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Addio Klout, (dal 25 maggio) insegna agli angeli a diventare influencer

Dal prossimo 25 maggio Klout non esisterà più. Lithium, la società che ha acquisito la startup nel 2014, ha deciso di chiudere il servizio che assegnava un “punteggio” agli utenti in relazione alla loro presenza sui social media. Un numero limitato e impreciso che aveva la presunzione di stabilire l’autorevolezza di un utente rispetto ad uno o più argomenti. Ma sarà davvero la sua fine o risorgerà in altre forme?

Dal prossimo 25 maggio diremo addio al Klout, il famigerato e tanto discusso Klout, tanto odiato e anche tanto amato, al punto che alcuni utenti includevano il famoso punteggio all’interno della foto profilo sui vari social. Lithium, la società che nel 2014 aveva acquisito la startup di San Francisco per 200 milioni di dollari, ha deciso di fermare il servizio che assegnava un punteggio agli utenti sulla base della loro presenza e autorevolezza sui vari canali social media: Twitter, Facebook, Instagram, YouTube ecc…

Non appena, due giorni fa, si è diffusa la notizia, molti hanno reagito con espressioni come “Il Klout??? Ma perchè esiste ancora???“. In realtà, solo fino a pochi anni fa c’era la gara a chi mostrava il punteggio (da 1 a 100) più alto, con tanto di condivisioni sui social, mettendo in bella mostra quel numero che aveva la pretesa, e la presunzione, di racchiudere il livello di autorevolezza di un utente rispetto ad uno o più argomenti. Sì, quel punteggio che in molti hanno amato, scatenando un fenomeno di “celolunghismo” esasperato che adesso vogliono dimenticare in fretta, non esisterà più. Finisce l’era dello score condensato su cui aziende, agenzie si sono basati per selezionare gli influencer da coinvolgere sulle varie campagne dei loro clienti.

addio klout

Brevemente, il Klout, nato 10 anni fa, teneva conto del network dell’utente sui social media, misurando il livello di interazione rispetto ai contenuti condivisi. Il meccanismo era che più un utente condivideva un contenuto rispetto ad un dato argomento, più questo veniva indicato come “autorevole” attraverso un punteggio, ma no cera la misurazione della reale competenza. Questo in estrema sintesi, anche se in realtà non si è mai chiarito come fosse determinato qual numero. Agli inizi, quel numero ebbe una certa rilevanza per le agenzie HR, quelle di selezione e reclutamento di risorse umane, che lo usavano come riferimento per misurare il livello di competenze su un dato settore del candidato. E si narra che certe agenzie avessero indicato come livello minimo di punteggio 71, al di sotto del quale il candidato non veniva considerato. Non si è mai saputo se fosse vero, ma è certo che molte agenzie lo usassero.

Col passare del tempo, è poi diventato un “distintivo” che l’influencer di turno si attaccava sul petto, nel corso del tempo è diventato un numero da esibire, ma che in realtà non poteva garantire una perfetta misura di quale fosse il livello di competenza e il livello di utilizzo dei canali social da parte di un utente. Non era difficile ritrovarsi di fronte a persone di comprovata esperienza che condividevano contenuti di valore avere uno score molto più basso di persone di comprovata inesperienza che si limitavano invece a ricondividere i contenuti di quello bravo. Un contro senso enorme. Eppure era così.

Per non parlare dell’imprecisione con cui Klout determinava le aree di competenza di un utente. Chi vi scrive per lungo tempo era individuato esperto di “food”!

Quale sarà il futuro? Lithium ha dichiarato che il Klout non rientra più nella strategia di business dell’azienda a lungo termine, ma è anche vero che la stessa azienda, proprio grazie al Klout, ha sviluppato sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale. E’ quindi probabile che Klout possa risorgere sotto altre vesti con un sistema di scoring, utilizzando l’Intelligenza Artificiale, basato su Twitter. Non ci sono conferme ed è tutto da veder, restano comunque un’idea probabile.

Vedremo se ci sarà un eventuale strumento basato sull’Intelligenza Artificiale, ma il risultato non sarà molto diverso da quello del vecchio Klout. A meno che non si voglia arrivare ad una forma di scoring come quella vista nel primo episodio della terza serie di Black Mirror, “Caduta libera”, interpretato da Bryce Dallas Howard, e cioè che la reputazione di utente sui social media possa dipendere dai punteggi che riesce ad accumulare per accedere a dei “privilegi”. Speriamo di no!

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[L’immagine di copertina è realizzata da @franzrusso, si prega di citare la fonte; qualora i legittimi proprietari dei loghi la reputassero inopportuna, verrà rimossa immediatamente]

 

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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martedì, 23 Aprile, 2024

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