarda di versi paesi, tra cui l’Italia, e l’idea nasce dal fatto che ad oggi Direct viene usata da 375 milioni di giovanissimi.

Molti di voi ricorderanno quando Instagram lanciò Direct, un servizio di messaging interno all’app con cui inviare messaggi allegando immagini e video. Era il 2013, Facebook non aveva ancora acquisito WhatsApp e nessuno ancora parlava di app di istant messaging “stand-alone”. Messenger, l’app di messaggistica interna a Facebook, lo sarebbe diventata più avanti, nel 2014. Negli anni Instagram è cresciuta molto, cerchiamo di raccontare spesso qui sul blog le vicende e le novità che la riguardano, al punto che adesso anche Direct sarebbe pronta a fare il passo da funzionalità interna ad app di messaggistica stand-alone. E la cosa è già in uno stato avanzato.

Al momento su tratta solo di una fase di test avviata in alcuni paesi, e sono: Cile, Israele, Italia, Portogallo, Turchia e Uruguay ma, ovviamente, è previsto un lancio globale anche se non si conoscono, ad oggi, ulteriori dettagli.

instagram direct new app messaggistica
Immagine via The Verge

In pratica, si tratta di qualcosa di già visto, in parte. Così come fece Facebook tre anni fa per Messenger, Direct punta a diventare l’app di messaggistica di Instagram. Una volta scaricata l’app, tutti i messaggi verranno gestiti dall’app e, contemporaneamente, di disattiverà la funzionalità dei messaggi all’interno di Instagram.

Ma perchè Instagram dovrebbe dotarsi di un’app di messaggistica “stand-alone”? La motivazione sta nel fatto che, nel tempo, Direct ha raggiunto un discreto numero di utenti che abitualmente utilizzano l’app. Sono infatti 375 milioni gli utenti, specie giovanissimi, che utilizzano Direct. Instagram a questo punto vuole giocare la carta delle “conversazioni” per provare a creare un nuovo filone di business. Niente di più e niente di meno, rispetto alla strategia che Facebook ha utilizzato per Messenger.

Instagram ha quindi raggiunto un livello tale di maturità da cominciare a diversificare e questo è stato possibile grazie alle Stories. Il successo di Instagram Stories ha senza dubbio trainato Instagram verso un livello di crescita specie in quella fascia di utenti più giovani (e non solo) e ora ci si può permettere questo nuovo passo.

La sfida che ha di fronte Instagram ora è enorme, sarà difficile ripetere il successo di Messenger divenuta oggi non solo un’app di instant messaging ma è anche un’app di utilities. Basti pensare ai vari servizi di prenotazione, di customer care, di trasferimento di denaro, giochi. Insomma è un’app che ha diversificato il suo ruolo. Instagram potrebbe puntare allo stesso obiettivo.

Le conversazioni saranno un volano per far crescere ancora l’app e per alimentare nuove Stories, con evidenti risvolti di business.

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Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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4 Commenti

  1. La comunicazione è la base del business.

    Così come Facebook, anche istagram l’ha capito è vuole guadarci sopra.

    Sarà davvero interessante vedere il futuro della messaggistica chat rivoluzionato da loro.

  2. Vedremo come andrà, intanto ti consiglio di scaricarla e provarla. E poi fammi sapere che ne pensi. Dal mio punto di vista non siamo che all’inizio, c’è ancora molto da lavorare.

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