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Antica Roma in 3d

Una passeggiata nella Roma Antica oggi è possibile.

Roma in 3d
Roma in 3d

La notizia non è proprio fresca, ma val pur la pena segnalarla. Google ha fatto ancora centro realizzando una panoramica in 3d di come Roma si presentava al massimo del suo splendore. Tutto questo è navigabile attraverso Google Earth, il software che consente di sorvolare tutta la terra per osservare immagini satellitari, mappe, terreni, edifici 3D e per esplorare persino le galassie.

Chi da ragazzo studiando a scuola il periodo dell’Impero Romano non ha mai sognato di fare un viaggio nel tempo per esplorare lo splendore della citta eterna e di tutte le sue bellezze? Tanti immagino e io sono tra questi. La ricostruzione in 3d ci riporta indietro di ben 1.688 anni fa, al tempo dell’imperatore Costantino, quando Roma veniva definita “Caput Mundi”. Oltre alla ricostruzione di ben 7000 edifici che spaziano dal Colosseo alla Tribuna Rostra fino alla Basilica Giulia, l’opera si avvale anche della collaborazione della Rai che ha messo a disposizione i propri archivi dai quali sono stati tratti dei video a tema. Insomma non ci resta che fare un giretto…

Socialnetwork da stress

Non voglio tediarvi ancora con Facebook, ma non potevo non segnalarvi questo libro di Jason Alba “I’m on Facebook – Now What???”

stresss_ndove si cerca di analizzare quelli che secondo l’autore gli effetti collaterali del sito. Un articolo su Repubblica.it di oggi prende lo spunto dal libro per mettere sotto accusa tutti i socialnetwork, accusati di generare stress. Danah Boyd, ricercatrice presso la School of Information dell’Università di Berkeley, sostiene che i social netwrok favoriscano ansia e disabituano alla realtà. A mio parere, è un giudizio eccessivo. Certo, come per qualsiasi cosa c’è chi dall’utilizzo normale passa all’abuso eccessivo.

Ma ricordiamoci sempre, su Facebook come su altri, sono io che decido cosa dire di me e cosa far vedere di me. Dipende da me cosa voglio o non voglio fa sapere. Questo è un principio importante da tener presente per non perdere l’equilibrio. Un utilizzo saggio del social network non può che portare beneficio alla nostra idea di comunicazione e superando vecchie etichette si approda alla conoscenza e alla condivisione. E’ chiaro che ogni abuso va analizzato e curato, ma senza demonizzare il social network, altrimenti diventa tutto più difficile.

Facebook fa discutere

E’ inutile negarlo, comunque la si pensi Facebook fa discutere!

lavorofacebooK1E questo secondo il mio modesto parere, accresce sempre di più il fenomeno. Qualche giorno fa ha fatto notizia che Poste Italiane, una delle più grandi aziende italiane, abbia preso la decisione di oscurare il sito di Facebook ai dipendenti perchè “distrae dal lavoro”. Pare che anche la Regione Lombardi e Veneto stiano pensando di adottare provvedimenti simili. Ma perchè si è arrivati a tanto? Come mai tutto ad un tratto in Italia, notoriamente apatico verso il web e suoi strumenti, Facebook diventa l’esempio di socialnetwork per eccellenza? Diamo qualche numero intanto: un anno fa gli iscritti su Facebook erano appena 160 mila, a settembre 2008 erano 4 milioni e 200 mila! Un vero e proprio boom! Allora perchè prendere provvedimenti di oscuramento quando gli italiani per una volta forse apprezzano il web? Forse una risposta la si può trovare nel fatto che come al solito di fronte ad una cosa nuova ci manca il senso della misura. Nel momento in cui ne veniamo a contatto vogliamo sapere tutto e subito, e poi, quando questa passerà di moda, gettarla via come fosse carta straccia. Questa può essere una spiegazione, ma non basta. Ad attirare gli italiani su Facebook è forse il desiderio di provare la sensazione di esplorare nuovi modi di fare amicizia, ritrovare vecchi amici (la vera motivazione che ha portato Mark Zuckerberg all’idea ingegnosa) e anche si sperimentare il web…forse.

Luca De Biase, giornalista e caporedattore dell’inserto Nòva 24, inserto de il Sole 24 ore dedicato alla ricerca e all’innovazione, ha avviato un ‘indagine proprio per cercare di spiegare il fenomeno di Facebook, invitando tutti coloro che sono iscritti al sito di raccontare brevemente la loro esperienza. Attendiamo di vedere cosa uscirà da questa analisi, ma di sicuro su Facebook resta ancora molto da scoprire, e su questo blog lo faremo.

Crisi e web 2.0

In effetti verrebbe da chiedersi, ma che c’entra il web 2.0 con la crisi che stiamo vivendo in questi giorni?

Crisi globale
Crisi globale

Un pò il web 2.0 c’entra, anzi forse di più. Facciamo un passo indietro di qualche anno per cominciare ad inquadrare il problema. Intorno alla fine degli anni novanta e il duemila, con il boom del web, di crea il fenomeno della “New Economy”, il mondo varca l’economia di confine per approdare ad un’economia “globale”, vista la possibilità offerta proprio dalla rete di raggiungere anche mercati fino a quel momento poco frequentati. Con la New Economy si etichettava una nuova era che coinvolse le società a tutti i livelli, da quello economico a quello finanziario, a quello politico, apportando una radicale innovazione al modo di intendere il mondo, il futuro. Da quel momento il termine “globalizzazione” è diventato di uso comune. Ad intendere la capacità dei mercati di poter essere competitivi con i propri prodotti/servizi in tutto il mondo, diventando globali, appunto. Ovviamente voglio tralasciare gli aspetti più tecnici del fenomeno e invece concentrarci sul come il fenomeno è stato ed è ancora concepito. E’ evidente che la crisi di questi giorni ha le sue fondamenta nella New Economy. La percezione iniziale è stata euforica, entusiasta. Sembrava che ad un certo punto tutto fosse diventato più facile, senza tener conto dei problemi reali che cominciavano ad affiorare.

Web Marketing e Socialnetwork

Continuando il nostro viaggio alla scoperta e all’utilizzo delle potenzialità del web 2.0, voglio trattare di un tema che coinvolge milioni di persone, ma anche me direttamente.

web-globe-031Quando si parla di web marketing altro non facciamo che individuare una “branca delle attività di marketing dell’azienda che sfrutta il canale online per studiare il mercato e sviluppare i rapporti commerciali” (fonte: Wikipedia). Anche il marketing ormai si sta orientando al web, all’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione che il web offre. A partire dalla pubblicazione del proprio sito internet col quale sancire la sua presenza nel web, l’azienda comincia a diversificare la propria strategia commerciale, fino a rendersi conto in alcuni casi, e non sempre, che questa strategia andrebbe intensificata, migliorata sino a diventare quella principale. Perchè se l’obiettivo è quello di ottenere massima visibilità, quindi più contatti, e quindi più mercato, allora il web oggi offre molte più opportunità di riuscita rispetto agli strumenti tradizionali. La tendenza oggi è quella di intensificare la propria presenza proprio attraverso il Blog. Si proprio un blog come questo o come altri, con finalità di promozionare la propria attività, i propri prodotti/servizi, decisamente orientati al web 2.0. Col blog l’azienda instaura un rapporto ancor più diretto col proprio cliente finale, proprio come accade col blog. Si crea un vero e proprio contatto diretto. Proprio come può succedere con un blog classico, a tutto vantaggio della qualità della comunicazione, della qualità del servizio e della piena soddisfazione del cliente. Anche perchè un cliente soddisfatto parlerà tranquillamente del servizio sul blog aziendale, invitando altri a fare lo stesso. Da considerare anche la possibilità di poter contenere i costi, particolare non da poco al giorno d’oggi.

Ovviamente non basterebbe questo spazio per trattare un argomento di tale portata e ci torneremo sicuramente altre volte. Ma a proposito di web marketing, volevo proporvi un altro punto di vista della questione. E cioè il coinvolgimento del social network nel marketing di oggi. Non sono cose inconciliabili, anzi, si potrebbe sostenere che in alcuni casi si aiutano a vicenda. Il caso che vi propongo oggi è proprio quello legato a Facebook. Lo so, ancora Facebook e non finiremo mai di parlarne visto il fenomeno che è riuscito a creare. Ebbene, oggi molte aziende investono in Facebook, conciliando un nuovo modo di concepire la comunicazione unito al proprio interesse di fare business, sfruttando un enorme bacino di potenziali clienti che solo un sito come Facebook può offrire. Ma come fare? Sicuramente, non solo sfruttare la possibilità di fare pubblicità con annunci mirati, ma anche creare la propria immagine aziendale all’interno di Facebook, fare in modo che le persone possano entrare nel tuo gruppo a quindi creare una vera e propria identità per accrescere il proprio brand. Sarà anche questa una strada da percorrere?

Sull’argomento torneremo volentieri.

La forza del web!

Adesso nessuno può più negare la “forza del web”. A parte qualcuno che si professa contro “la realtà virtuale che devia i soggetti che vi si avvicinano”

barackobamaE secondo questa affermazione allora siamo tutti visionari incalliti con qualche problema psicologico, altri personaggi attraverso iniziative sociali e politiche scelgono proprio il web per promuoverle. Mi riferisco ad Obama, che ha saputo cogliere il senso del web, coinvolgendo tutti gli internauti e non attraverso tutti gli strumenti online. Ha utilizzato il socialnetwork come mai nessun politico prima per far viaggiare le sue idee, per far arrivare a tutti il suo messaggio raggiungendo i più giovani che non gli hanno fatto mancare il proprio consenso. Ed ora per pronunciare il suo primo discorso da Presidente Usa ancora il web pubblicandolo su Youtube e su altri siti online. Un esempio da seguire per chiunque voglia avvicinarsi al web e anche per i politici di casa nostra, da sempre “ignoranti” anche da questo punto di vista.

Facebook si, o Facebook no?

facebook
facebook

Ieri sera, intorno alle undici, facendo zapping in tv mi imbatto in “Tg2 Punto di Vista”, già notato altre volte. Ma stavolta ciò che attira la mia attenzione è l’argomento. Facebook si, Facebook no. In pratica si davano come scopo quello di analizzare il fenomeno Facebook, considerando pregi e difetti. La cosa che mi sorprende subito (mica tanto poi) è che la giornalista da come scontato che Facebook “è solo uno strumento virtuale non reale”, quindi pericoloso. Superficialità tipica di chi sa che ha tutto da perdere ne confrontarsi con fenomeni di tali dimensioni. In studio a rappresentare il fronte del si c’è Luca Telese, forte sostenitore di Facebook e del web. a rappresentare il fronte del no, quindi chi sostiene che Facebook non sia poi tanto un fenomeno “positivo”, c’è Andrea Bajani, il quale proprio qualche giorno fa (e per questo va in televisione) aveva scritto un articolo su “ilSole24Ore“, attaccando Facebook affermando che “da settimane incontro soltanto persone che mi dicono disperate che vogliono uscire da Facebook ma non riescono a farlo. Lo dicono con gli occhi sbarrati e l’espressione di chi chiede aiuto da dietro le inferriate di una galera“.

In che paese viviamo!

Giusto il tempo di raccontare quante opportunità offra il mondo del web targato 2.0, nel quale sono sbocciate idee, nuovi modi di comunicare senza più limiti e format prestabiliti, condivisioni di opinioni; insomma tutto all’insegna della innegabile libertà di parola, di espressione assolutamente necessaria perchè queste nuove forme di comunicazione abbiano efficacia.

Ebbene è di questi giorni la notizia che è tornato nuovamente sui banchi del nostro Parlamento il DDl ormai definito “ammazza-blog”, il quale prevede che i blog si debbano registrare presso il Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC)! Il che sarebbe allucinante! Intanto confermerebbe l’idea maturata anche su questo blog, dell’arretratezza del nostro paese verso le nuove tendenze, generalmente verso tutto ciò che è nuovo. Si continua a legiferare come se si fosse negli anni ‘30 senza tener conto che i tempi sono cambiati e che le persone si sono adeguate. Se mai si approvasse un provvedimento del genere sarebbe una vera mortificazione della libertà di espressione e di parola. Si perché si vuole presumere che il blog, strumento attraverso il quale ogni individuo esprime le sue idee condividendole con altri, sia come un giornale. Niente di più aberrante e sbagliato: si palesa una deviata considerazione delle realtà di oggi. I giornali liberi in Italia sono pochi, si sa che sono tutti politicizzati. Nei blog il colore politico non ha alcun valore.

Per questo motivo ho sottoscritto la petizione che dice “No al DDL che limita la democrazia in Rete” e invito tutti coloro che hanno a cuore questi temi ma anche chi semplicemente è contrario a limitare la libertà di espressione a fare la stessa cosa cliccando qui.

Silence, please

Da quando ho iniziato questa avventura, attraverso questo blog, ho cercato di trattare gli argomenti che mi stanno a cuore, all’insegna della condivisione. Temi che sono legati al periodo che stiamo vivendo. Abbiamo parlato del web, in continuo fermento, delle opportunità legate al web 2.0, il socialnetwork. Ma non possiamo non trattare oggi di un argomento molto delicato, che tocca comunque la si pensi tutti noi.

Mi riferisco a Eluana Englaro, la ragazza che oggi è tenuta in vita in condizioni di “stato vegetativo permanente”, in seguito ad un incidente di moto nel 1992. Da sedici anni vive in questi condizioni. E’ di ieri la notizia che la Cassazione con propria sentenza, ha autorizzato “l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale”. Una sentenza che ha provocato e sta provocando molte polemiche coinvolgendo tutti i livelli della nostra società. Anche perchè con questa sentenza si stabilisce che il principio del rifiuto alle cure da parte del paziente non può essere considerato come eutanasia.

Quando si parla di argomenti così delicati bisogna avere molta cautela, altrimenti non si fa altro che creare confusione al fine di perdere di vista la cosa più importante di questa vicenda, e cioè la vita di Eluana. Allora è meglio astenersi se non si sa cosa dire. Dico questo perchè leggo oggi su alcuni giornali nazionali dello “strano silenzio” dei blog sull’argomento. E’ vero che sul web gli argomenti e le discussioni sono tante e viaggiano a velocità inarrivabili per l’informazione tradizionale. Ma anche il web sa riconoscere quando è il caso di dire la propria e quando, invece, è il caso, come questo, di essere più prudenti. Anzi il web in questo caso dimostra più prudenza rispetto agli organi di stampa tradizionali che si gettano a capofitto su tutto e su tutti, snaturando spesso la natura stessa dei fatti. Sul web, può succedere, certo, ma la cautela, come in questo caso, ha il sopravvento.

Web meets world

Era questo il tema dell’ ultimo “Web 2.0 Summit”, il massimo evento mondiale sul mondo del web, che si è tenuto a San Francisco dal 5 al 7 novembre scorso. Il Web incontra il mondo. Si perchè l’attenzione si è concentrata sopratutto sul fatto che la realtà virtuale, quella online, e la reale, quella offline, sinora hanno proceduto per vie parallele, senza mai incontrarsi di fatto. Lo scopo del Summit è stato proprio quello di trovare possibilità dii incontro o di applicazioni tra i due mondi. Perchè proprio di mondi parliamo. L’era del web 2.0 ha scatenato il fenomeno del socialnetwork, della condivisione della conoscenza attraverso il web, della diffusione di mezzi di comunicazione moderni, alternativi, ma molto più efficaci. Un esempio su tutti le ultime elezioni americane che, grazie alla lungimiranza di Obama, hanno fuso le due realtà in una veramente globale. Ora si tratta di tradurre quanto fatto in qualcosa di concreto, di tangibile per il mondo offline.

Welcome to my Blog!

Welcome to my blog!
Welcome to my blog!

Benvenuti nel mio blog, “InTime, condivido per comunicare”.
Welcome to my Blog! Lo ripeto anche per dare il benvenuto a qualche amico americano
che mi ha detto che verrà a dare un’occhiata, allora per la serie non ci facciamo mancare nulla,
diamo il benvenuto anche in inglese.

Il titolo del blog esprime prima di tutto un’esigenza come detto, ma anche una necessità al giorno d’oggi.

Condividere quindi Comunicare.
E ne avremo di cose da dire, da discutere.

Socialnetwork, Democrazia emergente

Quando si parla di socialnetowrk vengono subito in mente siti come Facebook, MySpace, LinkedIn tanto per citare i più conosciuti, che realizzano in pratica il concetto della condivisione per comunicare. Ma partiamo dall’inizio, per socialnetwork si intende “qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari” (fonte: Wikipedia). E’ proprio sul principio della interconnessione si basa il socialnetwork. La comunicazione tra le persone, anche di paesi diversi, si fa veloce, diventa più dinamica. Pensateci, è molto più facile oggi interagire con persone d’oltreoceano che qualche anno fa (non è necessario andare tanto oltre), a sottolineare con quanta rapidità milioni di persone hanno deciso che per superare i limiti anche fisici bisognava farlo in socialnetwork. Questo fenomeno oggi riguarda tutti i livelli. Anche economico, anzi è proprio qui che si gioca la scommessa sul futuro delle relazioni economiche.
Joi Ito, imprenditore giapponese fra i più attenti al fenomeno internet nelle relazioni socio-economiche, parla di “Democrazia emergente”, definendo il socialnetwork cruciale per questo fenomeno. Egli ipotizza che la rete di relazioni, politiche, religiose, linguistiche unitamente a quelle etiche, porti ad una sorta di “seconda superpotenza”, un vero e proprio popolo quindi capace di realizzare al suo interno un nuovo modello di società. Impossibile dargli torto.

Il mio CV…

Quando si vuole scrivere il proprio CV, lo so non è facile, bisogna essere precisi con le date, scrivere in due righe cosa si è fatto in ogni posizione ricoperta, cercare anche di essere brillanti, trovare un modo per carpire l’attenzione del selezionatore sul vostro curriculum vitae. E questo lo si fa solo quando si ha piena coscienza delle proprie capacità, quando si ha profonda conoscneza delle poprie attitudini ma soprattutto quando l’esperienza la si è fatta “per davvero!”. Non come il nosrto amico Luca che praticamente a 18 anni aveva già fatto quello che una persona capace e preparat riesce a fare in una vita intera. E’ quindi fondamentale quando si stila il proprio CV che si inseriscano esperienze reali, che si specifichi il ruolo che si è ricoperto in quella data azienda e non quello che si vorrebbe fare. Anche perchè, se mai (e dico mai) si riuscisse a colpire nel segno, bisognerà comunque presentarsi al colloquio e lì si sa…le bugie hanno le gambe corte.
Allora per evitare spiacevoli figure di…realizzate il vostro cv a vostra immagine e somiglianza, ci guadagnerete!

Perchè condividere

Condividere significa rendere partecipi altri ad una nostra esperienza, ad un nostro pensiero, ad una nostra idea. Un bisogno che nasce dalla necessità di comunicare per confrontarsi, per migliorarsi. Tutto questo acquista ancor più senso oggi proprio attraverso internet, dove è molto più facile mettere insieme idee, pensieri e condividerle con altri, in un meccanismo tanto semplice quanto eccezionale. Con i mezzi di comunicazione tradizionali la comunicazione è impersonale, non modificabile e quindi non condivisibile. Il proliferare di luoghi e mezzi dove poter rendere la comunicazione personalizzabile ha fatto si che ognuno di noi diventasse regista e attore di questo o quel fatto. Il social-network è proprio questo.

Chiunque abbia un’idea, un progetto, un pensiero o anche solo una notizia da comunicare, ne diventa anche protagonista. E protagonisti diventano anche chi accede a quella comunicazione o idea.
Se sono qui oggi è perchè ho sentito anch’io l’esigenza di condividere per comunicare. Perchè sta cambiando proprio il modo di comunicare e non possiamo più far finta di niente.

The Change Has Come

Da oggi siamo tutti più felici e possiamo veramente pensare che cose impossibili non esistono. Nothing is impossible. E che la storia la fanno gli uomini, tutti, senza distinzione di razza, di sesso o di religione. Questa è una giornata storica per l’America, ma anche per noi perchè ci da fiducia per il futuro, perchè possiamo veramente credere, un giorno, di vedere realizzati i nostri sogni.
Il sogno di Martin Luther King, i have a dream, si realizza dopo oltre 40 anni e forse neanche lui avrebbe mai creduto che un certo Barack Obama, di colore, sarebbe diventato il 44′ presidente degli USA, se glielo avessero detto prima.
Adesso non ci resta che aspettare, con fiducia e speranza, che questo sogno si realizzi concretamente e che pace e serenità regnino in tutti i popoli.
“The change has come”, ha detto Obama e noi gli crediamo, gli vogliamo credere.
God bless America and God bless all!
“The change has come”, ha detto Obama e noi gli crediamo, gli vogliamo credere.
God bless America and God bless all!

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