La conoscenza del dato può essere utile alle aziende e ai manager per prendere decisioni sempre più mirate, come spesso abbiamo ricordato qui sul nostro blog. Allo stesso tempo, anche le amministrazioni pubbliche possono utilizzare i dati per offrire e sviluppare nuovi servizi ai cittadini. Su questo tema abbiamo intervistato in occasione dell’ultimo Analytics Experience 2018 organizzato da SAS, Filippo De Vita, Head of Vodafone Analytics – Vodafone Italy.
La conoscenza del dato può essere utile alle aziende e ai manager per prendere decisioni sempre più mirate, come spesso abbiamo ricordato qui sul nostro blog.
Allo stesso tempo, anche le amministrazioni pubbliche possono utilizzare i dati per offrire e sviluppare nuovi servizi ai cittadini. Un aspetto dei big data di cui forse si parla meno, ma che offre delle opportunità enormi per una migliore conoscenza del territorio.
Per saperne di più, abbiamo intervistato in occasione dell’ultimo Analytics Experience, l’evento global di SAS che si è tenuto di recente a Milano, uno dei più importanti esperti del settore: Filippo De Vita, Head of Vodafone Analytics – Vodafone Italy.
Più si è veloci, più le persone si spostano e rilasciano dati grazie all’utilizzo dei loro dispositivi mobili, una considerazione emersa anche nella presentazione del lancio della nuova “Giga Network 4.5G” che anticipa il 5G. Spesso, però, manca una consapevolezza del fenomeno. Qual è la tua opinione in merito?
Innanzitutto, voglio sottolineare che questi dati vengono rilasciati dalla rete, non sono dati rilasciati dalle persone. Sembra una sfumatura, ma in realtà è la parte più importante. Attraverso Vodafone Analytics, infatti, andiamo a considerare il dato relativo agli spostamenti quando è attivo il GPS sul dispositivo, lavorando quindi sulle tecnologie Big Data che riescono a distillare, su un’enorme quantità dei dati, le informazioni che non sono dichiarate.
Un “dato dichiarato” è, ad esempio, il prodotto che compra l’utente online, mentre noi riusciamo anche a dire quanti tifosi si muovono dentro allo stadio.
Tante Telco credono che non ci sia valore in questo. La nostra scommessa, e sono pochissimi gli esempi al mondo come il nostro, è stata quella di capire che in realtà c’è un valore enorme dietro ad attività di social analytics. Grazie alla nostra attività e alla nostra rete capillare, la Città di Milano è in grado di analizzare l’impatto delle proprie politiche, che siano sociali, eventi, manifestazioni, eventi di mobilità, riuscendo ad ottimizzare queste occasioni.
Anche il cittadino che si collega alla rete Vodafone ha dei vantaggi: attraverso l’Artificial Intelligence collegata alla rete dei trasporti riusciamo ad esempio a fornire consigli utili ai pendolari. Con queste operazioni riusciamo a portare la cultura, in maniera concreta e data-driven, anche all’interno delle amministrazioni pubbliche. Di esempi in questo senso ne abbiamo tanti, tra gli ultimi attività avviate con il Comune di Padova o Fondazione Dolomiti.
Quando è stato il momento in cui Vodafone si è accorta dell’importanza degli analytics e, soprattutto, come avete trasmesso alle aziende questo concetto?
Non è stato facile ma ti posso dire che è stato molto bello e per me motivo di orgoglio poter contribuire all’interno di una grande azienda come Vodafone. Vodafone è un esempio di azienda che si sta digitalizzando, non solo a livello di prodotto, ma anche a livello di processi organizzativi. La lezione che noi abbiamo imparato sul digitale è quella orientata all’idea di prodotto che arriva sul mercato alimentata da un flusso continuo di feedback che ci permette di affinare il tutto. Il prodotto vincente oggi, e noi lo vediamo da quello che stiamo facendo, è quello che ha poche features. È cambiato anche il modo in cui si fa l’esperienza con il prodotto, più diretta, interattiva, dinamica. Una grande azienda deve organizzarsi per crescere a 360°, in tutti i processi.
Quali sono i settori su cui avete puntato maggiormente?
Anche in questo caso abbiamo agito in maniera diversa dal passato, è il mercato che ci guida. Abbiamo lanciato tanti teaser e abbiamo osservato che, sul fronte Vodafone Analytics, alcune industries sono più pronte ad utilizzare questi strumenti, in quanto possiedono una facoltà di decision making più matura.
Sicuramente, tra i settori più pronti, ci sono quello dei trasporti, della mobility, pubblico o privato che sia; il mondo del Retail; della GDO, piuttosto che il mondo dei grandi eventi; e anche il mondo del Turismo. Ad esempio un approccio del tipo di Vodafone Analytics può aiutare le amministrazioni pubbliche a conoscere meglio il fenomeno del “turista giornaliero” che, per sua natura, non lascia molte tracce. In questo contesto, anche solo conoscere la quantità del fenomeno può essere un elemento di aiuto. Immaginiamo ad esempio Firenze, una delle città che ha aderito per prima a questo nostro progetto e che conta ben 8 milioni di turisti all’anno; per Firenze anche solo sapere che ci sono 3,5 milioni di turisti, quelli giornalieri, che non pagano la tassa di soggiorno, fa la differenza.
Abbiamo inoltre sfatato una delle tante leggende metropolitane delle città storiche, quella che dice che “il centro storico si sta svuotando e ci stanno solo i turisti”. In realtà, le cose non stanno così, i dati raccontano una storia diversa. La cosa più importante è poi riuscire a quantificare l’effetto che questi dati provocano all’interno dei processi decisionali delle singole amministrazioni. Una volta messa in atto un’azione di Vodafone Analytics, inoltre, già il giorno dopo siamo in grado di quantificare il dato rendendolo visibile sotto variabili tipiche dell’amministrazione. Di conseguenza, si mette in moto un processo decisionale basato su dati reali.
Un altro esempio concreto è quello fatto a Bologna in occasione dei “T-Days”, misurando quante persone sono transitate nei luoghi interessati. Facendo riferimento a strumenti di Artificial Intelligence siamo riusciti a stabilire, sulla base anche di dati storici e di altri elementi, i giorni di maggiore affluenza. Questi dati permettono di migliorare i servizi e svilupparne di nuovi.
Quali sono gli scenari futuri secondo Vodafone, da questo punto di vista?
Quello che stiamo facendo oggi è dare informazioni a mondi molto diversi tra loro, come abbiamo visto. In realtà, la grande potenzialità di queste informazioni non sarà Vodafone a capirla, ma saranno invece cittadini o aziende a cui noi diamo a disposizione le API (Application Programming Interface) in maniera tale da creare un indotto di business intelligence che prenda la conoscenza che noi produciamo. Parliamo chiaramente sempre di dati non personali, che creeranno nuova conoscenza per ambiti sempre più verticali. È questo l’ecosistema digitale all’interno del quale operare. Tante industries, tante amministrazioni affineranno ancora di più le loro decisioni su dati reali. Quello che stiamo facendo noi, come Vodafone, è proprio quello di contribuire allo sviluppo di questo scenario.
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[Immagine di copertina, thanks Maxiphoto/Getty Images]