Gino Bartali, indimenticabile ciclista che ha fatto la storia del ciclismo, oggi avrebbe compiuto 104 anni e Google lo celebra con un doodle. Oltre ad essere un grande sportivo, era un uomo generoso. Durante la guerra, tra il ’43 e il ’44, fece il “corriere” tra Firenze e Assisi, nascondendo nel manubrio documenti che diedero una nuova identità a circa 800 ebrei perseguitati. Nel 2013 è stato dichiarato “Giusto tra le Nazioni”.
Come sapete, e come ormai abbiamo imparato in questi anni, il doodle di Google non è sempre prevedibile, anzi, non lo è quasi mai, a parte giornate di celebrazione nazionale. Ecco perchè oggi il doodle che vediamo online in Italia, e non solo, ci rende orgogliosi, perchè è dedicato ad un grande italiano, un grande sportivo e, soprattutto, un grande uomo. Lui è Gino Bartali, celebre ciclista italiano, che oggi avrebbe compiuto 104 anni, conosciuto per lo più per la sfida storica tra lui e l’altro grande del ciclista italiano, Fausto Coppi, è rimasta impressa nella storia la foto che li ritrae mentre si passano una bottiglietta d’acqua durante l’ascesa al Col du Galibier al Tour de France 1952, un gesto quasi poetico.
Ma “Ginettaccio“, come era soprannominato, viene celebrato da Google, non solo per il suo compleanno, ma, soprattutto, per la sua grande umanità.
Gino Bartali da ciclista vinse tre Giri d’Italia (1936, 1937, 1946) e due Tour de France (1938, 1948), oltre a numerose altre corse tra gli anni trenta e cinquanta, tra le quali spiccano quattro Milano-Sanremo e tre Giri di Lombardia. Chi ama questo sport da cosa significa vincere queste competizioni. Ma Gino Bartali vince forse una corsa più importante, che era quella verso l’umanità.
Come molti di voi già sapranno, Bartali si rese protagonista, in maniera del tutto segreta e silenziosa, di un grande gesto di umanità. Tra il 1943 e il 1944, come membro dell’organizzazione clandestina DELASEM, fece da “corriere” tra l’arcivescovado di Firenze e il convento francescano di Assisi. Trasportava, nascondendoli all’interno del telaio della sua bicicletta, i documenti necessari per fornire una nuova identità ai perseguitati, per consentire loro di espatriare. Con questa sua impresa, Bartali salvò circa 800 ebrei.
Nel 2006, l’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli conferì la medaglia d’oro al merito civile per aver salvato “circa 800 cittadini ebrei”. E nel 2013 è stato dichiarato “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’olocausto fondato nel 1953, riconoscimento per i non ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella anche di un solo ebreo durante le persecuzioni naziste.
Celebre la sua frase che, in un certo senso, racchiude il senso della sua impresa e della sua persona:
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca.” [/box]