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Reputescion, ospite di stasera è Maccio Capatonda

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REPUTESCION – Quanto vali su web? La trasmissione condotta dal giornalista Andrea Scanzi che indaga sulla reputazione online di personaggi di spicco, in onda su La3 Tv, vedrà stasera ospite Marcello Macchia alias Maccio Capatonda, il popolare youtuber

Sarà Maccio Capatonda, uno degli youtubers più apprezzati d’Italia il protagonista dell’ottava puntata di “REPUTESCION – Quanto vali su web?”, il programma condotto da Andrea Scanzi in onda lunedì 29 aprile alle ore 22.30 su La3, il nuovo Social Media Channel (visibile su Sky canale 143, sul DTT canale 134).

“REPUTESCION – Quanto vali su web?”, è il primo e unico programma in grado di valutare, su base scientifica, la reputazione on line, di personaggi di spicco del mondo della politica, della cultura, della società e dello spettacolo, ospitandoli in studio e offrendogli la possibilità di “origliare” cosa si dice di loro sul web e misurare la forza d’impatto di ciò che dicono o scrivono.

Il protagonista della puntata è Marcello Macchia alias Maccio Capatonda, regista, attore, autore e film maker  popolarissimo già dal 2004 grazie a dei trailer comici caricati su Youtube, in breve tempo è diventato un vero fenomeno virale. I suoi video, che raccontano il mondo con uno stile sempre ironico, irriverente e surreale hanno superato 15 milioni di visualizzazioni. Attualmente è protagonista, regista e produttore di Mario, su MTV.

La ricerca sulla reputazione on line è fatta, su base scientifica, dall’Osservatorio REDDS con la collaborazione di Ventura Research Institute e di Reputation Manager, unica società italiana che ha introdotto il concetto di “ingegneria reputazionale”, ovvero quell’analisi della reputazione on line dei brand e delle figure di rilievo pubblico.

Reputescion offre allo spettatore la possibilità di interagire con il programma, di fruire di contenuti extra (informazioni sull’ospite e info-grafica sulla sua web reputation) grazie all’App gratuita La3.

Per commentare la puntata su Twitter l’hashtag è #reputescion.

Reputescion è un programma ideato e scritto da Fabio Migliorati e prodotto da  Showlab per La3.

Social Media e Quotidiani, ecco come si comportano i giornali online

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Social Media e Quotidiani, un rapporto ormai in continua crescita e la ricerca che vi proponiamo oggi di Blogmeter, presentata da Vincenzo Cosenza al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, ci dà il quadro di come le edizioni online delle testate giornalistiche italiane si comportano su Facebook e su Twitter

Come gestiscono i social media le testate quotidiane italiane? Come si rapportano ai loro lettori su Facebook e Twitter, i due social media più importanti? Ai due interrogativi ha risposto Blogmeter attraverso una ricerca presentata durante il recente Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Blogmeter, grazie al suo strumento di analisi Social Analytics, ha rilevato ben 11,5 milioni di interazioni (Twitter: 4 milioni; Facebook: 4,5 milioni), sviluppate da 56 pagine facebook e 38 account twitter delle maggiori testate giornalistiche italiane nei primi tre mesi dell’anno, ossia Facebook: 01 gennaio 2013 – 31 marzo 2013; Twitter: 14 febbraio 2013 – 14 aprile 2013.

I Quotidiani su Facebook

Le performance del comparto su Facebook sono riassunte nella Engagement Map (immagine di copertina in alto) che mostra il posizionamento secondo il numero dei fan (ascisse), il total engagement come somma di like, commenti, condivisioni, post spontanei in bacheca (ordinate), il numero di post scritti (ampiezza della bolla). Il quadrante dei leader è occupato da La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Fanpage.it (la testata all digital che raccoglie più fan di tutti), Leggo (al terzo posto per numero di condivisioni e commenti suscitati). Seguono a distanza il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.

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La Repubblica stacca tutti per quantità di interazioni: sono circa 5 milioni quelle suscitate in 3 mesi, mentre il Fatto Quotidiano si ferma a 2 milioni. Promettente la posizione de Il Messaggero, Il Giornale, Libero, The Huffington Post, che riescono a coinvolgere i propri lettori pur non avendone un numero superiore alla media. Purtroppo la maggior parte delle testate ricade nel quadrante dei laggards (non visualizzati per consentire una migliore lettura del grafico) coloro che sono in forte ritardo sia in termini di fan che di coinvolgimento.

I Quotidiani su Twitter

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Su Twitter i meglio posizionati in termini di follower e di mention (RT, Reply e citazioni spontanee ricevute) sono La Repubblica (con oltre 800.000 follower e circa 207.000 menzioni in 3 mesi), Il Corriere della sera, Il Fatto Quotidiano, La Stampa, Il Sole 24 Ore, La Gazzetta dello Sport e Il Post. Con un numero di citazioni superiori alla media del settore anche Linkiesta e Fanpage.it. Anche qui la maggior parte delle testate risulta in ritardo nell’uso del mezzo. I giornali più grandi tendono ad usare più account tematici verticali e a sfruttare la notorietà dei giornalisti per socializzare le notizie. Paga la pratica del live twitting e l’uso degli hashtag in occasione di eventi quali le elezioni e Sanremo. Da sottolineare proprio la capacitá delle testate di saper introdurre hashtag che attraggono l’interesse degli utenti.

Rispetto allo scorso anno emerge una maggiore presa di coscienza dell’importanza dei social media – sostiene Vincenzo Cosenza, social media strategist di Blogmeter – anche se l’utilizzo è meramente strumentale a veicolare traffico sul sito web principale. Scarso l’uso di tecniche di coinvolgimento del lettore: i link puri e semplici vengono preferiti alle foto, che però risultano essere più apprezzate dai lettori. In definitiva si usano ancora i social media come “nuove edicole”, senza una cura del contenuto postato su Facebook e Twitter, né del dialogo con fan e follower. Eppure l’attenzione alla community potrebbe rivelarsi molto importante nel lungo periodo, per fidelizzare i lettori e stimolarli, eventualmente, ad acquistare contenuti di qualità”.

Netizen 2013, la mappa delle web tv in Italia [Infografica]

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Netizen 2013 è la ricerca annuale, promossa da Altratv.tv, l’Osservatorio italiano delle web tv, che quest’anno è stata presentata in anteprima all’Internationa Journalism Festival di Perugia alla presenza di Giampaolo Colletti, fondatore di Altratv.tv, di Luca De Biase e di Beatrice Nolli di Directo, l’agenzia che ha curato lo sviluppo dell’infografica che vi presentiamo oggi

Netizen 2013, la ricerca che ogni anno Altratv.tv pubblica per avere il polso della situazione delle web tv in Italia, è stata presentata giovedì scorso a Perugia, all’interno del Festival Internazionale del Fiornalismo, alla presenza di Giampaolo Colletti, Luca De Biase e Beatrice Nolli di Directo, l’agenzia che quest’anno ha curato lo sviluppo dell’infografica che vedete il fondo al post, una novità di questa edizione.

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Netizen sta per “internet e citizen” e descrive  da otto anni i cittadini digitalizzati videomaker, ovvero i creatori di web tv, media digitali, community online, blog e videoblog informativi e verticali.

Esito della ricerca è che per la prima volta ci sono meno “antenne” ma più strutturate, e con un uso maggiormente consapevole dei nuovi strumenti, dai social network ai devices mobili.

Nel 2012 si sono registrate 1350 realtà, di cui 584 web tv e 766 media digitali. L’ultimo monitoraggio, quello relativo al 2011, contava 642 web tv, e così la crisi ha bussato anche alle porte dei nuovi media, facendo registrare per la prima volta un segno negativo: -7% rispetto all’anno precedente (2011). Lombardia (81), Puglia (74), Lazio (66) ed Emilia Romagna (50) sono le regioni con la maggiore distribuzione di web tv. Puglia (71), Lombardia (66), Campania, Lazio e Sicilia (65) quelle dove si registra il maggior numero di media digitali. La Pubblica Amministrazione conta 115 web tv, mentre quelle delle università sono 32.

Così i ricercatori di Altratv.tv continuano a monitorare lo stato di salute delle imprese di comunicazione che nascono in rete. La ricerca è stata condotta intervistando 400 “antenne” italiane, distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. La ricerca ha riguardato cinque gli ambiti di studio: aspetti editoriali e mezzi produttivi, partner e business model, team e relativa gestione, social network e videosharing, devices mobili.

Così i piccoli player che resistono si strutturano maggiormente, si consorziano, tendono ad influire maggiormente nell’agenda del territorio e ad intercettare community più coese e con investimenti più cospicui. Crescono le realtà con un target verticale (28%), rispetto a quelle di taglio generalista e territoriale (60%). E i pubblici sono la vera novità, più maturi che in passato: due su tre hanno sopra i 24 anni. Cresce l’intesa con la PA: ben il 40% registra riconoscimento e collaborazione (rispetto ad un 36% che denuncia indifferenza) e un 8% formule di finanziamento. Una antenna su due (precisamente il 52%) produce contenuti ottimizzati anche per una fruizione su dispositivi mobili e addirittura un 9% ha sviluppato una app con contenuti “freemium”, ovvero gratuiti e a pagamento.

Dalla ricerca però viene individuato essenzialmente il punto critico che sembra pesare su uno sviluppo maggiore delle web tv e dei loro progetti futuri. Parliamo del problema relativo ai finanziamenti e il dato del 70% delle web tv che va avanti col sostegno dell’ideatore definisce bene quale sia lo scenario attuale. Il periodo di crisi attuale ha reso ancora più evidente in questo periodo questo stato di difficoltà, che come dicevamo prima segna per la prima volta una flessione nel numero di web tv in Italia, e produce due effetti: la chiusura oppure la stagnazione che impedisce qualsiasi progetto di sviluppo futuro. Da questo punto di vista, ci auguriamo che la situazione in generale migliori per permettere alle web tv di poter giocare ancora un ruolo importante, anzi fondamentale.

Interessante notare, infine, che la maggior parte delle web tv tra i social network usa per la maggior parte Facebook (94%), Twitter (78%). Dal punto di vista della pubblicità si registra un 32% che afferma di non usare nessun tipo di pubblicità, mentre il 30 sostiene du fare campagne su Facebook, il 22% usa banners.

In basso l’infografica, sviluppata e curata da Directo, con cui vantiamo una bella partnership, con la preziosa collaborazione del disegnatore Riccardo Pieruccini (Ruggine).

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Investo in Trasparenza, la campagna di Agorà Digitale

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Agorà Digitale qualche giorno fa ha lanciato la sua campagna di crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere fondi per monitorare come le amministrazioni pubbliche e i parlamentari si rapportano con il fondamentale principio della Trasparenza. Con pochi euro si può contribuire a sostenere questa campagna ed è quello che ci sentiamo di consigliarvi. Lamentarsi è bene, agire è meglio!

Cosa si può fare con 6 euro in questo ultimo fine settimana di aprile? Andare al cinema no. Perché 6 euro non bastano e con il sole è meglio stare all’aperto. Si può prendere un bel gelato al bar, ma in vista della prova costume è forse meglio rinunciare. Si può comprare…cosa? Un ananas o qualche altra cosetta come suggerisce Stefano Epifani nel video. Oppure si può investire in trasparenza. Sì, perché sono rimaste solo 24 ore per aderire alla campagna di crowfunding lanciata da Agorà Digitale una decina di giorni fa e mirata a raccogliere i fondi necessari a monitorare le amministrazioni pubbliche e i parlamentari sull’applicazione dei principi di trasparenza. “Useremo i tuoi soldi per entrare in contatto con loro – si legge nella pagina delle donazioni http://www.agoradigitale.org/dona-contro-lo-stallo-della-trasparenza/ – rendere ancora più stringente la normativa, pungolare le amministrazioni non in regola e sviluppare la tecnologia necessaria al continuo monitoraggio”.

Siete d’accordo sulla necessità di partecipare per migliorare il posto in cui viviamo? O pensate che monitorare non sia necessario?  Per convincersi basta guardare i risultati della “Settimana della trasparenza” lanciata sempre da Agorà Digitale qualche tempo fa (https://www.franzrusso.it/condividere-comunicare/era-della-trasparenza-crowdsourcing-sugli-open-data/) e che metteva in bella mostra come la cartina rosso sangue, prova del fatto che la maggior parte delle PA italiane non fossero in regola con la pubblicazione obbligatoria delle spese effettuate. Affinchè il nuovo decreto di riordino della trasparenza non resti sulla carta, è necessario attivare un “guardiano digitale”, un soggetto che tenga sotto controllo l’applicazione della legge. Piuttosto che buttare 6 euro in riviste frivole, gelati, ananas, caffè o altre amenità allora si può scegliere di donare 2 euro per consente ad Agorà Digitale di aggiungere un’altra amministrazione a quelle monitorate e altri 4 euro per aggiungere un parlamentare (è possibile in questo caso indicare anche la preferenza su chi monitorare scrivendo a dona@agoradigitale.org).

Useremo i tuoi soldi – affermano ad Agorà Digitale – per entrare in contatto con i parlamentari, rendere ancora più stringente la normativa, pungolare le amministrazioni non in regola e sviluppare la tecnologia necessaria al continuo monitoraggio”.

Lamentarsi serve. Indignarsi pure. Ma occorre poi trasformare l’indignazione in azione. Per rendere migliore il Paese in cui viviamo spesso basta poco. Come rinunciare ad un paio di caffè e donare 2 euro per verificare l’operato di un’Amministrazinone. Perché, come afferma Seth Godin

Il miglior modo di lamentarsi è fare qualcosa”.

Come accendere una Social Tv

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Come realizzare un progetto editoriale online o come accendere una Social Tv? Guido Scorza, avvocato dell’Istituto Politiche Innovazione, e Giampaolo Colletti, fondatore di Altratv.tv, hanno spiegato durante il loro interessante workshop all’International Journalism Festival di Perugia che é necessario avere attenzione per diversi aspetti, dalle dinamiche social a  quelli di regolamentazione

Un concetto deve essere molto chiaro, ossia che il digitale genera nuove economie in rete. Una web TV è un servizio di televisione fruita attraverso il web e veicolata via streaming. Ma come realizzarla? L’avvocato Guido Scorza (Istituto Politiche Innovazione) e il fondatore di Altratv.tv Giampaolo Colletti hanno spiegato durante il workshop di giovedì al Festival Internazionale del Giornalismo, in corso a Perugia fino a domenica 28 Aprile, che occorre prestare attenzione a diversi aspetti, dalle dinamiche social a quelli di regolamentazione. Fino a pochi anni fa era difficile pensare di poter realizzare una web TV, soprattutto a causa dei costi talmente alti da renderla accessibile soltanto alle grandi aziende. Oggi invece le modalità di accensione di una web TV dal punto di vista editoriale sono semplici e veloci.

Il primo ad aver compiuto un passo in avanti in tale senso è stato Youtube, che permetteva (e permette ancora) al blogger di caricare semplicemente il proprio video sulla piattafoma.

Le Web TV oggi non sono più su piattaforme chiuse, ma dialogano più che mai con i social network e con le App degli smartphone: l’88 % utilizza Facebook, il 60% Youtube, il 40& Twitter e il 12% Foursquare.

I trend emergenti delle social tv sono infatti il microblogging, Twitter per raccontare eventi live, Foursquare per quanto riguarda la geolocalizzazione, e relativamente al live streaming Facebook, Youtube e Android. Per diventare veri e propri consulenti di comunicazione.

Per quanto riguarda i contenuti invece, il 37% riguarda l’informazione, il 32% promozione e il 26% canali verticali.

Ma quali sono gli step da seguire per aprire una web TV?

  • In primis occorre comunicare all’AGCOM la propria intenzione di avviare un’attività di questo tipo;
  • in secondo luogo è necessario registrarsi in qualità di content provider presso il ROC (Registro degli Operatori della Comunicazione);
  • infine si passa alla produzione di contenuti.

Nonostante la semplicità nel realizzare una web TV, occorre però prestare attenzione a una complessa e intricata rete di regolamentazioni.

Il primo vincolo in cui ci si imbatte è rappresentato dal diritto di autore: è infatti difficile pensare a un video che non contenga musiche di sottofondo o immagini trovate sul web. La rete è come un supermercato di contenuti per i content provider, e il problema consiste nel fatto che nella stragrande maggioranza dei casi, i prodotti siano esposti senza indicazioni: spesso non viene esplicitato che quasi sempre è necessario richiedere autorizzazioni.

Lo step finale è rappresentato quindi dall’acquisto del diritti d’autore, e nell’attenzione che occorre prestare alla regolamentazione: nello specifico il diritto all’oblio, che non deve essere leso se non ci si vuole imbattere nel garante della privacy, e il limite del rispetto della privacy stessa, che spesso viene calpestata dall’esercizio del diritto di informare.

(credits: official press release http://www.festivaldelgiornalismo.com/post/29771/)

Social TV, la nuova TV nell’era di Facebook e Twitter

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Altro panel interessante al Festival Internazionale del Giornalismo in corso a Perugia fino al 28 Aprile. Si parla di quello che è di sicuro il fenomeno del momento, ossia della Social Tv, il nuovo modo di intendere la televisione nell’era dei Social Media

Michele Serra qualche anno fa scriveva che la Tv è “un elettrodomestico di legno e vetro, un incrocio a prima vista fra la radio ed il cinema, che ha mutato il ritmo delle nostre giornate”. Non gli si può dar torto: questo nuovo “elettrodomestico” era in grado di annullare il tempo di trasmissione di immagini e suoni, permettendo il vero e proprio annullamento della distanza non solo spaziale, ma anche temporale, concedendo agli spettatori di tutto il mondo di vivere in simultanea grandi e piccoli eventi mediali. Un vero e proprio dono dell’ubiquità. Dai primissimi passi mossi, la TV ha fatto moltissima strada ed attualmente si moltiplica ovunque, su una pluralità immane di schermi, sui quali compie un vero e proprio “effetto rimbalzo”: tablet, smartphone, computer, che Andrea Materia, uno dei relatori dell’evento e CEO Greater Fool Media, definisce secondi e terzi schermi, anche se, ricorda, la televisione non sempre è primo schermo.

Proprio di questa sorta di condivisione estrema si è parlato ieri al Centro G. Alessi che ospita l’evento all’interno dell’International Journalism Festival di Perugia. A moderare la conversazione era Giampaolo Colletti. Andrea Materia appena presa la parola, e su richiesta del fondatore di Altratv.tv (piattaforma che offre un monitoraggio dei canali italiani che fanno web tv) cerca di dare una definizione approssimativamente corretta di Social TV:

essa si autodefinisce nel non essere né solamente internet, né solamente televisione, è tutto ciò che implica un’interazione tra più schermi in tempo reale, in simultanea, o più o meno; l’importante è che ci siano audiovisivo e social network, cioè la condivisione”

Materia ha proseguito toccando altri argomenti, tra cui il rapporto che si viene ad instaurare tra social, fruitore/spettatore TV e pubblicità. Per lui infatti:

è fondamentale sottolineare che l’applicazione ha un database utenti (che è ciò che il mondo della pubblicità può utilizzare), mentre facebook può leggere i numeri, ma non i nomi di chi ha guardato un determinato programma”

Da ciò ha preso spunto per aprire una parentesi sull’auditel sociale, nominando sia programmi poco presenti in forma social, come le fiction, per le quali a suo parere si dovrebbe prendere esempio dal mondo statunitense (“ma sono convinto che ci si arriverà”) a programmi invece molto presenti, come Sanremo, Le Iene e talk politici, tra i quali spiccano Ballarò, Presa Diretta, Agorà e Servizio Pubblico, che sono poi antesignani dell’ampliamento al modello partecipativo su cui si fonda la rete.

Anche Gianluca Visalli, Responsabile New Media La7, dice la sua, parlando in primis della situazione della piattaforma televisiva di cui è parte, rivelando quanto in realtà lui ed il suo team lavorativo siano

favoriti dai contenuti e dal clima, in quanto i programmi di spicco di La7 hanno riscontri interessanti su twitter e facebook data la voglia di partecipazione al dibattito politico del momento.”

Non nasconde inoltre di esser partito da zero, insieme alla sua squadra redazionale, per approdare poi ad un livello culturale abbastanza forte sul linguaggio e sulle proprietà peculiari della social TV;

si osservi, ad esempio, il meccanismo che coinvolge il pubblico e lo pone a diretto contatto con l’ospite del programma televisivo: già dal pomeriggio, gli utenti, ossia i telespettatori che la sera andranno poi a guardare il suddetto programma, sono chiamati a votare la domanda da porre all’ospite in studio sulle piattaforme di social network; così facendo si viene a formare una vera e propria interazione tra telespettatori ed ospiti”, continua Visalli, che tocca anche il punto commerciale, dicendo che “non è chiaro ancora quale sia il modello pubblicitario migliore”.

A prendere la parola è ora la Vicedirettrice di Rai1 Roberta Enni, la quale sottolinea come

la TV sia social da sempre, ma in forme diverse, era social fin da quando la gente si riuniva al bar sotto casa per seguire la partita o Lascia o Raddoppia; e proprio questa è la differenza tra cinema e TV, cioè che mentre si guarda la TV si parla”.

La Enni continua illustrando la sua esperienza a Rai5:

quando siamo partiti con Rai5, nel novembre del 2010, eravamo decisi che sarebbe stato social, non a caso è partito contemporaneamente alla pagina Facebook; si proponeva dunque di essere un luogo e non solo un canale televisivo, e devo dire che il rapporto che ho avuto con i telespettatori sul social network è stato tra le esperienze più formative in 25 anni di carriera. Ora che sono a Rai1, mi sono battuta per creare uno spot che pubblicizzasse la fiction “Un medico in famiglia” nella sua accezione social. Loro mi prendevano per pazza, io prendevo loro per alieni. Alla fine ci sono riuscita!”.

In conclusione del panel discussion, si può affermare che la social tv è oramai integrata in pianta stabile con i media mainstream. Rimane ancora il sostanziale problema, ossia quello relativo alla raccolta pubblicitaria e la definizione di un’efficace modello di business applicabile alla nuova era del social tv.

(credits: official press release http://www.festivaldelgiornalismo.com/post/29547/)

Twitter e Giornalismo, lo scenario italiano al #ijf13

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E’ iniziato oggi il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia e durerà fino al 28 Aprile. Tantissimi e personaggi e gli eventi, imperdibili. Tra questi l’evento di oggi dal titolo “Twitter e giornalismo personale: lo scenario italiano” con la presentazione di uno studio di Edelman che rileva lo scenario italiano nel mondo di Twitter

Twitter e Giornalismo oramai hanno intrecciato un legame forte e per certi aspetti, quasi obbligato per la natura stessa che ha Twitter. Molte volte ci siamo chiesti quale fosse la realtà italiana in merito a questo legame. Allora proprio in occasione della prima giornata del Festival Internazionale del Giornalismo, che si tiene a Perugia fino a domenica 28 Aprile, vi rendiamo conto dell’interessante incontro che aveva come tema “Twitter e giornalismo personale: lo scenario italiano“, occasione tra l’altro di conoscere l’interessante studio condotto da Edelman condotto su un campione di 2000 giornalisti “twitteri”.

Le breaking news e le dichiarazioni? Si cinguettano. Ormai giornalisti, politici e VIP fanno tutto con un tweet. Quale sarà il futuro per le agenzie di stampa? E quali saranno le opportunità e quali i rischi per il giornalista attivo sul social network?

Questi sono stati i temi del panel a cui hanno partecipato Fabrizio Goria, de Linkiesta; Andrea Iannuzzi, direttore AGL; Dennis Redmont, giornalista e scrittore. A moderare il dibattito Mauro Turcatti, di Edelman.

Tanti sono gli aspetti che confermano il trend del social che potrebbe prendere il posto delle agenzie di stampa: i giornalisti firmano i loro articoli inserendo il loro account, la propria pagina del social appare tra i primi posti dei risultati organici di Google e il tweet arriva sempre più spesso prima del lancio di agenzia.

Ecco i dati dell’indagine di Edelman:

– Il target è composto per il 70% da uomini e il restante 30% da donne;

L’italiano è la lingua prevalente. L’86% dei giornalisti del campione twitta in italiano, solo 1 su 6 invece scrive in inglese;

Gli account verificati sono una rarità;

Il 40% degli account non rimanda a link Url. Tra questi il 45% inserisce il link di una pagina personale; il 24% , meno evoluto nell’attività di personal branding, rimanda alla rubrica in cui scrive; il restante 5% al profilo su Facebook e il 6% è composto dai direttori dei giornali.

Il maggiore sbarco c’è stato due anni fa per l’effetto “De Bortoli – Fiorello”;

– La frequenza per il 75% si attesta a cinque tweet al giorno. Solo 1 giornalista su 5 è un super user;

Twitter è un luogo, non uno strumento”, così Fabrizio Goria, ha spiegato l’uso che fa del social. “Twitto in inglese da marzo 2011. Ho iniziato cercando notizie sul terremoto in Giappone. Nel mercato finanziario se lanci un tweet sbagliato compi un reato”.

Anche per Andrea Iannuzzi twitter non è autosufficiente.

I singoli giornalisti hanno la libertà di twittare notizie o presunte notizie non verificate, prima delle agenzie, perché quest’ultima deve fare verifiche che il singolo giornalista può non fare, con un basso rischio di brutta figura”. Ed ha precisato che non sempre è funzionale arrivare primi: “Il concetto di concorrenza, con la rete, deve cambiare a vantaggio della collaborazione, per avere una informazione migliore. Non c’è motivo per farsi la guerra, consapevole che non sia un concetto diffuso. L’utente consulta più fonti. Non si ricorda nessuno chi ha twittato per primo. Vale di più la fiducia. Nel metodo di lavoro le notizie mi arrivano su Twitter e poi guardo le agenzie per trovare conferme”.

Dennis Redmont invece ha iniziato da poco:

Ho 116 follower, ho aperto il profilo solo qualche mese fa. Il mix dipende da ciò che fai. Da pensare bene quale è il tuo profilo”.

L’occasione è stata poi utile per delineare in merito ai temi trattati, quali fossero le virtù e i vizi del social. Sei sono le virtù: breaking news; fonti; i fact checking; i testimoni di un evento attraverso twitter e la facilità con la quale si distribuiscono contenuti.

Sette i vizi “capitali” del social: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira ed infine accidia.

E’ stato poi attivato un sondaggio “Twitter ucciderà le agenzie di stampa?” Si può partecipare e rispondere su @giornalisti_ita. C’è tempo fino a domenica.

(credits: official press release http://www.festivaldelgiornalismo.com/post/29520/)

4W Marketplace scelto da Visit Malta per l’adv contestuale e Mobile

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4W Marketplace scelto da Malta Tourism Authority, ossia l’Ente del Turismo di Malta, per gestire le campagne pubblicitarie per la promozione della destinazione Malta su piattaforme mobile e web

Malta Tourism Authority (l’Ente del Turismo di Malta) lancia attraverso il network di 4w MarketPlace le campagne pubblicitarie per la promozione della destinazione Malta su mobile e web. Il sito istituzionale di MTA è www.visitmalta.com dove è possibile trovare contenuti ed eventi relativi alle tre isole Malta, Gozo e Comino. La campagna, online fino a maggio e nel mese di ottobre, ha portato parte del traffico su un nuovo sito www.malta-vacanze.it dedicato interamente ai viaggi con destinazione Malta. La campagna si sviluppa su tre canali:

  • text link con strumenti di retargeting all’interno del Premium Publisher Network, il Consorzio dei più grandi editori italiani fondato da RCS MediaGroup e il Gruppo Editoriale L’Espresso, con cui 4w MarketPlace ha un accordo in esclusiva per la gestione degli spazi pubblicitari a performance2 delle maggiori testate online;
  • banner mobile all’interno delle applicazioni e degli Msite (siti accessibili da mobile) di 4w Mobile, network di 4w MarketPlace con oltre 450 milioni di impression al mese, pensato appositamente per la comunicazione su smartphone;
  • banner display in real time bidding con strumenti di retargeting su private network audience based.

Sul web la campagna ha raggiunto in meno di un mese 90 milioni di contatti lordi. Il target ha risposto appieno all’iniziativa con un convertion rate medio del 5% con punte del 17%, dimostrando così un forte interesse per le attività promosse su Malta.

Gli obiettivi della campagna sono la promozione del patrimonio artistico e delle iniziative culturali, turistiche e commerciali dell’arcipelago maltese, la generazione di ulteriori contatti e la diffusione della conoscenza del territorio tramite la guida e l’app ufficiali di Malta.

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Su mobile il formato banner è stato pensato per invogliare gli utenti a scaricare gratuitamente sia la guida “20 esperienze imperdibili a Malta” – sfogliabile in PDF e per gli utenti iPhone con possibilità di salvarla in automatico sull’iBook – realizzata in esclusiva da Lonely Planet, sia l’applicazione “Visit Malta” per scoprirne la storia, le tradizioni e le attrattive. Sul web la soluzione creativa è stata declinata in 5 soggetti (immagini e claim) personalizzati in base all’audience, per promuovere corsi d’inglese per studenti e professionisti, vacanze in barca a vela, immersioni ed escursioni sui fondali marini e la guida di Lonely Planet scaricabile in PDF.

Grazie agli strumenti di ottimizzazione messi a disposizione dalle piattaforme di 4w MarketPlace e analizzando l’andamento della campagna in tempo reale, è stata individuata una nuova richiesta di corsi di inglese business da parte degli utenti via web, che si è rivelata un’opportunità di mercato subito colta con interesse da MTA.

Siamo rimasti molto soddisfatti dalle performance ottenute grazie all’utilizzo dei diversi network gestiti da 4w MarketPlace”, ha dichiarato Benedetta Bonolis, Web Specialist Marketing and Communication Executive per MTA Italia, “Il numero di contatti di qualità raggiunti è risultato superiore rispetto alle ultime campagne su cui avevamo investito. La scelta di un partner in esclusiva risponde appieno alle esigenze di pianificazione della nostra campagna, verticalizzando e targetizzando il messaggio all’interno di app e Msite premium”.

Engagement e Social Media, alcuni consigli da LivePerson

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Engagement e Social Media sono ormai parole chiavi obbligate per le aziende che vogliono iniziare ad usare canali di comunicazione digitale. Spesso proviamo a dare suggerimenti per fare in modo che una strategia di comunicazione possa essere d’aiuto, ma oggi vi proponiamo dei consigli preziosi che ci da LivePerson, azienda leader di soluzioni di online engagement intelligente e in tempo reale

Engagement, ossia essere coinvolgenti coi propri utenti/clienti, ha assunto ormai un valore di fondamentale importanza nell’intento di comunicare attraverso i Social Media. Sappiamo che tante aziende, oggi, scelgono di essere presenti sui social media, ma quante di queste seguono una strategia precisa? Quante si sono prefissate un preciso obiettivo da raggiungere? Quante si pongono il problema di come gestire al meglio i canali social e massimizzare il coinvolgimento degli utenti. Chi ci segue sa quanto teniamo a questo tipo di argomenti e spesso abbiamo provato a fornire dei suggerimenti, ma oggi facciamo nostri e ve li proponiamo i consigli di Mario Manzoli, Regional Sales Manager per l’Italia di LivePerson, fornitore leader di soluzioni di online engagement intelligente e in tempo reale. Alcuni vi saranno già noti e forse vi sembreranno anche scontati, ma val la pena di ricordarli. In complesso sono essenziali e precisi, vediamoli insieme.

1. Scegli un social media e gestiscilo al meglio

Se ancora non hai adottato una strategia di social engagement, può non essere facile decidere da dove cominciare: Facebook, Twitter, Linkedin, YouTube, Google+, Pinterest, Blogging… la cosa migliore è identificare il social network che più di altri possa aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi di business e il livello di engagement prefissato. Per far ciò sarà necessario fare qualche ricerca a monte, per comprendere che tipo di target utilizza ciascuna piattaforma e in che modo. In un secondo momento, sarà poi ovviamente possibile estendere la propria presenza ad altri canali, ma sceglierne uno e gestirlo al meglio è il modo migliore di cominciare.

2. Crea un team dedicato

Niente di peggio di un canale social che non interagisca con i suoi fan/follower o che ignori le loro domande. Non basta postare contenuti di tanto in tanto: i social vanno alimentati con regolarità e il dialogo con il pubblico è fondamentale. Allo stesso modo, se decidi di abbandonare un profilo precedentemente creato, ricordati di cancellarlo definitivamente: l’inattività non è mai percepita positivamente.

3. Ascolta il web

Monitorare quanto viene detto sul web è fondamentale: gli Alert di Google non bastano.  Cosa devi monitorare? Per prima cosa le parole chiave associate al tuo brand, ma non solo: segui anche ciò che viene detto sul tuo settore, sui tuoi concorrenti, sui vostri prodotti. Ascoltando la voce del web potrai comprendere meglio i tuoi utenti e garantire loro un’offerta più mirata.

4. Stabilisci la social media policy interna

E’ sempre bene esplicitare una serie di linee guida relative al comportamento che i dipendenti di un’azienda sono tenuti a seguire sui social. Ma attenzione: l’accento non va tanto posto sulle restrizioni, ma piuttosto su ciò che i dipendenti possono fare per contribuire a sviluppare una percezione positiva dell’azienda sul web.

5. Mostra il volto umano del brand

Per quanto possano amare il vostro brand, i clienti ricercano un contatto umano. Anche quando si comunica per conto di un’azienda, è bene far capire al pubblico chi c’è dietro l’account, specialmente nel caso di servizi di assistenza. Ad esempio, non è una cattiva idea quella di far firmare all’operatore un tweet o un post!

6. Proteggi il brand

Talvolta, le campagne social sfuggono di mano: basta ricordare alcuni #epicfail, come il caso Groupalia durante il terremoto in Emilia oppure l’hastag #McDstories. Qualunque sia la causa – personale poco competente o non adeguatamente formato oppure una scarsa pianificazione – è bene ricordarsi che il web è un amplificatore e che chi gestisce il profilo di un’azienda parla a nome del brand e non a nome proprio.

7. Occhio al mobile

Accertatevi che la vostra presenza sui social risponda anche ai bisogni degli utenti mobile, soprattutto se ancora non avete un’app o un sito ottimizzato. Ad esempio, poiché sempre più utenti utilizzano dispositivi mobili in-store, accertatevi che i vostri profili social siano anche in grado di supportare i consumatori in negozio.

8. State al passo con i tempi

I social media evolvono alla velocità della luce anche grazie alla costante aggiunta di nuove feature e plug-in. Probabilmente, tra 5 o 10 anni il mondo dei social media sarà completamente diverso, il che significa che non solo è necessario stare al passo con le ultime novità ma anche – e soprattutto – lanciare uno sguardo al futuro!

Allora che ne pensate?

Apple, iPhone traina i dati finanziari del Q2 2013

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Apple oggi ha reso noti i dati finanziari del secondo trimestre del 2013. Si registra un fatturato di 43,6 miliardi dollari e 9,5 miliardi di dollari di profitto netto, in crescita, EPS a 10,09 dollari, in calo. Sono stati venduti 37,4 milioni di iPhone e 19,5 milioni di iPad

Apple ha reso noti i dati finanziari relativi al secondo trimestre del 2013, il Q2, facendo registrare un aumento del fatturato, 43,6 miliardi di dollari, e dell’utile netto, 9,5 miliardi di dollari. Dato, questo, trainato dall’elevato numero di iPhone venduti in questo periodo. I dati in effetti possono essere sintetizzati in questo modo, ma va rilevato il fatto che comunque il quadro è contrastante. Infatti il dato in calo è quello relativo all’EPS che adesso ha un valore di 10,09 dollari, era 12,30 dollari nello stesso periodo del 2012. EPS sta per Earnings per Share e si calcola dividendo l’utile netto della società per il numero di azioni in circolazione. E’ il valore che serve per calcolare il P/E (Price Earnings), ossia il rapporto prezzo-utile per azione. In sostanza, il valore EPS ci indica l’utile che l’azienda ha prodotto in relazione al numero di azioni in circolazione e in questo caso è da registrare come dato in calo.

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Di fronte ai dati comunque positivi, l’attenzione degli analisti finanziari si concentra proprio su quest’ultimo punto e del fatto che per la prima volta in dieci il dato degli utili per azioni si trova ad essere con il segno meno davanti. Sarà un elemento tale da influire sui dati finanziari del prossimo trimestre? Alcuni pareri propendono per il si, tanto che le previsioni danno un fatturato tra i 33 e 35 miliardi di dollari. Va detto che in cassa Apple ha 145 miliardi di dollari, un tesoretto tale da poter affrontare qualsiasi tipo di scenario nefasto, se mai dovesse accadere.

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E infatti, guardando il numero di iPhone venduti qualsiasi tipo di scenario negativo sembra essere pura follia. Nel Q2 2013 sono stati venduti 37,4 milioni di iPhone e 19,5 milioni di iPad, gli unici due prodotti software che hanno trainato le vendite Apple. Potrebbe sembrare, tuttavia, un dato positivo, ma visto in generale, in assenza di lancio di nuovi prodotti e soprattutto nell’imminenza dell’arrivo sul mercato di nuovo prodotti come il Galaxy S 4 oppure i nuovi HTC, il dato potrebbe essere interpretato in senso negativo. Se per questi tre mesi iPhone ha tirato la baracca, nel prossimo non è cosa certa che possa avvenire di nuovo. Fatto salvo, ovviamente, il lancio del nuovo iPhone 6, se fosse confermato, il cui lancio è previsto per l’estate. Ovviamente staremo a vedere.

(image credits: techcrunch.com)
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Filas, in 5 mesi finanziati 6 milioni di euro in progetti Open Government

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Filas, in 5 mesi sono stati deliberati 6 milioni di euro per 45 progetti di Open Government degli Enti Pubblici. Tempi record e 100% delle risorse utilizzate per il bando POR FESR 2007-2013 Open Data PAL della Regione Lazio.

In 5 mesi finanziati 6 milioni di euro in favore di 45 progetti degli enti pubblici locali per realizzare servizi di e-government e applicazioni basati sugli “Open Data”, le informazioni e i dati delle PA che possono essere pubblicati, riutilizzati e manipolati liberamente da tutti. Questo il risultato record messo a segno dalla Finanziaria Laziale Sviluppo (Filas), che a pochi mesi dalla pubblicazione del bando Open Data POR FESR 2007-2013 della Regione Lazio per le Pubbliche Amministrazioni Locali (PAL) ha utilizzato interamente le risorse stanziate a ottobre 2012. Si tratta del più importante intervento finora realizzato in Italia in favore dell’introduzione della filosofia “open” negli enti locali di una regione.

Su 170 progetti presentati dalle amministrazioni locali (al bando hanno partecipato circa il 60% dei Comuni del Lazio), 45 sono risultati finanziabili con le risorse ad oggi disponibili. Di questi, 18 nella provincia di Frosinone, 13 in quella di Roma, 8 a Latina, 5 a Viterbo e 1 a Rieti. Attraverso il bando Open Data PAL, i Comuni hanno intrapreso la strada verso un modello di open government basato su trasparenza, libero accesso ai dati pubblici e sulla forte interazione con cittadini e imprese.  Un modello, quello dell’open government, che sta crescendo in maniera esponenziale in Italia e in particolare nel Lazio, che rappresenta allo stesso tempo un acceleratore economico sia per il territorio che per le imprese. Le recenti stime della Commissione Europea quantificano in 140 mld di euro l’anno il volume d’affari in Europa sul riutilizzo dell’informazione pubblica.

Monitoraggio dell’ambiente e dei consumi energetici attraverso app e piattaforme dedicate, turismo e infomobilità, ma anche gestione del bilancio comunale in modalità partecipativa, catalogazione del patrimonio immobiliare e delle aree industriali dismesse.  Questi i principali ambiti di applicazione delle proposte (app, servizi e dataset open) ammesse a finanziamento che renderanno gli enti locali del Lazio più ‘open’. Si va dalla pubblicazione di open dataset standard in diversi settori (trasporto pubblico e infomobilità, gestione dei rifiuti, istruzione scolastica, beni culturali ecc.) alle 25 app per smartphone, senza contare altre tecnologie, come il social network per i cittadini del Comune di Amaseno o l’Albo Pretorio comunale online di Boville Ernica che cataloga bandi e delibere. Tra i progetti green c’è quello del Comune Gaeta per la Bandiera blu: una piattaforma web che fornisce a cittadini e turisti informazioni sulla qualità delle acque e di gestione dell’ambiente e allo stesso tempo si integra con i social network, un canale video e applicazioni mobile. All’insegna della sostenibilità anche il progetto della Comunità Montana dei Cimini, con dataset che aiuteranno a razionalizzare e semplificare l’organizzazione dei dati relativi alle analisi delle acque fornite dalle ASL ai comuni della zona.

PROVINCIA

N. progetti deliberati

Importo (€)

FROSINONE

18

2.143.132

LATINA

8

1.220.948

RIETI

1

137.940

ROMA

13

1.837.474

VITERBO

5

660.506

TOTALE

45

6.000.000

Lo Stato di Internet nell’ultimo trimestre del 2012

Akamai-Rapporto-Stato-di-Internet-2012

Akamai pubblica oggi il Rapporto sullo Stato di Internet nell’ultimo trimestre del 2012, il Q4. In questo periodo sono stati registrati oltre il 200% di attacchi DDoS in più rispetto al 2011. Per quanto riguarda l’Italia, connessioni broadband in aumento del 9,5% ma siamo ancora penultimi in Europa

Akamai Technologies, Inc. (NASDAQ: AKAM), una delle principali piattaforme cloud che consente di offrire agli utenti un’esperienza online sicura e a elevate prestazioni, in qualunque parte del mondo e su ogni dispositivo, ha pubblicato il Rapporto sullo Stato di Internet relativo al quarto trimestre 2012 (disponibile all’indirizzo www.akamai.com/stateoftheinternet).

Basato sulle informazioni raccolte dalla Akamai Intelligent Platform il rapporto offre un’analisi approfondita di dati quali, tra gli altri, velocità di connessione, penetrazione di Internet e origine degli attacchi informatici. Il Rapporto seguente include anche un’analisi degli attacchi DDoS registrati durante lo scorso anno e un esame dell’utilizzo di browser mobile per tipologia di connessione al network, effettuato tramite Akamai IO.

Qui di seguito, i principali rilevamenti europei e italiani.

Penetrazione globale di Internet

Sono quasi 700 milioni e provengono da 240 Paesi, gli indirizzi IPv4 unici che, nel quarto trimestre 2012, si sono connessi alla Akamai Intelligent Platform: circa 4,2% in più del trimestre precedente e 13% in più rispetto allo stesso periodo nel 2011.

Poichè, in molti casi, un singolo indirizzo IP rappresenta più individui, Akamai stima che il numero totale di utenti web unici connessi alla sua piattaforma durante il trimestre sia ben superiore al miliardo.

Per quanto riguarda l’Europa, confrontando i dati anno su anno, i livelli di crescita vanno dal 3% della Germania (al quarto posto nella classifica globale), al 21% dell’Italia. E’ infatti proprio il nostro Paese ad avere registrato il maggior incremento di indirizzi IPv4 in Europa, piazzandosi al nono posto nella classifica globale.

Traffico legato agli attacchi informatici

Attraverso i rilevamenti di un set distribuito di agenti attivi su internet, Akamai è in grado di monitorare il traffico legato agli attacchi informatici e individuare sia i Paesi origine del maggior numero di attacchi sia le porte loro obiettivo.

Anche nell’ultimo trimestre 2012, la Cina continua ad essere la principale fonte di attacchi, essendo responsabile del 41% di quelli osservati, mentre gli USA permangono in seconda posizione, generando il 10% degli attacchi.

Esaminando la distribuzione geografica del traffico legato agli attacchi, nel quarto trimestre 2012, l’Europa è stata responsabile di quasi un quarto del totale. In nona posizione nella classifica globale, l’Italia è stata origine dell’1,6% degli attacchi, in calo – seppur di poco (0.1%) – rispetto al trimestre precedente.

La Porta 445 (Microsoft-DS) continua ad essere la più colpita (dal 29% degli attacchi), seguita dalla Porta 23 (Telnet), con il 7,2%.

Focus sugli attacchi DDoS: un aumento anno su anno pari a oltre il 200%

Per la prima volta, il Rapporto sullo Stato di Internet include un focus sugli attacchi DDoS così come riscontrati dai clienti Akamai. Nel 2012, i clienti Akamai hanno registrato 768 attacchi DDoS, più del 200% rispetto al 2011. Il 35% di questi ha colpito aziende del settore Retail/Travel e il 22% l’area Media e Entertainment. Segue poi il settore finance ed enterprise, (soggetto al 20% degli attacchi), l’hi-tech (colpito dal 14% delle minacce) e, infine, il settore pubblico (9%). I 768 attacchi sono stati riportati da 413 aziende: molte di esse sono dunque state vittime di attacchi ripetuti. 

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Adozione broadband: Paesi Bassi e Svizzera ancora i più veloci d’Europa

Nell’ultimo trimestre 2012, le connessioni broadband (superiori ai 4 Mbps) continuano ad andare per la maggiore con tassi di adozione superiori al 45% nella maggior parte dei Paesi europei.

Svizzera e Paesi Bassi si trovano al secondo e terzo posto della classifica globale e dominano dunque la classifica europea con la più alta percentuale di connessioni a banda larga (82%). Al terzo posto in Europa si trova invece la Repubblica Ceca, al 72%.

Rispetto allo scorso anno, in generale, la banda larga è sempre più diffusa in tutti i Paesi europei, ad eccezione di Italia e Turchia – rispettivamente penultima e ultima in classifica – dove invece è addirittura diminuita dello 0.2%. Ma non disperiamo, perché, se i dati anno su anno sono tutt’altro che soddisfacenti, l’ultimo trimestre 2012 ha dato segni di ripresa: è proprio l’Italia infatti il Paese che ha registrato l’incremento maggiore da un semestre all’altro (+9.5), stabilizzandosi al 28%.

Anche l’high broadband continua a crescere: durante il quarto trimestre 2012, più della metà delle nazioni europee hanno registrato il 10% delle connessioni alla piattaforma Akamai superiori ai 10 Mbps. La Svizzera guida la classifica europea con il 23% di connessioni high broadband, seguita dai Paesi Bassi al 21% e dalla Svezia al 19%.

Rispetto allo scorso trimestre, l’adozione di high broadband è aumentata anche in Italia (+6.2%): ad oggi il 2,8% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps, una crescita del 20% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno.

Rispetto al 2011, il picco medio della velocità di connessione è aumentato di oltre il 10% in tutta Europa. Casi particolarmente rilevanti sono stati quelli di Gran Bretagna (dove il picco è aumentato del 44% attestandosi ai 30,5 Mbps), Spagna (+40%, oggi a 27,8 Mbps) e Austria (+40%, oggi a 25,9 Mbps). E’ invece l’Irlanda ad avere registrato l’aumento anno su anno più basso (+12%, oggi a 27 Mbps).

La Romania ha riscontrato il più alto picco medio di connessione del trimestre (42.6 Mbps), seguita da Svizzera (34.2 Mbps) e Belgio (33.4 Mbps). 

Il picco di velocità di connessione raggiunto in Italia è pari a 19.4 Mbps, maggiore del 18% rispetto allo scorso anno e dell’1.2% rispetto al trimestre precedente.

Negli ultimi cinque anni e nel 2012 in particolare, sono aumentati, a livello globale, i valori medi delle metriche utilizzate da Akamai per ‘misurare’ internet: stiamo riscontrando una sempre maggiore disponibilità di banda larga e una sempre più elevata velocità di connessione”, spiega l’autore del Rapporto sullo Stato di Internet, David Belson di Akamai. “Questa combinazione di fattori aprirà sicuramente le porte all’innovazione per quanto riguarda l’utilizzo di internet sia da parte delle aziende sia da parte dei privati”.

Connettività mobile: connessioni più veloci per gli utenti austriaci

Il quarto trimestre 2012 ha registrato una velocità media di connessione mobile tra gli 8 Mbps e i 345 Kbps.  Il provider che ha offerto la velocità di connessione maggiore è un austriaco, che ha superato gli 8 Mbps  con un aumento pari a quasi il 9% rispetto al trimestre precedente. Esaminando il picco medio di velocità di connessione, è invece un provider spagnolo a salire sul podio, con 44 Mbps.

In Italia esiste un divario di circa 1.5 Mbps tra il provider che offre la velocità di connessione mobile media maggiore (3.1 Mbps) e quello che offre la velocità media minore (1.6 Mbps). Le velocità di connessione massime offerte dagli operatori italiani vanno dai 16.5 Mbps ai 13.1 Mbps. 

La maggior parte (35,3%) delle richieste globali su reti cellulari connesse alla Akamai Intelligent Platform provengono da dispositivi che utilizzano l’Android Webkit, seguiti da Safari Mobile (32,6%).

I trend cambiano nel momento in cui vengono inclusi nell’analisi tutti i network (non solo quelli cellulari): in questo caso, da Safari Mobile giungono circa il 58,7% delle richieste e da Android Webkit circa il 21,7%.

Stato-Internet-Akamai-Q4-2012---Emea

Il doodle di Google è per il Giornata Mondiale della Terra

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Il doodle Google animato di oggi 22 Aprile è dedicato alla Giornata Mondiale della Terra che si celebra in tutto il mondo, come ormai accade dal 1970. Una giornata per sensibilizzare tutti ai temi dell’ambiente e alla salvaguardia del nostro pianeta. Ecco gli eventi in Italia

Il doodle Google animato che vedete oggi è dedicato alla Giornata Mondiale della Terra, Earth Day, una giornata dedicata alla sensibilizzazione e alla conservazione del nostro pianeta con l’obiettivo di preservarlo da tutte le insidie che lo affliggono e che rischiano di diventare sempre più pesanti. Una volta cliccato sul tasto play del doodle, noterete che l’animazione rappresenta la durata del giorno, passando dal giorno alla notte, e se continuate ad andare avanti vedrete il passaggio delle stagioni. E’ possibile vedere la Luna in tutte le sue fasi. Un bel doodle e Google continua ad essere sensibile ai temi dell’ambiente anche non solo attraverso i doodle.

doodle google giornata terra

La prima Giornata della Terra venne celebrata il 22 aprile 1970 ed fu organizzata dal senatore americano Gaylord Nelson e vi presero parte circa 20 milioni di americani. Il movimento Earth Day venne poi riconosciuto a livello globale venti anni dopo, nel 1990 ed oggi Earth Dat viene celebrata in oltre 175 paesi in tutto il mondo. Il 22 aprile è stato ufficialmente designato come la Giornata Mondiale della Terra da parte delle Nazioni Unite nel 2009.

Il doodle che Google dedica oggi a questo evento è il tredicesimo a partire dal 2001 ed il terzo doodle animato della serie.

Eventi in Italia

Il concerto del 22 aprile quest’anno si terrà a Milano e ha come protagonisti Fiorella Mannoia e Khaled, l’artista algerino ambasciatore di buona volontà della Fao dal 2003, che nella sua musica fonde le sonorità della musica araba con il rock e il folk. L’appuntamento è a Milano Assago, al Teatro della Luna e il ricavato della biglietteria per il live a teatro sarà interamente dedicato a sostenere i progetti ‘green’ di Earth Day Italia.

Il concerto è a km zero perché potrà essere visto gratuitamente in diretta streaming sulla piattaforma www.earthdayitalia.org e su altri siti tra cui Fao, Campagna Amica e Trenitalia. Andrà in onda su Sky Uno e SkyUnoHd il 22 aprile e poi in replica.

Sempre oggi, dalle ore 14 partirà la maratona web in cui artisti, rappresentanti delle istituzioni, del mondo della ricerca scientifica e delle maggiori associazioni ambientaliste si succederanno in video tra testimonianze live e contributi video originali. Ad aprire la maratona ci sarà l’intervista a Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo della postmodernità; lo chef Heinz Beck proporrà le sue ‘ricette per la Terra’ a minimo impatto ambientale realizzate con prodotti italiani a km zero di Campagna Amica. E poi numerosi interventi tra cui quelli del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, del presidente di Coldiretti Sergio Marini, del vice direttore generale della Fao per il settore Foreste Eduardo Rojas-Briales (anche Commissario generale per le Nazioni Unite a Expo 2015). Tra i volti dello spettacolo, Giobbe Covatta, Kim Rossi Stuart, Nek, Arisa, Irene Grandi, Vincenzo Cerami, Malika Ayane.

Social Tv, i talent show ancora molto seguiti

Social Tv-Twitter-Hashtag-12-18-aprile-2013

Social Tv, anche nell’ultima settimana, quella che va dal 12 al 18 Aprile, come già visto nella settimana precedente, i talent show sono i programmi più seguiti. Quindi ancora Amici il più seguito su Facebook e The Voice su Twitter

Social Tv, “Amici di Maria De Filippi” è anche questa settimana in testa alle classifiche di Facebook, mentre “The Voice” è sempre primo su Twitter. Questo secondo quanto rilevato da Audisocial Tv®, l’osservatorio permanente di Reputation Manager che misura le performance dei programmi televisivi sul web.

Su Twitter “The Voice” (Rai 2) è il più twittato della settimana con il 55,6% dei tweet totali sui programmi monitorati, seguito con grande distacco da “Servizio Pubblico” (La 7) che registra il 10,9% dei tweet. Al terzo posto “Ballaro’” (Rai 3) con il 6,1%, poi “Report” (Rai 3) con il 5,5%.

Social Tv-Facebook-Active-Fan-12-18aprile-2013

Su Facebook, “Amici di Maria De Fillipi” è al primo posto nella classifica Active Fan con 10.610 fan attivi che hanno prodotto 19.841 post e commenti sulla fan page ufficiale del programma. Al secondo posto troviamo “Le Iene” (Italia 1) con 5.112 fan attivi e 6.316 post e commenti seguito al terzo posto da “Servizio Pubblico” con 3.137 fan attivi e 4.654 post commenti dei fan. Al quarto posto segue “Uomini e Donne” (Canale 5) con 2.241 fan attivi e 4.531 commenti e al quinto “Porta a Porta” (Rai 1) con 2.040 fan attivi e 4.531 commenti.

Social Tv-Facebook-Reaction-12-18-aprile-2013

Nella classifica Reaction, che misura il livello di reattività dei fan ai post pubblicati sulla fan page, al primo posto c’è ancora “Amici di Maria De Filippi” (Canale 5) con 156.897 like, davanti a “Le Iene” (Italia 1) al secondo posto con 74.688 like e “Servizio Pubblico” (La7) in terza posizione con 34.354 like. “Uomini e Donne” (Canale 5) è al quarto posto con 19.588 like, davanti a “Report” (Rai 3) al quinto con 15.914 like e “La prova del cuoco” (Rai 1) al sesto con 11.558 like.

Social Tv-Facebook-Action-12-18aprile-2013

Nella classifica Action, calcolata sul numero di post pubblicati dagli amministratori delle pagine, “Uomini e Donne” (Canale 5) questa settimana è il programma più attivo con 125 post della redazione, seguito da “Agorà” (Rai 3) al secondo posto con 102 post e da “Colorado” (Italia 1) al terzo con 85 post.

Il post che ha ricevuto il numero più alto di like (20.290), condivisioni (459) e commenti (466) è sulla fan page de “Le Iene” (Italia 1): “Zio Vittorio è venuto a trovare i suoi nipoti”

Internet e motori, ecco i brand più discussi sui social media

Internet-Motori-Social-Media

Al recente “Internet Motors” di Roma Blogmeter qualche giorno fa ha presentato un’interessante indagine che ha preso in considerazione 50 brand automotive. Risultato: 280.000 conversazioni sul web, 8 milioni di interazioni su Facebook e oltre 30 mila su Twitter. I marchi: Bmw è il marchio che produce il buzz più importante, seguito da Fiat, Volkswagen, Mercedes ed Alfa Romeo

La maggior parte delle discussioni su internet circa i brand automotive avvengono nei Forum dove gli utenti si riuniscono principalmente per confrontarsi circa le decisioni d’acquisto e per informarsi e commentare i nuovi modelli in uscita sul mercato. Se invece si guarda ai due più importanti social network, Twitter e Facebook, si scopre che il primo è ancora poco utilizzatoil 50% dei brand esaminati non lo prende in considerazione per comunicare con il pubblico italiano – mentre il secondo viene utilizzato, ma spesso solo a scopo di vetrina e non di customer care. La ricerca presentata da Blogmeter in occasione del recente Internet Motors svoltosi a Roma lo scorso 9 aprile, ha preso in considerazione 50 brand automotive e, tramite i tool proprietari Social Listening e Social Analytics, ha analizzato nel periodo che va dal 1 gennaio al 31 marzo 2013 quasi 280.000 conversazioni sul web, 8 milioni di interazioni su Facebook e oltre 30 mila su Twitter.

Internet-Motori-Brand-Automotive-Blogmeter

Dall’indagine emerge che il brand più discusso del trimestre è Bmw a cui si riferiscono il 13,6% delle discussioni sulle auto, seguito da Fiat con il 10,6% e a poca distanza da una triade di marchi come Volkswagen, Mercedes ed Alfa Romeo. Su Facebook la maggior parte dei marchi ha una pagina per ogni paese, altri come Fiat, Lancia e Nissan hanno deciso di accorpare le pagine utilizzando le Global Page. I brand di lusso invece preferiscono utilizzare una sola pagina internazionale nella quale dialogano in lingua inglese. Blogmeter è riuscita a isolare i fan italiani anche sulle pagine global e internazionali, scoprendo che il brand con più fan nel nostro Paese è Ferrari con quasi 800 mila fan italiani sugli oltre 11 milioni totali, seguito da Audi Italia (540 mila), Citroën Italia (420 mila), mentre Fiat è in dodicesima posizione con 220 mila fan.

Fiat si prende però la rivincita su Twitter dove si conferma primo brand con oltre 25 mila follower e 2.341 mention (il profilo si rivolge anche ad utenti di lingua inglese), anche se nel trimestre le crescite maggiori vengono registrate da Ford Italia e Seat Italia. Come detto Twitter è un media ancora poco gettonato dai brand auto e anche chi ne fa uso – spesso utilizzando un solo account per relazionarsi con paesi differenti – ha qualche difficoltà a produrre dei contenuti che riescano a coinvolgere gli utenti. Infine la Facebook Engagement Map (che incrociando le dimensioni “total fan” e “total engagement”, posiziona le pagine Facebook in quattro quadranti che ne qualificano le performance: Leaders, Engagers, Collectors e Laggards), nella quale Blogmeter ha considerato soltanto le pagine che parlano in lingua italiana, mostra come il brand che performa meglio sia Audi Italia,  il cui post più engaging (un video di presentazione della nuova Audi A3 Sportback) è stato anche il secondo miglior post di marzo per numero di interazioni tra tutte le pagine italiane. Completano il settore dei leader Volkswagen Italia, Bmw Italia, Citroën Italia e Mini Italia.

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