Uno studio di Accenture su 1.928 organizzazioni rileva che il 62% delle aziende europee cerca soluzioni di IA sovrana. L’Italia si piazza seconda in Europa con il 71% pronta ad aumentare investimenti. I settori chiave: banking, energia, PA.
C’è un dato che più di ogni altro fotografa il momento che l’Europa sta vivendo con l’intelligenza artificiale: il 62% delle organizzazioni europee è attivamente alla ricerca di soluzioni sovrane.
In realtà, si tratta di una tendenza che non sorprende, se si considera l’attuale incertezza geopolitica. E se si considera la crescente consapevolezza che il controllo su dati e infrastrutture tecnologiche rappresenta oggi un asset strategico fondamentale.
Un nuovo studio di Accenture, condotto tra luglio e agosto 2025 su 1.928 organizzazioni in 28 Paesi e 18 settori, evidenzia come la sovranità nell’intelligenza artificiale stia rapidamente passando da concetto teorico a priorità concreta per le imprese europee.
E l’Italia si colloca ai primi posti di questa trasformazione.
Cosa significa IA sovrana e perché è importante
L’IA sovrana si riferisce alla capacità di un paese di sviluppare e implementare sistemi di intelligenza artificiale utilizzando infrastrutture, dati, modelli e talenti locali.
Non si tratta solo di un concetto tecnico, ma di un vero approccio strategico che consente di proteggere i dati da accessi esterni, rafforzare la competitività economica e ridurre la dipendenza da fornitori tecnologici non europei.
In un contesto geopolitico caratterizzato da crescenti tensioni commerciali e tecnologiche, questa autonomia assume un valore, appunto, fondamentale.
La sovranità digitale diventa la risposta europea a un paradosso sempre più evidente: come accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale per stimolare innovazione e crescita, senza dipendere eccessivamente da tecnologie provenienti da fuori regione.

I numeri della svolta e l’Italia protagonista
Dallo studio di Accenture emerge che, nei prossimi due anni, il 60% delle organizzazioni europee prevede di aumentare gli investimenti in tecnologie di IA sovrana. L’Italia si distingue con il 71% delle aziende intenzionate a potenziare gli investimenti in questo ambito, posizionandosi come secondo paese europeo subito dopo la Germania (73%) e davanti a Svizzera (64%), Spagna (63%) e Regno Unito (62%).
Le preoccupazioni legate alla sovranità tecnologica sono particolarmente rilevate in alcuni paesi: Danimarca (80%), Irlanda (72%) e Germania (72%) guidano la classifica delle nazioni più attente al controllo dei propri dati e infrastrutture.

Sovranità IA, settori strategici in prima linea
Come prevedibile, i settori con requisiti regolatori stringenti e che gestiscono dati sensibili sono i più inclini ad adottare soluzioni sovrane. Il settore bancario si colloca in testa con il 76% delle organizzazioni alla ricerca di queste soluzioni, seguito dall’energia (70%) e dalla pubblica amministrazione (69%). Questi numeri riflettono la necessità di proteggere informazioni critiche e rispettare normative sempre più stringenti in materia di privacy e sicurezza dei dati.
In pratica, settori come la finanza devono garantire che i dati dei clienti rimangano sotto controllo locale, mentre nel comparto energetico – considerato infrastruttura critica – la sovranità tecnologica diventa una questione di sicurezza nazionale.
Il paradosso europeo, tra controllo e innovazione

“L’Europa si trova davanti ad un paradosso”, sottolinea Mauro Macchi, CEO Accenture EMEA. “Da una parte i suoi leader comprendono la necessità di accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale per stimolare innovazione e crescita, ma dall’altra, poiché la maggior parte delle tecnologie proviene da fuori regione, ritengono che ciò rappresenti un rischio”.
La soluzione a questo dilemma emerge chiaramente dallo studio. Ossia, un approccio ibrido che bilancia controllo dei dati e accesso all’innovazione mondiale.
Secondo la ricerca, nelle organizzazioni europee solo un terzo dei progetti di IA (il 36%) richiede effettivamente un approccio sovrano, principalmente per motivi regolatori o per la sensibilità dei dati trattati.
Il restante 65% delle organizzazioni riconosce di non poter restare competitivo senza la collaborazione di fornitori tecnologici non europei, mentre il 57% valuta l’utilizzo di soluzioni sovrane offerte sia da provider europei sia extraeuropei.
Vale a dire, la sovranità non significa isolamento, ma scelta consapevole del giusto livello di controllo.
Dall’architettura tecnologica alla strategia di business
“Un approccio di IA sovrana non significa centralizzare tutto”, precisa Mauro Capo, Digital Sovereignty Lead Accenture EMEA. “L’obiettivo è scegliere il giusto livello di controllo su dati, infrastruttura e modelli, mantenendo al contempo i vantaggi di scala e la velocità d’innovazione offerti da alcuni provider globali”.
In alcuni casi è sufficiente garantire la residenza locale dei dati, in altri – come nel settore della difesa – serve una piena sovranità su tutti i componenti dell’intelligenza artificiale. Questa flessibilità architettonica rappresenta la chiave per massimizzare il valore dell’IA sovrana senza sacrificare competitività e innovazione.
Accenture è già attiva nel supportare questo percorso, con progetti concreti come quello realizzato in Svezia con Telia Cygate per aiutare le organizzazioni locali ad adottare soluzioni di intelligenza artificiale scalabili e sicure.
In Europa, l’azienda collabora con diversi partner infrastrutturali come Nebius, piattaforma cloud di IA basata ad Amsterdam, per creare le fondamenta delle fabbriche di IA sovrana dei clienti.
Da rischio a vantaggio competitivo, il cambio di prospettiva necessario
Oggi solo il 19% delle organizzazioni considera l’IA sovrana un vero vantaggio competitivo, mentre quasi la metà (il 48%) la adotta principalmente per motivi di conformità normativa. Inoltre, appena il 16% delle imprese europee ha portato il tema della sovranità dell’IA all’attenzione del CEO o del Consiglio di Amministrazione.
Questi numeri rivelano un gap significativo tra l’importanza strategica della sovranità digitale e la sua percezione attuale nelle organizzazioni.
In ogni caso, la consapevolezza sta crescendo. Infatti, il 73% delle organizzazioni ritiene che governi e istituzioni, come l’Unione Europea, debbano svolgere un ruolo attivo nel rafforzare la sovranità digitale europea, attraverso regolamentazione, incentivi e investimenti pubblici.
Anche le PMI sono considerate cruciali in questo percorso: il 70% delle imprese ritiene essenziale favorirne l’accesso a soluzioni sovrane, riconoscendo che la sovranità tecnologica non può essere un privilegio riservato solo alle grandi corporation.
Roadmap per il futuro
Accenture identifica quattro pilastri fondamentali per massimizzare il valore dell’intelligenza artificiale sovrana:
Guidare la sovranità dell’IA: rendere la sovranità dell’IA una priorità strategica per i CEO, allineando innovazione, gestione del rischio e crescita aziendale.
Ripensare la sovranità: passare da una visione di mera conformità normativa a una di vantaggio competitivo e creazione di valore tangibile.
Espandere l’ecosistema: costruire architetture ibride che uniscano la fiducia e il controllo locale con l’accesso all’innovazione globale.
Ridefinire l’architettura tecnologica: integrare la sovranità in ogni livello – dati, infrastrutture, modelli e applicazioni – per garantire resilienza e adattabilità nel lungo termine.
L’Italia e la sfida della sovranità tecnologica
Il posizionamento dell’Italia al secondo posto tra i Paesi europei per investimenti previsti in IA sovrana rappresenta un segnale incoraggiante. Con il 71% delle aziende pronte ad aumentare gli investimenti nei prossimi due anni, il Paese dimostra di aver compreso l’importanza strategica di questa trasformazione.
Si tratta di un’opportunità per rafforzare il tessuto produttivo nazionale, attrarre investimenti e talenti, e posizionarsi come hub europeo per l’innovazione tecnologica sovrana. La sfida ora è tradurre questa intenzione in azioni concrete, progetti implementati e competenze sviluppate.
Prospettive future, tra autonomia e competitività
La sovranità nell’intelligenza artificiale rappresenta oggi per l’Europa molto più di una risposta difensiva alle tensioni geopolitiche. È l’opportunità di ridefinire il proprio ruolo nell’ecosistema tecnologico globale, bilanciando l’apertura all’innovazione mondiale con la protezione degli interessi strategici nazionali ed europei.
Come sempre, il successo dipenderà dalla capacità di passare dalle intenzioni ai fatti: investimenti concreti in infrastrutture, sviluppo di competenze locali, collaborazione tra pubblico e privato, e soprattutto la volontà politica di fare della sovranità digitale una vera priorità strategica.
Il momento di agire è adesso. I dati Accenture dimostrano che le organizzazioni europee hanno compreso la posta in gioco. Resta da vedere se questa consapevolezza si tradurrà in quella leadership tecnologica che l’Europa ambisce a riconquistare.
Fonte: Studio Accenture condotto tra luglio e agosto 2025 su 1.928 organizzazioni in 28 Paesi e 18 settori
				
		



