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X aggiorna i termini di servizio e ricorda che i tweet sono post

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I nuovi Termini di Servizio di X (ex Twitter), che entreranno in vigore il 29 settembre, introducono cambiamenti importanti. Sparisce la parola tweet che viene sostituita da post. E poi ci sono restrizioni sullo scraping e l’ampliamento della raccolta dati. La distanza da Twitter è ormai evidente.

Chiunque sia entrato oggi all’interno dell’app Twitter/X – che da oggi chiameremo solo X – avrà visto il messaggio in basso che invitata a consultare i nuovi Termini di Servizio (TOS, Terms of Service) che entreranno in vigore dal prossimo 29 settembre.

Al di là di tutte le cose importanti che questo documento contiene, il messaggio di fondo è che con questi nuovi termini X vuole davvero far dimenticare Twitter. Già all’interno del documento quasi mai viene menzionato Twitter, in luogo di X. Quindi il messaggio è chiaro.

Anche se esistono ancora link di sottodomini che riportano “twitter.com”.

Ma X ora punta a cambiare completamente il lessico che Twitter aveva creato nel corso dei 16 anni di vita (intendiamo, dal 2006 fino alla cessione a Elon Musk nel 2022).

X aggiorna i termini di servizio e ricorda che i tweet sono post

Nuovi termini di servizio di X, addio al tweet

Infatti, Twitter era stata l’unica piattaforma social media a creare un insieme di parole che presto sarebbero entrate a far parte del linguaggio comune. Come “tweet”, il contenuto che veniva condiviso sulla piattaforma, prima da 140 e poi da 280 caratteri, usato spesso come un invito ad intervenire brevemente: “dai, dimmelo in un tweet”.

Dal prossimo 29 settembre tweet non esisterà più, in via ufficiale, esisterà solo l’anonimo “post”, termine usato ormai ovunque sulle diverse piattaforme e diventato di uso comune per “contenuto online”.

E oltre a tweet cambierà anche la celebre forma “retweet”, che adesso diventa “repost”.

E poi c’è tutta la parte dedicata allo scraping. Ricordate certamente quando un paio di mesi fa Elon Musk ordinò la limitazione sulle visualizzazioni dei tweet perché sosteneva che la piattaforma era presa d’assalto dai robot crawler dei servizi di intelligenza artificiale generativa. In pratica questi bot visitano diversi siti per poi riportare all’interno del software principale per alimentare i contenuti dell’intelligenza artificiale.

Adesso è scritto nei TOS di X:

La scansione dei Servizi è consentita se eseguita in conformità con le disposizioni del file robots.txt, tuttavia, la scansione dei Servizi senza il nostro previo consenso è espressamente vietata“.

Nelle ultime settimane, X ha anche modificato il suo file robots.txt per rimuovere le istruzioni per tutti i bot crawler, tranne Google.

Nel 2015, Twitter aveva confermato di avere un accordo con Google per far emergere i tweet nei risultati di ricerca. Adesso non è chiaro se la natura o i termini dell’accordo siano cambiati con la nuova gestione di X.

X ha anche modificato il file robots.txt per impedire ai crawler di ottenere informazioni come “Mi piace” e “retweet” (quando si chiamavano ancora così) relativi a contenuti specifici. Inoltre, impedisce ai bot di guardare i “Mi piace”, i media e le foto di un account.

Cos’è il file robots.txt

Per chi non è avvezzo a termini un po’ più tecnici, un file robots.txt è un piccolo documento utilizzato dai siti web per comunicare con i motori di ricerca e altri robot che esplorano il web, come quelli utilizzati da social media e motori di ricerca.

Questo file dice a questi robot quali parti del sito possono essere esplorate e indicizzate (rese disponibili nei risultati di ricerca) e quali parti dovrebbero essere evitate. In poche parole, è come una “mappa” che dice ai robot dove sono consentiti e dove non sono benvenuti sul tuo sito web. Questo aiuta a controllare quali pagine di un sito vengono mostrate nei risultati di ricerca e protegge le informazioni sensibili o private, se dovesse essere necessario.

Tornando allo scraping che X non permetterà più sulla propria piattaforma, sarà difficile ottenere il consenso richiesto, sempre qualche settimana fa, all’interno di uno spazio live, uno Spaces, Elon Musk disse che xAI, società di intelligenza artificiale da lui fondata a luglio, utilizzerà dati pubblici come i post della piattaforma per addestrare i suoi modelli. Ecco spiegato il divieto per le altre piattaforme di intelligenza artificiale generativa.

Inoltre, aspetto certamente non secondario, la nuova versione dei termini di servizio afferma che X amplierà il volume di dati raccolti sugli utenti, inclusi dati biometrici e anche la storia lavorativa.

Insomma, X vuole farci dimenticare Twitter e mai come adesso, con questi nuovi termini, la distanza tra le due piattaforme è così ampia.

Se preferite, potete consultare e scaricare i nuovi termini di servizio di X anche in pdf.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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